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CMEV
La curva di offerta dell’impresa coincide con il tratto della
curva del costo marginale superiore al costo medio variabile.
Per livelli di prezzo superiori al livello minimo del costo medio
Object 145
variabile l’impresa offre le quantità individuate dall’intersezione con la curva del costo
marginale, per livelli di prezzo più bassi l’impresa offre zero.
DECISIONE DI USCITA DAL MERCATO
Decisione di uscita dal mercato è una decisione di lungo periodo, ossia l’impresa decide di
uscire dal mercato, quindi disinvestire.
L’imprenditore decide di uscire dal mercato quando con i ricavi totale non riuscirà più a
coprire i costi totali. Quindi quando il ricavo totale è inferiore al costo totale.
RT CT
RT < CT < RME < CME
Q Q
Quindi nel lungo periodo l’imprenditore decide di uscire dal
mercato quando il ricavo medio è inferiore al costo medio.
Nel lungo periodo la curva di offerta dell’impresa coincide
con il tratto della curva del costo marginale che sta al di sopra
Istituzioni di economia - dispense
Object 152 26
del costo medio. Per livelli di prezzo che scendono al di sotto del costo medio minimo
l’impresa esce dal mercato. PROFITTO DELL’IMPRESA
PR = RT – CT
( )
RTQ CTQ
−
PR = Q
PR = (P – CME) Q
Object 158 Nel lungo periodo i profitti delle imprese di un mercato di
concorrenza perfetta vengono portati a zero.
Object 163 Object 165 Object 167
L’esistenza di tali profitti attira nuove imprese sul mercato, questo determina lo
spostamento della curva di offerta verso destra, determinando a sua volta una riduzione del
prezzo di equilibrio. Quindi il prezzo si abbassa, cambia la quantità ottima per l’impresa e si
riduce il profitto per l’impresa. Man mano che entrano nuove imprese il profitto continua a
scendere finché non diviene pari a zero.
Si parla di equilibrio di lungo periodo di un mercato perfettamente concorrenziale.
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MERCATI IMPERFETTI Istituzioni di economia - dispense
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PRODOTTO INTERNO LORDO
CLASSIFICAZIONE DEI BENI ECONOMICI
NB: La distinzione tra beni di consumo e beni strumentali non è netta, poiché dipende dal
soggetto che acquista il bene e dall’utilizzo che ne fa.
Esempio: uno pneumatico
bene di consumo
è un se è acquistato da un consumatore finale per la propria auto
o bene intermedio
è un se è acquistato da FIAT per montarlo su vetture prodotte e destinate
o alla vendita
bene di investimento
è un se è acquistato da FIAT per le proprie auto di servizio oppure da
o un rappresentante di commercio per l’auto con cui raggiunge i clienti
DEFINIZIONE DI PRODOTTO INTERNO LORDO
Il PIL è la grandezza aggregata macroeconomica che esprime il valore monetario di tutti i beni
e servizi finali prodotti in un certo intervallo di tempo all'interno di un Paese.
Analizziamo la definizione
… valore monetario …
Se in un sistema economico si producesse un solo bene, il PIL si potrebbe misurare
semplicemente con la quantità prodotta del bene (es: 10.500 quintali di riso prodotti nell’anno
n rispetto ai 10.000 prodotti nell’anno n-1 vuol dire che l’economia è cresciuta in un anno del
5%).
Tuttavia, i beni prodotti in un paese sono decine di migliaia e l'unico modo di sommare
quantità eterogenee di beni/servizi (esprimendo il PIL con un unico numero) consiste nel
moltiplicare le quantità prodotte per i rispettivi prezzi e poi addizionarle.
Istituzioni di economia - dispense
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Ma questo crea un problema di valutazione, dal momento che così facendo non solo le
quantità ma anche i prezzi (e la loro variazione) incidono sul valore del PIL. Quindi, in
presenza di inflazione, questa determinerebbe comunque, pur ipotizzando costanti le quantità
prodotte, una crescita del PIL (tornando all’esempio del riso, se all’anno n la quantità fosse
rimasta 10.000 ma il prezzo fosse passato da 1 a 1,2 euro, il PIL, misurato come valore della
produzione passerebbe da 10.000 a 12.000, con un PIL in aumento del 20% pur non essendo
variata la quantità).
… tutti …
Sono inclusi tutti i beni/servizi che passano attraverso il mercato, ad eccezione quindi di quelli
prodotti e venduti illegalmente e di quelli prodotti e consumati all’interno delle famiglie.
… beni/servizi finali …
Si computano solo i beni/servizi destinati al consumo finale e non quelli intermedi, altrimenti li
conterei 2 o più volte, poiché il loro valore è già incorporato nel prezzo del bene/servizio finale
(es. valore pneumatici montati su un’auto è incluso nel valore dell’auto, valore della farina
utilizzata per produrre pane è incluso nel valore del pane).
… prodotti …
Quindi non è registrata nel PIL la compravendita di beni usati, ma solo quella di beni di nuova
produzione. I beni usati hanno contribuito alla determinazione del PIL nell’anno in cui sono
stati prodotti.
… in un certo intervallo di tempo …
variabile flusso,
Il PIL è una cioè osservata su un certo arco temporale (anno, quadrimestre,
trimestre).
… all’interno di un Paese.
Ciò che rileva è che i beni/servizi siano prodotti all’interno dei confini del paese, chiunque sia
a produrli, anche imprese straniere.
PIL E PNL
Come detto, per il PIL ciò che rileva è che i beni/servizi siano prodotti all’interno del paese,
non importa se a produrli siano imprese straniere o nazionali.
