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Il Romanticismo nella pittura
Il Romanticismo si libera dalla necessità di raffigurare qualcosa di bello e importante, come "Studi di teste decapitate", 1818, di Géricault. L'attenzione della pittura romantica è quella di lavorare per macchie, come in "Paesaggio costiero vicino Napoli", 1828, di J.M.W. Turner.
Jean-Baptiste-Camille Corot fa parte della Scuola di Barbizon e aveva l'abitudine di realizzare opere per sé e opere impressioniste da presentare ai Salon. Vediamo ciò nel dipinto "Il ponte di Narni", 1826, dove gli alberi sono rappresentati con macchie, come impressioni.
Eugène Boudin fu un caso particolare, pittore non molto noto ma primo maestro di Monet. Realizzò il dipinto "Spiaggia a Trouville", 1866, che sembra grande ma in realtà la tela era molto piccola, il tutto realizzato con pittura di macchia.
"Questi studi mirabili così rapidamente e fedelmente schizzati secondo quanto di più incostante o inafferrabile è nella"
forma e nel colore, onde e nubi, recano sempre, segnati a margine, la data, l'ora e il vento, per esempio: 8 ottobre, mezzogiorno, vento da nord-ovest. Se le è occorso qualche volta di conoscere simili bellezze meteorologiche, potrebbe controllare con la sua memoria l'esattezza delle osservazioni di Boudin. Non esagero affatto, perché ho visto." (Charles Baudelaire, lettera al Direttore de "La Revue Française", 1859)
Le fonti dell'Impressionismo: le STAMPE GIAPPONESI
Fonte importantissima, come vediamo l'ispirazione in Monet con il dipinto "Camille in abiti giapponesi", 1876, una delle opere più rifinite della sua vita (che poi in futuro egli stesso definirà robaccia).
Le stampe giapponesi sono importanti per l'Impressionismo, non tanto nella scelta dei soggetti, ma hanno influito nel modo di comporre le immagini.
Mettiamo a confronto "La grande onda di Kanagawa", 1831, di Hokusai
con "L'onda verde", 1866, di Monet. "Ciò che maggiormente abbiamo apprezzato in Occidente degli artisti giapponesi è l'audace modo di scorciare i soggetti; non c'è dubbio che questa gente ci ha insegnato a comporre le immagini in modo molto diverso." (Claude Monet) Altra tipicità delle Stampe Giapponesi è quella di scorciare i soggetti in diagonale e dall'alto in basso, come in "Acquazzone sul ponte Shin-Onashi ad Atake", 1856, di Hiroshige sono punti di riferimento (lo saranno per tutti gli impressionisti e postimpressionisti) per Vincent Van Gogh in "Acquazzone da Hiroshige", 1887, una copia di sana pianta, in modo da metabolizzarle ed acquisire le modalità orientali. Altro confronto tra "Festa al chiaro di luna", 1800 ca., di Utamaro e "Il Saizado del tempo di Gohyaku-rakanji", 1834 ca., di Hokusai e "Terrazza a Sainte-Adresse", 1866-67, di Monet,con una linea di orizzonte molto alta, non si era mai vista nell'Arte Occidentale, rarissimo. "Bisognava proprio che arrivassero i giapponesi perché qualcuno osasse [...] mettere insieme su una tela un tetto di un rosso brillante, un muro bianco, un pioppo verde, una strada gialla e l'acqua azzurra. Prima sarebbe stato impossibile. Il pittore mentiva sempre. Era accecato dalla natura e dai suoi colori violenti; sulle tele si vedevano solo colori tenui, immersi in una tonalità sfumata." (Théodore Duret, 1878) Le fonti dell'Impressionismo: La questione della fotografia, l'ottica e i colori industriali LA FOTOGRAFIA: Nel 1839 a poche settimane di distanza vengono presentate 2 tecniche di fare fotografia, ciò cambiò il mondo dell'immagine per sempre, è un sistema meccanico e chimico che è in grado di replicare la realtà esattamente rispetto all'occhio di chi la guarda. Prima di questa data ipittori avevano il monopolio dell'immagine/ritratto/raffigurazioni. La fotografia è più precisa, più veloce e costa molto meno, fattori molto negativi per il pittore. Ovviamente in termini di sopravvivenza professionale i pittori dei Salon subiscono meno la nascita della fotografia. Sono i pittori di mestiere a subirne la nascita, difatti moltissimi dei primi fotografi sono pittori.
La nascita della fotografia tende a portare i pittori verso un percorso più espressivo, stimola a andare oltre la rappresentazione mimetica del reale. Un percorso simile l'abbiamo in letteratura, lo vediamo in Balzac e Flaubert, discorso interessante di J. Joyce con il monologo interiore. Tutto ciò anche se è evidente che la letteratura non subisce la nascita della fotografia, era però nell'aria nel mondo dell'arte il passaggio fra ciò che sta fuori a ciò che sta dentro di noi, la fotografia ha accelerato questo passaggio.
