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Rischio di malnutrizione e disidratazione

Altre complicanze: es. rischio di lesioni da compressione

Disfagia

La deglutizione dipende dal buon funzionamento del sistema nervoso (in particolare di alcuni nervi cranici) e delle strutture che vengono coinvolte nelle varie fasi in cui si realizza: bocca, faringe, esofago.

Per questo la disfagia può comparire:

  • in seguito a molte condizioni patologiche che interessano il sistema nervoso (es. ictus cerebrale, morbo di Parkinson, demenza, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, trauma cranico, ecc.)
  • neoplasie dell'orofaringe, ipofaringe, esofago
  • in soggetti anziani sani a causa di modificazioni dell'orofaringe dovute all'età
  • in soggetti con deficit neurologico subclinico

Manifestano segni e sintomi di disfagia:

  • Il 45% degli anziani sopra i 75 anni
  • Oltre il 30% dei soggetti colpiti da ictus cerebrale

Identificazione precoce della disfagia

Coinvolge più figure professionali: medico - logopedista - infermiere (Oss)

dopo adeguata formazione e su indicazione dell'infermiere)Richiede:la conoscenza dei fattori di rischiola conoscenza dei segni della disfagial'osservazione attenta del paziente durante l'alimentazionePossono essere realizzati test di screening di semplice esecuzione comeThree-oz Water Swallow Test:valutazione preliminare dello stato di coscienza e della funzione respiratoriaal paziente seduto in posizione comoda ed eretta si richiede di bere tre sorsi di acquada un bicchiere e si valuta la comparsa di tosse e altri segni disfagiavalutazione specifica del logopedistaSegni e sintomi della disfagiaGenerali: Quando mangia o bevePerdita di saliva o di cibo dalla bocca Inizio della deglutizione con lentezza oritardo nel deglutireAssenza o debolezza di tosse e dideglutizione volontaria Masticazione o deglutizione scoordinateCambiamenti nel tono e nella qualità Deglutizioni multiple per ogni bocconedella voce Stasi del cibo nelle guanceRiduzione dei movimenti dellabocca o Rigurgiti orali o nasali di cibo o liquidi della lingua Aumento del tempo necessario per Schiarimenti della gola frequenti mangiare o bere Perdita di peso o disidratazione Tosse e starnuti durante e dopo il pasto Dopo aver mangiato e bevuto Voce rauca o umida Stanchezza Cambiamenti nel modo di respirare Interventi assistenziali Interventi in base alla gravità della disfagia: nutrizione orale con modificazioni nutrizione artificiale Alimentare una persona con disfagia Da fare Provvedere all'igiene orale perché può stimolare la salivazione ed il gusto Controllare che il paziente sia vigile e reattivo Far assumere alla persona la posizione seduta, con il busto eretto e sostenuto, le braccia appoggiate sul tavolo/tavolino testa leggermente flessa e il mento verso il basso (o diversa indicazione) Mantenere la protesi dentaria Dare da mezzo a un cucchiaino da tè di cibi solidi, o 10 – 15 ml di liquidi per volta Somministrare liquidi densi (eventuale uso di)

Alimentare una persona con disfagia

Da fare

  • Somministrare una dieta semisolida di consistenza omogenea (eventualmente frullare o passare i cibi)
  • Alternare liquidi e solidi
  • Somministrare una dieta ad alto valore energetico e nutritivo per compensare la ridotta assunzione di alimenti e lo sforzo necessario per mangiare e bere
  • Se la persona si affatica, prevedere 6 piccoli pasti al giorno
  • Controllare se ci sono residui di cibo in fondo alla bocca

Da evitare

  • Aiutare a bere con la cannuccia (usare invece il cucchiaino)
  • Liquidi (valutare la necessità di addensanti)
  • Alimenti a temperature estreme, piccanti, irritanti
  • Alimenti di consistenza mista (parte solida e parte liquida insieme, ad esempio minestra-minestrone)
  • Alimenti secchi e friabili (grissini, crackers)
  • Alimenti che si suddividono in tante piccole unità (ad esempio riso o pane secco)
  • Alimenti filamentosi (alcune verdure, carne non frullata)
  • Alimenti che richiedono una masticazione prolungata
  • Alimenti che

impastano la bocca (es. banane, pane bianco morbido

ALIMENTI LIQUIDI

Sono difficili da deglutire perché meno controllabili a causa dello scarso attrito

L'acqua costituisca l'agente più problematico perché incolore, inodore, insapore

Se aspirati (acqua, thè, tisane senza zucchero) non presentano particolari rischi di infezione polmonare

LIQUIDI DENSI e SEMILIQUIDI

Liquidi densi

Ad esempio latte, yogurt “da bere”, succhi di frutta con polpa

Alimenti semiliquidi

Gelati, granite, passati di verdura, yogurt, creme, semolino, crema di riso, frullati e omogeneizzati di frutta

Possono dar luogo a complicanze broncopolmonari

ALIMENTI SEMISOLIDI e SOLIDI

Alimenti semisolidi

Polenta, semolino, crema di riso, passati di verdura densi, omogeneizzati di carne o pesce, formaggi cremosi, uova alla coque, budini, mousses

Alimenti solidi

Riservati a pazienti con compromissione di bassa entità della fase orale e con masticazione in parte conservata

Preparazioni morbide e

omogenee:gnocchi di patate ben conditi ( es. panna), lasagne, uova sode,verdure cotte non filacciose, filetti di pesce deliscato, formaggicremosi, pane da tramezzini, frutta matura a consistenza morbida

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
18 pagine
1 download
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica Clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Calabresi Paolo.