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Linguistica
Non è una scienza prescrittiva ma descrittiva perché descrive come funziona una lingua. Ha una capacità metalinguistica ossia usa se stessa per descriversi. È lo studio scientifico delle lingue e del linguaggio.
Linguaggio
È una facoltà innata infatti nasciamo tutti con la predisposizione a parlare. Usare il linguaggio significa associare due diverse entità: un significato (cioè il contenuto mentale) a un significante ossia la parte più concreta quindi come si dice, i suoni usati per produrla ecc.
Lingue
Sono dei codici.
Segni linguistici
Sono dei simboli e si classificano su due parametri: 1) intenzionalità 2) relazione tra significato e significante. Tra i segni abbiamo gli indici ossia segni intenzionali e naturali come le impronte e le icone ossia segni non naturali ma creati dall'uomo come i cartelli.
Fonicità
Proprietà del linguaggio verbale che dice che le lingue sono veicolate.
attraverso il canale fonetico-acustico Arbitrarietà del segno: proprietà del linguaggio verbale secondo la quale non c'è un rapporto di necessità logica tra significato (parte più astratta) e significante (parte più concreta) ma anzi è solo un rapporto convenzionale, non logico e non necessario tra i due Articolato: il linguaggio verbale si può dividere in minime parti scomponibili e variamente combinabili Posizionale: nel linguaggio verbale è importante anche la posizione delle elementi e non solo il valore estrinseco di essi Doppia articolazione: proprietà del significante il quale si scompone in due livelli: 1) unità minime di prima articolazione dotate di significato come i morfemi 2) unità minime di seconda articolazione prive di significato ma dotate di valore distintivo come i fonemi Dipendenza dalla struttura: le parole non intrattengono rapporti solo con gli elementi a loro vicini ma obbediscono asequenze non lineari instaurando relazioni a distanza
Ricorsività: è la possibilità di iterare un certo procedimento per un numero infinito di volte
Ambiguità: proprietà secondo la quale una frase può voler dire tante cose. Se una frase è ambigua è importante capirla dentro un contesto. A questa sono associati l'equivocità ossia quando non c'è un contesto che mi permette di capire il significato e la vaghezza ossia che il significato dei segni linguistici è aperto e flessibile
Onnipotenza linguistica: è il fatto di poter dare espressione a qualsiasi contenuto pur non essendo presente in questo tempo e luogo. Collegato ad essa c'è il distanziamento ossia il fatto che con il linguaggio verbale posso far riferimento a cose che non sono fisicamente presenti o che addirittura non esistono
Sincronia e diacronia: è una dicotomia (ossia una è il contrario dell'altra); posso
Analizzare il linguaggio con due diverse modalità: lo studio sincronico consiste nello studiare il linguaggio in un dato momento storico mentre lo studio diacronico consiste nel studiare il linguaggio nel suo mutamento temporale mentre lo studio.
Langue e parole: è una dicotomia; la langue è la lingua intesa come sistema sociale quindi la parte più astratta mentre la parole è la lingua nel suo uso più concreto quindi è l'uso che facciamo quotidianamente e individualmente della lingua.
Asse sintagmatico e paradigmatico: è una dicotomia; il livello sintagmatico è il fatto che vengono accostati diversi elementi per formare un'unità più grande mentre il livello paradigmatico è il livello più astratto cioè quando costruisco una frase faccio delle scelte su questo asse (esempio uso il presente o il passato ecc).
Repertorio linguistico individuale: insieme delle risorse disponibili di un parlante;
dipende dal nostro repertorio, dalle nostre origini, dalle esperienze ecc. Fonetica: è il livello di analisi che studia i foni, ossia la produzione e la percezione dei suoni linguistici. Linearità e segmentabilità: quando parliamo pronunciamo i foni su una catena linguistica, cioè pronunciamo un suono dopo l'altro creando delle stringhe o catene di suoni, e i nostri organi articolatori sono già pronti a pronunciare il fono seguente. A ciò è collegata la coarticolazione, ossia l'estensione dei tratti articolatori tra le unità segmentali: un articolatore impegnato nella realizzazione di un suono tende ad anticipare l'inizio o a posticipare la fine del movimento. Prosodia: ritmo con cui pronunciamo le parole. Serve ad enfatizzare una parte del nostro discorso. Fonologia: studia la funzione linguistica dei suoni, la cui più piccola parte è il fonema, ossia la più piccola unità linguistica dotata di valore.con il tag html distintivo (mi permette di distinguere le varie parole).Fonetica: parole=fonologia:langue
Coppia minima: è una coppia di parole uguale in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in una certa posizione: tali fonemi permettono di cambiare il significato delle parole (cane-pane; ghiaccio-piaccio)
Allofonia: sono i suoni che non sono fonemi: quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare tra loro senza creare variazione di significato nella parola (mano-nano)
Morfologia: studia la struttura interna delle parole cioè come è fatta una parola. La sua unità sono i morfemi:
Morfema lessicale (esprime significato lessicale); morfema grammaticale (esprime significato grammaticale e si divide in flessionale o grammaticale); morfemi liberi (possono esserci da soli -mai-); morfemi legati (non possono comparire da soli); morfemi posizionali (la posizione del morfema all'interno della parola; sono indicati con il tag html em).
