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CONTABILITÀ GENERALE
La contabilità generale d’esercizio soddisfa prevalentemente le esigenze
informative esterne, attraverso la determinazione del reddito di esercizio e del
connesso capitale di funzionamento, andando a rilevare i fatti esterni di
gestione.
Essa è denominata:
contabilità, in quanto ha come strumento di rilevazione principale il conto;
generale, in quanto osserva l’impresa nel suo insieme;
d’esercizio, in quanto è finalizzata alla rilevazione dei fatti di esercizio, ed il
suo ciclo di rilevazione coincide generalmente col periodo amministrativo.
Essa si fonda su:
un metodo contabile, inteso come l’insieme di regole che disciplinano la
tenuta del sistema di rilevazione (forma, ordine e collegamento dei conti
all’interno del sistema contabile);
un sistema contabile, inteso come l’insieme coordinato dei conti utilizzati
per la rilevazione.
Le aziende italiane utilizzano il metodo della partita doppia applicato al
sistema del reddito.
Il conto è un prospetto in due sezioni, intestato ad un determinato oggetto,
per metterne in evidenza la grandezza iniziale e le sue successive variazioni.
Solitamente, tutte le movimentazioni dei conti vengono effettuate con una
unità di misura comune, costituita dalla moneta di conto.
Titolo o intestazione
Dare o (-) Avere o (+)
Variazioni aumentative o Variazioni aumentative o
diminutive diminutive
terminologia relativa all’impiego dei conti:
addebitare: iscrivere un valore nella sez. Dare;
accreditare: iscrivere un valore nella sez. Avere;
saldo: differenza tra il totale dei valori dello stesso conto iscritti in Dare e
quelli iscritti in Avere; il conto si dice spento quando il saldo è 0.
chiudere un conto: scrivere il saldo nella sezione in cui il totale dei valori è
minore.
Esistono tre tipi di conti:
conti numerari, in cui vengono inseriti valori originari
• conti economici di reddito, in cui vengono inseriti valori derivati
• conti economici di capitale, in cui vengono inseriti valori derivati
• Conti numerari Possono essere accesi a valori:
Dare Avere • certi (denaro);
+ Denaro - Denaro • assimilati (crediti e debiti di
+ Crediti - Crediti funzionamento);
-Debiti +Debiti • presunti (fondi rischi, fondi spese
future,
Variazioni Variazioni debiti e crediti in valuta, …)
Numerarie numerarie
Attive passive
Conti economici di reddito Rilevano le variazioni di:
Dare Avere • costi e ricavi di esercizio;
Costi Ricavi • costi e ricavi pluriennali;
Rettifiche di Rettifiche di • rimanenze e altri costi e ricavi sospesi
ricavi costi (risconti);
Storni di Storni di • rettifiche di costi e ricavi di esercizio (resi,
ricavi costi sconti, abbuoni);
• debiti e crediti di finanziamento.
Componenti Componenti
negative positive
di reddito di reddito
Conti economici di capitale Rilevano le variazioni del capitale e delle
Dare Avere sue
- Capitale + Capitale parti ideali conseguenti a:
• operazioni di conferimento;
• operazioni di prelevamento;
Variazioni Variazioni • risultati di gestione.
negative positive
di capitale di capitale
SUPPORTI DEL SISTEMA CONTABILE
Piano dei conti: i conti che si prevede di utilizzare per la rilevazione dei fatti
di gestione.
Libro mastro: insieme concreto dei conti impiegati per rilevare le operazioni
aziendali. Riporta i fatti di gestione classificati per conto (scritture
sistematiche).
Libro giornale: serie di articoli con cui sono rilevate cronologicamente le
operazioni aziendali (scritture cronologiche); ogni articolo contiene la
descrizione dell’operazione e gli importi degli addebitamenti e degli
accreditamenti da riportare nei conti del mastro.
TIPOLOGIE DI SCRITTURE CONTABILI
Scritture di gestione: rilevano costi e ricavi su base numeraria.
Scritture di chiusura: si dividono in:
scritture di assestamento: rilevano costi e ricavi di competenza
• dell’esercizio;
scritture di epilogo: determinano il risultato economico d’esercizio
• (grandezza flusso);
scritture di chiusura generale dei conti: rappresentano il capitale di
• funzionamento (grandezza stock).
Scritture di riapertura dei conti: predispongono la contabilità ad accogliere
le scritture di gestione per l’esercizio successivo.
CAPITOLO 7
In un’azienda sono necessari degli strumenti finalizzati a informare i portatori
di interessi sui riflessi economici delle operazioni svolte nel corso della vita
dell’azienda, o di un determinato periodo. La prima fonte per comprendere
l’andamento dell’azienda è il bilancio. Per rappresentare in modo sintetico
l’economicità di un’azienda possono essere utilizzati più modelli, i più noti
sono quello del (1) bilancio di esercizio e quello del (2) valore economico.
Offre info sul reddito conseguito in un singolo periodo
1. amministrativo, determinando contemporaneamente il capitale di
funzionamento utilizzato nello stesso esercizio.
Stima del capitale economico per una valutazione d’insieme del
2. complesso tenendo conto di valori che non trovano posto nel bilancio.
