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ACCOGLIENZA ED ORIENTAMENTO DEL PAZIENTE ED I SUOI FAMILIARI NELL’UNITA’ OPERATIVA

Il paziente può accedere al sistema sanitario in diversi modi (per esempio, tramite un ospedale, il servizio di emergenza, una clinica privata o uno studio medico).

Ogni istituzione adotta regole e procedure diverse per il ricovero e le condizioni del paziente determinano l’entità delle procedure di ricovero.

Per esempio, il paziente che entra attraverso il pronto soccorso può non essere in condizioni di sottoporsi all’anamnesi. In tale caso spetta ai famigliari fornire le informazioni necessarie per la cartella medica, mentre il paziente viene trasportato direttamente all’unità operativa di degenza.

Quando un paziente entra in ospedale l’attenzione si concentra di solito sulle sue sofferenze fisiche. Ma egli porta con sé non soltanto la sua malattia, ma anche la sua mentalità, i suoi sentimenti e le sue emozioni che ricoprono un ruolo essenziale per la sua guarigione fisica.

Tenere ben presente che la maggior parte dei pazienti nutre timori e preoccupazioni per la malattia o la ferita che lo ha condotto in ospedale. Il paziente può essere in apprensione per quello che può capitargli. Inoltre può essere inquieto e preoccupato per la sua famiglia e per il suo lavoro.

Dopo che il paziente stesso o un parente per lui ha sbrigato le pratiche all’ufficio accettazione, verrà accompagnato nel reparto assegnatogli.

Sapendo in anticipo che sta entrando in ospedale un nuovo paziente, recarsi nella stanza e preparare l’attrezzatura e l’arredamento della stanza. Preparare il letto sistemandolo nella posizione orizzontale più bassa (in caso di letto ad altezza variabile).

Sistemare gli arredi in modo da accedere agevolmente al letto.

Predisporre eventuali attrezzature necessarie come, per esempio, l’aspiratore, l’erogazione di ossigeno o le aste per la terapia endovenosa.

Accogliere il paziente e la sua famiglia cordialmente. Presentarsi comunicando il proprio nome e ruolo. In particolare, durante la degenza ospedaliera ha il diritto ad essere sempre individuato con il proprio nome e cognome.

Evitare l’abitudine di chiamare i pazienti con il numero o con il nome della propria malattia. Esempio: la Signorina Rossi non è il “piede fratturato del 502”, né il Signor Bianchi è il “letto 10” o “il nonno”.

Usare l’appellativo giusto prima del nome del paziente, Signor, Signorina o Signora. PERMETTETE AL PAZIENTE DI MANTENERE LA SUA IDENTITA’ PERSONALE. Ha il diritto di essere interpellato con la particella pronominale “LEI”.

Accompagnare il paziente e la famiglia alla stanza assegnata. Se si trova in barella, aiutarlo a farlo passare dalla barella al letto.

Se il paziente arriva in barella, o se è debole o ha dolori, spogliarlo sempre dopo che è stato messo sul letto.

Aiutare il paziente a mettersi a letto nel modo più consono alle sue condizioni cioè non dare al paziente l’impressione che deve sbrigarsi. Le prime impressioni sono le più durevoli.

Mostrate al paziente, con il vostro modo di fare che vi interessate a lui. Se vi sembra irritabile e sospettoso, può darsi che lo sia perché è preoccupato e spaventato di quel che sta per succedergli.

Comprensione per i parenti del paziente. Se dovete chiedere loro di allontanarsi dalla stanza, fatelo con garbo e gentilezza.

Fornire l’aiuto necessario al paziente per spogliarsi, questo può voler dire spogliarlo completamente e mettergli il pigiama o camicia da notte, come può voler dire lasciarlo da solo e dargli il tempo di spogliarsi. Mentre il paziente si prepara, fare uscire dalla stanza famigliari e amici a meno che scegliamo di aiutare il paziente mentre si sveste. Chiudere porta e finestre.

Osservare l’aspetto generale del paziente, il colore o lo stato della pelle, lividure, o qualsiasi cosa che vi sembri fuori del normale, per poi riferirle a chi di dovere.

Mostrare al paziente l’armadio, il comodino dove potrà depositare i suoi abiti e i suoi articoli da toeletta personali. Ditegli dove li mettete se sta troppo male per farlo da solo. Far vedere come si utilizza l’attrezzatura ( per esempio come si manovra il letto, come estrarre e riporre il tavolino che sta sotto il letto, come azionare l’illuminazione). Mostrare al paziente come funziona il sistema di chiamata e come sistemarlo nel luogo più adatto..

Se il paziente sembra confuso da tutte queste spiegazioni, tacere per un momento e lasciare che sia lui a fare domande, se vuole. Alcuni ospedali hanno un foglio stampato per dare al paziente tutte le informazioni occorrenti. Seervitene, se è disponibile e consigliare al paziente di leggerlo.

Se ci sono altri pazienti nella stanza, presentare il nuovo arrivato agli altri pazienti, se né lui né gli altri sono troppo ammalati.

