Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IMBARDATA
- Attivando il timone,
tramite degli appositi
pedali. Questi,
possono essere
utilizzati anche per
frenare quando
l’aereo è a terra
(premendoli contemporaneamente).
FLAP (o ipersostentatori)
Al decollo: si ruotano di circa 15-20°;
All’atterraggio: si ruotano di circa 40-50°.
- 65 -
Questo perché, a tutti gli
effetti, i flap sono delle
superfici utili a creare
portanza. Ma la creazione di
portanza, porta con se una
resistenza indotta. Quindi,
nella fase di decollo, cercherò
si di creare più portanza possibile, ma ruoterò di angoli “piccoli” i
flap, affinchè possa avere una resistenza indotta ‘accettabile’. Al
contrario, in fase di atterraggio, quando i flap vengono ruotati di
grandi angoli, avrò una portanza che però è accompagnata da
una gran resistenza indotta.
SPOILER (o
diruttori)
Sono delle superfici utilizzate
per “distruggere”
letteralmente la portanza,
interrompendo il flusso
dell’aria. Vengo utilizzate, solitamente, in fase di atterraggio.
In generale, le varie superfici sono così distribuite:
- 66 -
Solitamente, gli alettoni possono essere posizionati, lungo l’ala, in
divere posizioni (dalla fusoliera all’estremità). Questo perché
posso variare l’inclinazione di un alettone al posto che di un altro
a seconda della velocità di volo. Ovvero, a V basse, ruoterò gli
alettoni alle estremità per ottenere un grande momento,
nonostante la velocità bassa (si ricordi che e M = F d,
dove ‘d’ è la distanza dall’asse di rotazione. Quindi, più d e
grande, a parità di F, maggiore sarà il momento rotazione
maggiore). Al contrario, a V alte, ruoterò gli alettoni vicini alla
fusoliera in modo da ottenere l’effetto opposto.
- 67 -
Asta di comando equilibratore
Divido il problema in due parti: l’asta e l’equilibratore, come
segue.
Quindi: . - 68 -
La forza F è ammissibile finchè inferiore a 30 kg ( ). Per
P
diminuire F , dovrei creare un momento favorevole al pilota in
P
modo da avere:
Posso creare questo momento inserendo superfici. Ad esempio,
per il timone, posso
Quindi:
La forza del pilota deve essere comunque presente, altrimenti il
pilota non avrebbe controllo sull’aeromobile.
- 69 -
LEZ. 13 Per ovviare al problema della forza di cui il pilota necessita per
mettere in movimento le varie superfici di controllo, si possono adottare,
oltre ai metodi mostrati, altri metodi.
SERVOCOMANDI
Si definiscono tali proprio quegli accorgimenti che il progettista può
prendere con l’obiettivo di aiutare il pilota nel movimento delle superfici di
controllo. Si può adottare una membrana da collegare alla superficie di
comando, come in figura:
Il movimento della membrana
provocherà una variazione di
pressione che darà luogo ad una
forza diretta in direzione
opposta al movimento. Con ciò
avremo un momento favorevole
a quello che il pilota deve
imprimere per ruotare la
superficie.
SERVOALETTE Il funzionam.
delle
servoalette è
illustrato in
figura.
Si noti che il
momento
dato dalla
servoaletta,
- 70 -
nonostante questa abbia dimensione ridotta, è molto grande, in quanto
essa è molto distante dall’asse di cerniera.
Dal punto di vista strutturale, invece, le servoalette hanno questa
organizzazione:
Questo tipo di struttura è chiamata parallelogramma articolato. E’
fondamentale, in questo tipo di struttura, la posizione del punto P, in
quanto essa rende variabile l’azione della forza del pilota. Ovvero, se P è
situato all’estremo superiore dell’asta, il pilota agirebbe solo sulla
superficie di controllo. Al contrario, se P è situato all’estremo inferiore,
l’azione del pilota muoverebbe solo l’aletta. Per posizioni intermedie,
quindi, abbiamo movimento su entrambe le superfici, in particolare P si
sposta automaticamente (senza azione del pilota) a seconda delle forze in
gioco.
ALETTE DI “TRIM” - 71 -
Le alette di trim, sono molto simili alle servoalette in quanto a funzione,
ma molto diverse in quanto a gestione. Infatti esse sono utilissime per
mantenere l’equilibrio dell’aeromobile. Ad esempio, si pensi ad uno
spostamento del baricentro durante il volo situazione di instabilità
rotazione di superfici di comando è necessaria una determinata forza
per aiutare il pilota uso le alette di trim le posiziono in modo, una
volta messo in equilibrio l’aeromobile, da rendere nulla la forza che il
pilota deve esercitare così da evitare che il pilota debba tenere il comando
in una determinata posizione per lunghi periodi di tempo.
Le alette di trim quindi, sono orientate direttamente dal pilota.
- 72 -
CATENE DI COMANDO
Posso avere diversi tipi di catene di comando a bordo di un aeromobile.
Essenzialmente distinguo tre tipi di strutture:
1. Aste;
2. Cavi;
3. Fly by wire.
Aste
Dal punto di vista strutturale,
vantaggiose perché possono
lavorare sia in trazione che in
compressione. In
compressione, però ho valori
limite di lavoro al di là di cui
potrei avere una
deformazione della struttura.
