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Di cosa parliamo quando parliamo di corti?

Formule correnti:

  • Da un punto di vista narratologico, il corto che sta al racconto come il film sta al romanzo;
  • Il corto come palestra del regista esordiente in attesa del lungometraggio, ma anche forma espressiva autonoma;
  • Corto come esordio o apprendistato di tanti maestri del cinema, o "chicca" sconosciuta ai più;
  • Corto territorio di sperimentazione di nuovi stili, nuove tecnologie, nuovi approcci;
  • Corto spazio di autoproduzione e indipendenza, espressione di creatività giovanile, moda e fenomeno di tendenza;
  • Corto come spazio di libertà da schemi e condizionamenti produttivi;

Per ognuno di questi punti si potrebbe fare una storia distinta, al di là del tratto comune di definire il corto "un'opera di durata inferiore a quella standard per il cinema comunemente inteso" (90-100 minuti ca)

Intrecci fra:

  • Cinema delle origini

contatti fracinema e:

  • Storie
  • dell'avanguardia e Arti visive
  • della sperimentazione
  • Musica
  • Documentario in tutte
  • Altre tecnologie
  • le sue forme audiovisive
  • Cinema di animazione
  • Scuole, istituzioni ecc.

Dunque è difficile una definizione onnicomprensiva. Più che un genere il corto è una PRATICA FILMOGRAFICA di cui esistono un certo numero di tradizioni. In sostanza si tratta di un campo testuale FUORI FORMATO, in cui la classificazione per generi tradizionali è poco utile, mentre è utile per riformulare l'esperienza audiovisiva nel suo complesso.

Il cinema breve delle origini:

  • Cfr. "séance Lumière" il 28-1-1895 a Parigi:
  • 10 brevi film di 1 minuto (17 metri di pellicola) - in seguito i filmati si attesteranno sui 15 minuti:
  • La varietà prevale sull'unità
  • Dal 1910 si moltiplicano i film a 3 e più rulli: cfr. "Cabiria" di

Pastrone, 1914.

  • Si stabilizza il lungo metraggio a soggetto, nei generi "nobili" (adattamenti letterari ecc.), sia in termini istituzionali ed economici, sia in termini di legittimazione estetica
  • Di conseguenza, abbiamo la prevalenza di un solo genere, quello del lungometraggio, su tutti gli altri 5
  • I corti sopravvivono allora soprattutto in quanto:
    • comica (finale)
    • documentario dal vero
  • In conclusione: tutti i film dei primi anni della storia del cinema sono brevi
  • Sono matrice di ogni cinematografia breve successiva

Un intervento autorevole:

"Campo empirico per eccellenza, il cortometraggio trova la sua principale ragion d'essere nell'esperienza, la ricerca, il saggio (...) serve anzitutto da banco di prova per i registi debuttanti. Inoltre, il suo carattere sperimentale gli permette di dedicarsi a dei soggetti impossibili da trattare nel campo del lungometraggio: rappresenta l'arte della rapidità, dell'ellissi"

dell'allusione, della sintesi, del rigore, della sobrietà, della chiarezza. È soprattutto mezzo di espressione specifica in seno a una stessa arte, come la novella sta di fronte al romanzo, come il poema sinfonico sta di fronte alla sinfonia" (op. cit. p. 17)

Fra sperimentazione e documentario

  • Le avanguardie cinematografiche degli anni '20 sperimentano le strade del film astratto (ad es. il "rythme coloré" del pittore Léopold Survage, o la ricerca di un cinema futurista di Bruno Corra, Arnaldo Gianna)
  • Molti artisti, fra cui Man Ray, René Clair, Fernand Léger, Salvator Dalì con Bunuel, Dziga Vertov..., sviluppano un cinema che si confronta con la poesia, le arti visive, la musica e il documentario sociale più che con le forme tradizionali dell'intrattenimento borghese come il teatro o il romanzo

Questi "corti" rompono con la tradizione, ricercano modi inediti di espressione, in

cuidominano la fantasia e il gioco vs l'ordine commerciale
  • La brevità è una virtù, esprime un'esigenza di sintesi, di provocazione, di aggressione veloce al cinema istituzionalizzato (vs Kolossal ecc.)
  • Inoltre si sviluppano forme di autoproduzione e mecenatismo, incoraggiate dal progressivo avvento delle tecnologie leggere
Nel corso del tempo il corto segue le linee di sviluppo più varie. Sul piano dell'espressione:
  • animazioni, forme astratte, secondo moduli e cadenze ritmiche
  • Lavoro diretto sulla pellicola
  • Lavoro sul profilmico e ripresa dal vero con deformazioni, accelerazioni, sovrimpressioni, sinfonie di luci
Sul piano del contenuto:
  • Esplorazione della dimensione onirica, irrazionale, della memoria, della percezione
  • Per quanto riguarda il filone documentario, invece, lo sguardo sulla città, "simbolo e sintesi della modernizzazione coetanea al cinema - sulle sue forme

Il suo dinamismo, ma anche sulle sue differenze sociali e contraddizioni aperte.

  • Infine, sperimentazioni a tutto campo.

Nelle sale cinematografiche

  • A partire dagli anni 40 fino agli anni 50, il corto è presente nelle sale cinematografiche, generalmente prima dello spettacolo principale, nelle forme del
  • Documentario
  • Animazione
  • Fiction
  • Corto sperimentale

Si stabilizza l'industria-mercato, il cinema diviene un'istituzione come medium audiovisivo di massa, con la fiction come oggetto centrale, luogo essenziale di conoscenza e formazione di comportamenti individuali e collettivi.

Anche il corto si istituzionalizza (cinema nazionale; scuole etc.: cfr. attività dell'Istituto Luce) ma si assiste anche a effetti paradossali, come il rifiuto da parte del pubblico.

L'età d'oro del corto, prima della rinascita attuale, è negli anni 40 e 50. Sviluppa forme e tematiche minoritarie, come il comico.

lo sketch folgorante, il ritmo, la fisicità tipiche delle brevi comiche; mantiene vivo il rapporto con la poesia e le arti visive, si sviluppa nel campo dell'animazione (cfr. Disney).

D'altra parte, nel filone documentario, esalta la natura del cinema come fotografia, indagine e discorso critico sul reale e le sue manifestazioni, assume il carattere di Testimonianza.

Dal punto di vista degli autori, diventa il luogo di sperimentazione e di definizione di uno stile e di una poetica individuali.

Da ricordare anche i "film a episodi", che sono in realtà microraccolte di corti di fiction, come I mostri di Dino Risi (1963); Ro.Go.Pa.G. (Rossellini-Godard-Pasolini-Gregoretti) o ancora La ricotta di Pasolini.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pezzini Isabella.