Prodotto Nazionale Lordo
Si parla invece di (PNL) per indicare i beni/servizi prodotti da
imprese nazionali ovunque nel mondo.
Quindi, un bene prodotto in Italia da un’impresa tedesca fa parte del PIL italiano e del PNL
tedesco, mentre un bene prodotto in Francia da un’impresa italiana fa parte del PIL francese e
del PNL italiano.
PIL E PIN Lordo Netto
Il Prodotto Interno si distingue dal Prodotto Interno perché quest’ultimo esprime il
valore della produzione al netto degli ammortamenti, cioè al netto di quella quota di PIL che,
per non ridurre lo stock di capitale fisico a disposizione del sistema e necessario a realizzare la
produzione, deve essere destinata a ripristinare tale stock, compensandone il naturale
deprezzamento subito nel periodo. Istituzioni di economia - dispense
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Il PIN, quindi, si ottiene sottraendo gli ammortamenti dal PIL.
PIL NOMINALE E PIL REALE
Si è detto che ricorrere al prezzo dei beni per esprimere il PIL con un unico numero porta con
se un problema: il valore del PIL, e quindi le sue variazioni, sono influenzate anche dai prezzi
dei beni oltre che dalle quantità prodotte.
Un modo per evitare questo inconveniente è quello di utilizzare per calcolare il PIL di una serie
di anni i prezzi di un anno scelto come base. Nell’esempio fatto in precedenza (riso), ponendo
l’anno n-1 come anno base, il PIL dell’anno n resterebbe immutato a 10.000 e il confronto tra i
due anni non risentirebbe dell’inflazione. PIL nominale
Il PIL calcolato ai prezzi correnti dell’anno è detto (o, appunto, a prezzi correnti),
PIL reale
mentre il PIL calcolato ai prezzi di un anno base è detto (o a prezzi costanti).
Rapportando i due PIL otteniamo il deflatore implicito del PIL, che consente di "depurare" la
crescita del PIL dall'aumento dei prezzi.
Riassumendo:
il PIL nominale riflette sia la variazione di Q sia quella di P
o il PIL reale riflette solo la variazione di Q
o il deflatore implicito riflette solo la variazione di P
o indici di
Per misurare le variazioni dei due PIL in un dato intervallo di tempo, si calcolano gli
crescita 1 . Ad esempio, se vogliamo misurare come sono cambiati PIL e PIL nel corso
N R
dell’anno n, utilizzo le seguenti formule:
variazione dei prezzi del PIL
Mentre per calcolare la posso seguire due strade:
1. come rapporto tra gli indici di crescita dei due PIL
2. Usando il deflatore come indice dei prezzi
1 Da cui, sottraendo 1 e moltiplicando per 100, si ottengono i tassi di crescita.
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Esempio:
Supponiamo che in un’economia si producano solo tre beni: bene A, bene B e bene C. In
tabella sono riportati, per il triennio 2010-2012, le quantità prodotte dei tre beni e i relativi
prezzi a cui sono scambiati. A B C
ann
o Q P Q P Q P
201 10 1 15
0 0 7 2 1 0 8
201 10 7, 1 1, 16 8,
1 5 2 3 1 0 1
201 11 7, 1 1, 15 8,
2 0 3 6 3 5 1 2
Assumendo il 2010 come anno base, calcoliamo i due PIL e il deflatore . I risultati sono
riportati in tabella. PIL
R
ann (2010
o PIL =1) d
N
201
0 1.912 1.912 1
201 2.066 1,01
1 ,3 2.028 89
201 2.079 1,02
2 ,3 2.026 63
Ad esempio, per il 2011, i due PIL e il deflatore si calcolano facendo:
N2011
PIL = (105x7,2)+(13x1,1)+(160x8,1) = 2.066,3
R2011 2011
PIL = (105x7)+(13x1)+(160x8) = 2.028 deflatore = 2.066,3/2.028 = 1,0189 Calcoliamo
adesso la variazione di PIL e prezzi nel 2011:
N(2011) R(2011)
I crescita PIL = 2.066,3/1.912 = 1,0807 I crescita PIL = 2.028/1.912 = 1,0607
metodo 1: 1,0807/1,0607 = 1,0189
(2011)
I crescita prezzi PIL =
2 Nell’anno base, ovviamente, i due PIL hanno lo stesso valore, quindi il deflatore vale 1.
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metodo 2: 1,0189/1 = 1,0189
Quindi possiamo dire:
il valore della produzione è aumentato dell’8,07%
o la produzione al netto dell’inflazione è aumentata del 6,07%
o i prezzi dei beni prodotti sono aumentati dell’1,89%
o
Ripetiamo i calcoli per il 2012:
N(2012) R(2012)
I crescita PIL = 2.079,3/2.066,3 = 1,0063 I crescita PIL = 2.026/2.028 = 0,9990
metodo 1: 1,0063/0,9990 = 1,0073
metodo 2:
(2012)
I crescita prezzi PIL = 1,0263/1,0189 = 1,0073
il valore della produzione è aumentato dello 0,63%
o la produzione al netto dell’inflazione è diminuita dello 0,10%
o i prezzi dei beni prodotti sono aumentati dello 0,73%
o
Ma avremmo potuto calcolare le stesse variazioni anche su 2 anni anziché su uno, cioè dal
2010 al 2012 (o anche, disponendo dei dati, su n anni):
N(2010-2012) R(2010-2012)
I crescita PIL = 2.079,3/1.912 = 1,0875 I crescita PIL = 2.026/1.912 = 1,0596
metodo 1: 1,0875/1,0596 = 1,0263
metodo 2:
(2010-2012)
I crescita prezzi PIL = 1,0263/1 = 1,0263
il valore della produzione è aumentato dell’8,75