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Interpretazione delle fonti del diritto

Le fonti del diritto devono essere interpretate, le fonti sono quegli strumenti che contengono regole di condotta giuridiche. Le regole vanno interpretate, per capire quando applicare una norma, bisogna darle un senso. L'interpretazione è l'attribuzione di senso, di significato normativo alla disposizione. Le norme sono delle disposizioni, delle locuzioni verbali, delle frasi, ma le norme sono delle regole, quindi io devo tirare fuori dalla disposizione verbale dall'enunciato verbale il significato normativo, cioè la regola di condotta che deve essere seguita. Devo dare un valore, un senso normativo a una frase, ad un enunciato verbale. L'interpretazione è la modalità attraverso cui io do un significato concreto all'enunciato verbale, si dice passare dal significante al significato, dare un valore concreto. Per esempio il termine "uomo" utilizzato nelle leggi non si riferisce a essere maschile, ma

all'essere umano, quindi anche alle donne. L'interpretazione è disciplinata dall'articolo 12 delle preleggi: "Nell'applicazione della legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dall'intenzione del legislatore." Qui ci parla di due significati, di due interpretazioni diverse. La prima è l'interpretazione letterale, io do un valore legato al significato proprio delle parole, questa è la regola generale. L'interpretazione può essere restrittiva o estensiva, ad esempio uomo significa tanto essere umano come essere umano maschile, siamo sempre all'interno di una interpretazione letterale. Quando non riesco a dare un significato al testo sulla base del significato delle parole, allora procedo secondo l'intenzione del legislatore. Si parla di intenzione storica o di intenzione oggettiva. L'intenzionedel legislatore è la ragione, la ratio per cui il legislatore ha approvato quella norma, cioè il motivo, l'obiettivo che lo ha spinto ad adottare quella disposizione, quell'enunciato verbale. Allora posso ricavare l'intenzione in due modi ricorrendo a quelli che sono i cosiddetti lavori parlamentari. Se io vado a vedere le consultazioni, i dibattiti, i verbali delle assemblee, delle commissioni io riesco a capire che cosa il legislatore voleva quando ha approvato quel testo, quella è l'intenzione soggettiva, l'intenzione storica, perché il legislatore quando ha adottato ha ragionato sul punto e ha fatto queste considerazioni. Nel corso di 70 anni quasi 80, il nostro ordinamento giuridico è cambiato, sono state approvate nuove leggi che hanno stravolto il sistema. Quindi la legge che in origine poteva avere un senso, che era quello dettato dal legislatore, oggi invece può avere un altro senso, cioè un'altra finalità.questa finalità è quella per la quale il legislatore non l'ha cancellata, non l'ha abrogata. Quindi posso ragionare non secondo l'intenzione soggettiva del legislatore, cioè vedere che cosa il legislatore ha detto quando ha adottato la norma, ma posso ragionare sulle ragioni per cui il legislatore con il passare degli anni non ha cancellato quella norma, ma l'ha tenuta in piedi. Quindi si arriva a un'intenzione oggettiva del legislatore, non più soggettiva, perché data da una pluralità di fattori. Abbiamo trattato l'interpretazione letterale del testo, a volte però dal testo realmente non ricavo la regola di condotta, perché il testo è lacunoso e manchevole. L'articolo 12 delle preleggi spiega come fare a risolvere una controversia, come fare a gestire la fattispecie che mi si presenta davanti: "Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si hariguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i princìpi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.” Questo è il principio dell'analogia: analogia legis e analogia iuris. L'analogia legis si ha quando il legislatore dimentica di regolamentare una fattispecie specifica, ma adotta una disciplina per fattispecie del tutto similari. Ad esempio per il diritto ereditario dei figli naturali o dei figli riconosciuti soltanto da uno dei due coniugi non c'è nessuna disciplina perché la legge prevede soltanto la disciplina del diritto ereditario dei figli legittimi da un matrimonio. Per capire quali siano i diritti dei figli naturali vado a vedere la disposizione che disciplina il caso analogo, estendendo, applicando in via analogica la disciplina, la regola di condotta. Talvolta non c'è un caso analogo, allora si va a verificare quali siano i principi generali.

Il diritto (analogia iuris) applicato in altre materie analoghe. Se ricorrono i presupposti, estendo quelle regole al caso di specie, ho un'interpretazione analogica di legge o di diritto. Se questo non basta, in generale si parla di interpretazione sistematica, data dalla lettura della disposizione all'interno del complesso delle fonti normative. Quindi, dato che il tema dei diritti del figlio naturale non è disciplinato, io vado a vedere quale sia la disciplina della famiglia, vado a capire quale sia la ratio che governa i diritti e i doveri dei membri di una famiglia e cerco di trovare la soluzione che risponda meglio alle altre disposizioni. Non do un'interpretazione soltanto analogica, ma un'interpretazione sistematica. Altra interpretazione che non si trova nelle preleggi è quella evolutiva. Ci sono dei termini, delle disposizioni che si prestano a una lettura diversificata a seconda del contesto storico in cui ci poniamo. Si pensi al tema della censura.

