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Il dolore nel bambino

Il dolore è un'esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a un danno tissutale effettivo o potenziale, o descritta in termini di tale danno. È un fenomeno clinico multidimensionale.

Nel paziente pediatrico è importante esaminare l'aspetto comunicativo, ovvero la capacità del bambino di esprimere con comportamenti l'esperienza di dolore. La descrizione ottimale dell'esperienza dolorosa non può basarsi unicamente sulle parole del bambino. La valutazione corretta della tipologia del dolore rappresenta la premessa per la gestione clinica della terapia del dolore.

La valutazione del dolore viene fatta con degli strumenti adattati alle caratteristiche del bambino e esistono 3 tipi di approcci:

  • Autovalutazione: ovvero ciò che il bambino dice. Può essere utilizzato nei bambini sufficientemente grandi, che non sono in una condizione di distress e non hanno difficoltà cognitive.
  • Valutazione comportamentale: osservazione dei comportamenti del bambino che possono indicare la presenza di dolore.
  • Valutazione fisiologica: misurazione di parametri fisiologici che possono essere influenzati dal dolore, come la frequenza cardiaca o la pressione arteriosa.
scala graduata da 0 a 10 per indicare l'intensità del dolore. Questa scala è utile per i bambini che sono in grado di comprendere e utilizzare numeri. Tuttavia, alcuni bambini potrebbero avere difficoltà a tradurre il dolore in un numero. La scala IRNS è una valutazione numerica individualizzata che coinvolge anche i genitori. Si chiede ai genitori di valutare il dolore del bambino e di descrivere i comportamenti del bambino in base al dolore, come espressioni facciali, pianto, ecc. La scala VAS (visivo analogica) consiste nella descrizione del dolore chiedendo al bambino di indicare un punto lungo una linea graduata da nessun dolore a dolore estremo. Questa scala è utile per i bambini che possono comprendere e utilizzare un'immagine visiva per rappresentare il dolore. È importante considerare che ogni scala ha i suoi limiti e che la scelta della scala dipende dall'età del bambino e dal tipo di dolore che si sta valutando.

linea di 10 cm che va da un dolore assente ad un dolore massimo e viene valutata la distanza in cm che permette di avere un intervallo numerico 24 infinito. Lo svantaggio è che necessita di un supporto cartaceo e non può essere fatto in bambini con deficit visivo o stato avanzato di malattia.

✓ FPS o la scala di Wong-Baker per cui sono delle scale facciali.

✓ Scale di comportamento FLACC che misurano 5 comportamenti associati a dolore acuto e vengono misurati la vocalizzazione, espressioni facciali, movimenti del corpo, cambiamenti del movimento e del ciclo sonno veglia.

• Comportamento: come il bambino si comporta

• Indicatori fisiologici: come il corpo del bambino reagisce

Questi indicatori possono essere utilizzati separatamente o in combinazione tra loro.

Per bambini in fase preverbale vi sono delle scale per la valutazione del dolore o della sedazione o di entrambe. Queste scale vanno utilizzate a seconda del bambino.

IL TRATTAMENTO DEL DOLORE NEL BAMBINO

Può

Essere farmacologico e non è lo scopo è quello di rendere il dolore più tollerabile possibile e di fornire al bambino una percezione di controllo del proprio dolore e del proprio comportamento di gestione del dolore. La scelta del trattamento deve essere individualizzata.

Il trattamento non farmacologico si fa con un bambino che deve fare una procedura semplice, che sia disponibile al trattamento non farmacologico e può essere utilizzato in maniera complementare al trattamento farmacologico.

Gli STRUMENTI NON FARMACOLOGICI per procedure brevi possono essere:

  • Per bambini molto piccoli si possono utilizzare: musicoterapia, tocco, ciuccio, contenimento come la presenza del genitore
  • Nel bambino piccolo si possono utilizzare tecniche per distrarre il bambino come: bolle di sapone, libri pop-up, musica, bacchetta magica, presenza dei genitori
  • Se il bambino è più grande si possono usare: palla da schiacciare, libri, musica, conoscenza della procedura, immaginazione

Il TRATTAMENTO FARMACOLOGICO può essere effettuato con oppioidi come morfina, Fentanyl, Tramadolo e Codeina per dolori severi oppure farmaci non oppioidi come paracetamolo o FANS.

Il dosaggio raccomandato di Paracetamolo è di 10-15mg/kg ogni 6 ore, e massimo 90mg/kg al giorno e vasomministrata per via orale, rettale o intravenosa.

Per l'ibuprofene invece il dosaggio è di 5-10 mg/kg e va somministrato ogni 8 ore e massimo 30-60 mg/kg al giorno e per via orale.

DOLORE NEL NEONATO è in grado di sentire e manifestare il dolore (anche il neonato prematuro) ha un sistema nocicettivo molto alto ma meno capacità di manifestare il dolore.

I neonati sottoposti ad esperienze dolorose aumentano le capacità di modifica cerebrale e possono avere conseguenze a lungo termine sul cervello, alterata percezione del dolore, problemi di crescita e problemi comportamentali.

