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POLARITA’ CELLULARE
Presentano un dominio apicale, un dominio laterale e uno basale. Il dominio apicale o libero è
sempre diretto verso la superficie esterna o il lume di una cavità circoscritta o di una struttura
tubulare. Il dominio laterale comunica con le cellule adiacenti ed è caratterizzato dalla presenza di
aree finalizzate all’adesione. Il dominio basale riposa sulla lamina basale, che ancora le cellule al
sottostante tessuto connettivo.
DOMINIO APICALE E SPECIALIZZAZIONI
Il dominio apicale contiene specifici enzimi (idrolisi), canali ionici e proteine di trasporto
( trasportatori di glucosio). Le modificazioni strutturali di superficie comprendono:
- Ciglia citoplasmatici mobili. Appaiono come appendici corte e filiformi; hanno
processi
approssimativamente un diametro di 0.25 μm e una lunghezza che va da 2 a 10 μm e si
proiettano all’esterno dalla superficie libera delle cellule. Una sottile banda scura è visibile
all’interno delle cellule, alla base delle ciglia. Tale banda rappresenta le strutture denominate
corpi basali. La zona centrale è occupata da microtubuli. 9 coppie o doppiette di microtubuli
disposte in circolo intorno a una coppia centrale (9+2). Durante l’iniziale sviluppi
dell’embrione, delle ciglia che presentano microtubuli in assetto 9+0 stabiliscono
l’asimmetria sx-dx nella disposizione degli organi interni. Monociglia che presentano
l’assetto 9+0 dei microtubuli funzionano come meccanocettori registrando un flusso di fluidi
nei reni in via si sviluppo.
- Microvilli processi citoplasmatici che si proiettano dalla superficie cellulare verso
l’esterno. A volte sono delle propaggini, fitte e uniformi altre volte corte e irregolari. Il
numero e la forma dei microvilli correlano con la sua capacità di assorbimento. Negli epiteli
che svolgono funzioni di trasporto dei fluidi, per esempio quelli dell’intestino e del tubulo
renale, sulla superficie apicale., si trovano una serie di striature verticali che corrisponde ai
microvilli stipati. Nelle cellule assorbenti intestinali questa struttura di superficie è stata
denominata orletto striato, mentre nelle cellule del tubulo renale viene detta orletto a
spazzola. Laddove non esista alcuna modificazione di superficie, i microvilli, se presenti,
sono corti, poco numerosi e non facilmente distinguibili. I microvilli dell’orletto striato
dell’epitelio intestinale sono i più ordinati e hanno un aspetto più uniforme rispetto a quelli
dell’orletto a spazzola delle cellule renali. Contengono un cospicuo core di filamenti di
astina che si ancorano alla villina localizzata sulla punta del microvillo e si estendono nel
citoplasma apicale. Interagiscono con una rete orizzontale di microfilamenti di astina, la
trama terminale, che si estende alla base dei microvilli. I filamenti di astina all’interno del
microvillo sono legati a fasci dalle proteine fascina e fibrina. Questo legame trasversale
conferisce ai microvilli sostengono e rigidità. Il core di filamenti di astina è associato alla
miosina I, una molecola che lega i filamenti di actina alla membrana plasmatici del
microvillo. La trama terminale è composta da filamenti di actina stabilizzati dalla spectrina,
che provvede anche all’ancoraggio della struttura alla membrana cellulare apicale. La
presenza di miosina II e di tropomiosina nella trama terminale ne spiega la capacità
contrattile.
- Sterociglia o stereovilli microvilli di insolita lunghezza. Sono limitatamente presenti.
Solo nell’epididimo, nella porzione prossimale del dotto deferente dell’apparato genitale
maschile e nelle cellule sensoriali dell’orecchio. Le stereociglia del tratto genitale sono
processi estremamente lunghi che si dipartono dalla superficie apicale della cellule e
facilitano l’assorbimento. Le stereociglia sono sostenute da fasci interni di filamenti di
actina legati trasversalmente da fibrina e presentano una molecola, l’ ezrina, in associazione
con la membrana cellulare, che ancora i microfilamenti alla membrana plasmatica. Assenza
di villina dalla sommità delle stereociglia.
DOMINIO LATERALE
È caratterizzato dalla presenza di proteine specifiche, in questo caso di molecole di adesione
cellulare (CAM) che fanno parte di giunzioni specializzate. In qualche tipo di epitelio esse forma
pieghe e proiezioni, invaginazioni ed evaginazioni, che creano interdigitazioni con le cellule vicine
formando delle giunzioni maschio-femmina.
- Giunzioni occludenti sono impermeabili e consentono alle cellule epiteliali di costruire
una barriera. Sono anche denominate giunzioni strette e formano la prima barriera, capace di
prevenire la diffusione intercellulare tra cellule adiacenti. Limitando il movimento di acqua
e di altre molecole attraverso lo spazio intercellulare, esse mantengono la separazione fisico-
chimica dei compartimenti tessutali. Impediscono lo spostamento dei lipidi e delle proteine
di membrana specializzate dalla superficie apicale verso le superfici laterali, assicurando
l’intergrità di questi 2 domini. Reclutano varie molecole impegnate nella traduzione del
segnale a livello della superficie cellulare e le legano ai filamenti citoscheletrici di actina.
- Giunzioni ancoranti forniscono stabilità meccanica alla cellule epiteliali legando il
citoscheletro di una cellula a quello delle cellula vicina. Sono importanti nel creare e
mantenere l’unità strutturale dell’epitelio. Interagiscono sia con l’actina sia con i filamenti
intermedi e sono collocate non solo sulle superfici laterali, ma anche nel dominio basale
delle cellule epiteliali. Svolgono un ruolo importante nel riconoscimento cellulare, nella
morfogenesi e nel differenziamento.