BILANCIO: si propone di rappresentare l’andamento dell’azienda tramite un
sistema di valori di derivazione contabile che sintetizza l’effetto delle
operazioni sulla dinamica economica e sulle condizioni di equilibrio finanziario
e patrimoniale
SISTEMA CONTABILE: sistema di rilevazione che utilizza il “conto”,
• prospetto a due sezioni contrapposte che accoglie valori di segno
opposto. È regolato da un “metodo, insieme di regole che stabilisce
quali valori devono essere rappresentati attraverso i conti e in che
modalità. Viene utilizzata la PARTITA DOPPIA basata sul CONTO che
osserva contemporaneamente l’aspetto finanziario e l’aspetto
economico.
RISULTATO ECONOMICO DI PERIODO: risultato – positivo (utile) o
negativo (perdita) – che si determina sommando algebricamente i
valori assegnati ai fattori produttivi utilizzati nel processo di produzione
economica (costi) con quelli attribuiti ai provanti conseguiti attraverso il
disinvestimento della produzione (ricavi). Gli elementi elementari sono
quindi costi e ricavi, con le rispettive rettifiche, e in qualsiasi periodo il
risultato economico sarà dato dalla differenza tra ricavi e costi.
Quanto può servire la rappresentazione del valore economico creato
dall’azienda alla fine della sua vita? Non ha molto sento attendere il
termine della vita di un’azienda per verificare se è stata creata o
distrutta ricchezza. Nonostante non sia molto utile, è il metodo di
rilevazione più oggettivo in quanto non sono più in corso operazioni e
tutti i crediti/debiti sono stati estinti.
TRE METODI:
FINANZIARIO: confronto tra la sommatoria delle entrate e delle
• uscite.
PATRIMONIALE: confronto tra il valore conferito dagli apportatori
• di risorse all’inizio, incremento dei conferimenti successivi e il
valore dei rimborsi.
REDDITUALE: confronto tra ricavi e costi.
• Il risultato è il medesimo.
Per poter giudicare la validità delle scelte effettuate è necessario che la
verifica degli andamenti avvenga con cadenza ravvicinata nel tempo.
Per questo si adotta convenzionalmente un periodo, detto
ESERCIZIO, della durata di un anno solare. L’anno di riferimento
dovrebbe terminare nel momento in cui le operazioni in corso sono di
entità minima, la correttezza e la soggettività nella determinazione del
risultato economico di periodo sono influenzate dai valori che si
riferiscono alla GESTIONE INCOMPIUTA: valori che fanno
riferimento a processi ancora in corso di svolgimento. Infatti,
considerando l’anno come periodo di riferimento, ci si attende che
l’entità delle entrate non coincida più con quella dei ricavi, e viceversa.
Diviene necessario ricorrere a processi di valutazione per attribuire a un
esercizio valori che sono di fatto comuni a più esercizi.
Quando si deve verificare l’economicità della gestione, nel periodo, non
si prenderanno in considerazione tutti i costi e tutti i ricavi che nel corso
del periodo sono stati misurati dalle relative variazioni finanziarie, ma
soltanto quelli che si riferiscono alle operazioni che si sono compiute (e
che non hanno avuto termine) e per le quali è possibile correlare i costi
ai ricavi.
Il costo dei vari fattori deve essere fatto partecipare alla formazione del
risultato nel periodo di competenza, secondo la quota utilizzata di quei
fattori.
FFS: esauriscono la loro utilità in un unico ciclo produttivo
FFR: cedono utilità per un numero di cicli superiore all’unità
FP: oltre a conferire utilità per più cicli produttivi, restano inseriti nella
combinazione aziendale.
Per i fattori a fecondità ripetuta il costo relativo al loro utilizzo dovrà
essere ripartito su tutti i cicli ai quali partecipano. È quindi necessario
determinare la quota di costo da far partecipare alla formazione del
risultato di ogni periodo. Si dovrà separare il costo di acquisizione dal
costo di utilizzazione QUOTA DI AMMORTAMENTO: costo di
utilizzazione del ffr Le quote di ammortamento rappresentano il costo di
utilizzazione di FP e segnano l’incidenza di tali fattori sul risultato
economico dei periodi amministrativi in cui tali fattori hanno ceduto
utilità.
Anche per i ffs occorre stimare il costo di utilizzazione, diverso da quello
di acquisizione: stimare la quota di fattori che non sono stati utilizzati
nella produzione economica e rinviare il relativo costo all’esercizio
successivo.
Il costo di acquisizione corrisponde all’uscita nel periodo per
procurarsi la disponibilità del fattore produttivo; il costo di utilizzazione
fa riferimento al valore del fp impiegati nei processi e che hanno
trasferito utilità economiche trasfuse nei prodotti e nei servizi che hanno
generato ricavi nell’esercizio. Costo di acquisizione – costo di
utilizzazione = valore residuo.
Tale valore nei periodi futuri dovrà essere remunerato dai ricavi. Il
valore residuo esprime quindi il valore ancora disponibile del fp che
dovrà partecipare alla formazione del risultato nei periodi successivi.
CONTO ECONOMICO= risultato del periodo ( attraverso costi e
ricavi)
STATO PATRIMONIALE= gestione incompiuta ( valori sospesi-
capitale di funzionamento)
Si devono individuare dei principi che possono guidare la corretta
identificazione di costi e ricavi che concorrono al risultato
economico del periodo. COMPETENZA: principio in base al quale