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Questo viene scelto in caso che il midollo sia sano, ossia in cui non è compromesso. Questo atto di
conservazione in azoto liquido di cellule emopoietiche porta ad una ridotta vitalità una volta
reimpiantate. Inoltre, esiste un altro grosso problema, ossia quello legato alla possibile riduzione del
numero di cellule per patologia o trattamenti. Generalmente, infatti, il midollo osseo della persona
su cui viene fatto il trapianto, è stato già sottoposto a forte radio e chemioterapia. E’ quindi
possibile che, una volta reimpianto il midollo, questo non trovi il tessuto spugnoso dove attecchire,
perchè degenerato dalla radio e dalla chemio.
Dunque, i rischi di trapianto autologo di cellule emopoietiche riguardano:
1. Maggiore percentuale di ricadute (per quanto riguarda le persone con leucemia, in cui viene
reimpiantato il proprio midollo che, tuttavia, è ancora leucemico)
2. Mancato attecchimento
Tuttavia, fra i benefici troviamo:
1. No rigetto
2. No GVHD
3. Immunosoppressione limitata
Il trapianto allogenico
I maggiori rischi riguardano:
1. Rigetto: il midollo donato non trova spazio, non riesce ad attecchire e il midollo già presente
rigetta quello donato
2. GVHD: rischio maggiormente temuto
3. Immunosoppressione: le persone devono essere fortemente immunosoppresse (vengono
utilizzati tutti quei farmaci usati in trapiantologia); alcuni farmaci usati sono le ciclosporine.
Ricorda: l’immunosoppressione non viene usata contro il midollo originale, ma contro il
midollo appena trapiantato, perchè è questo che reagirebbe come sistema immunitario. Si
parla sì di trapianto, ma di trapianto di midollo (o di sistema immunitario)!!! Questo, quindi,
sua e, una volta impiantato, aggredirebbe l’ospite! Per questo
ha una memoria immunitaria
di trapianto di midollo osseo, l’immunosoppressione è contraria: viene
motivo, in caso
immunosoppresso l’organo trapiantato, ossia il midollo osseo, al fine di evitare un
aggressione.
Queste persone, dunque, avranno un alto rischio di infezioni.
Fra i benefici abbiamo:
1. Minore percentuale di cadute
2. Possibilità di ripetere tmo
GvL: una volta che il midollo osseo si “risveglia”, comincia ad aggredire il soggetto e,
3. soprattutto, la malattia residua che, in precedenza il vecchio midollo osseo non riconosceva.
Questo effetto viene chiamato GvL, ossia Graft (Rigetto) Versus (Contro) Leukimia
(Leucemia). Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 10
RICORDA: a volte l’effetto GvL viene utilizzato in caso che non funzioni nè chemio nè
Quando serve, infatti, viene abbassata l’immunosoppressione, così da risvegliare il
radioterapia.
midollo nuovo ad attaccare la malattia. Tuttavia, è necessario procedere con estrema attenzione,
poichè può venire a formarsi l’effetto gvhd, dove il midollo comincia ad attaccare tutto.
Percorso assistenziale del paziente trapiantato
Nella scelta del reclutamento del donatore, ci sono molti aspetti che vengono considerati. Fra i più
compatibili, generalmente si tende a selezionare:
1. Il donatore più giovane
2. Il donatore uomo: questo perché una donna, in qualche modo, possiede sempre un minimo
rischio di essere andata incontro (anche in maniera silente) ad un aborto. Di conseguenza,
quindi, significa che il sistema immunitario della donna è venuto in contatto con un sistema
immunitario di un terzo individuo (il feto). Questa situazione, dunque, potrebbe porre ad un
maggior rischio di incompatibilità al momento del trapianto.
RICORDA: non è fondamentale che il donatore abbia il gruppo sanguigno e il fattore Rh-
compatibile col ricevente! Ricorda, inoltre, che una volta trapiantato, la persona cambierà gruppo
sanguigno e acquisirà quello del donatore!
Altra cosa che cambia è il cariotipo sessuale: ciò non significa che la persona cambia sesso, ma il
cariotipo sessuale: a livello di indagini di laboratorio, risulta diverso da quello originale.
Le persone che effettuano trapianto allogenico, necessitano di essere immunosoppresse
maggiormente. Il farmaco di elezione in questo caso è la ciclosporina (usata nei trapianti per
prevenzione della GVHD). La ciclosporina è pericolosissima dal punto di vista di gestione e
manipolazione del farmaco stesso, per gli operatori che la gestiscono (se a contatto con la cute,
viene assorbita rapidamente). continua, 24 ore su 24, quando c’è la
Nei primi periodi, viene somministrata ev in infusione
possibilità di ricovero protetto.
Viene poi sostituita da capsule (per os) o da sciroppo (assunto attraverso liquidi, in caso di difficoltà
di deglutizione). Si presenta come una sostanza molto oleosa (ricordarsi, quindi, nella preparazione,
E’ un farmaco che va
di utilizzare un ago di grosso calibro, come del 19). dosato pro kilo.
Fondamentale è ricordarsi di utilizzare, per la ciclosporina, una via prediletta e che non vada ad
unirsi ad altre iniezioni; deve, inoltre, essere somministrato molto lentamente.
