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Se l’aggressività e l’interesse per l’accoppiamento a breve termine è la strategia
“più redditizia” per gli uomini, perché non tutti i maschi perseguono compagni a
breve termine? Differenziali scambi costo- beneficio avrebbero dovuto indurre gli
uomini a perseguire più partners in media rispetto alle donne. Di conseguenza, gli
uomini dovrebbero, in media, dedicare più tempo ed energia nello sforzo
dell’accoppiamento. Queste premesse, tuttavia, non conducono alla conclusione
che la migliore strategia per la maggior parte dei maschi comporterebbe un forte
impegno per l’accoppiamento, mentre la migliore strategia per la maggior parte
delle donne comporterebbe un forte sforzo genitoriale. Una considerazione degli
scambi suggerisce che la migliore strategia per uomini potrebbe non sempre, o
addirittura di solito, essere quella di dedicare impegno nel perseguire compagni a
breve termine. Allo stesso modo, la migliore strategia per le donne può essere
non sempre quella di dedicare minore sforzo al perseguimento di compagni a
breve termine rispetto al maschio medio.
Dalla nostra prospettiva, la nozione basilare che gli uomini, in media, si evolsero a
impegnarsi in un grande sforzo per l’accoppiamento rispetto alle donne che
presumono correttamente che alcuni maschi ancestrali avrebbero potuto
aumentare la loro idoneità cercando di attrarre molteplici compagni. Comunque, il
concetto più rigoroso che la migliore strategia evoluzionista per la maggior parte
degli uomini, che avrebbero dovuto perseguire compagni molteplici, presume che
la maggior parte degli uomini ebbero successo nell’accoppiamento a breve
termine. Questa è un’ipotesi dubbia. Il successo degli uomini nell’accoppiamento
a breve termine sarebbe dovuto dipendere in parte da quelle qualità che le donne
preferivano e desideravano nei compagni a breve termine. Relativamente pochi
uomini possono aver soddisfatto queste preferenze. Così, per alcuni uomini, un
costo di impegnarsi per il successo dell’accoppiamento a breve termine sarebbe
stato la perdita delle opportunità di impegnarsi nell’investimento genitoriale. Se lo
sforzo nell’accoppiamento a breve termine ha generato rese dei conti
(liquidazioni) per uomini che non avevano le qualità che la maggior parte delle
donne desiderava per i compagni a breve termine, questi costi dovrebbero
prevalere sui benefici di perseguire accoppiamenti a breve termine. Perciò la
strategia di accoppiamento più redditizia per l’uomo tipico potrebbe essere stata
quella di dedicare la maggior parte del suo sforzo riproduttivo a migliorare la
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qualità fenotipica della sua prole investendo fortemente nella prole di un singolo
compagno, nonostante il fatto che pochi uomini con determinate qualità
desiderabili erano ancora di più di successo con l’adozione di tattiche a breve
termine. Prendiamo in considerazione un esempio parallelo in cui la valuta del
profitto è il denaro anziché il benessere. Supponiamo che i neurochirurghi
facciano più soldi di chiunque altro. Chiaramente, non è la strategia più redditizia
per fare soldi per chiunque decida di diventare neurochirurgo. Soltanto così molte
persone possono diventare neurochirurghi; quindi la maggior parte delle persone
sarebbe destinata a fallire. Invece, la strategia più redditizia per la maggior parte
delle persone sarebbe quella di selezionare una carriera che offra loro maggior
soldi, date le loro capacità e, alla luce di un mercato concorrenziale, le loro
possibilità di successo in base alle loro scelte di carriera.
Se la strategia evolutivamente più redditizia per gli uomini è dipesa in parte dalle
qualità che ogni uomo possiede, quale strategia sessuale si sarebbe dovuta
sviluppare negli uomini? La risposta è una strategia di accoppiamento
condizionale. La maggior parte degli uomini avrebbe probabilmente tratto profitto
da notevole investimento in una mateship primaria, investendo abbastanza
fortemente nella prole successiva. Quando gli uomini potevano ottenere a breve
termine, accoppiamenti opportunistici con altre donne, essi avrebbero potuto
trarre profitto dal perseguire la tipica strategia sessuale delineata da Wilson e
Buss e Schmitt. Comunque, quando non potevano, gli uomini avrebbero dovuto
spostare una maggiore quantità di tempo, energia e altre risorse
nell’accoppiamento a lungo termine (compresi i compagni di guardia) e
nell’investimento genitoriale al fine di attirare e trattenere un singolo compagno e
trarne i benefici degli investimenti genitoriali.
Anche se gli uomini possono aver sviluppato nel corso della storia evoluzionista
un forte desiderio per l’accesso sessuale a un gran numero di donne”, il desiderio
per l’accoppiamento a breve termine dovrebbe essere espresso
condizionatamente e osservato di rado nelle condizioni in cui solo pochi uomini
sono capaci di attrarre compagni a breve termine.
La chiave dell’adattamento dovrebbe essere un insieme di regole di decisione su
quando e come assegnare lo sforzo riproduttivo saggiamente e contingentemente,
piuttosto che un desiderio universale per l’accoppiamento a breve termine. Come
osservato in precedenza, questo non è una nozione nuova. Le strategie
condizionali sono un tema centrale nell’ecologia comportamentale. Comunque, il
ruolo possibile delle strategie condizionali nell’accoppiamento umano ha ricevuto
relativamente poca attenzione. Noi di conseguenza proponiamo che l’evoluzione
generò strategie condizionali in entrambi i sessi, risultando in una pluralità di
tattiche di accoppiamento.
