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Storia dell'Unione Europea

Nel 1990 si ha la caduta del Muro di Berlino e l'unificazione della Germania. Nel 1991 con il Trattato di Maastricht nasce l'Unione Europea con nuovi obiettivi: realizzazione della moneta unica entro il 1999, elaborazione di nuove politiche comuni, cittadinanza europea, creazione della politica estera e sicurezza comune, organizzazione della sicurezza interna. Seguono dei successivi allargamenti fino a giungere ai 27 Stati membri nel 2007.

Il 23 Giugno 2016 c'è stata la Brexit con l'uscita del Regno Unito dall'UE ma va negoziata l'uscita in termini di benefici e di trattati.

L'Unione Europea trova le sue basi fondative della politica strutturale in due trattati: il Trattato di Roma e il Trattato di Maastricht. Nel Trattato di Maastricht si sviluppa l'organizzazione a 3 pilastri in cui si dividono le competenze dell'Unione in 3 gruppi: socio-economico, difesa e politica estera, affari interni e giustizia.

Nel 2009 con il Trattato...

di LISBONA il principio dei 3 pilastri viene rimpiazzato dallaripartizione delle singole competenze tra UE e Stati membri, assumendo un ruolo di importanzaprimaria il PRINCIPIO di SUSSIDIARIETÀ. Sempre dal trattato si ha l’introduzione dellacittadinanza europea, da non confondere con gli accordi di libero movimento del TRATTATO diSCHENGEN. Inoltre l’Unione Economica e Monetaria che prevedeva l’adozione di una monetaunica e la creazione di un'autorità monetaria centralizzata, oggi conosciuta come BCE (BancaCentrale Europea).Le politiche dell’UE si attuano attraverso degli strumenti operativi, in cui troviamo una serie diFondi Strutturali che rispondono a 4 capisaldi:
  1. CONCENTRAZIONE: delle RISORSE (il 70% è destinato alle regioni e ai paesi più poveri),degli SFORZI (Ricerca e Innovazione, Economia a basso tenore di carbonio), della SPESA(i finanziamenti devono essere utilizzati entro un certo arco temporale altrimenti i
    1. INVESTIMENTI: i fondi strutturali e di investimento europei sono utilizzati per finanziare progetti di sviluppo regionale e locale. Questi fondi vengono recuperati attraverso programmi di investimento specifici.
    2. PROGRAMMAZIONE: la politica di coesione non finanzia singoli progetti, ma programmi nazionali pluriennali in linea con gli obiettivi e le priorità dell'UE.
    3. PARTNERSHIP: Ogni programma viene elaborato mediante un processo collettivo che coinvolge amministrazioni a livello europeo per assicurare che l'intervento sia conforme alle esigenze e alle priorità.
    4. ADDIZIONALITÀ: i finanziamenti dei fondi strutturali non possono sostituirsi alla spesa nazionale, l'UE non fornisce il 100% delle risorse ma parte è fornito dallo Stato interessato. Tra l'altro, per ottenere tali fondi l'UE richiede garanzie economiche.

    La politica di coesione è la principale politica di investimento dell'UE, la quale sostiene la creazione di posti di lavoro, la competitività tra imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita. Con il Trattato di Roma e

    quindi si stabilisce una collaborazione tra la Commissione Europea e gli Stati membri per definire gli obiettivi e le priorità di investimento. La gestione condivisa implica la partecipazione attiva delle autorità regionali e locali, nonché degli attori economici e sociali, nella definizione e nell'attuazione delle politiche di coesione. La politica di coesione si concentra su diversi settori, tra cui l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo, l'occupazione, l'istruzione, l'ambiente e l'energia. L'obiettivo è promuovere la crescita economica sostenibile e inclusiva, ridurre le disuguaglianze regionali e migliorare la qualità della vita dei cittadini europei. Attraverso la politica di coesione, l'Unione Europea sostiene progetti e programmi a livello regionale e locale, fornendo finanziamenti e assistenza tecnica. Questi fondi sono utilizzati per investimenti infrastrutturali, sviluppo delle imprese, formazione professionale, protezione dell'ambiente e molto altro ancora. In conclusione, la politica di coesione è uno strumento fondamentale per promuovere lo sviluppo equilibrato e sostenibile delle regioni europee, riducendo le disparità economiche e sociali e migliorando la qualità della vita dei cittadini.ovvero i beneficiari discutono con gli organi centrali in merito agli obiettivi, e poi definire PROGRAMMI OPERATIVI REGIONALI con quali si vanno ad accaparrarsi le risorse aggiuntive, PROGRAMMI DI GESTIONE per la selezioni di progetti e PROGRAMMI DI MONITORAGGIO rappresentati da RELAZIONI ANNUALI. Le azioni di programmazione per la politica di coesione è una programmazione settennale su cui viene applicata la regola N+2 o talvolta N+3. I Fondi Strutturali di investimento 2014/2020 vengono individuati con fondi SIE e sono 5:
    • Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) mira a consolidare la coesione economica e sociale regionale investendo nei settori che favoriscono la crescita al fine di migliorare la competitività, creare posti di lavoro e correggere gli squilibri fra le regioni.
    • Il Fondo Sociale Europeo (FSE) dedicato alla crescita della competitività attraverso la creazione e l'utilizzo della conoscenza, nonché a consolidare e migliorare gli

    Attuali livelli di occupazione, qualità del lavoro e coesione sociale. Si propone. Inoltre, di aiutare le persone svantaggiate a rischio povertà o esclusione sociale.

