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LA CULTURA COME INSIEME COMPLESSO (Cap.2)

L'approccio alla cultura: antropologia e sociologia a confronto

− Paradigma antropologico

Non si tratta di teorie ma di paradigmi; questo termine è stato coniato da Kuhn che nel 1962 ha

scritto “la struttura delle Rivoluzioni Scientifiche”. Kuhn è un fisico che utilizza il termine

paradigma per indicare come procede la scienza ( vi è un paradigma dominante a differenze delle

Scienze Sociali dove ci sono più paradigmi ).

Rivoluzioni scientifiche: sostituzione del paradigma dominante con un paradigma nuovo. Emergono

problemi che non possono più essere spiegati con il paradigma dominante e dunque si devono

mettere in moto meccanismi in modo da far emergere un altro paradigma che entra in lotta con il

primo per rivolvere questi determinati problemi ( il paradigma in sostanza è uno schema generale

attraverso cui trovano soluzione i problemi vari ).

1. cultura come totalità sociale: la cultura è la società. Gli antropologi hanno un modo di vedere

molto totalizzante. Si tratta dunque più di una società in scala ridotta

2. Omogeneità culturale: c'è condivisione. In una società in cui la tradizione avviene da padre a

figlio e quindi dove il passaggio è dagli anziani ai giovani senza alcuna mediazione, le credenze

sono condivise da tutti e non vi è tanto individualismo.

3. Tradizione/stabilità: la tradizione è ciò che va di pari passo con la stabilità; la società tanto più

segue la tradizione tanto più è stabile ed ergo poco innovativa. Le società si sono mantenute uguali

a se stesse anche con il passare del tempo.

4. Condizionamento: è un processo di addestramento. Gli anziani insegnano ai giovani che

memorizzano in modo più o meno passivo tutto ciò che viene loro trasmesso.

Paradigma sociologico

− distinzione società/cultura: è necessario distinguere i due livelli per poterli mettere in

rapporto tra loro. La società è intesa come un'insieme di relazioni sociali, strutture,

istituzioni. La cultura riguarda il livello delle credenze, dei valori, delle norme, dei simboli

che si concretizzano in ideologie, nell'arte, nella religione etc...

− differenziazione culturale: non è che non ci sono aspetti condivisi, ma per analizzare ciò che

avviene bisogna mettere l'accento anche sulla differenziazione: la cultura, la religione e

l'ideologia non sono uguali per tutti gli esseri umani. Vi è anche una differenziazione per

esempio in base al sesso, l'etnia, l'età.

− Innovazione/cambiamento: c'è un aspetto di tradizione, ma quello che viene evidenziato è

che nella cultura bisogna dare spazio all'innovazione e quindi al cambiamento ( la cultura

cambia e non viene riprodotta ) che può avere effetti radicali anche nelle persone stesse.

− Interazione: prima in Sociologia si è continuato a pensare che la riproduzione culturale

avvenisse con un processo di condizionamento. Solo recentemente si inizia a vedere che la

trasmissione culturale non è univoca dall'alto verso il basso ma c'è una vera e propria

interazione ( anche i giovani insegnano e trasmettono agli anziani, ci sono forme di

mediazioni più sottili ).

In questa “tabella” vengono enfatizzati i tratti distintivi

Da Parsons alla nuova sociologia della cultura

Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons riprende il tema della cultura e

la considera come uno dei sottoinsieme del suo sistema generale dell'azione.

L'aspetto della cultura viene trascurato per varie ragioni e Parsons cerca di sviluppare una teoria

generale dell'azione ( opera impegnativa e astratta ).

La sua influenza dominò la sociologia americana degli anni '50-'60.

La sua teoria è detta sistemica. Aspetti importanti

1. l'organismo biologico ( Adattamento ) → A

2. la personalità ( conseguimento ) → G

3. il sistema sociale ( integrazione ) → I

4. la cultura ( latenza ) → L

Lo schema che sintetizza tali funzioni è noto con l'acronimo AGIL.

1) L'organismo biologico svolge la funzione dell'adattamento (A: Adaption ), stabilisce cioè un

rapporto con l'ambiente fisico sia trasformando l'ambiente in base ai bisogni dell'azione sia

adattandosi ai suoi vincoli.

2) La personalità svolge la funzione del conseguimento ( G: Goal-attainment ), nel senso che

essa mobilita le energie e le risorse psichiche necessarie a raggiungere gli scopi definiti.

3) Il sistema sociale rappresenta la funzione dell'integrazione ( I: Integration ), in quanto

stabilisce le forme della coesione e della solidarietà.

4) La cultura svolge la funzione della latenza ( L: Latent pattern maintenance ); essa fornisce

all'attore sociale le motivazioni e il senso dell'azione attraverso i valori, le norme, le idee che

gli individui apprendono e interiorizzano durante la socializzazione. Come indica il termine

“Latenza”, la cultura propriamente non agisce; è presente, ma non è attiva. Il sistema della

cultura partecipa dall'esterno all'azione, in quanto fornisce l'orientamento senza esservi

impegnato in maniera totale come avviene per gli altri sottoinsiemi. ( Latenza →

mantenimento e orientamento dei modelli all'azione ).