- Giunzioni comunicanti consentono la comunicazione diretta tra cellule adiacenti tramite
la diffusione di molecole di dimensioni <1200 Da come aminoacidi, zuccheri, nucleotidi,
secondi messaggeri, metabolici. Importante per il mantenimento dell’omeostasi tessutale.
DOMINIO BASALE E SPECIALIZZAZIONI
GHIANDOLE TESSUTO CARTILAGINEO
GENERALITA’
È fatta da cellule (condrociti) e matrice extracellulare. Nella matrice extracellulare ci si trovano vari
tipi di fibre:
- cartilagine fibrosa: fibre collagene II
- cartilagine ialina: fibre collagene I
- cartilagine elastica: fibre elastiche (padiglione auricolare)
è cartilagine è un tessuto connettivo avascolare. I nutrienti e l’ossigeno che servono per nutrire le
cellule della cartilagine devono arrivare per diffusione attraverso lo spessore della cartilagine. Le
cartilagini (ad eccezione delle articolari) sono circondate da pericondrio (membrana fibrosa
vascolarizzata).
CARTILAGINE IALINA
Le cellule appaiono disperse all’interno di una matrice extracellulare apparentemente amorfa. Lo
spazio occupato da queste cellule prende il nome di lacune, che possono essere isolate o possono
raggrupparsi a costituire gruppi di cellule dette gruppi isogeni. Le cellule della cartilagine possono
replicarsi e ciascuna cellula figlia comincia a secernere la matrice extracellulare che va a circondare
la cellula e quindi quando le cellule sono vicine rappresentano cellule neoformate che non hanno
abbastanza secreto matrice da allontanarsi. La costituzione chimica della matrice extracellulare è
caratterizzata da 60% di acqua, da collagene ( II: 80%) 15% , proteoglicani (aggrecano) 9%,
glicoproteine multiadesive, cellule. Insieme formano un tessuto fortemente idrofilo che trattiene
all’interno grandi quantità di acqua. La presenza di collagene conferisce una certa elasticità e
adattabile alle forze compressive.
CATILAGINE ELASTICA: fibre collagene oltre al collagene II
CARTILAGINE FIBROSA: versicano oltre all’aggrecano e collagene I oltre al collagene II
TESSUTO OSSEO
GENERALITA’
Tessuto osseo: cellule e matrice extracellulare mineralizzata
Cellule: osteoprogenitrici, osteoblasti, osteociti, osteoclasti
MATRICE MINERALIZZATA
Componente organica (35%):
Fibre collageniche (90%): collagene I, collagene V, tracce di collagene III, XI, XIII
Sostanza fondamentale: proteoglicani ricchi di CS, KS, AI
Osteonectina (serve a legare la matrice inorganica e organica), osteopontina (serve a far
aderire le cellule all’osso), osteocalcina (promuove la produzione di calcio), sialoproteina
ossea I e II, proteine morfogenetiche ossee (inducono il differenziamento delle cellule
embrionali in cellule osteoprogenitrici) (BMP), citochine (IL-1, IL-6)
Componente inorganica (65%): cristalli di idrossiapatite
TESSUTO OSSEO LAMELLARE
Le fibre di collagene che si trovano all’interno del t.osseo sono organizzate a costituire delle
lamelle: definiscono le lamelle nello stesso orientamento (parallele). Nell’interstizio fra le lamelle si
osserva una linea di discontinuità ottica determinata dal cambio di collagene e si trovano delle
cavità di forma allungata lungo la direzione della lamella e sono le sedi dove vengono ospitate gli
osteociti. Le lamelle si dispongono a costituire degli elementi cilindrici costituiti da lamelle
concentriche (4-20). Al centro della struttura cilindrica c’è un canale che percorre
longitudinalmente questa unità (canale di Havers) che ospita i vasi sanguigni di piccolo calibro.
Queste unità prendono il nome di osteoni o sistemi Haversiani. Quando si mettono vicine
rimangono degli spazi che vengono riempiti da altre lamelle che non costituiscono un sistema
haversiano però lo costituivano in passato. Queste lamelle prendono il nome di sistema interstiziale.
Presso la superficie dell’osso, interna ed esterna, sono presenti delle altre lamelle disposte parallele
alla superficie dell’osso (sistema circonferenziale).
Oltre ai canali di Havers ci sono altri canali detti canali di Volkmann: non si trovano al centro
dell’osteone e non sono circondati da un sistema di lamelle concentriche. Attraversano gli osteoni e
mettono i comunicazione i diversi canali di Havers e questi con la superficie dell’osso in maniera
tale che i vasi sanguigni riescano a penetrare.
CELLULE OSTEOPROGENITRICI E OSTEOCITI
Le cellule osteoprogenitrici sono di difficile individuazione e si trovano sui rivestimenti dell’osso
interni ed esterni. Sono cellule piatte con un nucleo fortemente appiattito. Le cellule di rivestimento
sono in contatto con gli osteociti attraverso i canalicoli mediante dei prolungamenti. Le cellule sono
unite tramite gap junction.
Gli osteoblasti (cellule che si differenziano dalle precedenti) sono deputate alla formazione della
matrice ossea. Sono riconoscibili, perché si dispongono a costituire una singola fila di cellule.
Caratterizzate da profili di RER, piccoli apparati di Golgi e ribosomi liberi. Secernono collagene I,
fosfatasi alcalina (calcificazione ossea). Depositano una matrice che in un primo momento non è