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ASCOLTARE

La maggior parte dei traumi personali hanno delle componenti sociali. Anche quando non sono

provocati da altre persone, noi ci rivolgiamo agli altri per fronteggiarli. Infatti, in genere ci addolora

sentire una persona che conosciamo raccontarci le sue tragedie personali. In situazioni sociali

normali, in cui una persona ha subito un trauma e l’altra no, le due persone si trovano in uno stato

psicologico molto diverso. Un problema molto differente compare quando due persone hanno

subito entrambe la stessa perdita. I traumi comuni determinano situazioni particolarmente difficili

perché, essendo entrambi i partner profondamente addolorati, nessuno dei due è in grado di

sostenere l’altro. Il problema è complicato dal fatto che ogni persona ha i suoi tempi per elaborare il

dolore di un lutto e lo fa a modo proprio. Vi sono dei vantaggi per la salute del fatto di avere una

rete di amici nei periodi di stress. La disponibilità di una rete di amici, o di sostegno sociale,

protegge dalla malattia e dalla morte la gente colpita da un ventaglio molto eterogeneo di tragedie.

Una rete di amici può attutire gli effetti dello stress in vari modi. Uno dei più ovvi è che gli amici

possono fornire denaro, cioè, alloggio e altri vantaggi materiali in caso di necessità. Possono anche

dare consigli e offrire un punto di vista oggettivo per considerare i propri problemi sotto una luce

più costruttiva. Un aspetto più interessante è che il fatto di avere una solida rete di amici può aiutare

a preservare la stabilità della propria visione del mondo e di se stessi. Uno degli aspetti spaventosi

dei traumi e che ci inducono a mettere in discussione il nostro senso di identità, la nostra idea di chi

siamo. Una rete di amici può aiutarci a conservare uno stato di buona salute mantenendo inalterata

la nostra idea di noi stessi, indipendentemente da quello che ci capita. I benefici più interessanti e

forse più potenti del sostegno sociale derivano dal fatto di possedere un canale di espressione per i

propri pensieri e stati d’animo. Più la rete di amici è ampia, più la salute personale è buona.

Tuttavia, questo effetto dipende quasi esclusivamente da quanto la persona ha parlato con loro dei

propri traumi. Ma qui viene il bello. Se avete avuto un trauma di cui non avete mai parlato con

nessuno, il vostro stato di salute non dipenderà da quanti amici avete. Il sostegno sociale protegge la

vostra salute soltanto se lo sapete usare saggiamente: se nella vostra vita avete subito un trauma

importante, quindi, parlatene con i vostri amici. Avere degli amici, in sé e per sé, non è abbastanza.

Uno dei motivi per cui scrivere delle esperienze che ci turbano può essere una buona strategia di

fronteggiamento è che si tratta di un metodo sicuro. Se usate un diario per esplorare i vostri pensieri

e sentimenti più profondi, potete essere del tutto onesti con voi stessi. Nessuno vi giudicherà, vi

criticherà o deformerà il vostro modo di vedere le cose. La scrittura, tuttavia, non è priva di

inconvenienti. Può essere un procedimento lungo e doloroso. Per molti inoltre è difficile esprimersi

tramite la scrittura. A volte, poi, le proprie percezioni soggettive possono essere distorte. L’ideale

sarebbe poter comunicare tutti i nostri pensieri più intimi a qualcuno. Ma non possiamo. Di solito

anche con i nostri amici più intimi ci sono argomenti che evitiamo perché ciò che diremmo potrebbe

urtare profondamente i loro sentimenti oppure farci apparire sotto una luce negativa. Un elemento

essenziale per una vera autoapertura è la presenza di un senso dominante di fiducia. È molto più

probabile che una persona riveli i suoi stati d’animo se si sente sicura di non essere criticata per quel

che dice. Se le persone rivelano onestamente i loro sentimenti verso qualcosa, questi sentimenti

sonno autentici. Perché raccontiamo i nostri pensieri e sentimenti più intimi agli estranei e non

invece al coniuge e agli amici? Il punto non e la fiducia nell’ascoltatore, né l’assenza di

atteggiamenti giudicanti da parte sua. È piuttosto la garanzia di non ritorsione. Se voglio parlare con

la persona seduta accanto a me in aeroplano dei miei segreti più oscuri, posso sentirmi sicuro nella

consapevolezza che non rincontrerò mai più quella persona. Questa consapevolezza è liberatoria.

Per definizione, tutto quello che dirò non avrà alcuna conseguenza sul piano dei rapporti

interpersonali a lungo termine. Inoltre, se la persona invece ha proprio un atteggiamento giudicante,

la cosa non avrà ripercussioni. La psicoterapia è un contesto privilegiato per la rivelazione di

segreti, pensieri ed emozioni. Di solito gli psicoterapeuti dispongono degli elementi essenziali per

un’autorivelazione sincera: fiducia, risposte non giudicanti e garanzia di non ritorsione.

