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SOCIETÀ GENITILIZIA
Nella più antica comunità romana (organizzata a regmum e in una seconda fase a Repubblica) esistono tre gruppi sociali minori, delle comunità intermedie tra l'individuo e lo Stato:
- Familia proprio iure (piccola famiglia): è la famiglia in senso stretto costituita dalla coppia e dagli eventuali discendenti sottoposti al potere dello stesso Pater.
- Familia communi iure (grande famiglia): ovvero la famiglia agnatizia costituita da tutti gli agnati, coloro che sarebbero ancora sotto il potere dello stesso Pater se egli vivesse. In questo gruppo possono essere compresi molti gruppi del primo.
- Gens: formata da tutti coloro che hanno lo stesso nome, pur appartenendo a diverse famiglie. È il gruppo più grande.
Il carattere distintivo della gens è costituito dal nome comune a tutti i gentiles. Altre caratteristiche sono:
- Non c'è distinzione per gradi.
- Non hanno un capostipite.
- È retta dal principio...
Dell'esogamia sulla base di forme matrimoniali collettive. Ciò significa che il matrimonio non si svolgeva tra singoli ma tra classi matrimoniali. Di conseguenza i figli hanno come padre non solo quello biologico, ma tutti gli uomini della stessa classe matrimoniale (stessa cosa per la madre).
L'ordinamento gentilizio derivava in gran parte dai mores, ma poteva trovare fonte anche nei decreta gentis (i soli di cui sia rimasta memoria riguardavano il divieto ad utilizzare il nome già avuto di personaggi che avevano avuto comportamenti riprovevoli.
Per quanto riguarda la proprietà: in una prima fase tutti i beni (specialmente terra e animali) erano sfruttati dal gruppo e nell'interesse comune; in una seconda fase si affianca l'appropriazione individuale dei beni e, infine in una terza fase si potevano distinguere terre di appropriazione collettiva gentilizia e terre di interesse familiare.
Prima della fondazione della città non esisteva
proprietà individuale in quanto sorse con l'origine della città: era una forma primitiva di proprietà proprio perché era limitata ad un lotto di due iugeri (5000 m2) che venne chiamato "heredium" (inquanto trasmissibile ereditariamente).
Nell'epoca successiva alla fondazione della città:
- l'ager (terra) che la comunità acquistava diveniva ager publicus;
- l'ager tenuto dalle singole famiglie era privatus.
La clientela:
"Cliens" era un termine utilizzato per indicare diversi modi di essere di rapporti fra persone/gruppi di rango sociale superiore e persone/gruppi di rango sociale inferiore.
Questo rapporto varia nelle diverse formazioni sociali, infatti negli ultimi due secoli della repubblica, sta ad indicare un collegamento fra uomini politici e i loro seguaci.
Invece nella società gentilizia indica uno status giuridico i clientes infatti furono una classe soggetta ai gentilizi.
costituendo gran parte della forza lavoro e la massa del piccolo esercito gentilizio. Il rapporto tra il patronus e il cliente si basava sulla fides (fiducia): il cliente lavorava per il patrono obbedendo ai suoi ordini, mentre il patrono aveva il dovere di dare assistenza e protezione al cliente. Nel momento in cui uno dei due soggetti veniva condannato per un'infrazione del rapporto fiduciario, potevano essere uccisi da chiunque. I clientes non possedevano nessuna terra, in quanto lavoravano quella del patrono, tuttavia si affermò l'origine del precario (concessine di un oggetto la cui restituzione può essere richiesta dal concedente a suo arbitrio): infatti le genti che disponevano di molte terre concedevano ai loro lavoratori parcelle di terra da coltivare e sfruttare. Il precarista teneva come propria la terra ma doveva restituirla non appena il concedente la richiedesse. LA CITTA' DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA PATRIZIO - PLEBEAI piùAntichi stanziamenti sui colli romani erano piccoli villaggi formati da gentes. Questi villaggi non si sarebbero sviluppati senza la presenza del Tevere e la possibilità di attraversarlo. Questo infatti facilitò i traffici commerciali tra nord e sud. Ad un certo punto i gruppi gentilizi dei piccoli villaggi andarono creando una comunità unitaria. Si trattava di una federazione gentilizia in cui gli antichi gruppi mantenevano una certa autonomia, anche se limitata. Con lo sviluppo di questo processo il carattere politico andava sempre più scomparendo, mentre si affermava sempre più la famiglia proprio iure.
