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Egli si
occupò di disuguaglianza sociale e lo fece secondo un approccio conflittualità, cioè facendo
attenzione a cosa creava conflitto all'interno di una società. Il conflitto per Marx era il più
potente
generatore della storia e aveva quindi un'importanza cruciale. Il conflitto di classe, ovvero
l'opposizione dei proprietari ai borghesi, secondo Marx avrebbe dovuto generare un conflitto
di
vaste proporzioni e cambiare radicalmente la storia. Marx fu per lungo tempo lasciato nel
“dimenticatoio” perché chi utilizzava Marx veniva considerato ideologico (una ideologia è
una
forma del pensiero totalizzante che tende a giustificare l'esistente, quindi fornisce delle
giustificazioni per ciò che si vuole sostenere. Nasconde il conflitto, crea delle tesi e lo
estremizza tanto da farla sembrare reale). Secondo Marx l'ideologia è tipica delle classi
dominanti (la borghesia, ossia coloro che detengono i mezzi di produzione) perché tendono a
giustificare l'esistente e occultare, nascondere il conflitto. L'ideologia è dogmatica ma è
spesso priva di oggettività.
Marx intendeva per società comunista una società senza classi, senza una distinzione tra
borghesia
e proletariato.
Marx nacque a Treveri nel 1818. Treveri si trova in Germania, nella regione della
Renania-Palatinato al confine con il Belgio. In questa regione vi era una forte concentrazione
operaia, la quale influenzò la produzione scientifica di Marx, che fin da giovane osservò e
descrisse
la condizione disagiata di questa classe sociale. Marx diede vita ad una rivista che si
occupava
delle condizioni dei lavoratori (operai) della Renania. Dopo che la rivista fu soppressa perché
ritenuta troppo radicale, Marx si trasferì a Parigi dove conobbe Engels, venne da qui espulso
poiché ritenuto radicale in quanto difendeva gli operai. Andò così a Bruxelles dove scrisse il
manifesto ed entrò a contatto con idee comuniste. Inizialmente Marx fu un filosofo
Da Hegel, Marx, mutuò il concetto di dialettica:
hegeliano. posta una tesi si crea una antitesi
e si arriva ad un livello superiore, al superamento di entrambe, sia della tesi, sia della
antitesi con la conseguente affermazione di un altro concetto, la sintesi. Il Comunismo
rappresentava il superamento della società capitalistica nata con la rivoluzione industriale, la
quale dispiegandosi aveva prodotto delle contraddizioni. La dialettica (da dialogo): è un
percorso che diventa processo mediante il quale si giunge ad un altro risultato. La dialettica
si fonda su tre momenti: conservare, far scomparire, portare ad un livello superiore. Il
comunismo rappresentava per Marx un livello superiore rispetto al capitalismo; il comunismo
avrebbe superato le contraddizioni che il capitalismo aveva prodotto nel corso del suo
processo. alienazione.
Oltre che il concetto di dialettica, Marx mutò anche il concetto di
Hegel sosteneva che quando si produce un oggetto (nel lavoro industriale) questo oggetto si
fa altro rispetto al soggetto che lo ha prodotto: io produco un oggetto. Dopo la produzione
tale oggetto non mi appartiene più per una serie di ragioni. Il concetto di alienazione viene
fatto coincidere da Hegel con il concetto di oggettivazione (il farsi altro dell'oggetto prodotto,
rispetto a chi lo ha prodotto). Se un artigiano realizza un prodotto, difficilmente quel prodotto
(benché l'artigiano ne perda la proprietà) si fa completamente altro rispetto all'artigiano.
Questo perché nel prodotto realizzato artigianalmente rimangono dei segni distintivi, come
la firma dell'artigiano o della sua bottega, che invece il prodotto industriale perde.
Marx tuttavia non è d'accordo con quanto afferma, il quale come detto fa coincidere il
concetto di alienazione con quello di oggettivazione. Per Marx non è il lavoro industriale in
quanto tale che produce alienazione. L'alienazione per Marx è il prodotto del lavoro sfruttato.
Marx introduce una categoria che Hegel non aveva considerato, cioè esiste l'alienazione
quando il lavoro viene fatto in determinante condizioni, ossia solo quando vi è sfruttamento.
Per Marx l'alienazione non è un derivato del lavoro in quanto tale. Una persona può lavorare
senza sentirsi alienata. Di contro ci si può sentire alienato quando si capisce che qualcun
altro sfrutta il mio lavoro.
Quando si supera l'alienazione? Secondo Marx ciò avviene quando il lavoratore, in particolare
l'operaio, mette in atto un processo di autocoscienza, cioè quando l'operaio capisce che lo
stanno sfruttando e cerca di riappropriarsi del suo lavoro. Affinché ciò si potesse realizzare
Marx auspicava la lotta di classe.
Marx fa una netta distinzione tra la classe in sé e la classe per sé. Con il concetto di classe in
sé si intende l'appartenenza ad una determinata classe sociale, serve per indicare il lavoro
che si svolge e la posizione che si occupa, es. l'imprenditore; classe per essere significa che
la classe prende coscienza della posizione in cui si trova, quindi della posizione in cui si è
sfruttati (classe per se). Il concetto di “classe per se” non si sviluppa nella prima fase
dell'industrializzazione, quando gli operai iniziarono a recarsi nelle città, bensì
successivamente, quando gli operai presero coscienza della loro forza numerica, della loro
numerosità e da quel momento ingaggiarono una lotta per la loro classe sociale, acquistando
coscienza di ciò che erano. Questa è una differenza sostanziale. La classe è un concetto
legato al capitale economico.
