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Le esperienze infantili sfavorevoli nel rapporto con i genitori possono causare vari disturbi
cognitivi, come le amnesie. Le scene e le esperienze che tendono ad essere escluse, sebbene spesso
continuino ad influenzare i pensieri, i sentimenti e il comportamento, si dividono in 3 categorie:
I genitori desiderano che i figli restino all’oscuro di qualcosa : molti bambini che hanno
osservato o vissuto esperienze di cui i genitori desiderano tenerli all’oscuro, tendono a conformarsi
ai loro desideri, escludendo dall’elaborazione mentale queste informazioni. A volte i genitori fanno
pressioni sui propri figli affinché escludano dalla coscienza delle informazioni che questi già
possiedono: ciò genera nel bambino una sfiducia nelle altre persone, un’inibizione alla curiosità,
uno scarso affidamento sulle proprie capacità percettive e una tendenza a pensare che tutto sia
irreale. Molte delle cose che i genitori desiderano che il figlio non sappia riguardano le attività
sessuali. In altri casi, poi, l’informazione che un genitore impone di escludere al figlio riguarda non
eventi del mondo esterno, bensì eventi della vita privata del bambino. Nei casi di separazione e di
lutto, ad esempio, il genitore rimasto può non solo fornire al bambino delle informazioni inadeguate
o svianti, ma anche comunicargli che il fatto di provare dolore non è appropriato (vi sono situazioni
in cui al bambino viene detto di non piangere). Queste situazioni, quindi, non causano solamente
l’esclusione dalla consapevolezza di certe esperienze, ma anche degli affetti ad esse legati
I genitori hanno trattato i figli talmente male che i figli non ne tollerano neanche il ricordo :
queste esperienze, che includono ripetuti rifiuti da parte dei genitori sommati a un disprezzo per le
richieste di amore, di cure e di conforto (ma anche violenze fisiche e sessuali), danno origine a gravi
psicosi o disturbi della personalità (narcisismo, personalità multiple).
Per quanto riguarda i casi di personalità multipla, ogni personalità viene creata con un ruolo
preciso: Agire da compagno quando la personalità principale si sente sola o isolata + Agire da
anestetico davanti a eventi insopportabilmente angosciosi + Pensare, sentire e agire in modi che il
paziente non può accettare come propri
I bambini psicotici, invece, la cui condizione può essere attribuita a un persistente maltrattamento
da parte dei genitori, alternano improvvisamente momenti di affettuosità a momenti di ostilità. Ciò
che viene temuto da questi bambini è un attacco da parte di uno dei genitori ma, dato che
quest’aspettativa è terrorizzante, l’attacco aspettato viene attribuito a un mostro immaginario
I figli hanno fatto o pensato cose per cui si sentono colpevoli o imbarazzati (categoria
ampiamente analizzata dalla tradizione psicoanalitica classica)
7. Sviluppo della personalità
Come si è visto, la teoria dell’attaccamento considera la propensione a stringere relazioni emotive
intime come una componente di base della natura umana, che persiste in adolescenza e in età adulta.
Tuttavia, la teoria rifiuta il concetto di sviluppo che segue una sequenza di stadi (in ciascuno dei
quali può fissarsi o regredire), ipotizzando che lo sviluppo di un individuo possa seguire un certo
percorso pur essendoci una serie di possibili altri percorsi (alcuni compatibili con uno sviluppo
sano, altri meno). Alla nascita, quindi, il neonato ha davanti a sé una gamma di possibili percorsi, e
quello su cui procederà verrà determinato dall’ambiente che lo circonda, soprattutto dal modo in cui
i genitori lo tratteranno.
Fondamentale è quindi il ruolo dei genitori nel determinare come un bambino si svilupperà
La Ainsworth ha descritto 4 modelli di attaccamento, insieme alle condizioni familiari che li
suscitano:
Attaccamento sicuro : il bambino ha fiducia nella disponibilità, nella comprensione e nell’aiuto del
genitore, sentendosi quindi coraggioso nell’esplorare il mondo e capace di regolare i propri affetti.
Il bambino sperimenta una breve angoscia di separazione al momento dell’allontanamento del
caregiver, ma al suo ritorno è in grado di riprendere ad esplorare autonomamente l’ambiente. Tale
schema è promosso da un genitore sensibile e disponibile a rispondere ai bisogni del figlio
Attaccamento insicuro-evitante : il bambino si aspetta di essere rifiutato, cercando, quindi, di
diventare autosufficiente sul piano emotivo (narcisismo, falso sé). Nel corso dello sviluppo, quindi,
tenderà ad inibire la propria angoscia di separazione. Tale schema è il risultato di una madre che
respinge costantemente il figlio quando le si avvicina per cercare conforto o protezione
Attaccamento angoscioso-ansioso-ambivalente : il bambino non ha certezza che il genitore sia
disponibile a rispondere e a dare aiuto e, di conseguenza, è incline all’angoscia di separazione nei
suoi tentativi di esplorazione del mondo. In conseguenza del ritorno della madre, il bambino è
inconsolabile, continua a stare male e non si sente sicuro nel tornare ad esplorare l’ambiente. Tale
schema è promosso da un genitore non sempre disponibile, ma viene anche favorito dalle
separazioni e da minacce di abbandono usate come mezzo di controllo
Attaccamento disorganizzato : al momento del ritorno della madre, il bambino assume dei
comportamenti tipici di tutti e 3 i precedenti schemi comportamentali. In altre parole, non riesce ad
elaborare una strategia coerente per rispondere alla separazione e alla successiva riunione con la
madre. Questo attaccamento è favorito dalla presenza di lutti o traumi irrisolti nei genitori: se il
genitore non è riuscito ad elaborare adeguatamente i propri lutti o traumi passati, non riuscirà a
rispondere in modo sistematico e organizzato alle richieste del bambino. L’attaccamento
disorganizzato è considerato il più rischioso e può sfociare in patologie borderline
Modelli operanti del sè
La teoria ipotizza che il comportamento di attaccamento sia organizzato tramite un sistema di
controllo all’interno del sistema nervoso centrale, analogo ai sistemi di controllo fisiologici che
mantengono entro certi limiti le misure fisiologiche (pressione sanguigna, temperatura corporea).