Inoltre, a differenza di quanto avviene con la scrittura, le persone sofferenti ricevono informazioni

specifiche sui modi più adeguati per affrontare la fonte e i sintomi dello stress. La psicoterapia,

come la scrittura, può anche aiutare le persone a formarsi una migliore idea di sé. Le diverse forme

di psicoterapia alleviano efficacemente problemi di salute fisica, depressione e una serie di altri

disturbi dei pensiero e dei comportamento più o meno gravi. La scrittura dei propri pensieri e

sentimenti più profondi non dovrebbe essere usata come un sostituto della psicoterapia. Cosi come

il dialogo con un amico, è meglio considerare la scrittura una forma di difesa preventiva. Mentre

fondava la psicoanalisi Freud affermo che, affinché una psicoterapia possa essere efficace, il

paziente deve riversare le sue emozioni più profonde, o represse, sul terapeuta. Queste emozioni

fondamentali, di solito associate a un genitore, diventano la base di un forte attaccamento fra il

paziente e lo psicoterapeuta. Spesso, quando il transfert delle emozioni avviene, il paziente esprime

forti sentimenti di amore e/o odio verso il terapeuta. Anche teorie psicoterapeutiche più recenti

continuano a considerare essenziale per il successo del trattamento che il paziente sviluppi una

qualche sorta di attaccamento emozionale nei confronti dello psicoterapeuta. Da un certo punto di

vista, in una relazione psicoterapeutica è necessario un certo grado di transfert. Tuttavia, si possono

ottenere benefici terapeutici anche dalla scrittura o dalla conversazione con un estraneo su un

aeroplano — situazioni in cui il transfert è irrilevante. Quando una persona comincia una

psicoterapia, per esempio, sa che si appresta a creare e a conservare per un lungo periodo di tempo

uno stretto legame con io psicoterapeuta. Implicitamente deve fidarsi dello psicoterapeuta prima di

potersi sentire sicuro nel divulgare i suoi segreti. Poi, deve avere luogo la danza terapeutica. La

danza terapeutica avviene nelle prime sedute, quando il paziente sonda le reazioni, l’affidabilità e la

competenza dello psicoterapeuta. In ogni relazione ci vuole tempo perché si costruisca la fiducia.

All’inizio il paziente rivela qualche aspetto di sé, poco, e controlla attentamente la reazione dello

psicoterapeuta. Come nelle danze di corteggiamento fra uccelli o amanti, il paziente e lo

psicoterapeuta attraversano un periodo di aggiustamento prima che ci possa essere un’apertura

profonda. Nella relazione con un estraneo e nella scrittura, gli elementi della rivelazione sono subito

presenti. Nella vita incontriamo molti eventi che ci lasciano turbati e di cui vorremmo parlare con

qualcuno. La divulgazione dei nostri sentimenti più profondi può essere l’origine di legami

interpersonali forti e duraturi. Vari esperimenti suggeriscono per esempio che, quando una persona

rivela un suo segreto, il confidente spesso ricambia. Quindi, se convivete con un trauma e sentite il

bisogno di parlarne con qualcuno, tenere conto di quanto segue.

l. L’autorivelazione modificherà la natura della vostra relazione. Di solito, la rivelazione di un

segreto vi avvicinerà ulteriormente al vostro amico o confidente. Tuttavia chi vi ascolta può sentirsi

minacciato o restare turbato per quello che gli dite. Se ciò avviene, la vostra relazione può essere in

pericolo.

2. Chi vi ascolta può restare traumatizzato dal racconto dei vostri traumi. Sovente l’ascoltatore

sentirà il bisogno di parlare con qualcun’altro di ciò che gli avete detto. I segreti sono contagiosi.

3. Esistono anche ricatti sociali. Raccogliendo il racconto dei vostri oscuri segreti, gli altri si

troveranno in una posizione di potere nel vostri confronti.

4. Le aspettative dell’ascoltatore possono influire sul contenuto della rivelazione. Le persone

possono consciamente o inconsciamente modificare il modo in cui spiegano e interpretano i loro

pensieri e sentimenti più profondi a seconda di chi li ascolta. L’ideale sarebbe che chi vi ascolta vi

lasciasse liberi di esplorare tutti i vostri sentimenti conflittuali riguardo all’evento.

5. Le motivazioni personali alla base dell’autorivelazione possono non essere del tutto innocenti.

Prima di rivelare un segreto intimo a qualcuno, chiedetevi perché state scegliendo proprio quella

persona. Il tenore della confessione e spesso del tipo “tu hai fatto del male a me e io lo faccio a te”.

6. Raccontare e custodire segreti può essere un modo poco adeguato per astenersi dall’agire. Molte

volte, si può porre rimedio a un’esperienza disturbante con un’azione diretta, comunicando i propri

sentimenti a chi li aveva suscitati in origine.

Uno dei temi centrali di questo capitolo è stato quello della distinzione fra confrontarsi con un

trauma ed essere messi di fronte a un trauma altrui. Confrontarsi psicologicamente con i propri

traumi, parlandone, può essere salutare. Essere messi di fronte ai traumi altrui può essere

un’esperienza emotivamente difficile e faticosa. Infatti, ascoltare i racconti di esperienze

traumatiche può essere rischioso per la salute. La nostra capacità di partecipare emotivamente a

quelle storie di vita si è notevolmente indebolita. Il burnout, per molti versi, è un problema di

inibizione. Uno dei pericoli connessi al fatto di essere continuamente messi di fronte ai traumi altrui

e che ci sono pochissime opportunità per parlarne. Un aspetto particolarmente nocivo, è che le

vittime del burnout sentono di avere uno scarso controllo sulla vita delle persone con cui parlano.

Più l’ascoltatore ha la possibilità di esercitare un’influenza sulla vita del parlante, più si manterrà

sano. I sintomi del burnout non colpiscono soltanto le persone che svolgono professioni d’aiuto.

Possono comparir

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caranzame di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Monitoraggio degli interventi educativi sul disagio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università della Sicilia Centrale "KORE" di Enna o del prof Di Vita Alessandro.