vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LEASING
In alternativa all’acquisto di un bene è possibile ottenere la disponibilità (NON LA PROPRIETÀ) di un bene anche tramite
contratto leasing anche un contratto mediante il quale il locatore concede al locatario il godimento di un dato bene contro
il pagamento di corrispettivi (canoni). Il locatario può acquistare la proprietà del bene a fine contratto un prezzo di
riscatto.
Nella realtà dovrebbero esistere due tipologie di leasing (che spesso tendono a convergere):
Operativo finalizzato a disporre per un breve tempo dell’utilizzo di un bene contro il pagamento di canoni di
à
• noleggio e restituire il bene al termine del contratto;
Finanziario è un contratto di locazione di beni materiali sui quali il locatario si assume tutti i rischi e ha la
à
• facoltà di diventarne proprietario alla conclusione del contratto, contabilizza il bene nelle sue attività e deve
quindi anche ammortarlo.
Operativo Finanziario
Contratto di affitto Contratto di acquisto o finanziamento in natura
Breve durata (1-2 anni) Durata pluriennale pari a circa la vita utile
Restituzione del bene a termine (no riscatto) Esiste la possibilità di riscatto a termine
Beni standardizzati Bene con caratteristiche specifiche
Il locatario non assume rischi e benefici legati al bene Il locatario assume rischi e benefici legati al bene
Si contabilizza attraverso il metodo patrimoniale Si contabilizza attraverso il metodo finanziario
Il leasing finanziario è un contratto di finanziamento: ricevo un bene in corrispondenza del pagamento di rate mensili
(come un mutuo: ricevo una somma di denaro in corrispondenza del pagamento di rate mensili).
Nella realtà italiana però, indipendentemente dalla tipologia del leasing, si contabilizza con il metodo patrimoniale ma in
nota integrativa bisogna dare i valori che si sarebbero generati attraverso il metodo finanziario. Dal punto di vista giuridico
in Italia non può apparire un bene a bilancio se il bene non appartiene alla società e quindi si usa il metodo patrimoniale.
Metodo patrimoniale i beni oggetti di locazione rimangono nelle attività patrimoniali della società che concede il
à
leasing mentre l’utilizzatore si limita a contabilizzare a CE il pagamento dei canoni;
Metodo finanziario si iscrive l’acquisto del bene e, allo stesso momento, la nascita di un debito verso la società di
à
leasing.
Esempio – metodo patrimoniale
01/12/X conclude un contratto di leasing della durata di 1 anno.
I costi del contratto prevedono:
Maxi-canone: 6.000+IVA
• Rate mensili posticipate: 1.000+IVA
• No valore di riscatto
•
È un leasing operativo contabilizzato con metodo patrimoniale.
Ogni fine del mese rilevo il canone.
Sorge al 31/12 un problema di competenza economica del maxi-canone leasing che deve essere riscontato alla fine
dell’anno per gli 11 mesi non di competenza.
In stato patrimoniale non si ha evidenza della presenza in azienda dell’immobilizzazione materiale se non nei conti
d’ordine (banca c/c o IVA etc…) non ho una voce “immobilizzazione materiale” a stato patrimoniale.
à
Esempio – metodo finanziario
Il 01/01/X Alfa conclude un contratto di leasing con Beta che prevede:
3 rate annuali posticipate di uguale importo 3.000 + IVA
• Prezzo di riscatto 2.000 + IVA da corrispondere alla scadenza (31/12/X+2)
• Vita utile prevista 5 anni
• Valore di mercato del bene (valore di iscrizione) 10.000 uguale all’attualizzazione ad oggi di tutti flussi (tutte le
à
• rate e in ultimo anche il riscatto) generati dal finanziamento.
Tasso di interesse del contratto 4,5% il tasso di interesse è il valore che mi permette di uguagliare il valore
à
• attuale del bene ai flussi futuri generati dal contratto.
Per prima cosa devo fare un piano di rimborso del leasing, ovvero valutare ogni anno quanto devo al locatore del bene.
L’unico costo che deve essere segnato a CE è il rimborso degli interessi mentre il rimborso della quota capitale va a
diminuire il valore dell’immobilizzazione iscritta a SP.
La prima scrittura a libro giornale deve essere fatta alla data di acquisto (01/01/X).
Alla fine dell’anno devo andare a rilevare la quota di ammortamento considerando la vita utile del bene per calcolare la
quota di ammortamento (non uso la durata del contratto perché è come se fosse nostro anche se alla fine non lo
riscattiamo).
Alla stessa data devo rimborsare la rata (quota capitale e quota interessi) riducendo la quota del debito verso la società di
leasing e segnando il costo per gli interessi passivi.
N.B quando pago la rata devo sempre calcolare sul totale della rata (quota capitale + quota interessi).
Il 31/12/X+1 e negli anni dopo, fino alla scadenza del contratto, avrò la stessa operazione di ammortamento e di
pagamento della rata (N.B cambiano le quote perché nel frattempo ho rimborsato una parte del valore del debito uso i
à
valori nella tabella del piano di rimborso).
N.B L’ultima operazione di rimborso contiene anche il riscatto (se il bene viene riscattato)
N.B se il bene non viene riscattato le scritture si interrompono al 31/12 dell’anno di scadenza, se il bene viene invece
riscattato devo andare avanti nelle scritture ogni fine esercizio per chiudere l’ammortamento del bene (in questo caso fino
a X+4).
