Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MIRACOLO ECONOMICO
democratizzazione, di crescita dl reddito pro capite: il
occidentale/ la GOLDEN AGE (195073 con la prima crisi petrolifera).
In Europa occidentale il reddito pro capite triplicò in questi 20anni , anche in Asia (in
Cina iniziò il decollo industriale) e America Latina cominciò a crescere ma più
lentamente.
Fatto a 100 il reddito pro capite americano, nel 1950 l’Italia aveva circa il 35% del
reddito pro capite americano, dopo il miracolo economico ci fu una convergenza che
la portò ad arrivare al 60% fase di catching up.
Fu l’era in cui cominciò il consumo di massa legato al reddito pro capite: nuovi beni
come l’automobile, la radio, le cucine, la minigonna …
FATTORI ECONOMICI, POLITICI E ISTITUZIONALI
DELLA GOLDEN AGE
La storiografia si è molto interrogata sui fattori di crescita per capire come risolvere
le crisi odierne;
FATTORI POLITICO ISTITUZIONALI : il fatto che siano nati nuovi
◊ organismi su scala internazionale e in generale ci fu una crescita della
cooperazione fra stati (OECE, Mercati comuni); La crescita è stata anche
favorita dalla ricostruzione delle grandi democrazie di massa, dei patti fra
governo e cittadini, accordi politici e istituzionali che portarono a una nuova
cultura e costruzione del governo, welfare di massa, ovvero redistribuzione dei
benefici della crescita, del reddito nazionale attraverso le scuole, la sanità
pubblica, gli studi superiori poco costosi e forme di assistenza di vario tipo
sostanziale consenso sociale.
Ci fu una RIDUZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE ALL’INTERNO DEGLI
◊ STATI E FRA STATI: l’integrazione europea favorì un aumento del
commercio intra europeo per i prodotti agricoli e industriali, tra paesi membri
del mercato comune (all’inizio 6) in cui crebbe come in nessun altro luogo del
mondo; il boom italiano trovò un mercato molto dinamico verso la Germania e
la Francia;
L’EMIGRAZIONE fu un’altra caratteristica della crescita: dal sud migravano
◊ verso le fabbriche, verso i posti di lavoro del nord; nel dopoguerra in generale,
inoltre, venne portato a compimento il processo di applicazione di scoperte
scientifiche e tecnologiche come per esempio l’atomo(una di quelle
potenzialmente più distruttiva ma che avviò una serie di studi che favorirono
enormemente la medicina e tutta a strumentazione efficiente.
l’enorme aumento dei consumi e della produzione determinò il passaggio dal
◊ carbone al petrolio con ENERGIA A BASSO COSTO (petrolio largamente
controllato per tutti gli anni ’50 e ’60; largamente controllato dai paesi
occidentali);
ci fu, conseguentemente, una grande fiducia nel progresso, nel benessere
(fattore culturale).
La democrazia ha aiutato la crescita?
Di certo gli anni del boom possono essere visti come l’estrema fase del tipo di
crescita ottocentesca, avviata con la prima rivoluzione industriale e portata a
compimento in questi anni.
LA CORSA ALLO SPAZIO
Fu un momento di corsa al progresso: fu una “gara” di conquista di nuove frontiere
fra Usa e Urss, era molto dentro alla competizione della Guerra Fredda.
I russi furono i primi a lanciare un essere vivente e a mandare un
razzo nello spazio ma la luna venne raggiunta per prima dagli
americani nel luglio del 1969 grandissima vicenda mediatica
(anche di aggregazione) che celebrava da una parte il progresso
e la fiducia e
dall’altra il
primato
americano.
NEL BLOCCO COMUNISTA
Nel blocco comunista anche ci fu una grande crescita ma con tassi più lenti e dentro
un involucro politico istituzionale molto diverso dal quello dell’Europa occidentale:
sperimentarono un modello comunista, autoritario senza democrazie di massa, con
elevati costi sociali che ricalcava il modello di industrializzazione forzata degli anni
‘30; favorire le infrastrutture
nel piano dell’economia ci fu la scelta politica di
pubbliche e l’educazione (scuole e università di alto livello) che però determinò il
sacrificio dei consumi di massa e un difficile consenso.
È difficile fare un confronto di tassi di crescita economica fra i due blocchi anche
perché la propaganda comunista tendeva a esaltare il modello sovietico.
A partire dal ’53, nel blocco comunista si avviò la “destalinizzazione” con Nikita
Kruscev che riconobbe gli abusi della stalinizzazione, vennero
rivelati i crimini (molti partiti comunisti iniziarono un periodo di
autocritica) e sembrava che anche la Russia si stesse avviando verso
un governo più democratico ma in realtà ci fu sono un allentamento
del carattere autoritario dei governi.
L’allentamento della morsa dello stalinismo venne vista da alcuni
stati come il momento giusto per cercare di avviare delle rivolte:
RIVOLTA DELL’UNGHERIA
la (1956), fu la prima rivolta di popolo ma venne
soffocata nel sangue dai russi) e ciò
rivelò che la destalinizzazione restava
dentro la logica della guerra fredda e
nel pugno di ferro dell’Urss
sull’Europa dell’est.
L’altro episodio che rafforzò la logica
ferrea della guerra fredda fu la
COSTRUZIONE DEL MURO BERLINO il 13 agosto del ’61: deciso da Berlino
est per mettere freno al continuo passaggio di persone che fuggivano dal regime
sovietico divise fisicamente la città per quasi 30 anni (alcuni tratti sono rimasti).
