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NATURALISMO

Il NATURALISMO: è cercare di introdurre il dato naturale, quello che il mio occhio vede, in maniera il quanto più possibile fedele.

Il REALISMO: avere un atteggiamento per il quale si vuole avere a che fare con il reale (con quello che succede) esempio la rabbia, la gioia, il dolore sono delle sensazioni reali che noi proviamo anche se evidentemente non si possono trascrivere naturalisticamente, ma non per questo viene meno (es. gioia e sedia, la gioia non ha volto).

Daumier ovviamente non ha visto dei personaggi da fumetto, con tratti caricati e frastagliati lui evidentemente li trascrive in una forma non naturalistica ma ha assolutamente a che vedere con il reale, perché quello che l’artista vuole dirci è: “Guarda la situazione di chi sull’Omnibus è costretto a spostarsi, della gente povera che vive in quell’epoca 1864”.

5. “Le Marteleur” di Constantin Meunier 1886: è un lavoratore tanto quanto lo Spaccapietre.

però ha un atteggiamento diverso, è un lavoratore molto consapevole dell'importanza del suo ruolo nella società. L'artista c'è lo propone come un contrapposto classico (Policleto), ma allo stesso tempo di una persona consapevole di quello che sta facendo, ha una posa decisa.

"Rivolta (ai cancelli di un parco)" di Käthe Kollwitz 1897: la gente che stacca i sampietrini dalla strada per poterli lanciare, quindi vuol dire che c'è anche questa dimensione di denuncia. Ovviamente è Realismo, ma non naturalistico sono tutte figure molto caricate.

"L'oratore dello sciopero" di Emilio Longoni 1891: avere a che fare con quel che accade nel reale, quindi la mancanza dei diritti (Italia).

"REALISMO": difficoltà di definizione

Il manifesto del Realismo è il dipinto "Gli Spaccapietre" di Courbet.

Dopo di che nel 1920 Naum Gabo e Anton Pevsner (2 fratelli russi scultorei,

molto innovativisaranno i primi a utilizzare materiali plastici nella scultura perché sono ingegneri e quindi conoscono dei materiali innovativi per quell'epoca), realizzano delle opere e il Manifesto che parla del loro lavoro si chiama "Manifesto del Realismo" che dice: "Col filo di piombo in mano, con gli occhi infallibili come dominatori, con uno spirito esatto come un compasso, noi edifichiamo la nostra opera come l'universo conforma la propria, come l'ingegnere costruisce i ponti, come il matematico elabora le formule delle orbite. È per questo che nella creazione degli oggetti noi togliamo loro l'etichetta del proprietario, del tutto accidentale e posticcia, e lasciamo solo la realtà del ritmo costante delle forze insite in essi". Per loro il reale vero è quello che è eretto dalle costanti, dalle grandi forze dell'Universo ed è quella la realtà pura, cioè il fatto che ci sia unuomo o una donna che passeggiando per la strada non è tanto la realtà, è una manifestazione occasionale che non cambia la sostanza che l'universo è eretto dalle grandi forze di gravità. Dunque, questi due fratelli, cercano di andare alla realtà profonda/essenziale. Il Realismo è anche il movimento che si chiama I Nuoveaux Réalistes quello che vogliono dire è che la vera realtà è la carcassa dell'automobile, César "Compressione" 1964 il nuovo realismo possibile nel 1960 è: "... l'avventura appassionata del reale percepito in sé (quindi la carcassa automobilistica) e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa (non è un dipinto della carcassa, non è una raffigurazione astratta è semplicemente la carcassa dell'automobile)". "Marcella" di Kirchner 1910: è un'opera non naturalistica, non.

trascrivono naturalisticamente ciò che lui vede (non ha capelli verdi, linee marcate, contorno blu, bidimensionale), ma trascrivono in mezzi NON naturalistici l'inquietudine, la tensione, il male di vivere di questa ragazzina che dopo la morte del padre è costretta a prostituirsi per vivere. È un'inquietudine che ha da un lato l'artista e dall'altro la ragazzina, questa è tutta realtà anche se non è trascritta naturalisticamente.

"Il Portoghese (o L'emigrante)" di Georges Braque 1911-1912: non è un'opera astratta (ovvero quando non ha nulla a che vedere con il dato reale), ha un aspetto finale che potrebbe sembrare astratto, ma non lo è fatto anzi il Cubismo vuole essere più realista del reale.

Ad un certo punto Picasso e Braque cominciano a fare ritratti in cui si vedono 3 nasi, in realtà quei nasi non sono diversi, ma sono 3 viste diverse dello stesso naso perché loro iniziano a

Pensare al fatto che la realtà come noi la vediamo dal nostro punto di osservazione personale non è la realtà pura, la realtà è data dall'insieme di tutte le possibili vedute che si possono avere (le più infinite, ogni angolazione). Il loro tentativo è quello di essere più reali del reale (inteso ciò che si vede), per questo motivo nelle loro opere mettono per esempio 3 nasi perché vogliono dire che ci sono INFINITE VEDUTE. Dunque questo non vuol dire essere astratti bensì reali, mostrarci la realtà nella sua complessità (ovviamente non è naturalistico).

