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SIMMETRIA ED ASIMMETRIA DELLE STRUTTURE
Una struttura si dice simmetrica rispetto ad un piano π ortogonale al piano della struttura quando la parte destra risulta essere lo speculare di quella di sinistra.
Nello stesso modo possiamo definire una sollecitazione simmetrica rispetto al piano π se le forze agenti a destra del piano sono lo speculare speculare de quei agenti a sinistra.
È ovvio che il piano π ortogonale al piano della struttura è chiamato piano di simmetria e che la retta di tale piano è l’asse di simmetria S (che si trova sul piano in cui è contenuta la struttura).
In questo modo possiamo dire che una struttura piana è simmetrica se compiendo una rotazione di 180° attorno all'asse S di simmetria, ricopre se stessa.
ESEMPIO
Questo è un esempio di struttura simmetrica geometricamente e simmetricamente caricata del momento che facendo compiere al carico distribuito 9 a sinistra una rotazione attorno ad S, esso risulterà avere lo stesso verso ed intensità uguale.
ESEMPI DI STRUTTURE NON SIMMETRICHE
-
Com. F ≠ ρ; Mom. = Simmetria. Però le forze sono diverse
-
Anchè se è simmetricamente caricato: Vincoli non sono uguali Però non è una struttura simmetrica.
La struttura ha gli stessi vincoli e forze simmetriche ma è costituita da materiali differenti perciò non è simmetrica.
Questa struttura non è simmetrica perché le forze facendo compiere una rotazione attorno ad S, a rotazione ultima non hanno lo stesso verso.
In particolar modo la struttura è una struttura caricata in modo emisimmetrico o antisimmmetrico perché, se cambiamo versine agiscono su un lato del piano di simmetria. Si perviene ad una struttura simmetricamente caricata.
Esaminiamo ora la simmetria e l'emisimmetria delle caratteristiche della sollecitazione.
Vediamo il caso di trave appoggiata - appoggiata simmetrica geometricamente e simmetricamente caricata rispetto al proprio asse di simmetria.
Calcoliamo la legge di variazione del momento flettente tratto per tratto.
M(z)AB = F(L/2) = F(f/2)
z = 0; M = 0
z = -L/2; M = -FL/2
M(z)BC = (F/2)(L+z) - F(z)
z = 0; M = 0
z = L/2; M = -FL/2
M(z) = F(L/2 + z) - F(z)
z = 0; M = -FL/2
z = -L/2; M = FL/2
TAB = F; TBC = 0
(c) = 0; TDE = F - F = -F
Dunque riassumendo i dati ottenuti in uno specchietto:
M=0 F =0 N=0 V=0
N=0 W=0 N=0 W=0
T=0 V=0 T=0 V=0
m/2
Nella prima colonna abbiamo le caratteristiche della sollecitazione nella struttura emisimmmetrica.
Med N sono pari a zero perchè il unico modo affinché siano contemporaneamente rispettate le condizioni di equilibrio e l’emisimmmetria e che esse risultino nulle. Nella seconda colonna sono raggruppati i risultati dello spostamento lungo asse di simmetria.
Nella terza e quarta colonna sono esposti i risultati nel caso di struttura emisimmmetriicamente caricato con momento applicato in mezzeria cioè m e per l'equilibrio alla rotazione del concio, il momento a destra e a sinistra sono pari alla metà di m.
APPLICAZIONE DELLA SIMMETRIA ED EMISIMMETRIA NELLE IPERSTATICHE
Il vantaggio principale delle strutture simmetriche ed emisimmmetrichi è che si può protesare un taglio in corrispondenza dell’asse di simmetria in modo tale da studiare una sola parte ed estendere poi i risultati anche alla parte simmetrica in base a tutte le considerazioni fatte finora Tuttavia quando operiamo un taglio è opportuno inserire un vincolo il quale esplichi le condizioni imposte dai vincoli presenti o altri elementi che andiamo a "tagliare".