Il potere della comunità era nelle mani di un consiglio di maggiorenti che si consideravano espressione di quei gruppi. Questo consiglio era formato dai Patres e ricevevano l'investitura del rex. Quest'ultimo era il capo politico, religioso, militare della comunità. La sua carica era vitalizia ma non ereditaria.
Origine delle
Inizialmente la base sociale era formata da questi gruppi di gentes che però furono integrati da altri gruppi provenienti da varie parti, per diverse ragioni: lavoratori che cercavano lavoro, gruppi che cercavano difesa e protezione, commercianti e artigiani... Queste masse di persone (al di fuori delle gentes) andavano sempre più ad ingrandirsi ma in ogni caso tutto era nelle mani delle gentes.
Il contrasto tra le due classi esploderà nel secondo decennio della repubblica quando. Questo processo di formazione di una nuova classe iniziò alla fine dell'VIII secolo e si ingrandì durante l'egemonia etrusca. Portò alla società romana alla divisione in due classi contrapposte:
- patrizi (derivanti dalle genti antiche)
- plebei
Egemonia etrusca: L'egemonia etrusca iniziò alla fine del VII secolo a.C. fino all'instaurazione della repubblica nel 509 a.C. Fu il regno dei due Tarquini nel quale si...
Inserì anche quello di Servio Tullio.
In questo contesto il re non è più il fiduciario dei Patres ma l'espressione della comunità cittadina. Prende così forma la città-stato. Gli elementi fondamentali erano:
- l'imperium, ovvero il potere sovrano dello stato romano che assomma il potere politico e quello militare;
- la costituzione centuriata, attraverso la quale ci fu la creazione delle tribù territoriali, con l'ammissione dei plebei alle curie e il trasferimento della sovranità dai Patres al rex;
- lex curiata de imperio che attribuiva potere al rex.
In tutto ciò le gentes scomparvero per lasciare spazio alla civitas di conseguenza la base sociale era formata da tutti i cives, cioè il popolo.
La prima repubblica:
Il patriziato aveva ormai l'obiettivo di conquistare la civitas e renderla oggetto della propria signoria. L'ostacolo però era il rex con il suo forte.
potere. L'oligarchia patrizia riuscì comunque a far cadere la monarchia nel 509 e a cacciare i Tarquini da Roma. Il fatto nuovo fu che il rex fu succeduto da due magistrati (praetores), i quali duravano in carica un anno ed erano entrambi a capo dello stesso imperium. Il potere regio però non passava tale e quale ai magistrati in quanto veniva strettamente controllato dal senato, formato dai maggiorenti del patriziato.
Dopo la cacciata dei Tarquini ci fu una grande riduzione dei traffici che provocò una grande crisi e alla rottura dell'assetto economico - politico si affermò una nuova situazione:
- gli agri erano posseduti e sfruttati per la maggior parte dai patrizi
- nella plebe gli strati più elevati ambivano a conquistare una qualche posizione politica ma si ritrovavano sempre esclusi; mentre gli strati inferiori, essendo coltivatori, artigiani e piccoli commercianti furono travolti dalla crisi agraria.
Queste varie condizioni
portarono i diversi strati plebei a cercare l'unità dell'interaclasse contro i patrizi. Così nel 494 ci fu una ribellione in cui la plebe si ritirò su un monte rifiutando di rientrare in città senza prima aver ottenuto delle garanzie: - a livello politico richiedevano il riconoscimento di una propria organizzazione che li rappresentasse - a livello economico chiedevano più provvedimenti a favore dei debitori - e infine, come fondamentale garanzia, richiedevano che fosse riconosciuto il diritto di eleggere propri magistrati con il compito di difenderli dai patrizi e di soccorrere la plebe dalle offese e ingiustizie. Il senato finì per accettare queste condizioni: furono infatti inviati tre rappresentanti plebei ai quali il senato diede le varie garanzie, dopodiché i plebei ritornarono in città. La plebe creò quindi i primi tribuni e successivamente deliberarono che: chi costringeva il tribuno a fare qualcosa, usavaLa violenza contro lo stesso, lo uccideva odava ordine di ucciderlo era considerato “sacer” e chi lo uccideva era esente da pena.
NB: Poi nel 492 fecero votare una seconda legge che stabiliva che nessuno potevainterrompere il tribuno mentre parlava all’assemblea plebea e chi l’avrebbe fattoavrebbe dovuto pagare una multa.