Compilare la cartella clinica con i dati anagrafici del paziente ( nome, cognome, n.telefono, via, data di nascita, data di accettazione, ecc.)

Rilevare parametri vitali ( temperatura, polso, pressione arteriosa ) e registrarli sull’apposito modulo.

Chiedere al paziente di fornire un campione di urina e spiegare il procedimento. Il campione può essere ottenuto subito dopo l’entrata in ospedale o, più comunemente come prima cosa la mattina dopo, al risveglio. N.B: far sapere al paziente che cosa state per fargli. spiegare cosa succederà prima di dare inizio a qualsiasi terapia. Esempio: una frazione alla schiena non dovrebbe mai cominciare con l’ordine: SI GIRI !!!!!!

Mostrare al paziente dove si trova il bagno, la stanza della caposala, la medicheria, ecc.

Passare spesso da lui nel corso delle prossime ore per vedere di che cosa ha bisogno e per dimostrargli che vi interessate a lui. Può aver pensato ad altre domande che desidera porvi.

Unità del Malato

È l’arredamento tipo di cui deve disporre il malato durante il periodo di degenza in ospedale.

Scopo

Fornire al malato un proprio spazio

Gli elementi che costituiscono al minimo l’unità del malato sono:

  • Letto
  • Comodino
  • Poltrona o sedia
  • Tavolo o piano per i pasti
  • Armadietto
  • Sgabello
  • Accessori (luce individuale, pannello con prese e comandi vari)

N.B.: Tutto l’arredamento deve essere:

  • Pulibile e disinfettabile
  • Resistente all’usura e agli urti
  • Maneggevole
  • Di costo accessibile
  • Di lunga durata

- IL LAVAGGIO DELLE MANI -

Le mani di ciascuno di noi rappresentano una storia, una storia in relazione alla nostra età, una storia quotidiana di vita rappresentato anche una serie di contatti: toccare oggetti, animali, persone e, in ultimo, ma non meno importante, con le mani lavoriamo.

Questi strumenti così importanti assumono un significato particolare in ospedale, nell’ambito dell'igiene e del problema delle I.O.

Discutere delle mani, della loro pulizia e antisepsi rientra tra gli obblighi di una corretta assistenza ai malati da parte di medici e personale infermieristico.

Considerando che le mani costituiscono un buon terreno di coltura per i microrganismi, vista la presenza di sostanze organiche ed umidità derivante dalla sudorazione che creano un ambiente favorevole alla loro riproduzione, nella trasmissione interumana le mani del personale sanitario rappresentano un veicolo di fondamentale importanza.

Il LAVAGGIO DELLE MANI viene considerata la misura di prevenzione più importante nel controllo delle I.O.; il C.D.C. di Atlanta ha pubblicato delle raccomandazioni

Tecnica di lavaggio chirurgico delle mani

  1. Togliere orologi, braccialetti, anelli, etc. Le unghie devono essere corte, arrotondate e curate.
  2. Indossare:
    • a) una maschera ad alta efficienza che deve coprire la bocca ed il naso;
    • b) un copricapo o cappuccio che copra completamente la capigliatura; c) sovrascarpe. Una ulteriore copertura è consigliata per i soggetti con barba.
  3. Aggiustare l'acqua alla temperatura desiderata.
  4. Bagnare le mani e gli avambracci.
  5. Prendere il prodotto disinfettante e lavarsi le mani e gli avambracci arrestondosi al livello dei gomiti.
  6. Sciacquare le mani e dopo gli avambracci. Tenere le mani al di sopra del livello dei gomiti per evitare che l'acqua degli avambracci scoli sulle mani.
  7. Prendere una spazzola sterile, bagnarla e mettere la soluzione disinfettante su di essa.
  8. Spazzolarsi le unghie per mezzo minuto per ogni mano. Lasciar cadere la spazzola.
  9. Sciacquare le mani e gli avambracci. Riprendere di nuovo il disinfettante nel palmo della mano.
  10. Lavare le mani e gli avambracci e, in maniera minuziosa, ogni dito e spazio interdigitale. Dedicare 1 minuto per ogni mano. Lavare ogni avambraccio per 30’’ con movimenti circolari. Non spazzolare il dorso della mano e gli avambracci.
  11. Sciacquare con acqua corrente dalla estremità delle dita fino al gomito, tenere le mani con il palmo rivolto in basso, al di sopra del livello dei gomiti e discostate dal corpo.
  12. Prendere un panno sterile. Asciugare un avambraccio spingendo il panno dal gomito ai polsi, al livello del braccio al di sopra della vita e discostati dal corpo. Asciugare accuratamente la restante parte della mano. Con movimento continuo scendere e procedere fino al gomito. Gettare il panno. Prendere un secondo panno sterile e procedere per l’altra mano come sopra.

I prodotti disinfettanti raccomandati per il lavaggio delle mani sono:

  • Povidone iodio
  • Clorexidina gluconato al 4% in soluzione acquosa
  • Esaclorofene al 2% in soluzione acquosa
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
25 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alemary28 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Basi dell'assistenza infermieristica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Lenzetti Ilenia.