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SISTEMI ELETTORALI
Da un punto di vista giuridico, il sistema elettorale è definito come l'insieme delle regole che concorrono a formare l'assemblea rappresentativa. Risulta composto da il metodo di conteggio e trasformazione dei voti in seggi (formula elettorale), le norme legate al suffragio (elettorato attivo e passivo, suffragio diretto o indiretto - per esempio l'elezione del Presidente della Repubblica - suffragio categorico o ordinale - per esempio: voto di lista o voto di preferenza) e la ripartizione elettorale, cioè l'attribuzione di un numero di seggi a una certa area geografica (il territorio italiano viene diviso in circoscrizioni di norma su basi demografiche, dando maggior peso politico alle comunità più grandi, tenendo conto anche di fattori come la rappresentazione delle minoranze etnico-linguistiche). Il voto di lista è un voto categorico, con il voto ordinale si può esprimere una preferenza.
cittadino può graduare la sua volontà. La formula elettorale definisce i modi con cui vengono calcolati, conteggiati i voti e vengano trasformati in seggi, come vengano assegnati i seggi.
Le due formule elettorali di base sono il metodo proporzionale e quello maggioritario. Il sistema proporzionale porta all'assegnazione dei seggi in proporzione alla dimensione del sostegno elettorale avuto dalle varie forze politiche. L'obiettivo è quello di assicurare all'interno dell'assemblea una composizione che rispecchi la complessità della composizione della comunità politica e delle sue correnti di pensiero. Ottenere una rappresentazione speculare del paese significa una maggiore rappresentatività, però comporta lo svantaggio di agevolare la presenza di un numero di forze politiche tale da rendere più difficile la formazione di una maggioranza stabile, limitando la governabilità del paese. Quindi, col sistema
proporzionale aumenta il numero dei partiti e si creano governi meno stabili, ma il corpo elettorale è meglio rappresentato.
Col sistema maggioritario uninominale, tipico della Gran Bretagna, si riduce il numero dei partiti e si creano governi più stabili, ma il corpo elettorale non è ben rappresentato.
Il sistema maggioritario mira ad assegnare i seggi sulla base di un criterio maggioritario, ovvero premiando quella forza politica che ottenga un sostegno maggiore rispetto a quello delle altre. In questo modo si favorisce un processo di selezione pre-elettorale, per cui le forze politiche minori non partecipano alla votazione, tentano di influenzare le forze politiche maggiori. Esse convergono sui candidati più forti che ritengono maggiormente condivisibili, al fine di non disperdere i voti di una certa area politica e favorire le aree avversarie. Questo limita il numero dei candidati, perché è più ristretto, esemplifica la composizione dell'assemblea.
Diminuendo la rappresentatività ma, in teoria, aumentando la governabilità. Si possono distinguere due tipologie di formula del maggioritario, che definiscono in modo diverso il sostegno necessario per ottenere il seggio.
La maggioranza a turno unico (sistema della plurality) prevede l'attribuzione del seggio al candidato, che prende un voto in più del secondo classificato, con sostegno maggioritario. Questo candidato non rappresenta la maggioranza assoluta del corpo elettorale, ma la forza politica maggiore. Il sistema della plurality garantisce maggioranze governative più stabili rispetto al sistema proporzionale.
La maggioranza a doppio unico (sistema della majority) attribuisce il seggio al candidato che ottiene la maggioranza dei voti espressi (50%+1) e, se questa soglia non viene superata, prevede un ballottaggio tra i 2 soggetti con più voti o tra coloro che hanno ottenuto un numero minimo di voti (in Francia il 12,5% dell'elettorato totale).
La “majority” favorisce la presentazione alle elezioni di tutte le forze politiche al fine di misurarsi. Alla fine del primo turno visto il peso elettorale, le forze rimaste fuori contratteranno il proprio sostegno a favore delle altre forze che hanno avuto accesso al secondo turno, il ballottaggio. Ciò significa che la semplificazione della composizione parlamentare tenderà a essere minore rispetto alla “plurality”, con conseguenze sulla formazione del governo. Il sistema proporzionale può operare secondo due macro-modelli.- Il modello del quoziente elettorale (large remain system) prevede che, innanzitutto, si divida la cifra elettorale (il numero di voti validi totali espressi dal corpo elettorale) per il numero dei seggi in palio per ottenere il quoziente elettorale (il numero di voti necessari a una lista per poter avere l'attribuzione di un seggio). La cifra elettorale può anche essere definita come la sommatoria
insieme e li si divide per il quoziente elettorale completando così la distribuzione dei seggi.- Il correttivo del quoziente rettificato funziona rettificando in maniera artificiale il quoziente elettorale prendendo in considerazione un numero maggiorato di seggi al fine di distribuire tutti gli scarti fra i vari partiti senza considerare i residui. Quest'ultimo metodo va, però, a scapito delle forze minori, aiutate invece dal metodo dei più alti resti.
