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LA FEBBRE

Temperatura corporea.

La temperatura corporea è uno dei parametri vitali insieme alla FC, alla pressione arteriosa e alla frequenza respiratoria.

Normalmente le varie reazioni metaboliche dell'organismo, soprattutto nel muscolo e nel fegato, producono un temperatura profonda

pari a 37°. Questa è mantenuta costante grazie al controllo dei nuclei ipotalamici, che assicurano un equilibrio tra temperatura

generata e quella dissipata mediante la respirazione e la sudorazione. All'ipotalamo giungono informazioni provenienti da nervi

cutanei e nevi che circondano i vasi.

Nei neonati la temperatura si stabilizza dopo alcune settimane, invece negli anziani la temperatura corporea tende a mantenersi

costante.

La temperatura orale media al mattino è di 37,2°, mentre al pomeriggio è di 37,7°. Quando la temperatura corporea supera questi

parametri standard si parla di febbre, o piressia.

La temperatura si misura tramite termometri orali o rettali, sonde termiche o termometri che misurano la temperatura al livello del

timpano. Piressia Ipertermia

È un aumento incontrollato della temperatura che non

risente del controllo dei normali sistemi di

termoregolazione. Non è dovuto all'azione di fattori

pirogeni ma solo alle variazioni termiche esterne e

interne al corpo. Il colpo di calore è di due tipi:

• collegato all'attività fisica: l'attività

La febbre è un aumento della temperatura corporea al di sopra dei valori muscolare produce una grande quantità di

standard e implica un aumento del punto di regolazione al livello calore che viene dispersa tramite la

ipotalamico. È generata da agenti pirogeni. L'aumento della temperatura è sudorazione e la respirazione. Fare sport in

dovuto alla vasocostrizione dei territori periferici, che induce una un ambiente poco ventilato, umido o

sensazione di freddo, e dal contrazione muscolare, che porta a brividi e accaldato può comportare un rischio.

tremore. Quando raggiunge il valore prestabilito si mantiene costante • Non collegato all'attività fisica: ne sono

grazie a tutti i meccanismi regolatori che si hanno in condizioni normali. soggetti per lo più persone anziane durante i

La diminuzione, invece, è dovuta a vasodilatazione dei distretti periferici, mesi estivi.

sudorazione e dispersione termica tramite respirazione. Quando la febbre L'ipertermia può anche essere provocata da farmaci

supera i 41,5° si parla di iperpiressia. La febbre risente dell'effetto di psicotropi leciti o illeciti, come il LSD.

antipiretici. Vi è anche un'ipertermia congenita dovuta ad

un'alterazione della membrana sarcoplasmatica, per

cui vi è un rilascio incontrollato di calcio che porta a

contrazione muscolare. Questo implica aumento della

temperatura.

L'ipertermia non risponde all'azione di antipiretici.

Patogenesi della piressia.

La febbre è provocata da fattori pirogeni che possono essere esogeni o endogeni. I fattori esogeni sono per la maggior parte antigeni

ce si trovano all'esterno di batteri, per esempio i lipopolisaccaridi dei batteri Gram -. I fattori endogeni, invece, sono le citochine,

dette appunto citochine pirogene, implicate nei processi infiammatori e infettivi. Le citochine sono le interleuchine 1 e 6, il TNFα e

l'interferone Le citochine portano alla produzione di prostaglandine che a loro volta agiscono al livello ipotalamico producendo un

α.

aumento di temperatura. Nei nuclei ipotalamici troviamo 4 tipi di recettori per le prostaglandine, di cui il terzo è il più importante

perchè la sua assenza porta ad apiressia.

Approccio al paziente.

Nella diagnosi di piressia bisogna esaminare tutti gli eventi, i sintomi e i segni che precedono la febbre. La rilevazione della

temperatura si può eseguire tramite termometri orali, mentre la rilevazione ascellare non è attendibile.

CAPITOLO 18: FEBBRE ASSOCIATA AD ERUZIONI CUTANEE.

La febbre associata ad eruzioni cutanee è di difficile diagnosi, un'analisi dell'eruzione può tuttavia facilitarla. Durante l'anamnesi

bisogna chieder al paziente informazioni relative alla sua condizione immunitaria, vaccinazioni, viaggi all'estero, contatto con

animali, morsi di animali contatti con malati ed eventuali fattori di rischi per le malattie sessualmente trasmissibili.

Nell'esame obiettivo bisogna porre attenzione al tipo di sfogo:

• macule: eruzioni piatte e di piccole dimensioni.

• Papule: eruzioni rilevate e di piccole dimensioni.

• Placche: eruzioni piatte di grandezza superiore ai 5mm.

• Noduli: eruzioni rilevate di grandezza superiore ai 5mm.

• Pustole: eruzioni purulente.

CAPITOLO 19: FUO: FEVER OF UKNOWN ORIGIN.

Si definisce FUO una febbre che presenta tre caratteristiche:

• febbre con temperatura superiore a 38,3°prolungata.

• Durata della febbre superiore a 3 settimane.

• Nessuna possibile diagnosi al termine della I settimana di febbre.

La FUO a sua volta si distingue in 4 tipi:

1. “classica”: corrisponde alle tre definizioni di FUO.

2. Nosocomiale (ospedaliera): si manifesta in individui ricoverati in ospedali che non presentavano la febbre prima del

ricovero.

Dettagli
A.A. 2012-2013
2 pagine
SSD Scienze mediche MED/09 Medicina interna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gabriel_strife di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semeiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Campus Bio-medico di Roma o del prof Alloni Rossana.