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STATO PATRIMONIALE
Attività (usi o impieghi di fondi) Passività e Netto (fonti di fondi)
- ATTIVITÀ FINANZIARIE (AF) - PASSIVITÀ FINANZIARIE (PF)
Moneta, crediti, titoli, Debiti (D)
quote capitale d’impresa - PATRIMONIO NETTO (PN)
- ATTIVITÀ REALI
Terreni, abitazioni, macchinari,
fabbricati, scorte di materie
prime e prodotti
Posizione creditoria netta: AF > D
Posizione debitoria netta: D > AF
Contabilmente vale il principio: PN = AF + AR – D
AF + AR = ricchezza totale
AF = ricchezza finanziaria lorda
AF – PF = ricchezza finanziaria netta
AF + AR – PF = Ricchezza totale netta
La differenza tra il risparmio della singola unità economica (S ) e l’investimento in attività reali (I ) rappresenta
u u
il saldo finanziario (SF ). A seconda del segno algebrico, il suddetto saldo finanziario identifica la presenza di un
u
avanzo o disavanzo, misurando rispettivamente il surplus o il deficit di risorse dell’unità economica. Dunque,
per la singola unità economica valgono le seguenti relazioni:
Se S >I allora SF >0 presenza di avanzo finanziario/surplus
u u u
Se S <I allora SF <0 presenza di disavanzo finanziario/deficit
u u u
Sistema finanziario e strumento finanziario
La funzione di intermediazione, attribuita al sistema finanziario, consiste nel facilitare il trasferimento di
risorse monetarie tra agenti economici aventi bisogni finanziari contrapposti.
La realizzazione di “operazioni finanziarie” consente, da un lato, di soddisfare le esigenze di impiego fruttifero
del risparmio dei soggetti in avanzo finanziario (prestatori finali di fondi) e, dall’altro, le necessità di
finanziamento dei soggetti in disavanzo finanziario (prenditori finali di fondi) originate da spese investimenti in
attività reali superiori alle risorse disponibili. Tale trasferimento di fondi è reso possibile dalla creazione di uno
strumento finanziario.
Lo strumento finanziario deve quindi tenere conto di:
1) valuta
2) importo
3) titolo legale
- prestito
- acquisto di azioni
4) scadenza
5) tasso di interesse
Lo strumento finanziario rappresenta un’attività finanziaria (AF) per chi cede l’avanzo e una passività
finanziaria (PF) per chi lo riceve.
La formazione di risparmio presso gli operatori in surplus si può tradurre come: +
- una variazione positiva delle attività finanziarie (investimenti in attività finanziarie) Δ AF -
- una variazione negativa delle passività finanziarie (riduzione dell’eventuale posizione debitoria) Δ PF
La formazione di risparmio presso gli operatori in deficit si può tradurre come:
-
- una variazione negativa delle attività finanziarie Δ AF
+
- una variazione positiva delle passività finanziarie Δ PF
In generale, per ogni singola unità economica vale la seguente relazione:
S – I = SF = ΔAF – ΔPF
u u u u u
La differenza tra il risparmio è l’investimento in attività reali è uguale al saldo finanziario che, a sua volta,
coincide con la differenza tra la variazione di attività finanziare e la variazione di passività finanziarie della
singola unità economica.
I soggetti in deficit accumulano passività finanziarie e, dunque, sono anche detti debitori finali o prenditori
finali di fondi.
Al contrario i soggetti in surplus accumulano attività finanziarie e dunque sono definiti come creditori finali o
prestatori finali di fondi.
L’investitore
Si distinguono due branche della finanza:
La teoria dei mercati efficienti parte dal presupposto che l'investitore è razionale, ha una
informazione completa e massimizza l'utilità attesa.
La finanza comportamentale sostiene che gli individui non sono sempre razionali, fornisce nuove
ipotesi circa le preferenze degli individui e presenta una nuova teoria dell’utilità attesa (Prospect
Theory). In tale teoria si sottolinea come gli individui cerchino di ottenere il meglio per sé e come siano
caratterizzati da distorsioni cognitive in tutte le fasi che caratterizzano un processo di scelta.
Qualunque soggetto intenda investire del denaro, prima di procedere all’investimento considera tre variabili
(o fattori). Si tratta di:
1 – Rischio: probabilità che il risultato effettivamente conseguito diverga da quello sperato.
2 – Rendimento: risultato che si attende dal prestito o dal rendimento.
3 – Liquidità: è l’attitudine (velocità e costi) di uno strumento finanziario a trasformarsi in circolante.
Se il rischio è elevato la probabilità di avere un alto rendimento è maggiore. Viceversa se il rischio è basso la
probabilità di alti rendimenti è minore. Al contrario, liquidità e rendimento sono legate da un rapporto di
proporzionalità inversa: maggiore è la liquidità, minore è il rendimento (oppure minore è la liquidità, maggiore
è il rendimento).
Oltre alle tre variabili prima elencate ne esistono altre due più soggettive. Si tratta di:
4 – Etica: l’azienda utilizza i miei risparmi per progetti che condivido.
5 – Riservatezza: volontà di rendere o meno conoscibile quanto denaro investo e come.