In Italia si utilizza il quoziente elettorale, con la conseguente maggiore difficoltà nella stabilità di governo.
- Il modello del divisore prevede che si dividano progressivamente le cifre elettorali delle liste per 1, 2, 3... fino a raggiungere il numero dei seggi in palio e assegnando questi seguendo in ordine decrescente le cifre elettorali parziali ottenute. Sono presenti dei correttivi per quanto riguarda i numeri divisori (generalmente trasformando questi in numeri decimali) che vanno a
Agire sulla distribuzione degli scranni. Poiché il proporzionale tende a favorire la frammentazione, spesso si applicano dei correttivi che modificano non il funzionamento ma l'ambito di applicazione della formula elettorale al fine di agevolare la formazione di governi stabili. La clausola di sbarramento esclude dalla distribuzione dei seggi le forze che non raggiungono una determinata soglia di sostegno elettorale espressa in percentuale di voti validi. Più è alta la soglia di sbarramento più la selezione è forte. Durante la Prima Repubblica la soglia per i partiti era del 2%, adesso del 3%. Per le elezioni europee è fissata al 4%, per le coalizioni al 10%. Il premio di governabilità mira a identificare la forza politica che ha ottenuto una maggioranza relativa dei consensi a svolgere il ruolo di perno della costruzione di una maggioranza parlamentare. Attribuisce a quella forza politica un ruolo più forte nelle dinamiche interne.
del parlamento, assegnandole un certo numero di seggi aggiuntivi che ne rinforzano i numeri in Parlamento, magari (ma non sempre) permettendole di arrivare alla maggioranza assoluta. Una versione radicale del premio di governabilità è il premio di maggioranza secco, il quale attribuisce alla forza maggiore che ha raggiunto una determinata soglia un numero di seggi tale da garantirle la maggioranza dei componenti dell'assemblea.
Sistema elettorale italiano
L'attribuzione dei seggi prevede un maggiore potere di voto in assemblea. Ogni governo cerca di controllare le elezioni ed elabora nuove leggi elettorali. Difatti, la storia recente è connotata da ripetute modifiche del sistema elettorale, a partire dal 1993. Il nostro sistema è sempre stato proporzionale, un parlamentarismo consociativo.
Negli anni '90, con la crisi del sistema politico, l'inchiesta "Mani pulite" (che accusava le forze politiche del pagamento di tangenti da parte delle
forze politiche), il Parlamento è delegittimato negli anni 1992-1993. Con la richiesta referendaria di modifica della legge elettorale il corpo elettorale è chiamato a esprimersi sull'abrogazione della legge elettorale del senato e il corpo elettorale vota positivamente. Questo porta a un sistema che prevedeva l'attribuzione dei seggi secondo una modalità mista. Il 75% dei seggi era eletto su base maggioritaria a turno unico, il restante 25% dei seggi era eletto su base proporzionale con liste bloccate. L'anno dopo, nel 1994, il Parlamento replica questo provvedimento anche per la camera dei deputati. Il cosiddetto "Mattarellum", dal nome del relatore Mattarella che aveva proposto questo disegno di legge. L'obiettivo era avere maggiore governabilità. Anche le forze più piccole avevano così il diritto di tribuna politica, di avere rappresentanza. Seconda Repubblica è un termine giornalistico utilizzato in Italia,
in opposizione al termine Prima Repubblica, per indicare il nuovo assetto politico italiano instauratosi a partire dalle elezioni del marzo 1994. Nella Seconda repubblica, il funzionamento del Parlamento è basato secondo dinamiche maggioritarie. Il passaggio dalla quarta alla quinta Repubblica in Francia comporta una significativa variazione del testo costituzionale. Mentre, dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia non si ha una variazione significativa dell'assetto governativo. Non si verifica una divisione bipolare, non c'è stata una semplificazione delle parti politiche. La legge "Mattarellum" sostituì il precedente sistema proporzionale in vigore dal 1946 al 1953 e dal 1954 al 1994 ed è rimasta in vigore fino al 2005 quando venne sostituita dalla legge Calderoli. La legge regolò le elezioni politiche italiane del 1994, 1996, 2001. Il governo Berlusconi (2001-2006) modifica la legge elettorale, introducendo un
sistemaproporzionale che tende a funzionare secondo sistemi maggioritari. La cosiddetta legge Calderoli del 2005, nota anche come Porcellum, era una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza e liste bloccate che ha disciplinato le elezioni politiche in Italia dal 2006 al 2013.