Cavi
Posso lavorare in
compressione solo
raddoppiando il percorso
(tramite carrucole).
Vantaggiosi rispetto alle aste
poiché molto più leggeri,
anche se con percorso
doppio.
Fly by wire - 73 -
Sistema gestito tramite
impulsi elettrici. Il pilota
gestisce l’aereo tramite un
joystick che, tramite l’utilizzo
di molle particolari, simula il
ritorno di forza delle varie
superfici mobili. Questo tipo
di sistema non permette
qualsiasi tipo di manovra (il
calcolatore valuta se la manovra non danneggia la struttura).
- 74 -
PROPULSIONE
LEZ. 14 {
Possono essere di due tipi:
TURBOJET ENGINE
Prendiamo, come primo esempio (molto semplice) il motore a turbogetto
in figura.
In questo esempio, l’aria arriva a , viene immediatamente
compressa, da un compressore. Il compressore è formato da pale, che si
comportano come un ala. Quindi, avrò P >> . A questo punto, l’aria
compressa entra nella camera di combustione e, con un combustibile,
brucia dirigendosi verso le turbine. Qui l’aria dissipa una parte della sua
energia cinetica mettendo in moto le turbine. In fine l’aria esce con
velocità Sicuramente, avrò una spinta, poiché, ho una variazione
di quantità di moto. ( )
̇ ̇
La spinta sarà: dove è la massa nell’unità di tempo.
Nella camera di combustione, inoltre, avremo una variazione di E dovuta
K
( )
alla combustione stessa. Quindi, avrò . Volendo
- 75 -
ora, aumentare la velocità di avanzamento dovrò necessariamente
aumentare la PORTATA MASSICA, questo perché se aumentassi la
differenza tra le velocità, avrei un aumento al quadrato dell’energia
cinetica. Quindi, per aumentare la portata massica, devo necessariamente
aumentare il diametro del condotto (questo sarà, però, limitato dalle
dimensioni dell’aeromobile). Definisco ora il RENDIMENTO di un motore a
turbogetto: ̇( )
̇( )
̇( ) ̇( )
̇( )
Man mano che . E’ chiaro che nessun
motore ha rendimento massimo, altrimenti ciò vorrebbe dire che l’energia
cineti delle molecole che lavorano in esso sia nulla siano ferme
impossibile!
TURBOFAN Un
esempio di
motore a
turbofan è
quello qui
di fianco.
La
differenza
dello
schema
- 76 -
rispetto ad un turbojet “standard” è, appunto, il “fan” situato prima del
compressore. La massa d’aria m che entra nel fan è sempre diversa da
1
quella che entra nel motore vero e proprio. Si introduce il fan, comunque,
con l’obiettivo di avere più spinta disponibile. Infatti, in questo caso:
̇ ( ) ̇ ( )
Il rendimento, in questo caso, sarà:
̇ ̇
( ( ) ( ))
̇ ̇ ̇ ̇
( ( ) ( )) ( ) ( )
Posso avere, inoltre due tipi di compressore: assiale e centrifugo.
Compressore assiale
Per ottenere una buona pressione, dovrò inserire un gran numero di
compressori assiali. Questo perché non posso inclinare troppo le pale di
ogni compressore (altrimenti arriverei allo stallo). Generalmente, un
compressore di questo tipo può avere sezione abbastanza ridotta ma
lunghezza importante. Inoltre, il fatto di avere più compressori mi porterà
a dover inserire un maggior numero di turbine poiché ho la necessità di
più coppia. Dal punto di vista dei materiali, i compressori di questo tipo
sono soggetti a temperature che vanno da – 60 °C a + 60°C, mentre le
- 77 -
turbine, spesso, a temperature di circa 1000°C. Ciò comporta il
dimensionamento delle turbine con particolari materiali (spesso titanio).
Compressore centrifugo
Sfrutta la forza centrifuga per comprimere il gas. Solitamente
motori con compressori di questo tipo (solitamente uno, al massimo un
paio), sono più compatti e leggeri di quelli con compressore assiale.
INVERSIONE DI SPINTA
Oltre a produrre spinta, i
motori a turbogetto
possono essere utilizzati in
frenata. Con degli
accorgimenti (come in
figura) ciò è possibile.
Sono diverse le tecnologie
adottate e variano di
motore in motore. - 78 -
TURBOJET/ELICA
Altro genere di
motori sono quelli
ad elica. Di
consueto, questi
sono mossi da
motori a scoppio.
Quindi,
innanzitutto, è
necessario
introdurre il
funzionamento di
un motore a
scoppio.
Questo è
solitamente
costituito da cilindri in
cui scorrono pistoni
collegati, tramite
bielle, ad un albero a
gomito. Grazie al ciclo
termodinamico che si
innesca in ciascun
cilindro, i pistoni
muoveranno (tramite
le bielle) l’albero per
mezzo di coppie di
forze. Così facendo,
daranno velocità angolare alle pale dell’elica, che ruoterà attorno al suo
asse (l’asse di rotazione dell’albero).
- 79 -
PROPULSIONE AD ELICA
LEZ. 15
L’elica è spesso costituita da un certo numero di pale (chiaramente >1 in
quanto, se ne avessi solo una, il centro di massa del sistema non