Rating
Il rating è la valutazione di un emittente o di un’emissione, espressa in maniera sintetica (es. <<AAA>>>) e
accompagnata da un’analisi.
Il rating di un emittente, conosciuto anche come rating di controparte, fornisce una valutazione globale sulla
solvibilità di un determinato soggetto (es. banca, azienda industriale, ente locale etc.).
Il rating di un’emissione valuta la capacità che il capitale e gli interessi di una specifica emissione vengano
pagati puntualmente.
Il rating valuta esclusivamente il rischio di credito e non quindi le altre tipologie di rischio che vengono lasciate
all’attenta considerazione del singolo investitore (es. rischio di cambio, rischio di tasso, rischio di pagamento
anticipato etc.). Le due principali società di rating sono: Moody’s e Standars & Poor’s.
È d’uso suddividere gli emittenti in due grandi categorie. Quelli con giudizi aventi come lettere iniziali la A e la
B si caratterizzano per una bassa probabilità di default, mentre le lettere C e D sono assegnate agli emittenti
con più alta probabilità di default.
Normalmente si denotano come Investement grade i titoli e gli emittenti con i seguenti giudizi in ordine
decrescente: AAA, AA, A, BBB.
Per i giudizi BB, B, CCC, CC, C, D si parla di Speculative grade al fine di indicare all’investitore la natura
particolarmente rischiosa dell’investimento.
I rating da AA a CCC possono essere modificati aggiungendo il segno <<+>> o <<->> per precisare la posizione
relativa nella scala di rating.
N.B. Se AAA vale X + 50 bs, AA potrà valere ad esempio X + 100 bs ma non X+49 bs (dove X = titolo di stato con
rischio zero).
Fattori di imperfezione dei mercati finanziari
L’asimmetria informativa
Nell’ambito del collegamento diretto, l’investitore viene a trovarsi in condizioni di inferiorità informativa
rispetto all’emittente. Egli opera sulla base di informazioni <<esterne>> che, per loro natura, sono incomplete.
L’economista statunitense Akerloff affronta a proposito il problema delle asimmetrie informative in un suo
testo, “The market for lemons”, in cui considera il mercato delle auto usate. La presenza di asimmetrie
informative è una delle condizioni che giustifica la presenza degli intermediari finanziari. Sul mercato sono
presenti asimmetrie informative ex ante ed ex post, che producono effetti distorsivi.
La selezione avversa (adverse selection) è la conseguenza di un’asimmetria ex-ante: nel momento in
cui le imprese richiedono un finanziamento al mercato, non rivelano per quale progetto
d'investimento il finanziamento è stato richiesto, né tantomeno le caratteristiche di tale progetto.
In presenza di asimmetria informativa, infatti, per le imprese non solo emerge un problema di
divulgare informazioni riguardo i propri progetti strategici, a vantaggio dei propri competitors, ma
esiste anche un problema di credibilità dell'informazione divulgata. La selezione avversa riguarda
dunque la difficoltà nel selezionare e distinguere le imprese sane, cioè quelle con un merito creditizio
elevato, da quelle più rischiose. Coloro che richiederanno fondi con maggiore insistenza saranno
identificati come soggetti a maggiore rischio di insolvenza.
L’azzardo morale (moral hazard) è la conseguenza di un’asimmetria ex-post: una volta che il
finanziamento è stato erogato, i prestatori di fondi non hanno la possibilità di controllare come il
finanziamento venga impiegato e quindi il grado di redditività e sicurezza del loro investimento. Ciò
potrebbe indurre il prenditore a comportamenti maggiormente rischiosi. In alcuni casi si pone anche
un problema etico se i fondi del prestatore vengono utilizzati per progetti che non condivide.
Costi di transazione
Il trasferimento delle risorse dalle unità in avanzo alle unità in disavanzo, non può realizzarsi se non al prezzo
del sostenimento di oneri di transazione di varia natura. Essi possono essere individuati essenzialmente nelle
seguenti fattispecie:
- costi collegati alla divisibilità finita degli strumenti finanziari
- costi di ricerca della controparte che risultino particolarmente elevati quando il richiedente fondi è poco
conosciuto o la richiesta fondi presenta caratteri di eccezionalità
- costi contrattuali
- costi informativi sostenuti nell’acquisizione delle informazioni rilevanti per la conclusione dello scambio
La presenza e l’incidenza di questi costi può rendere non eseguibili le operazioni autonome di finanziamento
diretto. Il livello di tali oneri, in genere, risulta inferiore qualora intervenga un intermediario finanziario poiché
operando su grandi volumi, i costi unitari sono minori.
I mercati
I mercati finanziari si identificano come l’insieme di strumenti finanziari di investimento e dei soggetti che
consentono al risparmio di essere investito.
Essi possono essere rappresentati da luoghi fisici in cui operatori specializzati svolgono la funzione di ricercare
l’incontro tra la domanda e l’offerta, ma anche da circuiti telematici di collegamento in cui vengono fatti
confluire gli ordini di acquisto e di vendita di strumenti finanziari.
1.1 I mercati a negoziazione diretta e i mercati aperti
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