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RIVOLUZIONE FRANCESE
L’interpretazione classica dice che la rivoluzione fu un cambiamento radicale in cui la
borghesia si rivoltò contro un iniquo sistema fiscale, assolutistico e di privilegi, dai
quali era esclusa. Un’altra interpretazione ( “L'Ancien Régime et la Revolution” di
De Tocqueville, che andò negli Stati Uniti per conoscere il
modello americano da confrontare con quello francese. Il
prodotto di questo viaggio è “La democrazia in America”) dice
che fu una violenta continuazione di una lungo processo di crisi e
declino dell’ancien régime innestato con il crollo dei prezzi
agricoli nel XVIII secolo.
Questi sono i due principali gruppi di interpretazione;
qualcun altro sostiene addirittura che non fu una rivoluzione ma un cambiamento
della struttura politica: la borghesia infatti, più che fare la rivoluzione fu uno degli
effetti sociali della rivoluzione.
Oggi sono accettate le due principali interpretazioni.
La fiamma della rivolta fu influenzata dal fatto che pochi anni prima c’era stata la
rivoluzione americana dove si era imposta la sovranità della nazione rispetto agli altri
organi dello stato e si stabilivano i diritti individuali fondamentali. In Francia si
sviluppò in modo diverso da quanto accaduto oltreoceano perché avevano 2 forme di
governo distinte.
La crisi dell’ancien régime e la crescita delle tensioni sociali, in particolare la crisi
agraria che aveva indebitato le classi sociali fecero si che il re decise di riunire gli
stati generali (che non si riunivano da 150 anni e di cui facevano parte la nobiltà, il
clero e i Terzo Stato) per far fronte ai problemi economici.
Il 5 maggio del 1789 gli stati generali, come era accaduto in Inghilterra un secolo
prima, presentarono delle richieste al re, i cosiddetti Cahiers de doléance . I primi di
Assemblea Nazionale Costituente
luglio si autoproclamarono (i rappresentanti della
Dichiarazione dei Diritti dell’uomo
nazione riuniti in un’assemblea) e produssero la
e del cittadino, molto simile alla Dichiarazione d’Indipendenza americana (esclude
le donne fin dall’inizio):
“I Rappresentanti del Popolo Francese costituiti in Assemblea Nazionale,
considerando che l’ignoranza, l’oblio o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le
uniche cause delle sciagure pubbliche e della corruzione dei governi, hanno stabilito
di esporre, in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri
dell’uomo, affinché questa dichiarazione,
costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, rammenti loro
incessantemente i loro diritti e i loro doveri; affinché maggior rispetto ritraggano gli
atti del Potere legislativo e quelli del Potere esecutivo dal poter essere in ogni istante
paragonati con il fine di ogni istituzione politica; affinché i reclami dei cittadini,
fondati d’ora innanzi su dei princìpi semplici e incontestabili, abbiano sempre per
risultato il mantenimento della Costituzione e la felicità di tutti.
In conseguenza, l’Assemblea Nazionale riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli
auspici dell’Essere Supremo, i seguenti diritti dell’uomo e del cittadino:
Articolo 1
Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non
possono essere fondate che sull’utilità comune.
Articolo 3
Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione. Nessun corpo o
individuo può esercitare un’autorità che non emani espressamente da essa.
Articolo 6
La Legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di
concorrere, personalmente o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione.
Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini
essendo uguali ai suoi occhi sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti e
impieghi pubblici secondo la loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle
loro virtù e dei loro talenti.
Articolo 7
Nessun uomo può essere accusato, arrestato o detenuto se non nei casi determinati
dalla Legge, e secondo le forme da essa prescritte. Quelli che procurano, spediscono,
eseguono o fanno eseguire degli ordini arbitrari, devono essere puniti; ma ogni
cittadino citato o tratto in arresto, in virtù della Legge, deve obbedire
immediatamente; opponendo resistenza si rende colpevole.
Articolo 10
Nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la
manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla Legge.
Articolo 11
La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi
dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo
a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge.”
L’insieme dei cittadini si sostituisce al re nella scala gerarchica dei poteri dello stato.
14 luglio 1789
Nel frattempo la febbre rivoluzionaria però infiammava Parigi che il
prende la Bastiglia (carcere per oppositori politici, simbolo dell’assolutismo) e si
assedia un nuovo governo municipale che crea un esercito per difendere la rivoluzione
Guardia Nazionale (il capo è La Fayette) di cui fanno parte anche i sanculotti (erano
dei combattenti che non avevano i soldi per comprare le braghe bianchi dei nobili per
questo “sans culotte”. Sono diventati un simbolo della rivoluzione).
Cominciò una guerra civile e contemporaneamente anche gli altri stati europei
reagirono per paura che le rivolte si espandessero nel resto del continente .