2) Durante la vita utile
Il valore dell’immobilizzazione possono essere modificati in 2 momenti:
Durante l’esercizio: manutenzioni ordinarie (Sono manutenzioni che vengono poste in essere per garantire il
§ corretto funzionamento del bene, non comportano una variazione del valore del bene perché i costi di queste
manutenzioni a CE.) o straordinarie (Sono manutenzioni che aumentano la sua produttività o la sua vita utile e
finiscono a SP ad aumento del valore dell’immobilizzazione)
N.B le quote ammortamento vanno riviste dopo la manutenzioni straordinarie.
Esercizio
01/01/X acquisto impianto per 9.000+IVA
31/12/X+2 previsione dismissione del bene: 3.000
01/01/X+1 intervento di manutenzione straordinaria
30/11/X+1 cessione anticipata del bene: 3.250
N.B la quota di ammortamento al 31/12 è calcolata sul valore del bene meno il valore previsto di dismissione.
Essendo una manutenzione straordinaria va imputata a SP ad aumento del valore del bene.
Il 31/12/X+1 devo contare la quota di ammortamento aggiornata con il nuovo valore del bene.
La nuova quota di ammortamento sarà: quota di ammortamento precedente + quota ammortamento della
manutenzione: 2.000+750 = 2.750
Il 30/11/X+2 vendo il bene e devo calcolare la quota di ammortamento a quella data: 2.750*11/12 = 2.521
Al giorno della cessione il mio bene vale (9.000+1.500) = 10.500 (valore del bene + costi di manutenzione) –
ammortamento accumulato = 3.229
Visto che cedo a 3.250 ho una plusvalenza di 21.
Manutenzioni cicliche sono manutenzioni ordinarie ma a differenza delle altre manutenzioni ordinarie hanno la
à
caratteristica di dover essere realizzate con cadenza precisa (es. manutenzioni di aerei o navi).
Essendo manutenzioni ordinarie finiscono come costi a CE ma la peculiarità è che ho la possibilità di creare un fondo
per manutenzioni cicliche (fondo oneri futuri ho un costo e una data certa ma futura). Ogni anno, da quando
à
acquisto il bene a quando l’onere si verifica, devo accantonare al fondo.
Esempio
Nell’anno X sono previste manutenzioni cicliche programmate: 12.000+IVA
Il bene è stato acquistato nell’anno X-3. Dal momento dell’acquisto era stato creato un fondo per manutenzioni
cicliche accantonando ogni anno ¼ del valore del bene.
A fine esercizio si riduce il valore del bene attraverso diverse iscrizioni a bilancio:
§ à
Le quote di ammortamento si valutano sul valore iniziale del bene ridotto dell’eventuale valore previsto di
• dismissione.
Impairment test confronto il VNC con il valore di realizzo. Il valore recuperabile identificabile con i due
à
• valori visti sopra (valore in uso o fair value). I casi che mi possono capitare sono 2:
a. VNC < valore recuperabile non faccio nulla;
à
b. VNC > valore recuperabile svaluto la mia immobilizzazione ma se la causa dovesse cessare di
à
esistere allora devo ripristinare (non rivalutare) il valore del bene fino ad un massimo pari al valore
dell’immobile nel caso in cui la causa non fosse mai sopravvenuta.
N.B la rivalutazione in Italia non è ammessa tranne in due casi: rivalutazione monetaria (adeguamento del
VNC a causa di inflazione molto alta) e rivalutazione economica (esiste una norma di legge che permette
alle aziende di rivalutare il proprio bene).
3) In sede di dismissione
In sede di dismissione del bene si rimuove il suo valore dallo Stato patrimoniale. La dismissione può essere:
Volontaria vado a dismettere volontariamente (per diverse possibili ragioni) il bene;
à
• Involontaria il bene non è più utilizzabile per cause a me non imputabili.
à
•
Nel caso di dismissione involontaria devo togliere il suo valore netto contabile da bilancio attraverso una sopravvenienza
passiva pari al VNC del bene in quel momento.
Nel caso di dismissione volontaria devo andare a confrontare il valore netto contabile con il prezzo di dismissione. Le
situazioni sono 3:
VNC = valore di dismissione;
§ VNC > valore di dismissione plusvalenze;
§ à
VNC < valore di dismissione minusvalenze.
§ à
Esercizio
01/01/11 acquisto impianto 50.000
à
21/12/15 fine ammortamento, vita utile: 5 anni
à
31/12/11 valore recuperabile 20.000
à
31/12/13 valore recuperabile 35.000
à
Il 1° gennaio 11 devo contabilizzare l’acquisto del bene immobile. Il 31/12/11 prima di tutto devo segnare la quota di
ammortamento. Verifico poi che il VNC del mio impianto è > del valore recuperabile allora devo svalutare il bene.
Il 31/12/12 devo iscrivere la nuova quota di ammortamento calcolata su 20.000 per 4 anni.
Accanto alla nuova verifica del VNC devo fare anche un analisi what if ovvero un’analisi su quale sarebbe stato il VNC nel
caso in cui non fosse esistita la svalutazione.
Al 31/12/13 faccio un nuovo ammortamento sempre di 5.000 poiché il valore del mio bene è sempre 20.000.
Tuttavia al 31/12/13 mi accorgo che il valore recuperabile del mio bene è maggiore, la causa che ha portato alla riduzione
del valore del bene è decaduta quindi devo ripristinare il valore dell’impianto fino ad un massimo pari al VNC senza
svalutazione.
Le ultime due quote di ammortamento del 2014 e 2015 saranno fatte sul valore ripristinato, ovvero 20.000 per 2 anni.
N.B