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TRIAGE
Il triage medico è diverso da quello infermieristico; altro tipo di triage è quello delle maxi-emergenze, come
ad esempio un tamponamento a catena in autostrada, con molti feriti. Sul luogo dell'evento viene fatto il
triage per vedere chi mandare in ospedale e chi no, perché non tutti possono esservi portati, e soprattutto non
con la stessa emergenza. Qui comincia a comparire il problema della scarsa possibilità di salvarsi, in quanto
il problema non è tanto su chi trattare, ma anche su chi trasportare, scelto anche in base alle risorse.
C'è poi il “campo di battaglia”, situazione di triage associato all'esercito. Il triage è necessario quando c'è uno
squilibrio tra le risorse disponibili e le richieste di soccorso.
C'è poi il disastro localizzato, ad esempio il disastro industriale, il cui impatto è in un'area limitata. È molte
legato anche a quanto il sistema sanitario stesso è intaccato o meno dalla catastrofe (es: distruzione di
ospedali per lo tsunami). Più lo scenario e lo squilibrio sono grandi, più le scelte a cui siamo costretti sono
spinte ai limiti dell’etica (scegliere chi può essere salvato e chi no).
Quando invece la catastrofe è su un'area molto vasta, c'è il caos, perché il sistema sanitario è colpito e le
persone che hanno bisogno di soccorso sono moltissime (di solito sono proprio i sopravvissuti che si attivano
per aiutare).
Ci sono dei sistemi di triage specifici per la medicina delle catastrofi, non applicati nelle normali situazioni,
risultano essere più grossolani ma permettono categorizzazioni molto più veloci, non 2-5 minuti come
normalmente. Esistono tanti sistemi di triage della medicina delle catastrofi. Il triage non viene fatto in base
alla gravità; il triage è un processo di accoglienza e valutazione dei pazienti in base a criteri definiti. È
un processo decisionale ma che classifica gli utenti secondo la PRIORITÀ di accesso alle cure mediche .
Spesso priorità e gravità vanno d'accordo, ma non sempre (ad esempio un paziente con ritenzione acuta di
urina, con globo che supera la linea dell'ombelico, con dolore molto intenso e refrattario agli antidolorifici,
ha come unica soluzione il posizionamento di un catetere. Il paziente non è grave, ma è prioritario. Al
contrario un paziente che arriva per tosse e febbre ricorrente con anamnesi positiva per tumore e trattamento
chemioterapico, con parametri parzialmente alterati, è un paziente molto grave, ma non prioritario, perché le
sue funzioni vitali non sono a minaccia di cedimento). Altra concetto importante è che gli infermieri non
ragionano mai in termini di diagnosi, ma in termini probabilistici (es. una persona che ha dolore al torace
quanto è probabile che possa avere un cedimento della funzione vitali?). il paziente si valuta in base alla
presenza di sintomi caratteristici del cedimento stesso, perché la diagnosi medica spesso non è correlata alla
gravità della situazione (es: polmonite ad un solo campo o estesa, che provoca insufficienza respiratoria).
Gli obiettivi del triage sono quelli di garantire l'accoglienza, fornire una prima assistenza sanitaria (es:
medicare una ferita che sanguina, steccare una frattura), evitare eventi critici, ovvero fare in modo che
persone con problemi importanti non aspettino troppo tempo. Il triage è necessario perché c'è una crisi nel
sistema, ovvero esiste una disparità tra risorse disponibili e richieste. Il triage non è indispensabile: se ad
esempio abbiamo una realtà di un pronto soccorso con tanti box visita, tanti medici e infermieri, in modo
che appena arriva una persona questa va subito nel box, non è necessario che ci sia triage perché non esiste
disparità di risorse. Inoltre il triage non influisce sulla funzionalità dell'ospedale, ma è necessario dove ci
sono delle persone che aspettano. La crisi può essere abituale, ma anche periodica (es: crisi sperimentate dai
pronto soccorso turistici), oppure straordinaria (ad esempio per un massiccio afflusso di feriti in caso di
incidente, crollo di una palazzina..).
La legge italiana stabilisce che è obbligatorio il triage quando gli accessi superano i 25.000 l'anno (circa 68
al giorno); probabilmente è un valore da rivedere.
Il triage deve essere di facile applicazione, facile comprensione; deve essere veloce, sufficiente a definire la
priorità (gli altri aspetti si definiscono poi in un secondo momento); deve essere uniforme, ovvero non
operatore-dipendente (ci sono infermieri che non si sentono abbastanza sicuri e non assegnano un codice
colore al di sotto del verde). Un parametro importante da tenere in considerazione è la sicurezza: se facendo
un triage correttamente, seguendo lo schema, mi sfugge un paziente pericoloso, probabilmente il sistema
presenta un errore.
Il sistema di triage è basato su due strumenti: la scheda di triage e i protocolli di intervento (es: se entra un
dolore toracico entro 10 minuti si deve avere un ECG). Esistono diversi tipi di triage:
- triage amministrativo: quello del direttore del traffico. L'accoglienza viene fatta da personale non
sanitario che si preoccupa di valutare le richieste e i mezzi con cui i pazienti arrivano. La
documentazione è minima, i pazienti vanno in ordine cronologico. Non è usato da quasi nessun
ospedale, solo dai più piccoli.