Marx appartiene a un filone di pensiero che si chiama materialismo storico, cioè studiava la
società a partire dalle condizioni materiali, così come esse si sono storicamente determinate,
come materialmente le persone vivono. In Marx sono poi fondamentali i concetti di struttura
e sovrastruttura. La struttura di una società
è data per Marx dai rapporti di produzione e dalle forze produttive. I rapporti di produzione si
generano in base alla divisione del lavoro sociale, quindi i rapporti di produzione tra
borghesia e proletariato saranno rapporti diseguali o meglio. Secondo Marx la struttura
determina tutto il resto, la sovrastruttura è secondo Marx qualcosa che non possiede una
propria storia ma è un derivato della struttura, dei rapporti di produzione. Della
sovrastruttura fanno dunque parte le istituzioni giuridiche, i rapporti religiosi, le Università.
Le parti che compongono la sovrastruttura cambiano da società a società. Ad esempio un
carcere americano sarà sicuramente diverso da un carcere italiano.
Per Marx il capitale è quella cosa che genera differenza di classe. Il capitale può essere di tre
tipi:
1. capitale economico, ossia divisione della società in base a quanto si possiede;
2. capitale culturale, viene fatta una divisione soprattutto in base agli studi che vengono
fatti. Esso è legato al possesso di titoli legati alla società. Può essere anche la cultura
che uno possiede, al di la dei titoli che uno acquisisce;
3. capitale sociale, ossia le reti di relazione all'interno della società. Il capitale sociale
sono le reti relazionali che si possono attivare all'interno della società, soprattutto in
base al concetto di fiducia ovvero un'aspettativa positiva per l'attore sociale maturata
in condizioni di incertezza, cioè l'attore sociale non ha la certezza che tale fiducia sia
ben riposta. Se la fiducia viene tradita si rovina il rapporto, in quanto si avevano altre
aspettative. Si può generare capitale sociale se si crea cooperazione con gli altri
attraverso la fiducia. Di conseguenza la fiducia genera anche capitale economico.
Per Marx il capitale viene dato dal lavoro accumulato e dai rapporti sociali di produzione,
quindi rapporti tra borghesia e proletariato.
Per avere capitale non basta investire denaro nella produzione; per avere capitale dovrò
ottenere una maggiore somma di denaro rispetto alla somma di denaro investita
inizialmente: società capitalistica = D(denaro) → M(merce) → D1(denaro aumentato).
Il profitto deriva dal pluslavoro speso dall'operaio per produrre la merce, è una parte della
giornata lavorativa dell'operaio che non viene retribuita mediante il salario, producendo
quindi per il capitalista il plusvalore.
C'è solo una cosa che può produrre plusvalore: il lavoro dell'uomo, perché le macchine hanno
costi di manutenzione e devono essere usate dagli uomini. Per Marx è la forza lavoro che
produce valore. Se ad esempio 8 h di lavoro sono sufficienti ad un operaio per essere
ripagato del suo stipendio (lavoro salariato), ad esso (operaio) sono richieste, da parte del
capitalista, 2 h in più (non pagate) per generare plusvalore. Questo è tutto lavoro sfruttato.
Concetti nel ragionamento di Marx
Capitale culturale → espressione del sociologo francese, sono i crediti che acquisiamo attraverso le informazioni
che riceviamo. Se si vede che ci sono delle disparità sociali, si cerca di eliminarle. Non è vero che un'appartenenza di
una classe sociale meno abbiente equivale al suo grado di cultura;
Capitale sociale → è dato dalle reti di relazioni che uno riesce a costruire basato sulla fiducia. È ciò che in Italia,
rimanda sul concetto di classi, ha portato alla creazione delle industrie in Emilia Romagna, idea di cooperazione
usata anche per produrre. In Sardegna non c'è perché si dice che siamo molto conflittuali.
Non esiste un solo capitale, ne esistono altri due: sociale e culturale.
Concetto di classe, a scuola l'appartenenza delle persone è fondamentale per cercare di eliminare le differenza;
Materialismo storico → gli studiosi studiavano la realtà a partire dalle condizioni materiali della società, così come
si sono determinate. Significa dove materialmente la gente vive e come queste condizioni si sono determinate
storicamente;
Struttura → in una società è data dai rapporti di produzioni e forze produttive che si generano in base alla divisione
del lavoro sociale. Questi sono i rapporti tra le classi sociali (borghesia e proletariato) in base alla divisione del
lavoro. Sono rapporti diseguali tra le due classi sociali. Durkheim ci parla di divisione sociale ma non di rapporti di
produzione, che sono diseguali tra chi comanda e chi esegue. Secondo Marx la struttura determina tutto il resto della
società;
Sovrastruttura → deriva dalla struttura, è qualcosa che non possiede una sua storia propria, ma è un derivato dei
rapporti di struttura della società. Anche