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GRANDEZZE DELLA FOTOMETRIA:
1) FLUSSO LUMINOSO = (lm)di una radiazione monocromatica dipende dalla potenza dello stimolo radiativo: =K()P() [lumen] Flusso policromatico, relativo alla potenza raggiante emessa nell'intero campo del visibile: dove dP/d= potenza raggiante emessa per unità di (non è una derivata). Sostituendo la def. di V()=K(λ)/K e K =683 lm/W:max max [ Analogia fluidodinamica: = portata volumetrica (L/s) ] 1 lm = flusso luminoso emesso in un angolo solido unitario (1 steradiante = sr) da una sorgente puntiforme con intensità luminosa = I = 1 candela (cd)
2) INTENSITÀ LUMINOSA = I (cd) Quantità di emessa in una specifica direzione (correla alla distribuzione spaziale). [ Analogia fluidodinamica: p; analogia elettrica: voltaggio ] I = emesso entro l'angolo solido relativo a una determinata direz. ("direzione orientata"): [cd] È una grandezza vettoriale. Nota: considerando un
vertice ed una sfera di raggio r, l'angolo solido Ω è definito come il rapporto tra la superficie sottesa A ed il raggio r al quadrato: 1candela (cd) = intensità emessa in una data direzione da una sorgente di radiazione λ=555nm monocromatica di e con intensità=1/683 W/sr 1cd = 1 lm / 1 sr 3Φ/4π - I emessa in tutto lo spazio = I media sferica = Φ - Relazione inversa: = integrale tra 0 e dΩ (I dΩ) - I definita da curve fotometriche, proiettate su diagramma polare. 3LUMINANZA = L (nit =cd/m2) L in un punto di una sup in una certa direzione = (I emessa in quella direzione) / (sup.emittente proiettata su un piano perpendicolare alla direz. considerata di propagazione) [cd/m2=nit] 4(Oppure slib= 10 nit) Misura la luminosità e la quantità direzionale della radiazione luminosa. Visione scotopica per L<10 nit, fotopica per ≥ 10 nit (ma tipicamente è un ibrido). Sup perfettamente diffondente (lambertiana: obbedisce alla legge di(Lambert): L uguale a per ogni = L nella direzione normale.
4) ILLUMINAMENTO = E (lx) incidente su una sup elementare sup elementare stessa
SU PIANO ORIZZONTALE: 2
Per def di angolo solido: dω = dA/r →2 2
Sul piano orizzontale: dω = (dA *cosα)/r dA = (r * dω)/ cosα0 0
Quindi: { 1° LEGGE DEL COSENO } 4→
Considerando h=rcos(α) r=h/cos(α), si può riscrivere E come:0
LEGGE DELL'INVERSO DEL QUADRATO }
Non evidenza la distanza, ma l'altezza del corpo emittente rispetto alla sup da illuminare.α=0:
(Se E =100lx a 1m di distanza; 25lx a 2m; 100/9=11lx a 3m)0
SU PIANO VERTICALE: 2
Per def di angolo solido: dω = dA/r →2 2
Sul piano orizzontale: dω = (dA *senα)/r dA = (r * dω)/senαv v
Quindi: Analogamente: h=rcos(α), da cui: φ=1lm2
1 lux (lx) = I di una sup di 1m ricevente uniformemente distribuito.
5) RADIANZA = M (lux s.b.)
Quantità di flusso emesso da una sorgente per un'unità di (sua) area.
[lx s.b. = lux su bianco] φ
Se la sup riflette, con r= coeff. di riflessione della sup = riflesso / incidente: M=rE
Se r=1 (sup perfettamente riflettente = bianca): M=E (spiega l'u di misura)
Riflessione diffusa (lambertiana: i raggi riflessi seguono la legge di Lambert):
I = I cosα
α = angolo tra asse perpendicolare allasup e direzione di I
Quindi, per sup. lambertiane:
NOTE
- I [cd] = grandezza fondamentale SI, da cui si ricavano le altre.
- I e sono due caratteristiche proprie della sorgente luminosa considerata, mentre Erappresenta l'effetto da questa prodotto su una superficie ricevente.
- L e M sono grandezze rappresentative sia delle sorgenti illuminanti che degli oggetti illuminati, che possono essere considerati a loro volta quali sorgenti secondarie.
- E e L sono le due grandezze fotometriche che vengono sostanzialmente impiegate nellenormative indirizzate all'ottenimento del benessere
visivo.
᠂) E (legato a = utile dato per comprendere “quanta luce” occorre su un piano di lavoro per compiere una determinata attività.
• L (legata a I): fornisce preziose indicazioni per evitare fastidiosi fenomeni di abbagliamento.
PRESTAZIONE VISIVA: parametri e indici illuminotecnici per la valutazione del comfort visivo
Può essere messa in relazione con la facilità, la velocità e l’accuratezza nel percepire e riconoscere un oggetto: lega quindi stimoli fisici (oggettivi, misurabili) con le sensazioni soggettive da essi generate.
Weston (GB, circa 1950): lavoro svolto con un dato illuminamento “visual performance” = lavoro svolto con un illuminamento ideale
Weston individuò inoltre 8 fattori (correlati) che influenzano la prestazione visiva.