    • Il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) che rappresenta lo strumento di finanziamento della politica di sviluppo rurale attuato mediante il Programma di Sviluppo Rurale regionale (PSR)
    • Il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) sostiene i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile; aiuterà le comunità costiere a diversificare le loro economie; finanzia i progetti che creano nuovi posti di lavoro e migliorano la qualità della vita nelle regioni costiere europee.
    • Il Fondo di Coesione (FC), che interviene nei settori delle reti transeuropee di trasporto e della tutela dell'ambiente nei seguenti Stati membri: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia,

    Slovenia e Ungheria. Poiché ogni programma ha un suo ufficio le possibilità integrative rappresentano un problema perché la gestione è separata, in realtà si era sperimentato di stanziare più fondi per un unico programma per poi tornare indietro.

    Agli inizi della programmazione 2014-2020 vi erano delle condizionalità ex-ante che dovevano essere verificate, ovvero condizioni che i beneficiari dovevano dimostrare attraverso atti di natura programmatica, ma da queste condizioni alcune regioni ne sono uscite con degli escamotage come rappresentato dalla STRATEGIA S4 della Regione Basilicata, la quale non risponde ad una vera azione programmatica.

    All'interno di questo periodo di programmazione viene fissata una regola, ossia almeno il 5% delle risorse del fondo FESR devono essere destinate sviluppo urbano sostenibile concentrato nelle città (Potenza e Matera 10%).

    L'investimento sulle città in questo periodo prende le vesti

    Il Investimento Territoriale Integrato (ITI) è uno strumento chiave per l'attuazione di strategie integrate di intervento. L'ITI consente agli Stati membri di implementare programmi operativi in modo trasversale e di attingere a fondi provenienti da diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi per assicurare l'implementazione di una strategia integrata per un territorio specifico.

    Tra gli obiettivi prioritari di questa politica di coesione si rafforza l'obiettivo di COOPERAZIONE INTERNAZIONALE (partenariato tra i diversi paesi UE). Questa cooperazione si basa su ambiti geografici di cooperazione, ciascun ambito individua obiettivi e priorità che coinvolgono più Stati in modo da sviluppare attività collaborative e identificare soluzioni comuni.

    Vi sono alcune azioni specifiche di COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE, ma esistono anche programmi di natura TRANSFRONTALIERA, legati ad ambiti territoriali posti al confine tra Stati.

    Diversi programmi vengono selezionate delle priorità definendo obiettivi prioritari. Nella programmazione 2014-2020 si individuano 11 obiettivi tematici:

    1. Tecnologia dell’informazione e della comunicazione
    2. Competitività delle PMI (Piccole e medie imprese)
    3. Economia a basse emissioni di carbonio
    4. Lotta ai cambiamenti climatici
    5. Ambiente ed efficienza delle risorse
    6. Trasporto sostenibile
    7. Occupazione e mobilità
    8. Inclusione sociale
    9. Istruzione e formazione più efficaci
    10. Amministrazione pubblica più efficace
    11. LA NUOVA POLITICA DI COESIONE: RAPPORTO BARCA ALLA STRATEGIA EUROPA 2020 AGLI STRUMENTI OPERATIVI

    Si definisce nuova politica di coesione l’approccio alle strategie regionali dell'Unione Europea per la programmazione 2014-2020. Le azioni di programmazione per la politica di coesione è una programmazione settennale su cui viene applicata la regola N+2 o talvolta N+3. Questa regola però va a

    discapito della premialità, ossia della possibilità di accaparrarsi risorse aggiuntive i cui fondi sono derivanti da programmi non conclusi. Danuta Hubner affida a Fabrizio Barca, dirigente presso il Ministero italiano dell'Economia e delle Finanze, l'incarico di stilare un rapporto indipendente per un miglioramento della politica di coesione. Il documento intitolato "un agenda per la riforma della politica di coesione" conosciuto con il nome di Rapporto Barca viene pubblicato nel 2009 e illustra i principi di una politica europea formulando una riforma basata su 10 pilastri. Le proposte del rapporto sono state elaborate in piena autonomia con il contributo di esperti accademici e di funzionari delle pubbliche amministrazioni. Secondo Hubner il rapporto conferma che la politica di coesione è un elemento importante del processo di integrazione Europea e conferma che le riforme introdotte negli ultimi anni vanno nella gestione giusta. Lo stesso Barca ha fattoemergere la necessità per l'Unione Europea dotarsi di una politica di sviluppo economico e sociale che risponda a bisogni specifici è in grado di aprire a nuove prospettive, accentuando l'importanza dei risultati. Barca ha l'idea di proporre una politica PLACE-BASED, ovvero una strategia a lungo termine finalizzata ad affrontare la persistente sottoutilizzazione di risorse e a ridurre la persistente esclusione sociale in specifici luoghi attraverso interventi esterni e una governance multi-livello. Nell'ambito di questo tipo di politica gli interventi pubblici si basano sulla conoscenza dei luoghi e sono sottoposti a sorveglianza. La riforma della politica di coesione esplicitata dal rapporto si basa su pilastri: 1. CONCENTRARSI SULLE PRIORITÀ FONDAMENTALI Secondo il rapporto l'UE deve concentrare tra il 55% e 65% su 3 o 4 priorità essenziali ripartendole in misura variabile funzione delle necessità e delle strategie degli Stati.

    membrie delle Regioni.Dal Rapporto avan

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A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/20 Tecnica e pianificazione urbanistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sismizone1980 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ingegneria del territorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Scorza Francesco.