come affissi); morfemi cumulativi (morfemi flessionali dotati di più significato o valore -cani, la i è sia maschile che plurale)
Amalgama: fusione di due morfemi non più distinguibili nel morfema risultante (nel è composto da in+il)
Allomorfo: due o più morfi con lo stesso significato e quindi varianti di uno stesso morfema (libro-libri ouomo-uomini)
Suppletivismo: forma riconoscibile ad uno stesso morfema che però hanno un morfo diverso che rappresenta questo morfema (epatico-fegato)
Tipologia linguistica: studia le somiglianze o differenza tra le diverse lingue del mondo. Esistono 4 tipi possibili:
- Lingue isolanti: la parola coincide con il morfema (es cinese)
- Lingue polisintetiche: sono lingue con un alto livello di sintesi e ci sono più morfemi grammaticali e lessicali nella stessa parola (es indigeni d’America)
- Lingue agglutinanti: sono lingue che partono da una base lessicale e agglutinano i morfemi creando parole molto lunghe
in cui ciascun morfema ha un significato (turco, giapponese)
4. Lingue fusive o flessive: lingue che accostano ad una base lessicale morfemi derivazionali e grammaticali fondendo in uno stesso morfo più informazioni (italiano)
Derivazione: aggiunta di un affisso a una radice o morfema lessicale (da giardino a giardiniere)
Composizione: si ha quando accosto due parole che creano una nuova parola (procedimento che mi permette di creare nuovi lessemi combinando più basi lessicali). I composti si dividono in 3 categorie:
- Composti endocentrici: uno degli elementi funziona da testa e l'altro da modificatore (capostazione)
- Composti esocentrici: nessuno degli elementi funziona da testa (lavastoviglie)
- Composti dvanda: entrambi gli elementi funzionano da testa (caffelatte)
Fenomeni di riduzione della parola:
- Accorciamenti: versioni più brevi di parole polisillabiche (da automobile a auto)
- Acronimi: forme che sono create a partire dalle lettere iniziali delle
- Prestito: quando una lingua si appropria di elementi semantico-lessicali da altre lingue e si divide in:
- prestito adattato (quando il lessema viene adeguato alle regole della lingua d'arrivo -beefsteak diventa bistecca-)
- prestito non adattato (quando il lessema viene preso così com'è -computer-)
- Calco: quando una lingua riproduce parole di un altro idioma con lessemi propri (skycraper diventa grattacielo)
- Verbi zerovalenti: denotano fenomeni atmosferici (piovere)
- Verbi monovalenti: richiedono un solo argomento (dormire)
- Verbi bivalenti: verbi transitivi (guardare)
- Verbi trivalenti: tre argomenti (regalare)
- Verbi tetravalenti: 4 argomenti (tradurre)
- Struttura non marcata: quando gli elementi hanno la struttura più semplice/comune
- Struttura marcata: elementi si presentano in modo
parole pieni (da telegiornale a tg)3. Parole macedonia: parole create dalla fusione/mix tra parole diverse ed è un accorciamento dei singoli elementi che la compongono (apericena)
Fenomeni di arricchimento della parola:
Espressioni polirematiche: sono composte di più parole che veicolano insieme un significato unitario ma non formano una parola nuova (luna di miele)
Sintassi e sintagma: la sintassi studia la struttura delle frasi e si occupa delle modalità di combinazione delle parole in unità di livello superiore. Le sue
Unità sono la frase (struttura linguistica il cui elemento centrale è il predicato; ci rappresenta uno stato/insieme di cose) e il sintagma -verbale o nominale- (unità fatta di una o più parole che hanno un rapporto tra di loro; è la minima combinazione di parole che funziona come unità sintattica -il cane-)
Valenza del verbo: i verbi necessitano di essere saturati, cioè completati da un certo numero di elementi e possono essere:
Circostanziali: elementi che indicano le circostanze in cui si svolge l'azione
Frase semplice può avere:
Diverso dalla forma naturale (es frasedichiarativa, imperativa, interrogativa)
Polarità: indica se una frase è affermativa o negativa
Diatesi: indica se una frase è attiva o passiva
Dislocazione a sinistra: nella frase un elemento viene anticipato; procedimento che sposta alla prima posizione il sintagma su cui si vuole porre l'attenzione (a tutti compreremo un gelato)
Frase scissa: procedimento che consente di mettere in rilievo un costituente mediante un procedimento di scissione di una frase semplice non marcata in due frasi (è Giovanni che studia con me in giardino)
Lessico: è l'insieme di tutte le parole -piene e vuote- di una lingua; è la componente più esposta all'influenza delle altre lingue. La sua unità di analisi è il lessema
Dizionario: è dove troviamo il significato di tutte le parole. In esso troviamo il lemma ossia la forma di citazione delle parole
Le parole possono essere organizzate in:
famiglie di parole (parole che hanno in comune lo stesso morfema);
classi di parole (creano la frase quindi verbi, aggettivi ecc);
reti di parole (g