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DEI RISCHI),

momento in cui una banca interroga la centrale dei rischi, se un’impresa ha posizioni di rischio deteriorate si

vedono, a prescindere dall’importo. Per i consumatori esistono altre banche dati più specifiche.

Alla fine la banca fa un’analisi raccogliendo informazioni di varia natura. Tutto questo viene gestito attraverso un

modello matematico statistico che produce un rating e, in qualche modo, attribuisce al cliente un voto.

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Una volta che ho attribuito la probabilità di default al cliente devo misurare la in caso di

PERDITA POTENZIALE.

default. La perdita dipende ANCHE dalla probabilità di default (rischio di credito), ma non solo.

Se la probabilità di default è pari a 100, non è detto che la perdita attesa sia pari a tutto perché se nel momento

di concessione del credito quel cliente mi ha dato dei beni in posso utilizzarli per recuperare in parte il

garanzia

credito. ➝

TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO quando le applico ho una perdita in caso di insolvenza

minore rispetto alla probabilità di default solo se il cliente mi ha dato delle garanzie. Sono utili per minimizzare le

perdite.

Le garanzie incidono sulla perdita in caso di insolvenza, ma NON sulla probabilità di default!

Anche le garanzie hanno un rischio e non risolvono il problema della valutazione del cliente. La banca ha 2 livelli

di protezione: valutare bene il rischio e, successivamente, chiedere delle garanzie.

LA CONCESSIONE DI CREDITI

Da un punto di vista operativo, questo processo avviene attraverso l’istruttoria L’istruttoria di fido è la

di fido.

parte procedurale e organizzativa. Non è detto che tutte le istruttorie passino a livello centrale in quanto bisogna

considerare l’importanza del fido, caso per caso. Se un consumatore va in banca e chiede un finanziamento,

probabilmente il direttore della filiale ha il potere di deliberare autonomamente. Se invece c’è in ballo

un’operazione di finanziamento di un importo elevato decide il consiglio di amministrazione, al vertice della banca.

A prescindere dalla collocazione, comunque, l’istruttoria si conclude con l’attribuzione di un rating e il cliente

viene collocato in una graduatoria in base al grado di rischio di default.

La funzione del rating è quella di ridurre la soggettività della valutazione. La decisione finale per quanto riguarda

l’affidamento di un cliente viene presa dall’organizzazione della banca, non da un meccanismo matematico

Basilea 2 prevede che ci sia, quindi, un controllo finale decisivo che può modificare la decisione del

OVERRIDE.

rating. Ovviamente la banca deve motivare queste scelte, non può fare quello che vuole.

Si arriva alla che significa rispondere positivamente o negativamente alla richiesta del cliente. Questa

deliberazione,

risposta dice anche di quanto può essere concesso il finanziamento (fido). Il cliente non ha interesse ad avere un

fido eccedente alla sua possibilità di rimborso perché dovrebbe sostenere costi più elevati.

Una volta che la banca ha deliberato la concessione di un fido non è ancora successo nulla perché la valutazione

oggi è destinata tra un mese a cambiare. Quindi il problema è che la banca dve tenere sotto controllo il cliente.

LA GESTIONE DEI RISCHI

Una delle attività fondamentali della banca svolta dall’area crediti è quella di tenere sotto controllo l’andamento dei

rischi. La gestione dei rischi non può mai essere esternalizzata perché costituisce il cuore dell’attività. Controllare i

rischi significa che la banca deve avere sempre sotto controllo le diverse situazioni in cui il cliente può trovarsi.

Come fa la banca a classificare le proprie esposizioni? La classificazione viene effettuata in base ad una

classificazione a livello europeo. Questo schema si basa sulla distinzione tra attività deteriorate e attività non

deteriorate. La banca dovrà periodicamente esaminare posizione per posizione e classificare ogni posizione

all’interno di questo schema.

Attività non deteriorate ➝ posizioni di rischio nelle quali la banca ritiene che non vi siano problemi per

quanto riguarda il rimborso del finanziamento. Solitamente si individuano quelle deteriorate e, per differenza,

quelle non deteriorate.

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attività deteriorate ➝ vanno segnalate alla centrale di rischio. Non valutarle in maniera corretta o considerarle

non deteriorate va a discapito non solo della banca stessa, ma anche delle altre banche (rischio di contagio). Qui

dentro ci possono essere delle posizioni più o meno gravi:

a. se dico che una posizione è in sofferenza vuol dire che il cliente è Quindi la

sofferenze INSOLVENTE.

perdita è totale. Per stabilire che una posizione è in sofferenza non è necessario avere una valutazione

terza (es fallimento). La valutazione spetta solo alla banca.

b. sono esposizioni per le quali la banca ritiene che il recupero possa avvenire

inadempienze probabili

attivando particolari iniziative. Es attivando la o aspettando il recupero della situazione del cliente.

garanzia

Non è una situazione irreversibile.

c. abbiamo già parlato di sconfinamenti a proposito dei conti scoperti. Se il

esposizioni scadute e/o sconfinanti

finanziamento non è stato restituito dopo la data di scadenza oppure se il cliente ha un conto scoperto e

non c’è mai un rientro entro i limiti di fido. Il problema è che bisogna mettere un limite di tempo, che

attualmente è di Se il finanziamento è scaduto oggi ho ancora 90 giorni prima di classificarlo nelle

90 gg.

attività deteriorate. Se la banca ha abbastanza info per ritenere che quel cliente non pagherà, l’attività verrà

messa tra le sofferenze. Quando è stata emanata questa norma europea l’Italia ha chiesto una deroga

perché le banche erano piene di posizioni scadute o sconfinate e avrebbe inciso troppo nei bilanci. Per 3/4

anni l’Italia ha potuto calcolare queste cose su 180 gg.

