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Categorie di risorse per una scuola inclusiva
Di seguito verranno presentate 14 categorie generali di risorse che il Consiglio di classe o il team docenti può decidere di attivare per organizzare una scuola realmente inclusiva. In particolare l'organizzazione:
- Organizzazione scolastica generale: dei tempi scuola, degli orari degli alunni
"Alla ripresa dopo la pausa estiva, la bambina frequenta metà del tempo scolastico in prima, per acquisire le strumentalità di base, e l'altra metà in quinta, per ricevere stimoli adeguati alla sua età cronologica" (Borghetti et al., 2002).
In questa categoria organizzativa di risorse troviamo anche la formazione attenta delle classi (eterogeneità ben studiata e numerosità compatibile con le risorse umane e materiali), l'uso di classi aperte, oltre che l'utilizzo ampio e realmente improntato alla con titolarità dell'insegnante specializzato per il sostegno: "Per evitare la presenza di un numero
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1. Spazi e architettura: è evidente come lo spazio e l'architettura diventino una risorsa importante quando garantiscono a tutti gli alunni la massima accessibilità sia interna che esterna.
2. Sensibilizzazione generale: in questa categoria di risorse troviamo tutte le varie iniziative di informazione, conoscenza, attivazione di sensibilità e di atteggiamenti positivi costruttivi, non pietistici né compassionevoli, rispetto agli alunni in difficoltà.
3. Alleanze extrascolastiche: con varie risorse extrascolastiche educative e formative, formali o informali, a cominciare dalla famiglia e dalle tante figure educative all'interno della classe e per favorire ulteriormente l'integrazione dell'alunno diversamente abile, il team docenti aveva stabilito di assegnare agli insegnanti di sostegno alcuni ambiti disciplinari: ricerche, educazione al suono e alla musica, educazione motoria, informatica" (Abatangelo et al., 2005).
realtà culturali, economiche, sociali, sportive e associative presenti in un dato territorio. riguarda l’input formativo specifico sugli insegnanti la formazione non
5. Formazione e aggiornamento: può ovviamente essere considerata un ripiego a cui si fa riferimento quando non ci sono ore sufficienti, o percepite come sufficienti, dell’insegnante di sostegno. Anzi, sarà proprio la presenza forte, soprattutto culturalmente forte, dell’insegnante di sostegno che elaborerà il bisogno di formazione specifica e sarà in grado di guidare e sostenere questa formazione.
6. Documentazione: l’utilizzo sistematico della consultazione della documentazione di esperienze e di buone prassi compiute da altre istituzioni scolastiche.
7. Didattica comune: le strategie inclusive all’interno della didattica comune, delle attività cioè svolte da tutti i docenti nei vari percorsi curricolari di insegnamento-apprendimento per tutti gli alunni.
Accanto ai piccoli gruppi di apprendimento cooperativo, un accorgimento per rendere più speciale e più efficace la didattica normale nelle varie discipline, e di conseguenza renderla maggiormente inclusiva, è il tutoring, cioè l'alunno che insegna all'altro alunno. Un altro approccio didattico speciale particolarmente utile e interessante è quello che utilizza le mappe concettuali e rappresentazioni visive schematiche delle relazioni e dei concetti implicati in un argomento o in un'attività. Percorsi educativi e relazionali comuni: offerti cioè a tutti gli alunni, ma che vanno per alcuni aspetti adattati e individualizzati: in questo caso si utilizzano spesso laboratori creativi, espressivi e produttivi, l'espressione corporea e come ad esempio la produzione di film. Altre attività laboratoriali coinvolgono la linguistica, i linguaggi grafici e pittorici e le attività ludiche e musicali e puntano.Allo sviluppo di competenze sociali e relazionali. Il lavoro laboratoriale sulle emozioni è un ambito dei più importanti: aiutare i bambini a sintonizzarsi meglio con le proprie emozioni è un importante fattore psicologico di protezione con effetto positivo diretto sull'apprendimento e sulle competenze interpersonali. Sviluppare l'intelligenza emotiva vuol dire allenare il bambino a un miglior rapporto con se stesso e con gli altri.
9. Didattica individuale: percorsi di didattica individuale, svolti cioè in rapporto uno a uno, in cui un adulto, insegnante o comunque esperto, o un altro alunno nel ruolo di tutor, insegna direttamente all'alunno in difficoltà. È evidente che queste attività didattiche individuali vengono messe in campo quando gli adattamenti alla didattica comune di cui abbiamo parlato nella risorsa n. 7 non sono sufficienti per ottenere un buon funzionamento apprenditivo.
10. Percorsi educativi e relazionali
individuali: ci troviamo ancora in rapporto uno a uno, come abbiamo visto nella risorsa precedente, ma gli obiettivi sono diversi, in questo caso le attività educative vengono rivolte a obiettivi di autonomia personale e sociale, e le attività relazionali individuali possono prendere la forma, se necessario, di interventi educativi rivolti al superamento di comportamenti problema, oppure allo sviluppo di competenze comunicative e interpersonali fondamentali.
