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IVU)
Aprire le confezioni e disporre in modo Completamento del campo sterile
asettico il
catetere e la sacca sul telino sterile
Pre-cateterismo:
Eseguire l’antisepsi alcolica delle mani e Assicura l’asepsi durante la manipolazione del 30
indossare il secondo paio di guanti sterili catetere
Collegare la sacca al catetere Per garantire subito il circuito chiuso
(questo passaggio si evita adottando la sacca
con il catetere pre-connesso)
Distribuire il lubrificante, precedentemente Evita l’attrito che si svolge lungo tutto il
posto decorso
su una garza, lungo il decorso del catetere a dell’uretra (eccetto per i cateteri autolubrificati)
partire dall’estremità distale fino a circa metà
della lunghezza
Posizionare il telino fenestrato attorno al pene Per ottenere un campo sterile attorno al pene
per
maggiore sicurezza durante le manovre
Impugnare il catetere:
Con la mano non dominante sostenere il Si ottiene una salda presa della punta del
catetere per la coda, con la mano dominante catetere ed evita movimenti anomali durante
prendere la punta fra pollice e indice con l’introduzione in uretra.
l’altra Evita che qualsiasi parte del catetere possa
mano, ruotare davanti la prima mano e prendere contatto con superfici e quindi
bloccare contaminarsi
la coda con il mignolo della stessa mano che
tiene la punta del catetere
Cateterismo:
Afferrare il pene con la mano non dominante, Questa posizione del pene favorisce
mantenendolo perpendicolare all’addome l’introduzione del catetere fino all’uretra
bulbare
Introdurre il catetere nell’uretra gradualmente Evita traumi uretrali
fino ad avvertire la resistenza dell’uretra
bulbare
Successivamente abbassare il pene e Favorisce la risalita del catetere attraverso
continuare l’uretra
l’inserimento fino ad avvertire la resistenza prostatica fino in vescica
prostatica
Continuare l’inserimento fino al superamento Assicurarsi di essere completamente in
del vescica
collo vescicale e/o alla prossimità della coda 31
del
catetere
Verifica:
Schiacciare un paio di volte il catetere: se Verificare tramite la fuoriuscita di urina che il
l’urina catetere abbia raggiunto la vescica
non esce subito, può essere dovuto al
lubrificante che occupa temporaneamente il
lume
Iniettare con attenzione la soluzione Per gonfiare il palloncino del catetere; Per
fisiologica o avvertire eventuale resistenza o segni di
acqua sterile della seconda siringa per dolore
gonfiare il nel paziente durante il gonfiaggio
palloncino del catetere
Ritirare il catetere delicatamente fino a che Per ancorare il catetere al collo vescicale
non si
avverte la resistenza del collo vescicale
Svuotamento vescica:
Controllare lo svuotamento dell’urina, Lo svuotamento repentino di un volume
d’urina
sospendendo il flusso ai primi 600 ml maggiore può determinare una emorragia (ex
vacuo)
Continuare con intervalli di 30’ con la La vescica si riduce gradualmente evitando di
fuoriuscita sanguinare
di 300 ml ogni volta, fino al completo
svuotamento, poi lasciare il flusso libero
Il fissaggio del catetere si attua solo dopo L’indicazione al posizionamento del pene
attenta sull’addome consente di evitare possibili
valutazione del paziente decubiti, particolarmente all’angolo peno-
scrotale.
Nei pazienti allettati e poco mobili la vescica
non si vuota fino a quando non raggiunge il
livello dell’addome, per cui l’urina ristagna
continuativamente con conseguenze possibili
di
maggiore sviluppo batterico e di calcolosi.
Porre la sacca di drenaggio sempre al di sotto Per non favorire contaminazioni del circuito
del livello della vescica, ma sollevata dal chiuso dovute all’ambiente esterno 32
pavimento
Eliminare il materiale:
Inserire gli oggetti monouso non contaminati
nei
contenitori per rifiuti assimilati agli urbani
Smaltire il materiale contaminato nei In ottemperanza alla normativa vigente e alle
contenitori procedure in uso
per rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
Gestione del catetere vescicale
La cura quotidiana del meato va fatta con acqua e sapone. È importante che i presidi per il
cateterismo siano sterili. Per prevenire le infezioni delle vie urinarie non sono raccomandate le
irrigazioni vescicali né la profilassi antibiotica. Le irrigazioni sono invece raccomandate in caso di
sospetta ostruzione. Non ci sono prove su quale sia il tempo di sostituzione del catetere
raccomandato. Il catetere va tolto prima possibile per il rischio di infezioni.
Non è stata dimostrata l'efficacia dell'uso di disinfettanti né di pomate antibiotiche o a base di
iodopovidone per prevenire l'insorgenza di infezioni.
Sistemi di drenaggio
Per garantire l'assenza di contaminazioni bisogna utilizzare il drenaggio a circuito chiuso, cioè il
catetere va connesso alla sacca per la raccolta delle urine al momento del cateterismo e non deve
mai essere disconnesso. Alcuni studi hanno dimostrato che i sistemi di drenaggio chiuso sono
efficaci nel prevenire la batteriuria ma in molti casi i benefici sono inferiori ai costi.
L'abitudine ormai desueta di aggiungere soluzioni antibatteriche alle sacche di raccolta in soggetti
sottoposti a cateterismo a breve permanenza non riduce l'incidenza di infezioni. Con l'aumentare
della durata del cateterismo si possono utilizzare altri sistemi di gestione.
