Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Più persone appartenenti a classe diverse possono costituire un ceto, ma una classe non da’ automaticamente vita ad un ceto. Le classi sono molto più eterogenee
dei ceti, i ceti sono più omogenei al loro interno rispetto alle classi.
Se una classe sociale vuole acquisire una posizione di potere, (Weber sottolinea più volte che è un potere non solo in termini economici) deve organizzarsi come
ceto, questo si può realizzare attraverso la cultura, attraverso l’assunzione di regole, norme, modi di pensare e di comportarsi.
Relazione tra ceto e classe per questo motivo è molto stretto.
Cultura e generazioni
Concetto di generazione di Karl Mannheim, sociologo Ungherese (18931947).
E’ egemone ancora oggi, ha avuto un impatto talmente forte che ancora oggi in sociologia ci si affida alla sua definizione di generazione.
“Il problema delle generazioni” saggio del 1928, importante perché M. da una definizione di generazione molto interessante.
Mannheim inizia il saggio con una critica a due diversi modi di affrontare il problema delle generazioni: quello positivista e quello romanticostoricista. Critica positivisti
perché vedono generazioni come fatto solo biologico, criica storicisti perché vedono le generazioni come qualcosa di spirituale e misteriosa.
la differenza tra coorte di nascita e generazione.
Prima di definire cos’è una generazione, analizza Coorte di nascita individua tutti coloro che sono nati nello
stesso arco temporale (nello stesso anno). Individui che attraversano una analogo percorso, fanno esperienze simili poiché hanno la stessa età. La coorte di nascita
si differenzia dalla generazione perché l’età è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per far sì che esita una generazione, età serve ma non basta per
parlare di generazione.
Generazione per M. è un concetto molto più ampio. Comprende, oltre a coloro che sono nati in un certo arco temporale, hanno la stessa collocazione nello spazio
storicosociale e sono esposti alle medesime influenze culturali ed eventi. Insieme di individui che hanno avuto esperienze culturali comuni, hanno avuto le stesse
esperienze significative.
Legame di generazione > unità di generazione
La definizione di M. di generazione corrisponde a ciò che lui chiama collocazione di generazione.
• Collocazione di generazione (generazione). livello più basso, livello di base. Non possiamo parlare di collocazione di generazione anche alle altre
popolazioni extra europee, non riguarda tutte le Nazioni.
Distingue altri due livelli:
• Legame di generazione sottogruppo che comprende tutte le persone che hanno la stessa età, esperienze ecc., ma in più si tratta di persone che
entrano in relazione con un particolare evento, persone che seppur in modo diverso reagiscono in maniera diretta agli eventi culturali a cui sono esposti.
Partecipazione a delle proteste, manifestazioni. Riguarda solo una parte di giovani, chi non ha partecipato attivamente non ha costituito un legame di
generazione. Affinché ci sia un legame di generazione è necessario che ci sia una partecipazione attiva.
• Unità di generazione. Si costituisce dentro il legame di generazione. Individui che reagiscono agli eventi culturali in maniera unitaria, in modo
organizzato, comune. Proponendo soluzioni e modelli culturali comuni. Esempio hippies (reagiscono agli ideali contemporanei proposti dalla classe
dominante proponendo un modello proprio, proposta di nuovi valori in opposizione alle classe dominanti).
Stile di vita secondo Pierre Bourdieu
“La distinzione critica e sociale del gusto” del 1979. Definisce lo stile di vita partendo da una riflessione più ampia sul rapporto tra classi sociali e cultura.
Non definisce le classi facendo riferimento ai rapporti di produzione. Definizione multi dimensionale di classe sociale, secondo B. le classi sono generate dalla
distribuzione di 3 tipi di capitale.
• Capitale economico riguarda il livello di risorse materiali di un individuo. Viene rilevato dal reddito e il patrimonio.
• Capitale culturale fa riferimento al grado di istruzione e conoscenze di un individuo. Al suo interno comprende il capitale scolastico e il capitale ereditato
(capitale culturale acquisito attraverso la famiglia d’origine) famiglie degli anni ’60 capofamiglia era il padre, e chi aveva titolo di studio più elevato era
quello del padre, quindi B. prende il capitale ereditato paterno, fa riferimento al titolo di studio del padre. (al giorno d’oggi si fa una mediazione tra titoli di
studio dei genitori)
• Capitale sociale quello che paradossalmente è meno approfondito rispetto agli altri. Fa riferimento alle reti di relazioni sociali in cui sono inseriti gli
individui. Il grado di associazionismo è un indicatore di capitale sociale. ???? 11 Maggio
Bourdieu sia nel capitolo 4 che nel capitolo 6
Definisce il concetto di classe sociale in termini multidimensionali. 3 tipi di capitale: economico, sociale e culturale. Le varie combinazioni dei tipi di capitale danno vita
alle classi sociali.
Borghesia, piccola borghesia e classe operaia > classi sociali che individua B. Al loro interno sono molto diversificate, frazionate.
La borghesia possiede tutte e tre le forme di capitale, mentre la piccola borghesia non possiede un sufficiente capitale economico.