Le cause di dolore possono essere:

  • Pratiche di care routinaria come visita medica

o cambio del pannolino

  • Procedure invasive frequenti come aspirazione del contenuto gastrico, prelievi ematici
  • Procedure meno frequenti ma più invasive come posizionamento di drenaggio toracico e interventi chirurgici

La VALUTAZIONE DEL DEOLORE NEL NEONATO viene fatto attraverso esame obiettivo, risposte cardiovascolari ecc. Vi sono due scale di dolore:

  • Scala PIPP che valuta il dolore procedurale e viene utilizzata in corso di procedure potenzialmente dolorose e va a valutare i PV e i comportamenti del bambino e un valore superiore a 12 è un dolore severo
  • Scala EDIN si usa per il dolore cronico e vi sono 3 misurazioni nelle 24h e va a valutare parametri generali di benessere o non come espressioni facciali, la consolabilità e un punteggio superiore a 7 indica un dolore

Le cause di dolore nei neonati possono essere:

  • Puntura di tallone per cui il neonato va messo in posozione adeguata con telini caldi, ambiente tranquillo, saturazione sensoriale
(che consiste nella distrazione del neonato con la parola, il tatto e il gusto tramite un ciuccio contenente saccarosio), non spremere il tallone.
  • Venipuntura e CVP per cui si fa una premedicazione don EMILA con bendaggio esclusivo, usare agocannule di piccolo calibro e distanziare una procedura da un'altra dolorosa
Il TRATTAMENTO CON OPPIACEI è riservato per procedure come: intubazione endotracheale, ventilazione meccanica, rachicentesi, posizionamento drenaggio pleurico, posizionamento CVC chirurgico.

26 GASTROENTERITE ACUTA

La gastroenterite acuta è un importante causa di mortalità, morbilità e malnutrizione nei bambini sotto ai 5 anni.

La gastroenterite acuta è definita o come una diminuzione della consistenza delle feci oppure come un aumento nella frequenza delle evacuazioni generalmente più di tre ogni 24 ore. Può essere associata o non a febbre o vomito e il cambiamento della consistenza delle feci è più rilevante rispetto alla

frequenzadelle evacuazioni. Si definisce acuta se dura tra 7 e 14 giorni, se dura più di 14 giorni si parla di diarrea cronica. L'agente più frequente è il rotavirus o il norovirus (se si è vaccinati per rotavirus) mentre le cause batteriche più frequenti sono la Salmonella e il Clampylobacter. Altre cause sono gli Adenovirus. Non vi è una associazione tra eziologia e severità della patologia per cui non è detto che una gastroenterite batterica sia più severa di una virale. È possibile che sia batterica quando vi è una febbre >40°, feci ematiche, dolore addominale e coinvolgimento SNC. La prevenzione delle gastroenteriti può essere fatta tramite: - Allattamento al seno, per cui il bambino non introduce per bocca altri cibi o alimenti. - Controllare la qualità dell'acqua, se non è possibile allattare. - Igiene e sanificazione di ciò che viene utilizzato per.

L'alimentazione dei bambini e per l'ambiente

  • Vaccinazione

In un bambino con gastroenterite l'anamnesi viene fatta al genitore e vengono chieste informazioni ai genitori innanzitutto riguardo a presenza di sangue nelle feci che può indirizzare verso un'eziologia batterica, vengono chieste informazioni riguardo alla durata della diarrea il che permette di distinguere tra le diarree acute e le diarree croniche, sintomi come la febbre, sintomi respiratori come tosse oppure se esistono altri segni clinici rilevanti non di pertinenza gastroenterica, eventuali farmaci e storia vaccinale.

Bisogna quantificare il grado di disidratazione del bambino e va fatta tramite quantificazione della perdita del peso corporeo dopo l'episodio enteritico. Esistono 3 SEGNI CLINICI DI DISIDRATAZIONE come il tempo di refill capillare, il turgore cutaneo e il pattern respiratorio anomalo (tachipnea o dispnea).

Gli aspetti da valutare per indicare una disidratazione lieve,

moderata o severa, i seguenti aspetti sono osservabili: - Condizioni generali - Occhi - Sete - Dopo un pizzicotto la cute ritorna a riposo - Respiro - Fontanella anteriore - Lacrime - Mucose Nella disidratazione lieve, tutti gli aspetti sopra indicati sono normali e le mucose sono umide. In questo caso, è sufficiente una semplice reidratazione orale e la perdita di liquidi è inferiore a 50 ml/kg. Nel caso di disidratazione moderata, il bambino è irrequieto e irritabile, gli occhi sono leggermente affossati e il bambino è molto assetato. La cute presenta un turgore anomalo, cioè dopo un pizzicotto ritorna lentamente alla sua condizione basale. Il tempo di refill capillare è aumentato, il bambino fa respiri profondi e mostra segni di stress. La fontanella anteriore inizia ad essere avallata, ma la pressione arteriosa è ancora normale, quindi non si è ancora in una fase di shock. Le lacrime sono assenti e alcune parti del corpo iniziano a essere secche. In questo caso, è necessario il ricovero in ospedale con reidratazione endovenosa (EV).

severa si ha alterazione del sensorio quindi il bambino è letargico oppure può avere perso conoscenza gli occhi sono molto aperti non riesce più a compensare la sua disidratazione, non riesce avere il turgore cutaneo e molto alterato, vi sono segni di alterazione cardiocircolatoria, le lacrime sono assenti e le mucose sono secche. In questo caso il bambino avrà perso più di 100 ml/kg e sarà da reidratare EV in ospedale.

In generale non si va ad indagare la causa se si sa che è una gastroenterite infettiva perché la maggior parte sono benigni e autolimitanti e la conoscenza della malattia non modifica il trattamento. È necessario indagare quando vi sono patologie severe, sintomi prolungati e necessità di un trattamento specifico.

I bambini ad alto rischio sono quelli in cui non ha avuto successo la reidratazione a domicilio, che hanno diarree importanti oppure quando i genitori non sono in grado di seguire i suggerimenti.

Per la reidratazione. I suggerimenti da dare ai genitori sono:

Dettagli
A.A. 2019-2020
43 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher infermiereinfromato.net di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze cliniche dell'area materno infantile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Aceti Arianna.