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SPETTROFOTOMETRIA
Valuta la frazione di intensità di radiazione visibile che una sostanza riflette per diffusione quando è colpita
da luce di diverse lunghezze d’onda. La misura è data dalla curva dell’andamento del coefficiente di
riflettanza in funzione della lunghezza d’onda della radiazione incidente.
Lo spettrofotometro è uno strumento che
determina il valore dell’assorbanza di una
sostanza inserita in una cuvetta ad una
determinata lunghezza d’onda.
È costituito da: sorgente luminosa,
monocromatore per selezionare la lunghezza
d’onda, una piccola fessura per selezionare il raggio, l’alloggio per la cuvetta, un fotometro, un
amplificatore del segnale e infine un display che mostra il risultato.
Nell’analisi di una sostanza con normali spettrofotometri che vanno dal campo dell’UV al visibile lo spettro
(assorbanza) è dato dallo spettro incidente meno lo spettro di assorbimento.
L’analisi si basa sulla misura dell’assorbanza di una determinata soluzione, che è il risultato di una
reazione colorimetrica biochimica effettuata a una specifica lunghezza d’onda.
Per eseguire analisi quantitative si usano radiazioni monocromatiche→ occorre fare una curva standard di
calibrazione usando soluzioni standard per poter poi risalire alle concentrazioni incognite dei campioni.
Per eseguire analisi qualitative si usano raggi policromatici a spettro continuo.
TURBIDIMETRIA
Viene utilizzata una radiazione monocromatica che attraversa un sistema disperso (es. sospensioni molto
misurando l’estinzione
diluite). Sono usati spettrofotometri normali che sfruttano la legge di Lambert-Beer
d’onda che non viene assorbita.
molare ad una lunghezza
La diffusione varia al variare della lunghezza d’onda in misura molto minore dell’assorbimento.
L’intensità della luce trasmessa è inversamente proporzionale alla quantità di particelle sospese e ha la
stessa direzione della luce incidente.
È una misura rapida, ma non molto accurata. Permette di rilevare albumine, plasmaproteine, proteine delle
urine, beta-lipoproteine e Ag che hanno reagito con Ac.
NEFELOMETRIA
Si basa sulla determinazione della quantità di sostanza in sospensione. Vengono usati speciali fotometri
misurazione dell’intensità della radiazione che viene diffusa.
detti nefelometri→ Il percorso va dalla
sorgente luminosa al fotorilevatore, ma non in linea retta.
Prevale l’effetto diffusivo, effetto Tyndal (diffusione della luce rendendo visibile un raggio, la soluzione non
disperde la luce→ soluzioni colloidali).
L’intensità della luce trasmessa è inversamente proporzionale alla quantità di particelle sospese e ha
direzione perpendicolare rispetto alla luce incidente.
È una misura più sensibile e più precisa. Permette di rilevare lipoproteine, amilasi, lipasi e proteine urinarie.
43
RIA
Combina una reazione immunologica altamente specifica con un metodo radiochimico estremamente
sensibile. L’Ag marcato è aggiunto alla reazione in quantità note e la rilevazione e quantificazione
dell’analita nel campione biologico (Ag freddo o non marcato) sono possibili grazie alla misura della
radioattività emessa durante la formazione dell’immunocomlesso. L’Ac non discrimina tra Ag marcato e Ag
freddo e si crea una competizione tra i due. Il conteggio della radioattività è inversamente proporzionale
all’Ag presente.
Si usano: 125
- Iodio 125 ( I)→ emivita di 60 giorni, radiazioni gamma
60
- Cobalto 60 ( Co)→ emivita di 267giorni, radiazioni gamma, per il dosaggio della vitamina B 12
3
- Trizio 3 ( H)→ emivita di 12.26 anni, radiazioni beta, per il dosaggio di steroidi e farmaci
Si usa per ormoni, ferritina, Ag virali e antigene carcinoembrionario (CEA).
IRMA -15
Utilizza Ac legati a traccianti radioattivi, ha una sensibilità fino a 10 g. Gli Ac marcati reagiscono con il
campione fino a marcare tutto l’Ag. Si dosano direttamente gli Ac marcati e il conteggio della radioattività è
direttamente proporzionale all’Ag presente.
FIA
Si basa sull’uso di Ac marcati con composti fluorescenti detti fluorocromi
(→ sostanze colorate che se illuminate con UV emettono luce nel
visibile). Ha una sensibilità nell’ordine del 10 -8
g. La fluorescenza degli Ac
marcati è quantificabile con un fluorimetro.
Tra i più diffusi composti fluorescenti, con spettri di eccitazioni e di emissione ci sono:
- Fluoresceina o isotiociato di fluoresceina→ vediamo la molecola, lo spettro di assorbimento e quello
di emissione
- Tetrametilrodammina→ vediamola la molecola e gli spettri
- Umbelliferone
EIA
È l’evoluzione del RIA→ la marcatura è resa più stabile, il legame specifico Ac-Ag è individuato da
L’attività enzimatica
marcatori enzimatici come perossidasi di rafano, fosfatasi alcalina e beta-galattosidasi.
Tecnica meno pericolosa per l’operatore→
-12
amplifica la reazione e si ha una sensibilità fino a 10 g. non si
usano traccianti radioattivi
Il cambiamento di colore, o segnale luminoso, è rilevato da un fotometro.
