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INTRODUZIONE ALLA FISOFIA DEL NOVECENTO
Filosofia=amore per il sapere
La filosofia è un attività che consiste nella riflessione e nell'analisi delle opinioni che abbiamo sul
mondo e su noi stessi, per vedere se sono razionalmente difendibili. La filosofia non da nulla per
scontato e si serve di concetti e argomentazioni per giustificare le proprie convinzioni. Popper
diceva che l'unico motivo per cui la società deve farsi carico di pagare un filosofo è che tutti gli
uomini sono filosofi, perché tutti gli uomini si pongono delle domande più o meno esplicite su
stessi, il senso della propria vita, l'esistenza di Dio e il loro scopo. Non tutti però sono in grado di
giustificare o non si sono mai posti il problema di giustificare le loro posizioni. Da Telete in poi
questo lavoro della giustificazione viene affidato ai filosofi , negli anni il contesto in cui l'uomo era
inserito si è modificato. La svolta nella filosofia è stata con Galileo, perché fino a Galileo la filosofia
rappresenta l'unica forma di sapere razionale, mentre Galileo che si definisca filosofo della natura,
afferma di avere un metodo e un oggetto specifici, la natura intesa come aspetti misurabili e
quantificabili della realtà. La fisica di prima era qualitativa, con Galileo diventa quantitativa. La
filosofia si trova quindi privata di una parte di sapere, con Galileo comincia in processo di
emancipazione delle varie scienze dalla filosofia, prima la fisica, poi seguiranno la medicina, la
chimica e la biologia...solo alla fine dell'Ottocento anche le scienze umane, si rendono autonome.
La psicologia che nasce nel 1874 a Lipsia con Freud diventa una scienza distinta dalla filosofia.
L'economia nasce con la figura di Adam Smith, che prima di essere economista era filosofo.
Proprio nel corso dell'Ottocento Comte, riordinando le scienze, dice che possiamo costruire una
scienza dei fenomeni sociali che risolve i problemi delle comunità, la sociologia. La filosofia rimane
quindi un po' ferma rispetto a quest'evoluzione delle scienze. Tra l'altro l'Ottocento è stato il secolo
più ottimista nella storia della filosofia, con Hegel, Marx e Comte. La storia dell'umanità coincide
con la storia dell'assoluto che si fa, la storia è fondamentalmente progresso o come sostiene Marx
una lotta di classi sociali. La visione comunque utopica di Marx rimane ottimista tanto quanto
quella di Comte, che propone la sociologia come soluzione dei problemi sociali. Tutto questo
contornato da una grande fiducia nei confronti della ragione. Nel novecento lo scenario cambia
completamente, perché si passa dalla belle epoque al secolo della crisi, il secolo in cui si impone il
pessimismo. Questo passaggio è dovuto a diverse cause: la crisi dei fondamenti per prima, perché
tutto l'ottimismo si basava sulla fiducia nelle scienze, come base di tutto il resto, ma due
matematici., Lobačevskij e Riemann, cercano di dimostrare il quinto postulato di Euclide e
scoprono che si può parlare di geometria non euclidea. Questi due matematici elaborano due
geometrie nuove, non compatibili fra loro e non compatibili con le geometrie Euclide. I filosofi
vanno in crisi perché si chiedono quale sia allora la descrizione vera dello spazio. Poincarè, un
fisico filosofo, convenzionalista risponde che non esiste una risposta alla domanda fatta, perché
non c'è una geometria vera, ma una geometria utile al fisico che è quella euclidea. Pubblica quindi
un libro nel 1905, nello stesso anno Einstein pubblica la teoria della relatività ristretta del 1905
basandosi su una geometria non euclidea. A questo punto la scienza non può più essere
considerata base vera di tutta la realtà. Allora la scienza cos'è? E la ragione su cui abbiamo
puntato tutto che valore ha? Questa cosa manda in crisi non al scienza come spesso si crede, ma
il positivismo e la filosofia positiva dell'800. La crisi è alimentari anche dalla crisi a livello sociale e
politico, perché dopo la rivoluzione francese il mondo è stato guidato dall'ideologia borghese che
nella fine dell'800 mostra i suoi limiti, quindi i valori borghesi entrano in crisi, non a caso la russia
entra in guerra fredda e conosciamo i più grandi totalitarismi della storia. Come se tutto ciò non
bastasse c'è anche una profondissima crisi a livello umano. Novecento è quindi il secolo dello
smarrimento, il primo a vedere questo fu un filosofo che è vissuto interamente nell'800, Nietzsche.