Per Parsons non dovrebbe esserci una netta distinzione tra le discipline, in quanto sono presenti

stretti rapporti tra esse. Servono dunque tutte e 4 le funzioni sopracitate.

Questo è chiamato modello cibernetico o gerarchia cibernetica: gerarchia basata sul rapporto tra

energia ( risorse ) ed informazione. Il gradino più basso è rappresentato dall'organismo biologico nel

quale vi è poco energia e poca informazione. La cultura invece occupa il gradino più alto perché

nella quale vi è tanta energia e tanta informazione.

I componenti della cultura in senso sociologico

Cultura: insieme complesso costituito da parti, componenti diverse che sono tra loro collegate.

1. Valori

2. norme

3. credenze

4. simboli

Per quanto riguarda questi componenti alcuni hanno carattere cognitivo e descrittivo ( credenze →

caratteristica di dire ciò che si pensa sia ), altri hanno un aspetto prescrittivo ( valori/norme → che

cosa dovrebbe essere → è sbagliato uccidere, non si deve uccidere ).

I valori

− Indicano ciò che è desiderabile ( diverso da preferenze, desideri ), comportano cioè un dover

essere ( es. lealtà, onestà, generosità ). I valori non sono oggetti, al massimo gli oggetti

possono rimandare a valori. I valori sono criteri di desiderabilità e sono sganciati dal

soggetto ( io penso che tutti dovrebbero comportarsi lealmente con gli altri – è desiderabile

che tutti si comportino lealmente ).

− La loro efficacia sociale dipende dall'operare di sentimenti interiorizzati ( buttare la carta nel

cestino e non per terra lo si fa non per paura della multa, ma perché si pensa che un mondo

pulito sia meglio da uno sporco e quindi si collabora in modo da poter vivere in questi tipo

di mondo ).

− Variano storicamente e geograficamente, non appartengono a un mondo assoluto o

trascendente, ma sono inter-connessi alla realtà sociale.

I valori mutano da società a società, da cultura a cultura, ma variano anche con il passare del tempo

e dunque alcuni sono più stabili rispetto ad altri.

Per esempio l'antropologo Luis Dumont, che aveva seguito la scuola francese di sociologia di

Durkheim, ha scritto dei testi che analizzavano diversi tipi di società: “Homo Hierarchius” e

“Homo Egualis”. Nel primo scritto prende in considerazione ad esempio la società indiana dove i

valori sono basati sulla gerarchia, mentre nel secondo prende in considerazione le società moderne

dove ci si basa sul valore dell'individualismo più che quello del gruppo. In queste ultime società

vengono valorizzate caratteristiche come l'autonomia, l'indipendenza, la capacità di fare delle scelte

anche morali. A differenza delle società gerarchizzate dove domina il gruppo, le nostre sono società

egualitarie, dove vi è la libera scelta dei membri che vi appartengono (non più matrimoni

combinati).

La Chiesa dominava i rapporti individuali, considerava il denaro come un male assoluto; quando

l'economia cambia ed inizia ad affermarsi l'economia di mercato, quei valori della Chiesa e quelle

ideologia non potevano più sussistere.

I valori presentano tre dimensioni:

1. Affettiva: i valori coinvolgono gli affetti e i sentimenti delle persone. C'è un vero e proprio

attaccamento (ci sono valori estetici, morali...).

2. Cognitiva: i valori si presentano sotto forma di enunciati del tipo “X è buono”, “X è giusto” che

hanno un senso argomentabile da parte dell'attore sociale (si può pensare che il comportamento di

un amico è sleale e dunque non lo accetto).

3. Selettiva: i valori sono capaci di orientare l'azione (consapevolmente o inconsapevolmente).

Weber infatti diceva: l'essere umano agisce in base alle proprie convinzioni.

I 4 dilemmi fondamentali (patterns variables) di Talcott Parsons

Parsons identifica quattro dilemmi fondamentali (“variabili strutturali”) che costituiscono, nelle

culture moderne, una sorta di mappa dei valori socialmente riconosciuti:

1. Universalismo vs. particolarismo.

Se l'attore sociale decide di giudicare un oggetto fisico o sociale partendo da criteri generali relativi

a tutti gli oggetti della stessa categoria, allora opta per l'universalismo. Se, al contrario, considera

l'oggetto secondo criteri che si applicano solo a questo oggetto e a condizioni particolari, allora opta

per il particolarismo. Il professore che valuta i propri allievi in base alla loro preparazione,

indipendentemente dalla loro simpatia, aspetto fisico o opinioni politiche, mostra un orientamento

universalistico. Il padre giudica suo figlio partendo da criteri particolari di quanto non farebbe se

fosse il suo professore. Le nostre società sono acquisitive e danno molta importanza

all'Universalismo, questo carattere infatti dovrebbe dominare nelle società avanzate (L'Italia viene

criticata di essere un po' particolarista in alcune situazioni, per esempio quando privilegia

l'intelligenza del singolo: le persone pubbliche che si comportano in modo particolaristico vengono

sanzionate).

Il particolarismo è dominante e lecito nei rapporti intimi, umani, familiari (la madre tiene conto del

proprio figlio così com'è con i suoi pregi e difetti).

2. Presta

Dettagli
A.A. 2013-2014
49 pagine
18 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.lora-1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Sciolla Loredana.