Possono favorire l'apprendimento e la vita quotidiana degli alunni.
11. Ausili, tecnologie e materiali speciali: alunni. In questa categoria amplissima troviamo sia le tipologie più tradizionali di ausili per la mobilità e per la ricezione di input, come ad esempio i libri in Braille, ma anche hardware e software per l'apprendimento e la comunicazione. La condizione specifica dell'alunno, la sua disabilità, può
12. Interventi di assistenza e di aiuto personale: oppure l'igiene
personale o ilportare a bisogni di assistenza fisica diretta per quanto riguarda la mobilità, controllo degli sfinteri, l'alimentazione, ecc.
13. Interventi riabilitativi: la logopedia, la fisioterapia, la psicomotricità, la terapia occupazionale, l'arteterapia, la musicoterapia o altri interventi speciali e mirati.
14. Interventi sanitari e terapeutici: si tratta di interventi terapeutici e sanitari, come quelli condotti dai neuropsichiatri, dagli psicologi, dai neurologi, e così via.
Come si vede da questa panoramica delle categorie di risorse, il Consiglio di classe o il team docente cerca di attivare quello che esse prevedono, avendo a disposizione appunto 14 categorie di risorse anche molto diverse, non limitandosi solamente ad alcune di esse. La qualità dell'integrazione e dell'inclusione dipenderà principalmente dall'ampiezza del quadro di risorse attivate e dalla loro "speciale normalità". Migliorare
L'integrazione-inclusione attraverso i Livelli Essenziali di Qualità. La Scuola italiana ha bisogno che si attivi qualche leva strategica in grado di rilanciare effettivamente tutta una serie di azioni, anche piccole, dal basso, a favore della realizzazione della Qualità quotidiana dell'integrazione/inclusione. Crediamo che questa leva strategica possa essere la definizione e il rispetto della Qualità dell'Integrazione/Inclusione: una soglia minima esigibile di Qualità, di "Livelli Essenziali di sotto la quale non si può andare in alcun caso. Una sorta di definizione di requisiti minimi, di standard concordati e socialmente accettati dalle parti: Scuola, Sanità, Famiglie, Enti Locali.
Si potrebbero concepire i Livelli Essenziali di Qualità come:
- diritti soggettivi esigibili (ad esempio, il diritto a prove equipollenti di esame, oppure a misure sostitutive nel caso di disturbi dell'apprendimento);
- livelli minimi
più lievi realizza percorsi di human functioning. migliori di integrazione. Alcuni arrivano addirittura a sostenere che nelle situazioni di maggiore gravità/complessità non valga la pena «spendere» quantità ingenti di risorse materiali e umane, perché i risultati sono scarsissimi. E questo non è equo.
In conclusione, l’arrivo anche in Italia dell’Index per l’inclusione è un’occasione preziosa per attrezzare meglio i vari percorsi di automiglioramento delle qualità inclusive che le scuole possono intraprendere autonomamente o all’interno di scenari favorevoli come la sperimentazione I CARE del Ministero dell’Istruzione e l’intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008 sull’accoglienza e la presa in carico dell’alunno con disabilità. 11
Per l’Inclusione
L’Index
Parte 1 Un approccio inclusivo allo sviluppo della scuola con l’Index
Parte 2 Il processo di
sviluppoIndicatori per l'inclusione e domande
Parte 3
Parte 4 Scheda riepilogativa e questionari
Parte 1 Un approccio inclusivo allo sviluppo della scuola
L'Index è il prodotto di tre anni di lavoro, con la collaborazione di un team di insegnanti, genitori, dirigenti e amministratori scolastici, ricercatori e rappresentanti delle organizzazioni delle persone con disabilità, tutti con un'ampia esperienza rispetto ai temi dell'educazione inclusiva.
Non c'è un modo "giusto" per utilizzare l'Index. La Parte 2 descrive solo un possibile modo di utilizzo, partendo dal presupposto che il progetto venga attivato e condotto dall'interno dalle singole scuole. Ogni utilizzo è legittimo, se promuove la riflessione sull'inclusione e conduce a una maggiore partecipazione degli alunni alle culture, ai curricoli e alle comunità presenti nella scuola.
I contenuti dell'Index
L'Index si compone di quattro elementi:
- sviluppoIndicatori per l'inclusione e domande
- Parte 3
- Parte 4 Scheda riepilogativa e questionari
- Parte 1 Un approccio inclusivo allo sviluppo della scuola
Concetti chiave:
- Per favorire la riflessione sullo sviluppo inclusivo della scuola.
Cornice di analisi/quadro di riferimento: dimensi