Per esempio su una struttura simmetricamente caricata possiamo operare un taglio e introdurre un vincolo che non ne alteri la
TRAVI ELASTICHE
Generalmente con le sole equazioni di equilibrio non è possibile risolvere tutti i problemi di natura statica in quanto molto spesso esistono anche i cosiddetti spostamenti deformativi delle travi e perciò chiamate travi elastiche. Infatti se pensiamo alle strutture iperstatiche intuiamo che non è possibile risolverle con le sole equazioni di equilibrio dal momento che il numero di incognite risulta essere maggiore delle equazioni di cui disponiamo. Dunque ciò che andremo a fare noi è, partendo dalle grandezze di spostamento, introdurre grandezze di deformazione che si leggano alla caratteristica della sollecitazione mediante le equazioni costitutive.
La scelta delle dimensioni dimensionali di deformazione e delle equazioni costitutive avviene con un metodo induttivo dedotto da considerazioni di carattere sperimentale.
Consideriamo una trave piana ad asse rettilineo con sezioni trasversali variabili (in funzione cioè dell'ascissa z che si considera). Dal punto di vista monodimensionale (dato che la trave risulta estendersi in lunghezza), essa risulterà caricata in ogni modo: cioè potremo trovarci forze assiali, forze ortogonali all'asse e coppie. Possiamo anche denotare con la seguente scrittura:
u(z) = w(z) e3 + v(z) e2
φ(z)
il campo di spostamento dei punti della trave, dell'asse della trave, e la rotazione φ(z) della corrispondente sezione. In ambito infinitesimo W (componente orizzontale), V (componente verticale) e le rotazioni si suppongono infinitesimi e cioè:
|u| ≪ 1
In questo modo possiamo conformare la deformata con l’indeforata.
Essendo la linea tratteggiata la linea
d'asse z per y < 0 vediamo le fibre
deformarsi; diversa per y > 0.
Δφ è l'angolo al centro dell'
arco di circonferenza.
La linea tratteggiata rappresenta invece,
le fibre longitudinali le quali non
subiscono alcuna deformazione.
Per l'angolo al centro Δφ possiamo scrivere:
Δφ = ½ <> = ¾ <> dove = lunghezza reale
M = momento
E = modulo elastico longitudinali
⅚ = momento d'inerzia
Introduciamo il concetto di curvatura K:
K = ½ ; essendo z => K =< Δφ è = ⅔
otteniamo quindi scrivendo K = ¼ ⅖
Per spostamenti infinitesimi possiamo considerare:
Δφ
L ≈ @ d[z] = K[z]
essendo dz la lunghezza infinitesima
ed essendo dφ la variazione di angolo
fra due sezioni di estremità del come elementi (figura)
Possiamo scrivere l'equazione costitutiva:
K[z] = ⅔ ¾ = rigidezza flessionale
A questa equazione associamo l'equazione di equilibrio :
d¹&dfrac34; = T – Θ &doteq ed essendo d¹&dfrac34; = 3
d2[z]
d2[z] = -9
d2[z]
fz = Δfz + Δtz + 2Δf
H
f0 = b Δtzĭʟ
a = b = 1/2 ; Δtz = -Δte
fo = 0 quindi non c'è contributo estensionale ma solo flessionale.
Dunque l.i.c. da risolvere:
T(z) = E J α z ( 1 - z)
-------- ; H(z) = - E( ⅟ ........ - ......)
π(z) = -E J V(z) = 3/2 E J α z ( 1 - z)
I diagrammi:
HA
VA
Deformata
Possiamo anche calcolare la curvatura K (= M/EI)
Ri0 da z=0 a z=/3 (concavità verso l'alto) e crescente
da /3 in poi.
Reazioni vincolari:
VA = T(A) = 3/2 E J α t1
-------- ; VB = T(B) = 3/2 E J α t1
RIA ≤3/2 E J α t1 (con carsi senili nelle configurazone defornata)
LIN EL TERMO - FLESSIONALE:
- EJYiv = 9
- EJY''''- 9z + - = -t
- EJY = 9z2
- = ( Cz3 + C2 - M + α t z )
- EJY = 9z3 + C2 z
- -- + C2 z
- --- + C3 = ϕ
- EJY - (9z4/24 + C2 z2/6 + C3 z + C4