La Rivoluzione durò oltre 80 anni fino alla Comune di Parigi FEBBRE
ESAGONALE (lunga ricerca di ordine per la Francia).
La fase più sanguinosa fu quella “del Terrore” dove riuscirono a promulgare una serie
di riforme fra cui la creazione di uno stato laico con la “Costituzione Civile del
Clero” che stabilì anche che il clero deve obbedire allo stato. leva di massa
Un’altra grande riforma fu l’introduzione, per la prima volta, della
(cittadino soldato, esercito nazionale).
Mentre le potenze europee cercavano di fermare la Francia, in questa situazione di
caos ci fu un colpo di stato militare che portò al potere il più giovane generale
Napoleone Bonaparte
dell’esercito (console, primo console e imperatore).
PRIMO IMPERO FRANCESE
Si apre così la fase del 18031814.
Figura altamente controversa, Napoleone esportò con le sue armate le idee della
rivoluzione in tutta Europa, fu un leader militare e anche politico e rappresentò
l’ordine postrivoluzionario fondato su alcuni principi borghesi.
Promulgò il CODICE CIVILE, modello poi del moderno stato di diritto che,
sostanzialmente, riconosce il diritto di proprietà.
La seconda grande riforma fu la centralizzazione dello stato e la divisione geografica
in provincie con a capo un prefetto.
La Francia diventerà poi il modello di stato borghese liberale dell’Ottocento.
RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
È l’avvio di una serie di trasformazioni che determina l’avvio della crescita
economica moderna e delle trasformazioni politicoistituzionali.
Ha acconsentito il primato economico dell’Occidente, l’europeizzazione del mondo.
Comincia in Inghilterra e determina un profondo cambiamento nei modi di produrre,
nell’uso della forza (gambe e braccia umane macchina a vapore, telaio meccanico
…), fonti energetiche nuove (si possono estrarre nuovi combustibili, come il carbone)
e nuovi prodigi tecnologici.
Le prime industrie sono quindi quella siderurgica, tessile e meccanica. (la
disponibilità di abbigliamento a basso costo fu un passo verso la democratizzazione
sociale).
Cambiano anche i luoghi della produzione (bottega, casa industria) dove
affluiscono le nuove classi dei lavoratori (la classe operaia non ha più, come dice
Marx, i mezzi di produzione e quindi è disponibile per lavorare nelle industrie) tra le
quali la classe operaia femminile, che conferisce nuova visibilità pubblica alle donne
e una coscienza dei diritti, e classi medie impiegatizie.
Anche nelle comunicazioni e nei trasporti ci sono della nuove tecnologie: la
RIVOLUZIONE DEI TRASPORTI con l’Età delle Ferrovie (la prima è fra Liverpool
e Manchester) e la nave a vapore permettono di ridurre i costi e i tempi dei trasporti
favorendo la possibilità di spostarsi a una grande massa di persone e merci.
La trasformazione è anche culturale: non bisogna più aspettare la “divina
provvidenza” per spostarsi sul mare e, più in generale, la cultura diventa più
indipendente dai fenomeni atmosferici.
Perché in Inghilterra?
Per diversi motivi: innanzitutto tutti gli indicatori economici cominciarono a cambiare
rapidissimamente in pochissimi anni, in particolare nel tessile e nella siderurgia.
Inoltre non bisogna dimenticare che:
Era ricca di risorse naturali (carbone e ferro); però lo erano anche altri stati,
• come la Cina, il Belgio e la Germania;
Aspetti geopolitici: era un isola la cui ultima invasione in epoca moderna
• risale al 1066 e questo le permise di concentrare le forze in altri campi piuttosto
che nelle guerre di difesa;
Rivoluzione agraria: i terreni venero organizzati in enclosures ovvero degli
• appezzamenti comuni incolti che fecero nascere una classe di proprietari agrari
e contemporaneamente una grande disponibilità di manodopera per
l’industria);
Circolo virtuoso di creatività tecnologica;
• Fattori sociali e istituzionali: l’Inghilterra aveva adottato abbastanza
• precocemente (metà del 600) dei diritti di proprietà, diritti sui brevetti
sostenendo la creatività (il rischio di investimento) e tribunali efficienti;
Istituzioni politiche britanniche: il processo di trasformazione politico
• istituzionale inglese avvenne circa un secolo prima delle altre nazioni. (c’è un
rapporto fra istituzioni e crescita?)
Proiezione mondiale economia britannica.
•
INDUSTRIALIZZAZIONE IN EUROPA: SECONDA RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento si parla di una seconda rivoluzione
industriale che fu innanzitutto un’espansione della prima rivoluzione ad alcune
regioni europee e, in secondo luogo fu un salto di qualità nelle capacità tecniche,
produttive (manifatturiero ecc …) e nella costruzione degli stati nazionali europei.
L’industrializzazione si estense con una dinamica “a macchia di leopardo”, nel corso
di diversi anni ed fu un fatto region