Trivers ha notato anche che “la strategia mista ottimale” è probabilmente diversa
per maschi diversi. Trivers fu infatti il primo teorico evoluzionista a riconoscere che
la selezione potrebbe aver favorito l’adattamento che ha condotto alcuni maschi a
dedicare molto meno tempo e impegno all’accoppiamento a breve termine. E’
ironico il fatto che il suo articolo classico sia spesso citato come suggerimento che
la strategia più vantaggiosa per i maschi dovrebbe essere quella di perseguire
quasi universalmente l’accoppiamento a breve termine.
Quali caratteristiche le donne hanno sviluppato per desiderare compagni a breve
termine?
E’ importante identificare queste caratteristiche perché dovrebbero moderare la
scelta della strategia negli uomini. Nella prossima sezione, noi suggeriamo che la
selezione sessuale dei buoni geni può essere centrale per rispondere a questa
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domanda. Come si vedrà, queste pressioni della selezione possono anche avere
importanti implicazioni per comprendere la variazione dell’interesse delle donne
nell’accoppiamento a breve termine.
3. Benessere genetico e selezione sessuale
In molte specie, i maschi forniscono poco o nessun investimento genitoriale.
Eppure anche in queste specie le femmine sono selettive e consistentemente
preferiscono alcuni maschi rispetto ad altri come partners. La selezione sessuale
dei buoni geni può spiegare le preferenze femminili per il compagno nelle specie
che non hanno molto investimento genitoriale. Secondo i modelli della selezione
dei “buoni geni”, le femmine si sono evolute nel (per) preferire maschi che
possiedono indicatori di variabilità e buone condizioni, cioè, attributi adattivi che
potrebbero essere trasmessi alla prole attraverso il patrimonio genetico.
3.1. Variazioni genetiche nel benessere
Le preferenze per il compagno si basavano sugli indicatori di idoneità ereditarie
per evolversi, la varianza genetica additiva deve essere alla base del benessere
(cioè l’idoneità (il benessere) deve essere trasmesso geneticamente attraverso le
generazioni). Storicamente, la GGSS è stata contrastata perché i genetisti della
popolazione hanno presupposto che la selezione tipicamente riduce l‘ereditabilità
del benessere quasi a zero.
Recentemente sviluppi empirici e teorici , comunque, hanno indotto anche la
critica più dura a riconoscere che la GGSS può e probabilmente si è verificata in
una varietà di specie.
Il nuovo sviluppo empirico è l’abilità di stimare l’attuale importo della variazione
genetica nel benessere(o nelle componenti del fitness) nelle popolazioni naturali.
La misura più rilevante della variazione genetica è il coefficiente genetico
aggiuntivo di variazione, la deviazione standard genetica di una caratteristica,
standardizzata dalla caratteristica media e moltiplicata per 100. Houle ha spiegato
che i CV delle caratteristiche di idoneità (cioè longevità, fecondità)nelle
a
popolazioni naturali sono tipicamente superiori a quelle dei normali caratteri
morfologici. La fecondità umana, per esempio, ha un CV da 15 a 20, 4-5 volte
a
maggiore di quella dell’altezza umana. Valori superiori a 10 sono stati stimati per
le caratteristiche di idoneità in altri organismi, rispetto a valori di circa 5 per le
caratteristiche ordinarie o per le caratteristiche sotto la selezione stabilita. Lo
stesso benessere è stato stimato avere un CV tra il 10 e il 30 nelle popolazioni
a
naturali di molte specie.
I nuovi sviluppi teorici sono basati sulla nozione che l’importo della varianza
genetica nel benessere all’interno di una popolazione è il risultato di due forze
opposte: la selezione naturale (che rimuove la variazione genetica), e le forze che
degradano l’idoneità di un organismo, come le mutazioni o il cambiamento
ambientali ( entrambi i quali migliorano la variazione genetica: Fisher,1958).
Fintanto che le mutazioni dannose e i cambiamenti ambientali sono trascurabili, la
selezione naturale dovrebbe mantenere la variazione genetica vicino allo zero.
Recentemente i genetisti della popolazione hanno iniziato a fare un modello e a
stimare la quota della varianza genetica nel benessere che può essere mantenuta
solo dalle mutazioni. Il tasso di mutazioni nel genoma (cioè, il numero delle nuove
mutazioni dannose per organismo) è circa 1 nel Drosophila (insetto), un tasso che
spiega almeno la metà della sua varianza genetica stimata nel benessere. Il tasso
di mutazioni nel genoma negli uomini è probabilmente maggiore, dato il nostro
10
genoma più grande. Così, le mutazioni probabilmente stimano per un CV umano
a
di idoneità di 10 o più. Quindi, le mutazioni posso solo produrre più varianza
genetica nel benessere di quella che è osservata nelle caratteristiche più
ordinarie.
Una teoria recente ha anche posto l’attenzione sul fenomeno che induce a un
rapido cambiamento degli ambie