Questo passaggio di crisi si rende evidente con la guerra mondiale. Uno storico definisce il 900
come secolo breve, perché lo fa iniziare con la prima guerra mondiale e lo fa termine con la caduta
del muro di Berlino. Dal punto di vista filosofico, Nietzsche affermava di scrivere la storia dei
prossimi due secoli, cioè del 900 e degli anni 2000, quindi il 900 sarebbe da definire come secolo
lungo. Con la crisi dei fondamenti e la scoperta di geometrie non Euclidee manda in crisi la filosofia
dal principio, perché già Kant diceva che se la metafisica era discutibile, la fisica aveva invece basi
solide e certe ed era una sola. Viene messa in discussione l'idea di scienza in costante progresso
e l'idea che la scienza sia l'unico fondamento della realtà. Una prima risposta alle geometrie non
Euclidee arriva proprio dal convenzionalismo, che afferma che la geometria euclidea è accettata
dalla fisica come la più comoda. Anche la logica che aveva progredito enormemente incontra
alcuni problemi. Fregie aveva pubblicato un programma di fondazione logica della matematica. Nel
1902 Berton Russell , che era matematico e filosofo, studiando questo libro di Fregie si accorge
che è presente un'antinomia che rende il suo scritto completamente invalido. È un'antinomia che si
riferisce all'insiemistica. La ragione, quando si applica a certe materie finisce per entrare in
contraddizione con se stessa. Non solo la scienza perde il suo smalto, ma viene messa in
discussione anche lo strumento partorito dalla scienza, cioè la ragione. La crisi dei fondamenti non
è l'unica causa della crisi tra ottocento e novecento. Dall'illuminismo in poi l'ideologia borghese ha
prevalso imponendo i suoi valori, che sono il liberismo e il liberalismo. La crisi in cui entra è dovuta
al contrasto tra la classe dominante che è la borghesia e il proletariato, che viveva in condizioni
difficili e precarie. La crisi dell'ideologia borghese si manifesta nel seguito che il marxismo ottiene
in tutta europa, anche se poi il marxismo attecchisce in uno dei pochi stati non Sviluppati a livello
industriale, la russia. Un'altra crisi è quella a livello sociale, descritta mirabilmente da Freud, che
afferma che nel corso dei tempi l'umanità ha dovuto sopportare due grandi mortificazioni dovute
alla scienza: la prima è quando apprese che la nostra terra non è il centro dell'universo, ma un
granello dell'universo (scoperto legata al nome di Copernico) e la seconda è dovuta
all'annientamento della posizione privilegiata dell'uomo rispetto al resto della natura (dovuta
all'idea di Darwin, dell'uomo come discendente della scimmia). La terza e più scottante
mortificazione è dovuta all'indagine psicologica che dimostra all'io che non solo non è padrone
della propria coscienza, ma deve fare i conto con qualcosa di cui conosce davvero poco,
l'inconscio. Pascal affermava che l'uomo è come una canna che si spezza molto facilmente, ma
l'uomo è soggetto autocosciente. Il pensiero di Freud ribalta questa visione perché Freud è
convinto che l'uomo sia in balia di pulsioni che nemmeno conosce. Il tema fondamentale della
letteratura del 900 è la frammentazione del soggetto (Svevo, Joyce, Pirandello). Lo smarrimento
della cultura è però così forte e così diffuso perché molto dipende dalla perdita di un orizzonte
condiviso, che invece esisteva nelle altre epoche in cui comunque c'è stata una crisi. Ogni epoca
ha sempre avuto all'orizzonte qualcosa per cui valeva la pena di vivere e di morire. Nella Grecia
c'era la poleis, nel medioevo c'era la fede, nell'illuminismo c'era la ragione , ora i valori sono tutti
opinabili. La frammentazione del soggetto è anche la frammentazione dell'immagine complessiva
dell'uomo. La filosofia del 900 ha tentato di rimettere insieme i cocci, con scarso successo.
Le risposte filosofiche alla crisi furono 2: da un lato c'è una tendenza epistemologica e dall'altro
una tendenza antropologica. La prima è partita dalla crisi del scienza e quindi con la volontà di
restituire credibilità alla scienza e alla ragione e ha come presupposto che la scienza sia la forma
privilegiata di conoscenza. Questa si è consolidata nella filosofia analitica in senso lato. L'altra
tendenza, divergente alla prima è quella antropologica ed è un tentativo di recuperare un senso
per la vita dell'uomo, quindi centrando lo studio e l'attenzione sull'uomo. Queste filosofie si sono
sviluppate molto di più in Francia e in Germania, da qui la dicitura di filosofie continentale. Quella
epistemologica parte dall'Inghilterra e dall'America , quindi definita filosofia analitica.
NIETZSCHE
Il primo filosofo del 900 è Nietzsche, anche se nel 900 non scrive nulla. Perché dire quindi che è il
primo filosofo del novecento? Perché è il primo filosofo che riconosce la crisi dell'uomo occidentale
e che riconosce lo scacco della finezza dell'uomo che non può trovare soluzione. Schopenhauer e
Kierkegaard avevano messo in luce alcune caratteristiche negative, ma dando ad esse una
soluzione positiva. Kierkegaard pone come soluzione il salto nella fede, mentre Schopenhauer
parla di arte, di compassione e di ascesi. Nietzsche è il primo a dichiarare che non c'è soluzione
alla crisi dell'uomo moderno.
Prima fase: periodo giovanile con lo scritto della Nascita della tragedia e le considerazioni inattuali
(1872-1876)
Seconda fase: periodo illuministico con gli scritti umano troppo umano e Genealogia della morale
(1878-1882)
Ultima fase: periodo della filosofia del mattino e del meriggio, Così parlo Zaratustra
Studia a Lipsia filologia ed era appassionato dei grandi classici. I suoi insegnati gli procurano un
insegnamento all'università di Basilea.
PRIMA FASE
A Lipsia legge il mondo come volontà e come rappresentazione di Schopenhauer che lo colpisce;
sempre in quel periodo conosce Wagner. La fase giovanile è quindi la fase di omaggio ai maestri.
La prima opera è la nascita della tragedia dallo spirito della musica e afferma c