Può essere di due tipi:
l’enzima legato all’Ac è da dosare, rimane attivo se non lega l’Ag mentre viene
- Omogeneo→ L’attività dell’enzima si può misurare direttamente nella
inattivato se si verifica la reazione Ag-Ac.
miscela (→ è definito anche EMIT (enzyme multiplied immunoassay technique))
l’enzima è attivo sia con il composto marcato libero che legato all’Ag, per la misura è
- Eterogeneo→
necessario separare le due frazioni 44
ELISA intrappola l’Ag tra due Ac
È una metodica estremamente versatile. ELISA diretto è la più utilizzata→
(primario e secondario). Può essere di 3 tipi:
- Diretto
- Dosaggio non competitivo→ metodo a due siti o a sandwich
- Dosaggio competitivo
In tutti i casi si sfrutta la reazione specifica Ag-Ac e la presenza di un enzima coniugato con una sostanza
capace di emettere fluorescenza/luminescenza per poter essere rilevata.
TECNICHE IMMUNOCHIMICHE
Anticorpi monoclonali
Traccianti utilizzabili nelle tecniche immunochimiche e la loro tipologia di emissione
Caratteristiche dei metodi immunochimici omogenei ed eterogenei
Classificazione dei metodi immunochimici che non impiegano un tracciante
Classificazione dei metodi per l’elaborazione della relazione tra concentrazione e segnale analitico 45
ELETTROFORESI CAPILLARE
Permette di rilevare e quantificare le proteine, di riconoscerne le alterazioni nel loro contenuto nel siero e
nelle urine (→ disprotidemie, infezioni, stati infiammatori generali, carenza di immunoblobuline,
gammopatie monoclonali, funzionalità epatica).
Le proteine vengono separate per la loro diversa mobilità in un campo elettrico in un tampone alcalino
all’interno di un capillare (50 μm). Le differenze di velocità dipendono dal pH dell’elettrolita e dal flusso che
si crea nel capillare (flusos elettroendosmotico). Le proteine sono rilevate e quantificate per misura diretta
dell’assorbanza alla lunghezza d’onda di 214nm (evitando colorazione e decolorazione).
Vantaggi:
- Possibilità di usare quantità molto piccole di campione
- Applicabilità a molti tipi di molecole, non solo proteine
- Si svolge in pochi minuti
Ha un’elevata sensibilità
-
Limiti:
- Elevate differenze di potenziale durante la corsa e conseguente sviluppo di calore
Capillari con lunghezza tra 50 e 100 μm per dissipare il calore
-
CITOMETRIA A FLUSSO
Permette di contare, selezionare e isolare elementi corpuscolati e cellule opportunamente marcate con un
fluoroforo e fatte passare singolarmente attraverso un sistema ottico di rilevazione a flusso laminare.
Gli elementi non corpuscolati (allergeni) sono fatti adsorbire su strutture inerti cromaticamente (microsfere
in lattice) di dimensioni assimilabili a quelle di una cellula.
Ciascuna cellula è attraversata da un fascio di luce che eccita i fluorocromi e causa l’emissione di un
segnale fluorescente. I dati vengono visualizzati come grafici
È una tecnica multiparametrica→ permette di valutare in una popolazione cellulare mista diversi parametri
per ogni cellula in sospensione (da fluidi biologici o tessuti solidi disgregati). Vengono valutate la vitalità, la
dimensione, la complessità e il fenotipo.
Si utilizza per:
- Studio della proliferazione cellulare
- Analisi del ciclo cellulare
- Analisi immunofenotipica
Studio dell’apoptosi
-
Vantaggi:
- Possibilità di esaminare un elevato numero di cellule
- Rapidità dei tempi di analisi
- Obiettività
- Riproducibilità delle letture
HPLC
È un’analisi quali-quantitativa. La separazione tra le diverse molecole presenti in un solvente si ha grazie al
differente tempo di ritenzione. 46
UFLC MS/MS
È un metodo quali-quantitativo. Combina la separazione delle molecole mediante cromatografia liquida con
la caratterizzazione eseguita in MS/MS (spettrofotometria di massa in tandem). Ha elevata sensibilità e
selettività.
Consente di determinare la massa molecolare e identifica un composto in una miscela di composti→
fornisce profili di frammentazione. La quantità di campione necessaria per avere uno spettro è μg/ng,
inserito in una camera di ionizzazione allo stato liquido, solido o gassoso.
Si usa per:
- Processi di glicosilazione non enzimatica di gruppi prostetici
- Diagnosi neonatale di malattie metaboliche lisosomiali
DETERMINAZIONI ENZIMATICHE
Gli enzimi regolano, mantenendo l’omeostasi cellulare, tutte le reazioni delle vie metaboliche cellulari.
Dipendono, nella loro attività, oltre che dalla concentrazione di substrato anche da quella di altri metaboliti
(precursori o prodotti) più o meno lontani dalla via metabolica stessa.
L’obiettivo è conoscere:
- Enzimi e isoenzimi (stessa attività catalitica, ma diversa struttura e provenienza) più importanti da
un punto di vista clinico-diagnostico
- La distribuzione nelle cellule e nei tessuti
- Le modificazioni indotte dalle patologie
Si usano come:
- Indicatori di funzionalità o di lesione di cellule e tessuti
- Marcatori di specifici deficit enzimatici nelle malattie genetico-metaboliche
Le variazioni dell’attività enzimatica nel siero di enzimi di origine cellulare sono il fondamento della
diagnostica enzimatica. I dosaggi usati a scopo diagnostico sono numericamente limitati (solo una decina
son