Esposizioni oggetto di concessioni ➝ possono rientrare in entrambe le categorie precedenti. Sono quelli

esposizioni per le quali la banca ha previsto le condizioni contrattuali. Supponiamo che il cliente non sia più in

grado di rimborsare le rate. La banca può allora aumentare la durata del prestito in modo da dilazionare rate più

basse. Se a questo punto il cliente non riesce a rimborsare, l’esposizione finisce classificata nelle attività

deteriorate. Se riesce a rimborsare, invece, finisce nelle attività non deteriorate.

Tutto questo porta la banca a stimare le perdite attese, ovvero quelle che, in base alle informazioni che ha in

questo momento, riesce a valutare. Per fronteggiare i rischi la banca deve avere un adeguato patrimonio. In

realtà queste perdite determinano delle che in bilancio sono dei costi. Il patrimonio centra perché

svalutazioni,

deve andare a coprire gli errori di queste valutazioni (PERDITE INATTESE).

Basilea 2 interviene sul tema del patrimonio perché è fondamentale per fronteggiare le perdite inattese. Il rischio

è che la banca sbagli le previsioni sulle perdite e si ritrovi a dover fronteggiare più perdite di quelle che ha

stimato.

BASILEA 2

Come influisce questa regolamentazione nelle scelte della banca? Il processo valutativo fa una stima delle perdite

attese, che sono sostanzialmente dei costi di competenza dell’esercizio. Il patrimonio della banca è indispensabile

per coprire le cioè gli errori valutativi della banca. La banca fa delle previsioni sulla capacità dei

perdite inattese,

clienti di rimborsare i finanziamenti, ma non è detto che queste previsioni siano esatte e il patrimonio va proprio

a coprire queste inesattezze.

Basilea 1 entra in gioco nel momento in cui si capisce che deve esserci un rapporto tra il patrimonio e i rischi,

ma in quell’accordo si utilizzava un meccanismo molto standardizzato, nel senso che le ponderazioni erano

standard e si ipotizzava che agglomerati di clientela avessero lo stesso rischio, senza prendere in considerazione

caso per caso.

Basilea 2 serve proprio per superare questo limite. Il patrimonio deve essere rapportato alle attività della banca

ponderate per i rischi. In che modo? Il problema è come andiamo a

Patrimonio = 8% delle attività ponderate.

ponderare le attività, partendo dal principio generale che tanto più l’attività è rischiosa, tanto più è alta la

ponderazione.

Basilea 2 propone due metodi:

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a. ci sono le società di rating (Moodis, ecc) che attribuiscono

metodo standardizzata basato su rating esterni

un rating agli emittenti di strumenti finanziari, tipo stati e società quotate. L’idea è che le ponderazioni

vengano fatte in base ai rating effettuati da queste società specializzate. Tutto ciò che non ha un rating

viene ponderato 100, ovvero per il suo valore. Qual è il problema? Il 99% dei clienti delle banche italiane non

ha un rating e quindi applicare questo metodo è uguale ad applicare il metodo proposto da Basilea 1.

b. in questo caso il patrimonio che viene calcolato per adempiere agli obblighi di vigilanza,

rating interni (IRB)

di fatto verrebbe calcolato utilizzato il metodo che la banca adotta per valutare i clienti. Questo è il

collegamento tra la valutazione dei rischi e il rispetto degli obblighi di vigilanza.

Come hanno fatto le banche a scegliere quale dei 2 metodi adottare? Scelgono il metodo che gli permette di

detenere il patrimonio più basso, ovvero che assorbe meno capitale, scelgono quindi il La

rating interno.

normativa dice che, in ogni caso, i metodi interni devono essere validati dalle autorità di vigilanza (Banca d’Italia).

Lo stesso modello serve sia per decidere se concedere un finanziamento, sia per gli obblighi di vigilanza.

Il rating interno mi dà un patrimonio minimo che la banca deve tenere ed è più basso rispetto al rating esterno

perché quest’ultimo ipotizza che tutti i clienti senza rating abbiano un peso uguale a 100. La scelta del metodo

interno può essere poi articolata ulteriormente.

I FATTORI DI RISCHIO

Il calcolo della probabilità di default è compito della banca. Le altre 3 variabili sono definibili secondo delle regole

standard previste da Basilea 2 (metodo oppure dalla banca stessa (metodo in cui la banca ha un

base), avanzato,

modello interno di misurazione dei rischi che gestisce autonomamente tutte e 4 le variabili). I 4 fattori di rischio

sono:

1. (PD) viene calcolata sempre dalla banca.

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SSD Scienze giuridiche IUS/05 Diritto dell'economia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessia7_unive di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Prodotti bancari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Urbani Alberto.