- triage di bancone: in cui mi posso basare solo su quello che dice il paziente, ma non posso prendere
parametri vitali; non posso toccarlo. Di solito è eseguito da professionisti sanitari e viene fatto
quando l'operatore di triage non è dedicato, ovvero fa triage ma sta anche in sala visita. I
- triage globale: il più diffuso che viene fatto da un infermiere, c'è una valutazione complessiva; il
processo è documentabile e tracciabile (da quello che viene scritto si capisce perché hai dato quel
colore, il triage è fatto bene), e se ne può fare revisioni di qualità.
- triage avanzato: che non differisce dal triage globale se non per il fatto che i pazienti vengono
accompagnati in grossi locali in cui ci sono infermieri che cominciano il percorso del paziente,
ovvero inserire un ago cannula, effettuare esami ematici, richiedere RX in caso di frattura etc, tutto
ciò serve ad accorciare i tempi di attesa dei pazienti, in modo che quando questi arrivano in stanza
visita qualche risposta ce le ho già. Ha una differenza organizzativa, in quanto servono più persone al
triage e meno in stanza visita.
L'operatore di triage deve avere una formazione dedicata, buone capacità di comunicazione, assumersi le
responsabilità e avere un adeguato controllo dell'ansia; è una postazione di grosso stress. In più se l'abilità
comunicativa è buona e si conoscono anche delle lingue straniere, questo è ancora meglio. Esistono alcuni
pronto soccorso che sono puramente turistici, e quindi hanno sempre a che fare con persone straniere.
I sistemi di triage più conosciuti e importanti sono quello asustralasiano (usato in Australia e Asia), il
Manchester triage system (capostipite europeo), il triage canadese, l'ESI (negli Stati Uniti). Tutti i sistemi di
triage hanno 5 livelli di priorità; possono differire i colori, ma sempre 5. Possono variare i minuti di attesa,
ma rimane sempre l'accesso immediato per il primo e di 10 minuti al massimo di attesa per il secondo. Il
triage statunitense è l'unico che usa una metodologia di valutazione dei pazienti particolare, ovvero fa una
previsione delle risorse impegnate, a partire dal terzo codice in poi (anche in Italia spesso si cerca di inserire
tra un paziente ed un altro quelli a zero risorse, cioè i velocissimi, come ad esempio togliere una zecca). Per i
pazienti più urgenti l’infermiere di triage si basa sul quadro di presentazione.
Tutti gli altri sistemi si basano sul quadro di presentazione, sulla base del quale si decide il codice di priorità.
In Italia la legislazione prevede un sistema a 4 livelli di priorità, ma molte regioni tra cui Piemonte, Toscana,
Lazio e Puglia hanno un sistema a 5 livelli. Tutti questi derivano, come impostazione filosofica, dal sistema
inglese, il Manchester triage system. Si basano sulla valutazione clinica.
I quesiti sull’efficacia del triage sono diversi, relativi al fatto che un sistema sia migliore dell'altro e,
soprattutto, se sia migliore un sistema a 3, 4 o 5 codici gravità. In letteratura non ci sono confronti tra 4 e 5
codici, ma sono presenti quelli tra 3 e 5. E’ chiaro che il sistema a 5 codici è più preciso nell'identificare le
persone di quello a 3 livelli. Inoltre, spesso, in questi studi, ci sono errori di metodo, e i fattori più spesso
valutati sono l'affidabilità intergiudice (differenza tra operatori), la predittività di ricovero (rossi tutti
ricoverati, bianchi nessuno) e la predittività di utilizzo delle risorse (soprattutto per il sistema statunitense). Il
65% dei pazienti vengono codificati come verdi; questo vuol dire che 2 pazienti su 3 hanno un codice verde,
ovvero funziona la regola dell'ordine cronologico.
Nelle regioni in cui si usano sistemi a 5 livelli la percentuale è molto più bassa, e quelli che scompaiono dai
verdi vanno a finire nell'azzurro, permettendo di classificare meglio la popolazione. Il fatto di avere 5 livelli
di priorità dunque non è garanzia automatica che il sistema di triage funzionerà bene. Gli studi più recenti si
focalizzano su anziani, bambini e pazienti traumatizzati che sono i più difficili da valutare. Quello che si
conosce per certo è che non esistono evidenze scientifiche che 5 livelli siano migliori di 4. Inoltre molti
studi si concentrano sull’affidabilità intergiudice, cioè sul fatto che se due operatori diversi fanno la stessa
valutazione di triage ottengono lo stesso colore. Si è visto che questi sistemi di triage hanno una buona
affidabilità, ma la percentuale di persone sovrastimate e sottostimate è molto alta (25% di sottostima e 37%
di sovrastima), questo è indicativo che il sistema non funziona. Questo accade perché la ricerca sul triage ha
ancora delle pecche nella metodologia. Quindi i sistemi di triage sono ancora un po' deboli, in quanto
sarebbero necessari ulteriori studi per ottenere validazioni più robuste.
SISTEMA TOSCANO: si basa su 5 livelli di priorità; il rosso rappresenta la situazione di emergenza e
comporta un accesso immediato. Il giallo, categoria subito sotto, non fa entrare subito, ma comunque si
accede al box visita velocemente. Il codice viene assegnato anche per percorso; ad esempio nelle patologie
tempo dipendenti si attribuisce un codice rosso (trau