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T.I linfociti T Naive (vergini)
Le cellule T Naive (vergini) sono le cellule T che non hanno ancora incontrato l'antigene e che iniziano a circolare negli organi linfoidi secondari dove ricevono segnali di sopravvivenza. Le cellule Naive non sopravvivono a lungo, solo quelle della memoria riescono a sopravvivere per anni. Una cellula Naive che nel giro di una settimana non riconosce l'antigene muore.
Maturazione cellule B
La maturazione delle cellule B avviene nel midollo osseo ed escono in circolo già mature. La prima fase di maturazione avviene nel midollo e prevede i riarrangiamenti VDJ della Ig in maniera indipendente dall'antigene. Sempre nel midollo vengono selezionate le cellule utili in relazione all'antigene presente. Dopo queste due fasi le cellule B escono dal midollo e iniziano a ricircolare negli organi linfoidi secondari. Nel momento in cui incontrano l'antigene si fermano e si attivano. Una volta attivate, le cellule B si differenziano in plasmacellule e cellule B della memoria.
Fase 1:
prevede i riarrangiamenti delle catene delle Ig. La catena pesante è la prima a riarrangiare con due eventi indipendenti. La probabilità di avere una catena H idonea è piuttosto bassa. Nel caso di riarrangiamento produttivo si ha la produzione di IgM associata ad un surrogato di catela L. A questo punto avviene la proliferazione così da aumentare il numero di cellule con riarrangiamento corretto. Ora c'è il riarrangiamento della catena L così da esprimere una IgM. Si ottiene quindi una cellula B immatura. In questa fase le cellule B interagiscono con le cellule stromali del midollo che producono IL-7 (fattore di sopravvivenza). Dato che i riarrangiamenti sono casuali si saranno prodotte sia cellule B utili che autoreattive.
Fase 2: prevede i fenomeni di selezione. Nel midllo ci sono antigeni espressi sulle membrane e antigeni solubili. Gli antigeni di membrana non multivalenti determinano il cross-linking delle IgM. Gli antigeni solubili sono monovalenti.
Sel'antigene riconosciuto è di membrana la cellula B riceve segnali di morte o cambia la catena L ri-esprimendo Rag1 e 2.
Se l'antigene riconosciuto è quello solubile la cellula B viene resa anergica (non funzionale) e lascia il midollo come tale.
Le cellule B che non riconoscono antigeni sono mandate in circolo perché non sono autoreattive.
Al momento dell'uscita dal midollo la cellula B diventa matura perché esprime la IgD assime alla IgM.
Sono eliminate solo le cellule che riconoscono con alta avidità gli antigeni delle cellule stromali.
Le cellule B anergiche nel linfonodo possono essere attivate grazie a co-stimolazione delle cellule T helper.
Fase 3: prevede l'attivazione della cellula. L'attivazione avviene solo se la cellula B Naive incontra l'antigene.
L'attivazione prevede proliferazione affinché ci siano sufficienti cellule B per produrre una quantità funzionale di anticorpi. Esistono 3 tipi
diversi di antigene (due indipendenti e uno dipendente):
- TD: richiedono l'interazione della cellula T per attivare la cellula B. Sono antigeni proteici riconosciuti dal BCR.
- TI 1: inducono l'attivazione della cellula B indipendentemente dal BCR. L'attivazione dipende dal TLR.
- TI 2: sono antigeni polivalenti che provocano cross-linking delle Ig di superficie.
Un batterio contiene antigeni sia TI che TD. Il vaccino mira ad indurre risposte TD. Gli antigeni TI inducono la produzione solo di IgM. Le cellule B esprimono le MHC II che vengono caricate con gli epitopi patogeni processati. I complessi MHC II sono poi riconosciuti dalle cellule T helper (CD4) che forniscono i segnali per la proliferazione della cellula B. Queste cellule T helper sono state pre-attivate da una cellula dendritica così che acquisissero la capacità co-stimolatoria.
Risposta TD: Le risposte TD avvengono negli organi linfoidi secondari. Nei linfonodi convergono sia cellule
ipermutazione somatica in CDR-3) e una zona chiara (differenziamento delle cellule B in centrociti insieme alle DC-Follicolari). Attorno al CG sono presenti cellule T follicolari (CD4). Le mutazioni in CDR-3 cambiano l'affinità della cellula B con l'antigene; l'ipermutazione somatica serve ad aumentare l'affinità. Dato che le mutazioni sono casuali vanno selezionate le cellule B idonee. La Maturazione per Affinità è questo processo di selezione che avviene nella zona chiara.