Questo farmaco possiede molti effetti collaterali:
1. Nefrotossicità
ossia l’aumento della peluria, anche in zone normalmente prive di peli
2. Irsutismo,
3. Tremori, soprattutto in caso di sovraddosaggio
4. Iperplasia gengivale
5. Epatotossicità
6. Complicanze neurologiche
7. Nausea e vomito
8. Anoressia
9. Aumento del rischio infettivo
In caso di sovradosaggio, questo è possibile da diagnosticare chiedendo al paziente di porre le mani
in avanti; in caso di dosaggio eccessivo, infatti, queste tendono a tremare (a volte, in maniera molto
forte, quasi da Parkinson).
I trapianti di cellule emopoietiche possono essere fatte, molte volte, anche a domicilio,
prevalentemente quelli di tipo autologo.
Altrimenti esistono i centri trapianti, in cui la persona risiede in una stanza singola isolata, con
un’antistanza, (all’apertura della porta, l’aria all’interno fuoriesce
tutto a pressione positiva
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 11
attraverso un flusso laminare con direzione interno-esterno, impedendo ai microorganismi di
contaminare l’interno). In questo luogo, ovviamente, vigono delle regole estremamente ferree, per
l’igiene ambientale, le attenzioni all’ingresso
quanto riguarda del materiale e del personale.
L’anticamera ha proprio l’obiettivo di permettere alle persone di eseguire un lavaggio sociale delle
mani e una corretta vestizione.
Le pompe infusive si trovano fuori dalla stanza, al fine di evitare che le persone entrino
continuamente all’interno per cambiare le sacche da chemio: le sacche vengono, infatti, collegate a
delle prolunghe, che raggiungono fino ai 4 metri di lunghezza.
Tutto il materiale che entra nella stanza viene disinfettato e/o sterilizzato.
Il lavoro al centro trapianti è, ovviamente, un lavoro di equipe, che prevede collaborazione fra
infermieri, medici, fisioterapisti, oss, osa e osss.
Il percorso diagnostico terapeutico di una persona sottoposta a trapianto è estremamente
standardizzato e prevedibile: questo facilita la presa in carico e l’esecuzione dell’assistenza
(conosciamo, infatti, già da subito quali possono essere le complicanze e i possibili interventi, nel
positivo e nel negativo).
Non parliamo mai, in questi casi, di ricoveri di urgenza; anzi, è possibile intercettare il malato anche
mesi prima del ricovero: questo permette all’infermiere di eseguire anche un colloquio con la
nel vero percorso assistenziale.
persona molto prima dell’ingresso
Il soggetto potrebbe arrivare in reparto anche prima dell’espianto del midollo osseo: in questo caso,
è possibile dare informazioni sull’espianto o al familiare o alla persona stessa. E’ possibile poi, far
visitare la stanza di degenza al paziente, ancora prima di essere ricoverato: viene spiegato alla
persona che può portare, relativamente allo spazio presente, tutto ciò che vuole da casa, al fine di
farla sentire il più possibile a casa sua.
Al paziente dovrà anche essere spiegata la necessità di impiantare un CVC.
Ricorda che una delle possibili complicanze del CVC è il PNX (pneumotorace). Lo pneumotorace
provoca un dolore trafittivo, puntorio (come nell’embolia polmonare acuta o EPA).
Ma perché può venire uno pneumotorace? Per esempio, perché durante la procedura si è forato un
polmone. Generalmente, se il foro è minimo, i cambiamenti dei livelli di gas si notano dopo ore. La
persona, tuttavia, indica di avere un dolore puntorio, trafittivo, unito a dispnea.
Altri possibili sintomi di PNX riguardano la presenza di tosse secca e stizzosa.
All’ingresso l’appoggio che l’infermiere dovrà dare
della persona in reparto, fondamentale è sia al
paziente sia ai familiari che l’accompagnano: molte volte, infatti, queste persone entrano e sanno
che probabilmente non usciranno più.
La persona, nel momento in cui entra, anche se è un momento molto difficile, viene sobillata di un
numero importantissimo di informazioni che, però, devono essere date da subito:
L’ambiente deve
1. essere mantenuto a bassa carica microbica: la salvaguardia di questo è
strettamente legato anche al modo in cui il paziente stesso si comporta (educazione alla
persona)
2. Igiene attenta e frequente: dopo ogni evacuazione, dopo ogni pasto, ecc.
3. Educazione riguardo alla doccia: partire dalle zone più pulite, fino ad arrivare alle zone più
sporche (mai partire dai genitali, per esempio, ed arrivare poi alla pulizia del CVC)
4. Collaborazione al monitoraggio del bilancio idroelettrolitico: deve essere spiegato alla
persona di porre estrema attenzione a ciò che bevono
Educazione sull’uso delle stanze:
5. in ogni stanza è presente una telecamera a circuito chiuso,
che permette al paziente di parlare con i familiari fuori, soprattutto nei periodi di massima
aplasia della persona, in cui i parenti non vengono fatti entrare. In caso, invece, che la
aplasia non sia pesantissima, i parenti possono entrare uno alla volta
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 12
Nel periodo di condizionamento, il soggetto comincia ad eseguire la terapia (chemio e/o radio a dosi
sub letali), puntata a distruggere il midollo osseo. Questo periodo è variabile, in base al tipo di
trattamento e alla tipologia di malattia.
Fino al giorno precedente al trapianto, quindi, è possibile che la persona faccia altissime dosi di
chemio e/o radioterapia.
Questo è il periodo in cui tutti gli effetti collaterali portati da farmaci chemioterapici o da
e con un’elevata
radioterapia si concentrano: insorgono in maniera estremamente forte rapidità,
proprio a causa dell&rs