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essere collocato, come solitamente fanno gli isolatori cromatinici, subito prima dell’enhancer e subito dopo
il gene, si trova collocato tra questi due. Questo isolatore cromatinico funziona solo quanto è legato alla
proteina CTCF. Se però l’isolatore cromatinico è metilato, non gli si può legare la proteina, e risulta pertanto
non funzionante: l’enhancher può così regolare la trascrizione del gene per l’IGF2.
Gli zigoti che hanno ricevuto le due copie del gene dal padre e dalla madre, si presenteranno come
eterozigoti per la metilazione dell’isolatore, in quanto urante la spermatogenesi questo isolatore
cromatinico è metilato, mentre nella ovogenesi non è metilato. In tal modo la proteina CTCF può legarsi
solamente al gene (o meglio enhancer + gene) non metilato, cioè ricevuto dalla madre, potendo così
funzionare inibendo l’azione dell’enhancer, e quindi la trascrizione del gene.
La disomia uniparentale (UPD) è quel fenomeno piuttosto raro, per il quale, in uno zigote, contrariamente
a quanto normalmente avviene, i due cromosomi di una coppia di omologhi non vengono ereditati uno da
un genitore e uno dall’altro genitore, ma sorprendentemente essi sono entrambi ereditate da uno solo dei
genitori. L’individuo ha comunque un corredo cromosomico numericamente corretto e può essere 46,XX o
46,XY. Alla base di questo fenomeno vi possono essere diversi meccanismi, fra cui: (1) eventi di non
disgiunzione che si verificano in entrambi i genitori e unioni di gameti sbilanciati; (2) la presenza di due
cromosomi di origine paterna o materna, identici fra di loro (isodisomia), che si può originare se, in uno
zigote monosemico (proprio per evitare la monosomia), si ripristina il corredo diploide mediante
duplicazione selettiva del cromosoma presente in singola copia; (3) la perdita di una copia di un cromosoma
alla prima divisione dello zigote, seguita dalla duplicazione di quello rimasto; (4) il “recupero” di una
trisomia.
Quest’ultima condizione è certamente la più frequente e si determina quando dopo la fecondazione uno
zigote trisomico inizia le divisioni dei primi stadi embrionali, ma poi, occasionalmente, in una cellula si
perde uno dei cromosomi per non disgiunzione mitotica o ritardo anafasico. Ne consegue che mentre le
cellule aneuploidi muoiono, la cellula euploide continua lo sviluppo e, se lo stadio di sviluppo è precoce,
riesce a formare l’embrione (condizione detta “recupero” di trisomia). Questa perdita di uno dei tre
cromosomi avviene casualmente e può portare ad un assetto cromosomico normale (una coppia di
omologhi di cui un cromosoma è di origine paterna ed uno di origine materna) o ad una disomia
uniparentale (eterodisomia; i cromosomi della coppia sono gli omologhi di uno dei genitori).
Queste condizioni comportano la nascita di individui affetti da malattie autosomiche recessive anche da
genitori di cui uno solo è eterozigote per la stessa malattia, contrariamente a quanto generalmente ci si
aspetta per questi tipi di caratteri che si manifestano in individui figli di genitori entrambi eterozigoti. La
presenza della disomia può determinare l’insorgenza di fenotipi anomali, diversi a seconda dell’origine
parentale del relativo cromosoma.
La UPD è stata evidenziata studiando alcune patologie, tra queste, per la prima volta, la sindrome di Prader-
Willi/Angelman (PWS/AS). Nel 20-30% dei casi di soggetti affetti da sindrome Prader-Willi è presente una
disomia uniparentale materna e cioè i cromosomi numero 15 sono entrambi di origine materna. Se invece
la disomia è di origine paterna, cioè i cromosomi 15 sono entrambi di origine paterna, si manifesta la
sindrome di Angelman.
Nel 70% circa dei casi studiati, le due patologie sono da attribuirsi alla microdelezione di una piccola
regione pedicentromerica del braccio lungo del cromosoma 15: se la delezione è a carico del cromosoma 15
materno (e la compensazione proviene dal padre), la patologia è detta sindrome di Angelman (AS); se del
15 paterno (e la compensazione proviene dalla madre), si ha la sindrome di Prader-Willi (PWS).
Il gene UBE3A, presente all’interno della regione che può subire microdelezione, è espresso se il
cromosoma proviene dall’ovogenesi (quindi dalle madri); la restante parte della regione microdeleta
contiene due geni che sono invece attivi se il cromosoma proviene dalla spermatogenesi (quindi dal padre).