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Cardinale

Perché è come una sorta di porta che gira sui cardini, questo girare vuol dire che la lingua si purifica come un giardiniere che butta le erbacce. È anche curiale, la curia è la corte del re dei romani, l'imperatore aveva due funzioni quella nei territori esteri di imperatore e quella di re dei romani, riprende questa differenza, chiede una sorta di garanzia nella figura dell'imperatore. In fondo Dante cerca di rimediare alla frammentazione politica del suo tempo inventando una lingua che prende posto di un'unità, come se la letteratura espandesse i suoi ambiti.

Paradiso XXVI, 109-138: nel suo cammino verso Dio Dante si trova faccia a faccia con Adamo, che vede nella mente e nel cuore di Dante e capisce che ha quando è stato messo nell'Eden? Quanto delle domande: ci è stato? Perché Dio si è arrabbiato così? Che lingua ha utilizzato? Gli risponde che non è stato il fatto di aver mangiato il frutto.

ma il fatto che abbia ignorato il suo divieto. NonCommedia. canto di Ulisse, c'è niente di casuale nella Nel quest'ultimo ha(Inferno XXVI) varcato le colonne d'Ercole c'è un rapporto tra il superamento di Ulisse e l'infrazione del divieto da parte di Adamo. Sono passati 4200 anni da quando è morto ed è poi sceso nel Limbo, assieme a quelli che sono nati prima di Cristo, poi quando Cristo è sceso a liberare alcuni la sua condizione è cambiata ed è arrivato nell'Eden, è li da 930 anni. Sono 6498 anni, è la metà del grande anno cosmico, ciclo di rivoluzione di tutto il cosmo. Quello che dice Adamo è che la lingua che ha parlato era perfetta, perché data da Dio, era già estinta nel momento in cui la torre di Babele stava per essere De vulgari eloquentia edificata. Nel Dante sosteneva che la lingua perfetta di Adamo esistesse ancora e che fosse la lingua ebraica. Dice che era

Una lingua come le altre. La poesia di Dante

Uno dei primi esperimenti poetici di Dante è la tenzone con Forese Donati, botta e risposta nello stile comico; per un poeta medievale il comico è il più difficile, bisogna essere molto diretti e anche volgari ma con una finezza molto débat tensoforte, si usano rime difficili, in francese, in provenzale, qui si tratta di sonetti che i due si scambiano nei quali se ne dicono di ogni, senza per forza che ci sia un litigio tra i due, c'è anche chi ha detto che questi sonetti non sono di Dante ma di un altro autore, ma è improbabile perché vengono ripresi nel canto del Purgatorio quando incontra Forese.

Dante a Forese: l'attacco del sonetto è cavalcantiano, chi sente tossire la moglie di Forese potrebbe dire che ha trascorso l'inverno in un paese freddissimo, siccome è raffreddata a metà agosto, immagina come debba essere negli altri periodi dell'anno, non le serve

A niente dormire bene coperta, cortonese per colpa della coperta che è troppo corta, fa riferimento anche al membro di Donati. Quindi tutte le sue malattie non se le prende per vecchiaia o squilibrio tra umori, ma per la mancanza. La madre della moglie si lamenta e dice che per poco non la poteva sposare con un altro uomo.

In un altro sonetto lo accusa di essere goloso e di aver speso troppo per il cibo.

Canto XIII

Nel del Purgatorio Dante incontra un personaggio che lo ferma e alla faccia fine riconosce Forese, dice due volte, Forese aveva una cicatrice in faccia. Nel Purgatorio dei golosi ci sono dei fiumi dove non si può bere e frutti profumati che non si possono mangiare. Nel Purgatorio si parte dalla base del monte, Forese è morto da poco ed è già in alto, Dante gli dice pure che ha avuto poca possibilità di pentirsi per il sopraggiungere della morte e lui spiega che la moglie ha pregato per lui e quindi gli ha permesso di salire più in alto.

Dopo Forese si scaglia contro le donne di Firenze, dice che sono sfacciate e fa delle allusioni a situazioni discutibili a cui fa da controparte la grande virtù dell'amoglie.
La rima in -si ripete nella tenzone e nel canto del Purgatorio, anche quella in -ese, -oglia -etta, in e in sono molte corrispondenze.
Abbiamo una rete di riferimenti attraverso cui Dante descrive l'incontro di Forese come una specie di risarcimento della figura che aveva fatto fare a Forese con la sua tenzone. Mentre Forese si pente ed è devoto alla moglie, infatti, si sentono sotto le rime, che richiamano lo stile comico. 19.10.2016
Nel De vulgari eloquentia Dante parte dal generale e arriva al particolare. La Toscana era l'area regionale in cui si era più sviluppata la poesia e la letteratura. I toscani non sono superbi, ma sono semplicemente storditi dalla loro stessa presunzione. Guittone d'Arezzo mai ha usato il volgare curiale, per questo Dante lo riprende. Brunetto Latini,

Il maestro di Dante, usa una lingua curiale. Crea una contrapposizione tra una polarità positiva, il volgare curiale, e una polarità negativa, la lingua municipale, territoriale. Le lingue cittadine e territoriali non possono rivendicare la nobiltà del volgare curiale. Dante salva Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia, che hanno raggiunto l'apice del volgare nei loro lavori. Guittone d'Arezzo fu un poeta che ha anticipato alcune delle strade che Dante percorre nella sua poesia; è un poeta convertito che compone poesie prima d'amore e poi religiose, è anche un grande sperimentatore di metri e rime difficili, ha un percorso vicino a quello del trobar clus, simile a quello delle rime comiche dantesche; è anche un poeta che si arroga la missione di correttore dei costumi, un ammonitore degli uomini dal punto di vista morale. È considerato un grande poeta dai contemporanei. Dante si trova a dover iniziare la sua carriera.