Concetto di habitus > Concetto di gusto > Concetto di stile di vita
L’habitus, per B., è l’insieme di attitudini, inclinazioni a percepire, pensare e fare in una certa maniera, interiorizzate in modo non cosciente dagli individui a partire dal
contesto sociale in cui vivono. L’habitus è una certa visione delle cose, del mondo, attitudine e un modo di fare le cose, è qualcosa che l’individuo ha dentro di sé in
modo inconsapevole, non ne è cosciente.
L’habitus è espressione di una certa classe, ogni classe ha il suo habitus.
L’habitus delle classi superiori (grande borghesia) ha un habitus fondato sul concetto di distinzione, voler sottolineare la propria differenza rispetto agli altri. La classe
operaia ha invece un habitus segnato da un senso di necessità, sul fatto di fare ciò che è necessario, acquistare beni strettamente necessari per esempio.
L’habitus si manifesta attraverso il gusto. L’habitus da vita ai gusti.
Gusto
Ogni classe sociale esprime uno stile di vita, ne ha uno proprio.
Il gusto B. lo definisce come una preferenza di consumo. L’habitus della borghesia, per esempio, si esprime attraverso la scelta di beni superflui e raffinati, scelta di
ristoranti di elite ecc. L’habitus delle classi operaie invece si esprime attraverso scelte molto semplici, cibi economici per esempio, beni non di lusso.
L’habitus non è solo ciò che contraddistingue una classe ma è anche un principio generatore di pratiche di consumo, qualcosa che si concretizza attraverso scelte di
consumo.
E’ un principio unificatore, è un qualcosa che permette alle pratiche di consumo di stare insieme.
Stile di vita E’ una configurazione omogenea che comprende tutte le preferenze di consumo che corrispondono ad un determinato habitus.
Cultura di massa (p. 101)
Dibattito sulla cultura di massa inizia negli anni Venti, con la nascita della radio, del cinema, e con l’instaurarsi del fascismo, per esplodere poi negli anni Cinquanta,
quando si afferma una vera e propria industria della cultura, volta al consumo di massa.
Nella società premoderna alla cultura alta, identificata soprattutto nell’arte (che era patrimonio di una élite), si affiancava una cultura dei costumi e delle tradizioni
locali, il passaggio alla sociatà industriale produrrebbe effetti negativi sulla cultura popolare.
La cultura di massa è la cultura popolare che è prodotta dalle tecniche industriali di produzione su larga scala e che è venduta al fine di ottenere un profitto.
Questa espressione è fortemente connotata in termini soprattutto negativi, quando si parla di cultura popolare, soprattutto in alcune scuole sociologiche, questa
espressione è accompagnata da un giudizio di valore negativo.
Rapporto tra cultura e identità (p. 134)
Concetto di identità è un concetto importante in sociologia. Identità corrisponde alla capacità dell’individuo di porsi la domanda “chi sono io?” e di dare una risposta.
Nella tradizione delle scienze sociali l’identità è vista come qualcosa di personale, è localizzata in ogni individuo. Ma l’identità è anche sociale, perché l’ identità di
ognuno si costruisce nell’ interazione con gli altri, in modo sociale.
L’identità avviene attraverso due processi dell’identità importanti:
• processo di identificazione (o riconoscimento) sottolinea l’uguaglianza con gli altri, è la capacità dell’individuo di mostrare quegli aspetti che lo rendono
uguale agli altri. Alla domanda “ci sono io?” risponderò con “sono una cittadina italiana” sottolineando così il fatto che sono simile agli altri
• processo di individuazione (detto anche di autoidentificazione o di autoriconoscimento) sottolinea la distinzione dagli altri, fa riferimento alla capacità
dell’individuo di distinguersi dagli altri.
Questi due processi sono importantissimi nella formazione dell’identità dell’individuo.
Il primo processo coglie l’aspetto sociale dell’identità, cioè la capacità dell’individuo di sapere chi è, ciò avviene mediante il rapporto con gli altri. Il secondo processo
corrisponde all’identità personale.
Strategie identitarie
Quando viene attribuito all’individuo un’ identità che non è la sua, lui si percepisce in un certo modo ma la società gli da un’etichetta.
Fa riferimento alle strategie per eliminare l’eventuale dissonanza tra immagine che individuo proietta all’esterno non coincide con l’etichetta che la società da’
all’individuo.
Benhabib “La rivendicazione dell’identità culturale” analizza la questione del velo
Rapporto tra cultura e società
Il capitolo 5 (p 145) si sofferma sul rapporto tra società e cultura.
Al giorno d’oggi si ritiene che tra società e cultura ci sia un rapporto di tipo bidirezionale, si influenzano reciprocamente.
Questo capitolo analizza le teorie che hanno privilegiato la prima direzione del rapporto (società > cultura), mentre nel capitolo 6 viene analizzato le teorie che
prendono in esame la seconda direzione (cultura > società).
Dire che la società influenza la cultura vuol dire considerare la società come variabile indipendente, mentre la variabile dipendente è la cultur