Nel cateterismo a lunga permanenza la condizione di vita imposta dal catetere è molto disagevole
ed è spesso vissuta con vergogna. Per questo è importante valutare le condizioni psicofisiche, di
movimento e manuali del soggetto per suggerirgli la gestione più adatta per la migliore qualità di
vita. Nei soggetti allettati l'uso della sacca da letto è necessaria, ma diventa scomoda nei soggetti
che camminano. La sacca va mantenuta sotto il livello della vescica, deve avere un rubinetto di
svuotamento e un dispositivo anti-reflusso. È necessario non contaminare la sacca e l'ambiente
durante lo svuotamento. Per questo occorre indossare i guanti monouso ed evitare il contatto del
rubinetto con il contenitore. Il paziente deve sapere che è importante non dare strappi alla sacca e
non appoggiarla sul pavimento. Per praticità a casa si può tenere la sacca in un sacchetto pulito.
Tappo
Per facilitare la vita di relazione nei soggetti con catetere a lunga permanenza si possono
utilizzare alcuni presidi, come le sacche da gamba, i tappi e la valvola cateterica. Il tappo è il
sistema più semplice e meno costoso, ma così come le sacche da gamba ha il problema della
continua sconnessione e manipolazione con possibilità di contaminazione. Il tappo infatti deve
essere rimosso ogni volta che bisogna svuotare la vescica, ma per toglierlo e rimetterlo senza
bagnarsi è necessaria una buona manualità che spesso le persone anziane o con demenza non
hanno e occorre che l'infermiere spieghi come utilizzarlo. Il tappo quindi è un presidio che può
essere consigliato (purché si utilizzino tappi sterili) in soggetti con catetere a lungo termine quando
non ci sono alternative.
La soluzione migliore, se non ci sono controindicazioni mediche (per esempio demenza, ematuria,
ridotta capacità vescicale, reflusso vescico-ureterale), è la valvola cateterica.
Valvola cateterica 33
La valvola viene raccordata al catetere e può non essere raccordata al sacchetto di raccolta,
evitando così l'uso della sacca. È sufficiente esercitare una pressione sulla valvola perché questa
si apra, consentendo la fuoriuscita delle urine. Si richiude automaticamente riducendo il rischio di
contaminazione microbica. L'importante è vuotare la vescica a intervalli regolari a seconda della
quantità di liquidi assunti.
Irrigazioni vescicali
Le irrigazioni vescicali non sono raccomandate per la prevenzione delle infezioni vescicali. Le
soluzioni a base di iodopovidone per i soggetti con catetere a breve permanenza non sono
efficaci.
Nelle persone con cateterismo a lungo termine l'irrigazione con soluzione salina, clorexidina o
soluzioni non batteriostatiche non ha prodotto differenze nel tasso di infezioni. Pertanto, in base
alle prove disponibili, non si possono raccomandare le irrigazioni vescicali per ridurre le infezioni
del tratto urinario. Si può e si deve ricorrere all'irrigazione vescicale solo in caso di sospetta
ostruzione del catetere e in caso di ostruzioni da ematuria o struvite. In questi casi è importante
l'uso di materiale sterile e di tecniche asettiche.
Sostituzione del catetere
Quando il soggetto è a rischio di frequenti incrostazioni (struvite), si dovrebbe valutare il tempo di
insorgenza delle incrostazioni e provvedere alla sostituzione del catetere prima che si formino.
Pertanto il momento adatto per la sostituzione va stabilito in base alle condizioni generali del
soggetto cateterizzato, delle urine e in base alle caratteristiche specifiche del catetere. Per
esempio in un soggetto senza complicanze il catetere in silicone al 100% va sostituito dopo 1-2
mesi mentre il catetere in lattice siliconato dopo 20-30 giorni.
Ginnastica vescicale
Quando si rimuove il catetere si deve sempre controllare la diuresi del soggetto, soprattutto nei
soggetti sottoposti a cateterismo a lunga permanenza. Può succedere che la minzione non
riprenda completamente e si presenti disuria fino a globo vescicale, soprattutto nei soggetti con
una preesistente ipertrofia prostatica o un problema neurologico. È importante riconoscere i segni
e i sintomi di ritenzione urinaria. Per verificare se il paziente ha ripreso una minzione adeguata
può essere fatto un esame ecografico, in alternativa viene fatto un cateterismo dopo la minzione
per controllare se il residuo vescicale è uguale o maggiore di 100 ml. In questo caso si deve
iniziare un programma di cateterismo provvisorio.
Per aiutare il soggetto a urinare si può ricorrere a rimedi come la borsa di acqua calda per ridurre
la contrazione degli sfinteri o la borsa di ghiaccio sull'addome per stimolare la minzione.
Quando un soggetto è cateterizzato il muscolo detrusore della vescica non si contrae perché lo
svuotamento della vescica avviene per drenaggio. Ciò può portare a incontinenza o ritenzione,
soprattutto nei soggetti con cateterismo a lunga permanenza.
In alcuni soggetti prima della rimozione del catetere si ricorre alla ginnastica vescicale per
provocare una dilatazione e uno sgonfiamento della vescica e riabituarla a contenere le urine.
Inoltre la chiusura del catetere determina una stasi di urina all'interno della vescica, che può
aumentare l'incidenza delle infezioni urinarie.
Il clampaggio