Poetica affrontando una figura grande come quella di Guittone; lo vuole superare nel merito. Nel Canto XXIV del Purgatorio, Dante incontra Bonaggiunta da Lucca, prima nominato nel De vulgari eloquentia, di cui Dante aveva definito la poesia come municipale e non curiale. Questo personaggio parla a Dante, ma in modo così strano che il poeta non capisce cosa l'altro stia mormorando. Dante nel suo esilio ha passato un periodo a Lucca, dove ha composto parte del Purgatorio. Dante avverte la voce indistinta arrivare da dove sono puniti i golosi. Dante gli chiede di parlare in modo comprensibile e l'anima risponde in volgare. L'anima dice che c'è una donna lucchese che aiuterà molto Dante, in una specie di profezia. L'anima poi riconosce Dante come poeta, come il compositore di "Donne ch'avete intelletto d'amore". Dante ha in qualche modo portato nuove rime. La poesia nominata dall'anima è la poesia che inaugura lo stilo della loda.

Una svolta della Vita nova, per la quale Dante decide di innalzare il proprio stile e di lodare Beatrice come una creatura quasi non terrena, angelica. Bonaggiunta è un poeta pre-stilnovista, che vede lo stilnovo e questa poesia, come una novità, un nuovo stile letterario difficile da comprendere per lui. La risposta di Dante sembra generica, gli dice di essere uno di quei poeti stilnovisti che ispirati da Amore, scrivono una trascrizione fedele ciò che Amore stesso detta, tanto è vero che nel Medioevo la retorica si chiamava ars dictaminis, che all'epoca si sviluppava attorno ai cancellieri, alti funzionari di governo che dovevano scrivere lettere ufficiali e diplomatiche, e nel Canto XIII dell'Inferno c'è l'esempio di Pierre delle Vigne. Dante non si figura come identità, ma come parte del collettivo degli stilnovisti. Dante stesso, quando incontra Bonaggiunta, lo fa dialogare con lui e l'anima usa delle inflessioni lucchesi.

che non lo è. Bonaggiunta nomina anche Giacomo da Lentini e Guittone d'Arezzo. Guglielmo Gori ha parlato di un nodo, secondo cui Bonaggiunta manca della finezza per comprendere gli stilnovisti. Nino Pertile, invece si rifà alla caccia con il falcone, infatti sostiene che ci sia una cordicella che trattiene Bonaggiunta e riportandolo alla cultura a cui appartiene, ovvero alla scuola siciliana di cui Federico II era il fondatore. L'interpretazione del falcone è giustificata dal fatto che Bonaggiunta usi la parola penne. C'è una sorta di conferma delle teorie del De vulgari eloquentia, in cui Dante tratteggia lo stilnovo come una novità assoluta. L'espressione che usa Bonaggiunta è un'espressione già usata dal capostipite dello stilnovo Guinizzelli in Al cor gentil rempaira sempre amore, dove usa l'espressione tratto fore. La luce del sole trae fuori, separa ciò che è nobile da ciò che non lo è.

è vile. La cosa importante è che a questa canzone di Guinizelli replica Bonaggiunta da Lucca, che polemizza con gli stilnovisti il loro tono filosofico e il loro stile difficile e il loro aver complicato il modo di poetare. Dante mette la stessa espressione in un tono esaltativo nel Purgatorio.

Donne ch'avete intelletto d'amore Dante si rivolge alle amiche di Beatrice. Dante è incapace di parlare con Beatrice stessa, perchè gli provoca degli effetti, gli effetti d'Amore, infatti, rimane ammutolito davanti alla donna. Beatrice è ancora una presenza terrena, ma la sua bellezza si estende fino alla sfera celeste. Al Paradiso manca una sola cosa per raggiungere la perfezione, ovvero l'anima di Beatrice. Gli spiriti d'amore partono dallo sguardo della donna e si rifà a Guido Cavalcanti. Beatrice ha un effetto nobilitante, le anime volgari si purificano solo entrando in contatto visivo con lei.

Secondo Dante esistono tre stili medievali,

I tria magnalia, esistono tre anime nell'uomo e una contiene l'altra. La prima anima è quella vegetativa (funzioni più basse del creato; consente la crescita e la nutrizione); la seconda è quella sensitiva (movimento); l'anima razionale (discernimento). Quindi i tre temi più importanti che possono essere cantati dalla poesia, identificano tre stili. I tre fini dell'operare umano sono l'utile, il piacere e la virtù. I tre temi sono la salute, l'amore e la virtù; la prima riguarda la poesia bellica, il secondo la poesia amorosa e il terzo la poesia che tratta della retta volontà, ovvero la tematica morale, la felicità dell'uomo. Dante dice che i poeti più importanti sono tre esponenti della poesia provenzale. I tre modelli della poesia volgare sono per la poesia bellica nessuno, per il tema amoroso Cino da Pistoia, per il tema della rettitudine se stesso. A questo punto Dante incontra, poco dopo Bonaggiunta,

Guido Guinizelli, sempre nel Purgatorio e ha fatto fatica a riconoscerlo. Egli è
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A.A. 2017-2018
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serena.fagioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Dante e la Commedia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Prandi Stefano.