Maturazione per affinità: le DCF esprimono immunocomplessi (antigene + anticorpo). Dai dendriti delle DCF escono vesciole che portano questi immunocomplessi; tali vescicole sono dette Iccosomi. Queste cellule B internalizzano gli iccosomi, li processano e presentano i complessi MHC II. A questo punto la cellula B interagisce con una T helper ricevendo così un ulteriore stimolo di sopravvivenza. Solo le cellule B con affinità aumentata possono
dunquesopravvivere.Switch di classe: le cellule B sopravvissute ricevono i segnali per andare incontro a switch di classe. Questi segnali sono citochine rilasciate dalle cellule T helper. Le cellule T helper sono state a loro volta istruite da una cellula dendritica attivata da un patogeno tramite PRR. Non esprimendo CD40 un individuo non fa switch di classe e dunque è immunodepresso (Sindrome da iper-IgM).Le cellule anergiche possono essere attivate nel follicolo I o nel CG. Le cellule self-reattive formate nel CG muoiono liperché non supportate dagli stimoli di sopravvivenza dati dal CD40. Le plasmacellule che sopravvivono per anni e che danno memoria immunitaria sono quelle differenziate da cellule B che hanno subito switch di classe (prodotte nel CG).La risposta secondaria non prevede una iniziale fase di lag e il titolo anticorpale di essa è molto maggiore del titolo della risposta primaria. La memoria immunologica permette di avere un livello consistente dianticorpi nel siero anche in assenza del patogeno specifico.
Attivazione cellule T
Il primo contatto tra DC e cellula T avviene tramite molecole di adesione. Se c'è il riconoscimento dell'antigene questo contatto si stabilizza e perdura per diverse ore. Durante la stabilizzazione i TCR si concentrano nella zona centrale di adesione (Sinapsi immunologica) mentre le molecole di adesione si riorganizzano lateralmente. I contatti senza riconoscimento dell'antigene sono brevi e sono detti Touch-and-Go. Nel bottone sinaptico troviamo TCR, CD3, CD4, CD8, CD28 e i recettori per IL-2. CD28 è legato dalle molecole B7.1 e B7.2. Il segnale co-stimolatorio stabilizza l'mRNA della IL-2; la produzione di essa comporta la proliferazione delle cellule T. Dopo 48h dalla co-stimolazione le cellule T iniziano a produrre CTLA-4 che lega B7.1 e B7.2 producendo un segnale di inibizione verso le cellule T attive. Il CTLA-4 è indotto dalla attivazione (feedback negativo)
e ha una grande affinità verso B7.1 e B7.2. L'azione di CTLA-4 è dunque antagonista del CD28. La presenza di CTLA-4 è sfruttata dai tumori per sfuggire al sistema immunitario; le cellule tumorali spingono la upregolazione di CTLA-4 così che le cellule T non possano proliferare. Se l'antigene persiste cronicamente le cellule T upregolano PD1 (inibitore) e questo porta agli stati di infiammazione cronica perché le cellule T sono frenate da questi inibitori. Le cellule tumorali esprimono i ligandi PDL1 e PDL2 per tenere a freno la proliferazione dei linfociti T. In diversi tipi di tumore una possibile terapia è il blocco di CTLA-4 e PD1; questa procedura aumenta l'aspettativa di vita di molti pazienti. Poiché questa terapia funzioni è necessario che il tumore sia infiltrato di cellule T. Segnale 3: segnale mediato dalle citochine che induce il differenziamento delle cellule T. Da Th0 si può avere Th1 (IL-12) cheproduce IFNγ, Th2 (IL-4) che produce soprattutto IL-4/5 oppure Th17 (IL-6 + TGFβ) che produce IL-17. La cellula TNaive a seconda delle citochine presenti nel suo ambiente può intraprendere una strada piuttosto che l’altra.
Th1: intervengono contro i virus, i batteri intracellulari e altri patogeni citosolici. IFNγ è importante perché attiva imacrofagi in senso M1. Le cellule Th1 sono stimolate da IL-12 prodotta direttamente dalle DC. Le cellule NK attivateprecedentemente possono produrre IFNγ che stimola il differenziamento in Th1.
Th17: in presenza di TGFβ e IL-6 si producono cellule Th17 che sono importanti nelle infezioni da funghi e batteriextracellulari. La produzione di IL-17 richiama al sito di infezione i neutrofili.
Th2: sono importanti per la produzione delle IL-4/5/10/13 che intervengono nelle risposte di tipo 2 contro parassitipluricellulari. IL-4 stimola la produzione di IgE che legandosi ai mastociti li attivano.
Aumenta in generale l'efficienza delle barriere extracellulari. Le Th2 sono le cellule helper delle cellule T CD8 (citotossiche). IFNγ e IL-4 sono citochine antagoniste. IFNγ bloccando le IL-4 inibisce la proliferazione delle Th2. Il differenziamento in Th1 o Th2 è fondamentalmente esclusivo.
Le cellule Th1 possono avere funzione citotossica grazie all'espressione di Fas (TNF) e il suo ligando. Se sulla cellula bersaglio è presente Fas, FasL del Th1 fa trimerizzare il recettore attivando un segnale di morte nella cellula bersaglio. Nella cellula bersaglio la Pro-Caspasi 8 si attiva per taglio proteolitico e agisce sulla Caspasi 3. Cas3 attiva taglia l'endonucleasi CAD attivandola; CAD va nel nucleo e tagliando il DNA induce l'apoptosi.
Cellule T della memoria
Una volta compiuta la funzione effettrice le cellule T muoiono. Restano in vita solo poche cellule T che costituiranno la memoria immunologica. Queste cellule sono longeve e rispondono
più rapidamente a seguito dell'astimolazione con lo stesso antigene. La risposta è più rapida anche perché ci sono più cellule della memoria rispetto a quelle Naive. Queste cellule si localizzano s