Ad oggi, la prestazione visiva si ritiene sia data dalla relazione tra i componenti:
1) condizioni di illuminazione
2) capacità visiva dell’osservatore
Caratteristiche proprie del compito visivo (oggetto della visione che, percepito inequivocabilmente riconosciuto, rende possibile una determinata attività)
Necessari parametri e indici illuminotecnici per definire i limiti entro i quali poter giudicare confortevole un ambiente luminoso.
UNI EN 12464-1:2004: requisiti illuminotecnici che devono essere rispettati per i posti di lavoro in ambienti interni (ovviamente validi anche per ambienti esterni):
- distribuzione delle luminanze
- illuminamento
- abbagliamento
- direzione della luce
- resa dei colori
- luce diurna
- sfarfallamento (per ambienti esterni)
CONTRASTO DI LL = L dell'oggetto; L = L dello sfondo
In genere L /L ≤ 3 , ma sufficientemente alto affinché l'oggetto sia distinguibile.
LIVELLI DI ILLUMINAMENTO: misurati con luxmetro in fase di collaudo.
Parametro fondamentale alla base di un progetto di illuminazione.
Curve: influenza di I sulla prestazione visiva, in
funzione di 3 diverse difficoltà del compito visivo e 2 diversi gradi di attenzione (lx: scala logaritmica) In condizioni ideali di illuminazione: ~ 20 lx per la corretta percezione > 2000 lx visione soddisfacente ai fini della prestazione visiva (un ulteriore non giova, anzi il rischio di abbagliamenti e riflessi) Grado di attenzione richiesto > I per ottenere pari prestazione visiva. Tabella: livelli di I per luoghi, attività, compiti visivi, proposti dalla CIE (Commission International de l'Eclairage) nel 1987 sulla base degli studi di Weston. Per ogni voce, 3 valori: primo = riferimento quando le riflessioni e i contrasti nell'ambiente sono elevati + compito visivo che non richiede particolare accuratezza; valore più alto = con compiti visivi critici (contrasti e riflessioni poco accentuati). Pubblicazione CIE > poi recepita da UNI EN 12464-1:2004: livelli di I min perCONTROLLO DELL'ABBAGLIAMENTO
Discomfort per eccessive L o differenze di L (quindi C)
Si può determinare l'abbagliamento in funzione dei valori di contrasto:
- C=2-3 → valori di contrasto ottimali
- C=9-12 → abbagliamento
Si possono distinguere diversi tipi di abbagliamento in base alla sorgente (abbagliamento diretto e indiretto) e alle conseguenze sulla prestazione visiva (abbagliamento molesto e perturbatore):
- Diretto: dovuto a lampade, finestre, etc.
- Indiretto o riflesso: causato da oggetti presenti nel campo visivo
- Molesto (discomfort glare): produce una sensazione di sgradevolezza, disagio senza compromettere la visione
- Perturbatore (disability glare): compromette, turba o impedisce la visione senza necessariamente generare una sensazione sgradevole
Molesto: valutato con metodo tabellare CIE dell'indice unificato di abbagliamento UGR (unified glare rating), recepito dalla UNI EN 12464-1
(sostituisce i vecchi metodi di calcolo delle curve limite di luminanza e dell'indice di luminanza)- -2L = L di sfondo [cd/m²]
- L = L delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione nella direzione dell'occhio dell'osservatore
- ω = angolo solido [sr] delle parti luminose di ogni apparecchio di illuminazione nella direzione dell'occhio dell'osservatore
- p = indice di posizione di Guth, funzione dello scostamento angolare rispetto all'asse di visione, per ogni singolo apparecchio di illuminazione
22/4- TEMPERATURA DI COLORE (K) E RESA CROMATICA (Ra)
Qualità del colore → qualità dell'illuminazione
K = livello termico che deve raggiungere il corpo nero per generare luce della stessa tonalità di quella in esame.
Ra: valuta la qualità della luce in locali con permanenza di persone → effetto sulla percezione del colore di un oggetto illuminato (rispetto alla lampada campione), quindi grado
di fedeltà nella restituzione dei colori delle sup illuminate).Ra ≥ 80 per l’illuminazione di interni 8Campione di individui, a cui èchiesta la soddisfazionevisiva.Proporzionalità diretta tra K elivello di illuminamento.
CALORIMETRIA: classifica i colori (UNI 9810:1991)
SISTEMA CIE
- Indagini sperimentali sulle capacità psicofisiche del campione di persone nel percepire i colori
- Si estrapolano curve che descrivono come le persone vedono i colori
- Grafico: coordinate tricromatiche (combinazione di 3 luci → ogni colore possibile)
SISTEMA MUNSELL
- Ogni colore classificato in base a 3 qualità
- TONO (O TINTA): legato alla dominante; individua il colore con cui viene visto un oggetto (5 tinte principali: R, Y, G, B, P + 5 intermedie)
- PUREZZA (O SATURAZIONE): vivacità del colore, che si differenzia dalla visione del grigio
→(da 1=nero a 9=bianco, scala di grigi; monocromatica colore puro. Lo stesso colore ottenuto con luci diverse,
ha saturazione minore)- LUMINANZA (O LUMINOSITÀ): intensità luminosa nella direzione dell’osservatore (livellidi L da 0 a 14). ILLUMINAZIONE NATURALELuce naturale: elemento fondamentale di ogni progetto architettonico. Varia continuamente (ed èbenefico per il benessere psicosomatico). Sorgente di ottima qualità per la resa dei colori. Influiscesugli scambi termici tra edificio e ambiente. Ma di difficile controllo + deterioramento dei