Similmente all’omeostasi fisiologica, questo sistema di controllo mantiene la relazione di una
persona nei confronti della figura di attaccamento entro certi limiti di distanza e di accessibilità.
Una volta sviluppato, ogni schema di attaccamento persiste nel tempo, principalmente per 2 motivi:
- Il modo in cui i genitori trattano il figlio, in bene o in male, tende a continuare immutato
- Ogni schema tende ad autoperpetuarsi
Per spiegare la persistenza degli schemi di attaccamento e la loro tendenza a diventare sempre più
proprietà del bambino (interiorizzazione), la teoria si basa sui modelli operanti del sé e dei genitori.
Lo sviluppo del comportamento di attaccamento come sistema organizzato richiede che il bambino
abbia sviluppato la capacità cognitiva di ricordare la madre quando lei è assente.
Già nel secondo semestre di vita, quando l’infante sviluppa la capacità di rappresentazione, inizia
quindi a essere disponibile il suo modello operante della madre. Contemporaneamente, il bimbo
sviluppa un modello operante di sé in interazione con la madre, e la stessa cosa avverrà per il padre.
Una volta costruiti, tali modelli tendono a persistere fino a operare in modo automatico, a livello
inconscio, risultando difficili da modificare. I modelli operanti del sé e della figura di
attaccamento, mentalmente costruiti nell’infanzia, sono considerati aspetti centrali del
funzionamento della personalità durante tutto l’arco di vita.
Inoltre, la forma che questi modelli prenderanno dipende dall’esperienza di vita reale di un bambino
nelle interazioni quotidiane con i genitori. Il modello di sé di un bambino, infatti, è profondamente
influenzato da come lo vede e come lo tratta sua madre, ma anche dalle cose che gli dice.
La differenza tra un modello operante adattivo e disadattivo dipende in primo luogo dalle profonde
differenze della libertà di comunicazione tra madre e figlio. In diverse ricerche si evince che
l’elevato grado di libertà in questa comunicazione è correlato allo sviluppo di uno schema di
attaccamento sicuro.
Mentre le coppie sicure tendono ad impegnarsi in conversazioni fluenti, includendo sentimenti e
argomenti personali, nella coppia insicura la conversazione è limitata, gli argomenti impersonali e i
riferimenti ai sentimenti assenti. È caratteristico di un bambino con attaccamento sicuro il possedere
un modello accurato del sé e della madre, costantemente aggiornato mediante una conversazione
libera. Di contro, se una madre risponde con favore solo a certe comunicazioni emotive del figlio e
rimane cieca nei confronti di altre comunicazioni o le scoraggia (pianto), viene a formarsi uno
schema in cui il bambino fonda la sua identità sulla base delle risposte favorevoli e disconosce gli
altri aspetti di sé. Lo sviluppo di una personalità sana piuttosto che incline all’angoscia o al
narcisismo dipende quindi, in larga parte, dall’efficacia del processo comunicativo nella diade
madre-bambino.
8. Processo terapeutico
Il ruolo del terapeuta cha applica la teoria dell’attaccamento può essere classificato sotto 5
categorie:
- Fornire al paziente una “base sicura” per esplorare gli aspetti infelici e dolorosi della sua vita
Il ruolo del terapeuta è analogo a quello di una madre che fornisce al figlio una base sicura da cui
esplorare il mondo. Al terapeuta è richiesto quindi un ascolto empatico: per essere efficace, la
terapia richiede che il paziente non parli solo di ricordi, ma esprima anche sentimenti ed emozioni
- Assistere il paziente nelle sue esplorazioni incoraggiandolo a prendere in esame il modo con cui
intreccia relazioni con persone significative della sua vita attuale
- Incoraggiare il paziente a esaminare la relazione tra lui stesso e l’analista (relazione transferale)
- Aiutare il paziente a riflettere su quanto le sue attuali percezioni, aspettative e sentimenti siano un
prodotto degli eventi incontrati nell’infanzia o nell’adolescenza, specialmente con i genitori
- Rendere il paziente capace di riconoscere che le sue immagini di sé e degli altri possono essere
più o meno appropriate nel suo presente e futuro (modelli operativi)
Grazie a questi mezzi il terapeuta spera che il paziente smetta di essere schiavo di vecchi stereotipi
inconsci e diventi in grado di sentire, pensare ed agire in modo nuovo.
Per quanto riguarda la relazione transferale, valgono le seguenti considerazioni:
- Se prevalgono l’angos