Il Realismo quindi sono tante cose, anche rappresentare cose sgradevoli: come i Cadere in primo piano nel dipinto "Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta" di G. Fattori 1861; oppure la Prostituzione come nel dipinto "Olympia" di E. Manet 1863;

Il REALISMO

Nel contesto della Storia dell'Arte Contemporanea,

con il termine Realismo si definisce oggi l'ampia e variegata corrente che si afferma nell'Arte Europea - all'insegna di un generico programma di fedeltà al "reale" inteso in tutte le sue possibili sfumature, e che viene di volta in volta diversamente declinato dai vari artisti - all'incirca tra il 1850 e il 1880 (ma con significative anticipazioni già nell'arte del Romanticismo - intorno al 1830 - ed ulteriori declinazioni databili almeno sino alla conclusione dell'Ottocento). Posto questo, in senso più restrittivo il termine viene spesso utilizzato per definire il solo Realismo politicamente "impegnato" di Courbet (e al limite l'opera di altri artisti che si avvicinano molto ad esso), mentre il lavoro di coloro che hanno sposato un'interpretazione meno "impegnata" del verbo realista viene spesso definito con le più

Neutre e generiche formule di "naturalismo" e "verismo".

Ufficialmente, il Realismo nella "ortodossa" declinazione Courbetiana nasce a Parigi il 28• giugno 1855, quando appunto Courbet – con palesi intenti polemici – inaugura presso il cosiddetto "Pavillon du Réalisme" (da lui aperto provocatoriamente proprio accanto alla sede della grande Esposizione Universale, la cui giuria aveva rifiutato le sue opere) un’importante mostra personale che raccoglie quaranta suoi dipinti realizzati tra il 1841 e il 1855.

Posto tutto questo, va però anche precisato che in realtà il Realismo – se inteso in senso ancora più ampio, ovvero estendendo lo sguardo anche oltre la Storia dell’Arte – è un fenomeno culturale (e si potrebbe dire un “atteggiamento”) molto complesso, che si manifesta anche in letteratura (ad esempio in Balzac, Flaubert, Zola, Verga) e per certi versi.

Nella stessa filosofia (nel "Positivismo" e nella tendenza all'interpretazione sociologica del reale di Comte) Tratti specifici del "Realismo": Per lo meno nella più radicale versione courbetiana, ferma volontà di affrontare il reale prendendolo per così dire "di petto" in tutte le sue possibili manifestazioni (comprese quelle socialmente più difficili ed esteticamente più sgradevoli), ovvero prescindendo completamente da ogni pregiudiziale estetica, morale e religiosa, al fine ultimo di incidere direttamente - attraverso l'opera d'arte - sulla realtà umana, sociale, politica e culturale. Contrariamente a quanto di norma non si creda, invece, non è individuabile quale peculiarità caratterizzante del Realismo ottocentesco la fedele riproduzione del naturale (che certamente è in molti casi rispettata, ma che tuttavia non costituisce il principale obiettivo dell'artista "realista").

L'artista realista vuole avere a che fare con il reale, non vuole riprodurre mimeticamente il reale, certamente in molti casi lo fa, però non è quello il suo primo obiettivo. Il suo obiettivo è a che fare con gli spaccapietre e con tutto quello che gli comporta.

Predilezione per la Raffigurazione del lavoro contadino (e in minor misura di quello operaio - perché in quell'epoca c'era più agricoltura che industrie) che ben testimoniano dei rapidi (espesso non indolori) mutamenti sociali.

La questione della fedele raffigurazione del reale: Courbet quando realizza l'opera "I Lottatori" viene criticato in maniera aspra perché nei manuali di lotta quelle mosse non possono essere fatte insieme, ma a Courbet questo non interessava, quello che voleva mostrare era a cosa erano costretti a fare quei due uomini del popolo per far divertire i borghesi che li guardavano dalle tribune mentre si spaccavano le ossa. Dunque

L'Interesse non era la lotta che si stava svolgendo, bensì l'attenzione era rivolta per questi due uomini costretti a spaccarsi le ossa tra di loro per il divertimento di qualcun altro.

3 lezione arte contemporanea

Allo stesso modo Daumier, con il "Il vagone di terza classe" 1862-1864, non realizza qualcosa di naturalistico, è trascritto in maniera vignettista/caricaturale, gli interessa la situazione.

Vi sono varie interpretazioni, come Millet, "Il seminatore" 1850, che semina per il futuro, favorire la conquista dei proprio diretti in maniera attiva.

C'è anche chi lavora sull'attualità, come Giovanni Fattori in "Garibaldi a Palermo" 1860-1862, il realismo dell'oggi.

Tra Romanticismo e Realismo: la Scuola di Barbizon

I Salon sono le uniche occasioni per gli artisti di esporre (sono governati dallo Stato e dall'Accademia di Parigi, che detta legge a livello internazionale).

Il Realismo senza

dubbio trova una strada e inizia a diffondersi soprattutto in Europa Occidentale. Si diceva che i
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Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher meli.tulipano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di belle arti Santagiulia o del prof Sacchini Paolo.