I COLORI
INDUSTRIALI: Eugène Chevreul, chimico importante che lavorava nei laboratori per la tessitura degli arazzi come responsabile della creazione dei colori dei fili, studia i coloranti per colorare i fili. Egli è soddisfatto della vivacità dei colori dei fili quando li vede tutti insieme dello stesso colore, ma poi mescolati con altri colori, ad arazzo finito, non vede la stessa vivacità/intensità timbrica, così scopre La legge dei Contrasti Simultanei nel 1839, ovvero che per valorizzare l'intensità timbrica di un colore gli va accostato il suo complementare. Egli creerà il suo cerchio cromatico. Gli Impressionisti applicano in maniera intuitiva questa legge. Inoltre avviene la creazione dei Tubetti di stagno per il colore che permettono all'artista di dipingere En plein air. Inoltre, i colori di produzione industriale, non sono quelli dei secoli precedenti, ma nel corso dei secoli spariscono (ad esempio il bianco di piombo).
è tossico). Oppure nascono colori che nonerano esistiti mai prima.
Arte Contemporanea 4 lezione
Le fonti dell’Impressionismo: Édouard Manet 1832-1883
“Pittore della vita moderna”
Definito da Baudelaire “Pittore della vita moderna”, cambia la Storia dell'Arte dell’1800, soprattutto per la provocatorietà delle sue opere, talvolta giocando sullo scandalo.
Édouard Manet è l’anello di congiunzione tra Realismo e Impressionismo, ovviamente fu punto di riferimento per i giovani pittori che nel 1874 allestiranno la mostra dal fotografo Nadar (prima mostra impressionista) e diventeranno poi gli Impressionisti.
Quelli che oggi conosciamo come pittori impressionisti sono artisti che guardano con grandissimo interesse E. Manet, che dal canto suo non è mai stato Impressionista. Dal punto di vista contenutistico e formale per i più giovani impressionisti, ma egli non ha mai partecipato alle mostre degli
Impressionisti. Gli impressionisti decidono di esporre da un fotografo, molto famoso e di moda per quell'epoca, Nadar perché la loro pittura non era accademica e quindi non veniva esposta ai Salon, sono provocatori, invece Manet crede che si debba combattere il sistema dall'interno, quindi da dentro ai Salon.
Manet al Realismo aggiunge la modalità di dipingere a macchia, che si svilupperà di più nell'Impressionismo. Manet fu dichiaratamente "Pittore della vita moderna" e non si preoccupò del giudizio sull'Importanza dei soggetti dell'Accademia, decise di ritrarre la sua epoca, il clima dei suoi anni 1865, fregandosi del fatto che l'accademia andava da tutt'altra parte.
Alcune nozioni sulla Biografia: Édouard Manet nasce nel 1832 a Parigi, da una famiglia benestante (padre funzionario del ministero della giustizia), per il figlio prevede un futuro da giurista, ma Manet non ne vuole sapere nonostante la
Sua grande intelligenza, quindi si imbarca come mozzo (Garzone) su una nave, nella speranza di iscriversi all'Accademia Militare, uno sbocco comunque rispettabile per la sua famiglia, però egli fallisce.
La famiglia si rassegna al futuro del figlio di fare il pittore e venne mandato a bottega da Thomas Couture, un pittore riconosciuto dall'Accademia, ma fra tutti è il più attento alle istanze realiste, ad esempio in "I romani della decadenza" 1847, si vede come insiste su determinate fisionomie, egli guarda con attenzione alla realtà che ha attorno. C'è l'idea retorica dei romani che perdono il contatto con la realtà e cominciano a divertirsi perdendo il controllo dell'impero, composizione e pittura accademica, gesti molto plastici, però in questo contesto totalmente accademico Thomas Couture si distingue per certi dettagli di notevole realismo. Ci sono certe fisionomie nettamente definite su cui il pittore insiste.
Ritrae dei tipi umani abbastanza caratterizzati. Tra tutti i pittori accademici, Manet va in bottega dal meno accademico. Thomas Couture nel libro "Méthode et entretiens d'atelier", 1860, suggerisce fattori interessanti, ad esempio suggerisce di utilizzare il colore puro, evitando l'uso del nero e del bianco (come faranno poi gli Impressionisti) e dà altri suggerimenti che ci dicono della sua modernità rispetto ai suoi contemporanei.
Édouard Manet attento ai pittori del passato:
Édouard Manet si fece ispirare anche dai grandi del passato: Diego Velásquez che lavorava più di macchia che di disegno, vediamo l'ispirazione in "Il chitarrista spagnolo", 1860 di Édouard Manet, a confronto con "Tre musicisti" 1617 di Velásquez. A Parigi in quel periodo c'è una moda molto forte riguardo la Spagna per via della Carmen. Nei quadri di Manet troviamo sempre dei dettagli di
natura morta, qui sono presenti un vaso e delle cipolle. C'è già un certo Realismo, vedi dettaglio scarpe, ma rispetto a Courbet è un realismo innocuo, non è orientato politicamente e denso di significati. Qui abbiamo solo un chitarrista spagnolo con una "vena esotica".
Pittori olandesi come Jan Vermeer in "Fanciulla con turbante" o "Ragazza con l'orecchino di perla" 1660-1665, con la quale è molto simile la modalità di costruzione dell'opera in "Ritratto di Victorine Meurent" 1862 di Édouard Manet.
Pittura di macchia: non che manchi il disegno preparatorio, ma va a riempire con il colore, costruisce attraverso il colore.
Le prime perplessità: Manet inizia a destare scandalo con "Musica alle Tuileries" 1862, un tema assolutamente moderno, ovvero lo svago domenicale dei parigini alle tuileries. Oltre al tema sono le modalità di pittura che sono particolari.
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