Di quelle frasi che vanno contro la pubblica morale o il pubblico costume dette durante le trasmissioni televisive passate e quelle odierne, il contesto è completamente cambiato. Oggi dire una parolaccia, un termine scurrile in radio non crea problemi, 30 anni fa non era ammissibile, perché avrebbe creato dei problemi anche solo di responsabilità disciplinare, perché il pubblico costume, il pubblico decoro è cambiato. Questo perché do un'interpretazione evolutiva alla stessa disposizione di legge, la disposizione di legge non è cambiata ma io gli do una lettura che si adegua nel tempo.

EFFETTI DELL'INTERPRETAZIONE DELLE FONTI

I magistrati, gli avvocati, tutti gli operatori del diritto interpretano le fonti. Anche il legislatore può interpretare, colui che emana l'atto interpretativo, si parla di interpretazione autentica in questo caso. L'interpretazione dei giudici è l'interpretazione giudiziaria o giurisprudenziale.

l'interpretazione degli operatori del diritto è l'interpretazione dottrinale. L'effetto giuridico dell'interpretazione dottrinale è nullo, l'effetto dell'interpretazione dottrinaria è un effetto unicamente persuasivo, però è un effetto perché la sentenza del giudice si basa su un tentativo dell'avvocato di persuaderlo. La decisione del giudice ha un'efficacia vincolante, ma nei confronti delle parti, ha un'efficacia vincolante interpartes, vincola le decisioni successive. Quindi l'indipendenza della magistratura fa sì che ogni giudice decida autonomamente. L'efficacia persuasiva di una sentenza convince i colleghi, gli altri giudici, gli operatori del diritto a muoversi in un determinato modo, ma non è un'efficacia giuridica, in quel senso l'interpretazione giurisprudenziale vale quanto l'interpretazione dottrinale, perché serve a convincere.

però diversamente dall'interpretazione dottrinale, l'interpretazione giudiziaria ha un effetto vincolante verso le parti. L'interpretazione del legislatore, la cosiddetta interpretazione autentica, ha un'efficacia erga omnes cioè nei confronti di tutti. L'interpretazione autentica è l'interpretazione che viene effettuata con lo stesso atto con cui era stata emanata la norma. Quindi una disposizione di legge può essere interpretata da un'altra legge, la legge di interpretazione è una legge vera e propria, quindi ha tutti gli effetti della legge. Il regolamento di interpretazione di un altro regolamento è un regolamento vero e proprio. Interpreto utilizzando come strumento, come veicolo dell'interpretazione lo stesso strumento che ho adottato per creare la regola di diritto. L'interpretazione autentica è l'interpretazione data dall'autore, dal creatore della norma e ha un senso per chiarire,

in cui è stato emanato, ma se viene interpretato in modo retroattivo, cioè se si applica a fatti avvenuti prima della sua emanazione, allora si parla di interpretazione autentica. Questo concetto è importante perché permette di risolvere i dubbi interpretativi e di garantire la certezza del diritto. Inoltre, quando si parla di interpretazione autentica si fa riferimento al legislatore, cioè al soggetto che ha creato la norma. È lui che può fornire una spiegazione autentica della norma stessa, utilizzando lo stesso strumento con cui ha creato la regola. In questo modo, la sua interpretazione diventa una fonte esattamente come quella originaria. È importante sottolineare che nel corso del tempo, l'interpretazione della norma originale può abrogare la norma stessa. Questo significa che l'interpretazione autentica può modificare il significato e l'applicazione della norma nel tempo. In conclusione, quando ci sono dubbi interpretativi legati alla natura e al dettato della disposizione, è necessario ricorrere all'interpretazione autentica per garantire la certezza del diritto. Questo concetto è legato al tema della retroattività e permette di risolvere i dubbi interpretativi e di fornire una spiegazione autentica della norma.

in cui viene adottato in poi, se un atto lo comunico come atto interpretativo spiegherà la sua efficacia dal momento di adozione dell'atto che vuole interpretare. Quindi ritorna indietro ab origine. Questo è importante quando le leggi di interpretazione autentica operano in campo penale. L'articolo 11 delle preleggi afferma che la legge può disporre solo per l'avvenire. Ma l'articolo 11 delle preleggi è una legge, quindi può essere derogata da altre leggi. Il principio di irretroattività non è un principio assoluto. Le leggi civili, le leggi amministrative, le leggi tributarie possono avere una valenza retroattiva. Le leggi penali in malam partem cioè quelle che prevedono un reato, una pena, una sanzione non possono avere un'efficacia retroattiva, perché là c'è il vincolo della Costituzione, dell'articolo 25 che ci pone quel limite. Quindi una norma che interviene in campo

penale può disporre soltanto per l'avvenire, mai per il passato, ma se la norma penale non è chiara, c'è un interesse pubblico a dare un'interpretazione chiara di quella norma, qui intervengo con una legge di interpretazione autentica, che ha un effetto retroattivo, perché
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Publisher
A.A. 2019-2020
56 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher defendente di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Valle d'Aosta o del prof Tosi Dario Elia.