Checkpoint Charlie era il punto dove si fronteggiavano i carri armati dei due blocchi.
Nel ’61 ci fu anche un altro grande momento di crisi della guerra fredda:
Cuba
a era appena salito Fidel Castro, che aveva istaurato un regime comunista
legato con Mosca ponendo fine a quello di Batista (filoamericano e corrotto; Cuba
era sempre stata vista dagli Usa) si avvi ò una fase di lunghissima inimicizia con
l’embargo americano;
uno degli episodi di
rafforzamento della figura
americana fu il tentativo dei
Kennedy di entrare a Cuba
dalla Baia dei Porci che però
venne respinto.
Nell’agosto del 1968 ci fu un tentativo a
PRAGA di instaurare una fase di
liberalizzazione e democratizzazione del
regime cecoslovacco: tentativo represso dai
carri armatici sovietici.
Nel ’68 ci fu un momento di rivolta generazionale come effetto del cambiamento
economico e sociale degli anni precedenti: il boom aveva costruito i giovani del ‘68,
cresciuti in una fase di benessere e crescita dentro società che ancora facevano fatica a
tenere passo al cambiamento (in pochi paesi, per esempio, il divorzio o l’aborto o
l’omosessualità erano legali), esplosero delle proteste quindi per rompere l’involucro
conservatore.
Il primo nucleo di proteste si ebbe in America, con il
movimento pacifista nei campus americani (Berkley prima
di tutte) contro la leva obbligatoria e la Guerra del
Vietnam che veniva percepita estranea alla logica
democratica degli Usa.
In questi anni si cominciò a rompere anche il consenso che
aveva sostenuto il boom economico.
Il movimento pacifista e di critica verso il governo americano e quello del consumo
dei massa (iniziarono a interrogarsi sui valori) segnò la nascita degli anni dei
MOVIMENTI: globali (ad est soffocato con i carri armati), studenteschi (a Parigi
venne occupata la Sorbona), pacifisti, ambientalisti e femministi.
L’ITALIA REPUBBLICANA: cambiamento politico e
modernizzazione economica
La nuova Italia repubblicana, con la costruzione dell’Assemblea costituente, partecipò
alla fase di crescita occidentale miracolo economico italiano.
Come in tutti gli altri paesi europei c’era stata una ricostruzione anche politico
istituzionale post guerra e dopo il piano Marshall, che determinò l’allontanamento dei
partiti comunisti, nell’aprile maggio del ’47 iniziarono ad essere espulsi dal governo
i ministri comunisti: iniziò una nuova dinamica politica che ruppe il fronte di unità
nazionale dei governi del CLN entrando in una fase della guerra fredda.
Nelle elezioni vinse il partito socialista con Nenni che collaborò ancora con Togliatti
(una parte minoritaria del partito era contraria a mantenere un’alleanza con Togliatti
scissione in PSDI (Saragat).
Le prime elezioni con la nuova costituzione si svolsero pochi giorni dopo il colpo di
stato di Praga dell’aprile del ’48, nel mezzo della destalinizzazione, in un clima molto
teso fra i due schieramenti perché la scelta della guida italiana determinava
l’appartenenza al blocco sovietico o americano (il PCI era il più grande partito
comunista mondiale specificit à delle politica italiana); ci fu una preponderante
vittoria del partito DC del 48,5% che dovette governare in governi di coalizione fra
piccoli partiti.
Si parlò di una DEMOCRAZIA sostanzialmente BLOCCATA poiché c’era una forte
opposizione del partito comunista (la possibilità di vittoria del partito di sinistra
poteva significare uno spostamento di schieramento internazionale). Fu l’unico caso
di democrazia in cui non c’è stata un alternanza politica: lo stesso partito ha
governato per più di 50 anni, fino alla caduta del muro, ci fu una sorta di impunità
politica che portò alla corruzione (tanto gli elettori continuavano a votarti) il
sistema si avviluppò su se stesso.
Ci fu uno sproporzionato potere dei piccoli partiti, di ricatto che rimase immutato
fino appunto gli anni ‘90.
L’enorme trasformazione economica, produttiva culturale e comportamentale
del’Italia iniziò a scardinare l’Italia tradizionale;
tra il 1954 e il ‘64 il redito nazionale raddoppiò e quello procapite aumentò ancora di
più maggiore benessere dei singoli individui, aumentarono i consumi: tra il ’51 e il
‘76 i consumi procapite degli italiani triplicarono (beni di consumo primari e
voluttuari).
Gli italiani uscirono dalla storica povertà e vennero privilegiati i consumi privati
come strumento di consenso (stare meglio + soldi imposizione fiscale
bassissima). Nel ’58 ci fu un salto strutturale in cui gli occupati nell’industria
superavano quelli dell’agricoltura.
Ci fu una grande trasformazione anche nella fase della riduzione del divario relativo,
cambiò la geografia dell’industrializzazione.
PERIODIZZAZIONE INDUSTRIALIZZAZIONE ITALIANA
Decollo industriale :
1. Tra anni 1880 e prima guerra mondiale
Tra le due guerre :
2. Rallentamento e consolidamento
Effetti crisi economica anni ‘30
Nel quadro di questa periodizzazione ci fu appunto la fase conclusiva del modello
ottocentesco; mentre nelle prime 2 fasi il fenomeno aveva riguardato prevalentemente
i