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Inclusioni e
alterazioni
cellulari.
Molto prima dell'avvento della microscopia elettronica
(tecnica microscopica che consente di distinguere i virus
delle varie famiglie in base alla forma delle particelle)
furono evidenziate al microscopio ottico nei tessuti infetti
particolari strutture intracellulari, denominate corpi
inclusi (o inclusioni cellulari o inclusioni virali), che
erano associate ad alcune malattie virali e batteriche (in
particolare clamidie).
I corpi inclusi sono corpi eosinofili o basofili presenti nel
citoplasma e/o nel nucleo delle cellule infettate da virus e
risultano caratteristici del virus infettante.
Le inclusioni virali sono aggregati di virioni maturi (es.
nei Papovavirus e nei Reovirus) o subunità virali non ancora
montate oppure, il più delle volte, zone di colorazione
modificata nei siti di sintesi virale o più semplicemente
modificazioni degenerative cellulari.
I primi corpi inclusi furono individuati nel vaiolo da
Guarnieri nel 1892 nel citoplasma di cellule circostanti a
pustole vaiolose (corpuscoli del Guarnieri).
Anche nella rabbia si osservano, nelle cellule nervose
infettate dal virus della rabbia, tipiche inclusioni
citoplasmatiche (corpi del Negri) e il loro riscontro è utile
per la diagnosi della malattia.
Altri esempi di malattie virali in cui si rilevano
inclusioni virali sono il mollusco contagioso (inclusioni
citoplasmatiche), le infezioni da herpes e la varicella
(inclusioni nucleari).