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L'ESPERIENZA ROMANA
Analizziamo i periodi dell'esperienza romana dal punto di vista dell'assetto statale e dei sistemi.
Periodo ARCAICO
Comincia con la nascita di Roma che la tradizione vuole avvenuta il 24 aprile del 753 a.C. Secondo le note leggendo di Romolo e Remo. Infatti, secondo tale leggenda, nell'antico Lazio c'erano due fratelli, Amulio e Numitore, che si contendevano il trono della città di Albalonga. Avendo Amulio riuscito a cacciare il fratello, destinandolo alla sua corsia e, ne uccise tutti i figli, maschi di Numitore e costrinse Rea Silvia, l'unica figlia femmina di Numitore, a divenire vestale (così una sacerdotessa destinata a rimanere vergine). In questo modo, Rea Silvia non poteva concepire nuovi eredi al trono, altrimenti sarebbe stata punita con la pena di morte. La prescelta però fu amata dal Dio Marte ed, cui rimase incinta, nacquero due gemelli, Romolo e Remo. Amulio, infuriato, decise di uccidere Rea Silvia e i figli. Le guardia però non avendo il coraggio di commettere un simile delitto, posero in una cesta e mise due neonati in una cesta, affidandoli alla corrente del Tevere nella speranza che qualcuno si prendersi cura di loro. Lo stesso fiume una lupa che esa scotto al fiume per abbeverarsi nei pressi del colle Palatino vide il vagito i bimbi, li portò in una, si rivolse le offerta con sue latte. Dopo poco, passar in quei luoghi anche un pastore, Faustolo che li portò da suoi moglie. Fu quale li crebbe come fossero stati figli che lui non aveva avuto. Una volta diventati adulti, i gemelli vennero a conoscersi la loro origine, e tornarono ad Albalonga, uccisero lo zio Amulio, restituiscono il trono al nonno Numitore e libereranno la madre che era stata proibita per tutti quegli anni. Un giorno, i due gemelli decisero di fondare una nuova città ma non riuscirono a mettersi d'accordo su luogo del folo. Romo voleva costruirla il nuovo regno sul colle Palatino, Remo Sull'Aventino. Si affidarono così al responso degli dèi quindi stabiliscono che la scelta sarebbe toccata a chi avesse visto, in un certo tempo e in un certo spazio di cielo, più uccelli: Remo fu il per primo 6 uccelli e Romolo vide per secondo 12 uccelli. Romolo dilàe di aver vinto, mise a tac 12 coi l'intero se scia così che avrebbe delimitato città, Remo da ho for sorpassare Romolo che lo uccise. Romolo diviene il primo re di Roma.
Nel costruire la città, Romolo la divvid in tre: una parte ai plebei, due patrizi costituì inoltre quello che era l'assemblea degli anziani e cioè il Senato composto 300 membri. Nasce così Roma. Questa è la leggenda/tradizione, ma non sappiamo esattamente cosa sia vera al questo. Ad tutt'ora diaria misero in dubbio anche l'anno di nascita (che magari è dato per certo) perché costituirla un anno troppo presto. Si mise per quello a diffondere l'idea che Roma fosse nata ben
...misidiae sulle rive del Tevere intorno alle cime del Quirinale e del cosiddetto...
200 anni dopo, e cioè nel VI secolo a.C. c'è l'idea che Roma fosse molto più giovane. Ma poiché la tradizione vuole autor Romolo avesse, più o meno, fondato fondato Roma, è così veniva chi si scavava e si troveranno dei resti, che, fino molti anziché risultavano appartenere alla VII secolo a.C. È proprio da qui che si iniziò a pensare che la leggenda avesse qualcosa di vero. Come nasce Roma?... La leggenda vuole che Romolo casa dal nulla la città ma ovviamente coesistite di nulla, molto difficile. Infatti la verità è che a Roma c'erano tre tribù di stirpe diversa: rispettivamente i TRIBUS dei RAMNES e dei LUCERES. Erano latino abitanti ed etrusca che decisero di unirsi e formare una città nuova. Per ottenere frutta e gli scambi commerciali, decisero di fondarla sulle rive del Tevere, in prossimità dello 'I'isto Tibertina, qui possono anche i citti al sole, si fanno ecc.': la fondarono dunque in un luogo strategico. Queste tribù erano volte ovviamente UNIONI DI GENS cioè famiglie, con un pater familia, figli, e nipoti ecc si univano anche perfino a causa della scarabbia e dei sacerdoti frequenti a temp che famiglie che si uniscono formarono la protese capo della famiglia cioè il pater familiae e questo delle gentes e si portese ponttium, cioè un pater familia scelto come capo e rappresentante delle gemta. Quindi si riunivano più gentes, se formavano tre tribù.
Perché questo nome? È quasi certo che Roma non sia il nome originario della città fondata forse 753 nel senso che Roma ha questo nome perché deriva del sul suo fondatore Romolo, ma in realtà, alle origini Roma chiamnamea CUNITAS QUIRITIUM, cioè la civitatis dei quiriti 'la termine quiriti deriva probabilmente da ' co uirites' dove 'co' significa unione e 'uir significa uomo: quindi co uirites, qui uirites cioè qui 'quiritites e quindi nomini che si misero. Infatti gli aviominti della civitato quintilaia e quindi la chiamavano QUNITIA CURISME cioè il cosicho delle curies (' unione uomini et nominità dell'unione dell'unomini') che e 'uinites' si sono trasformato friednicamente d'quiritus perché sumone meglio il facino arcique iiumitex cessi). Quindi macro nioma de Roma significava 'uiuità degli enomnia che si nonicono'. Probabilmente Roma acquistò questo nome nei VI secolo a.C., in cui le trapte etrusca prende e soprannotami respecto ella alche due trapli cioe i Lucieres hanno il sopranonorumi iu ramnites e tines (implich il termine 'Rome' fra aciprim etrusquii). Non ce con questo periodo ci sintono tre re etruschisci: Tarquinio Pricio, Servio Tullio...)
Comunque sia, all'esercito potevano partecipare tutti i maschi dai 17 ai 60 anni e dunque il capo dell'esercito comandava moltissimi uomini, quasì tutti i romani maschi. Per questo il capo dell'esercito era la più adatta a sostenere la figura del re; egli prendeva il nome di PRETOR e, in caso di problemi, riuniva l'esercito per sottoporre delle questioni, proponeva qualcosa e se l'esercito accettava avveniva il rispetto nucleare. Successivamente portavano questa disposizione anche al padre e non aveva altra scelta; al Senato chiede quindi se poteva avere valore vincolante per i patrizi e pleble. Se il senato accettava, allora si parlava come un padre che già aveva accettato, cui quello dell'AUROITAS PATRUM, cioè l'autorità dei padri (a Roma, i padri per eccellenza erano i senatori) cioè l'autorità del Senato che ratificava le disposizioni recitate l’atto dell'esercito, riunito momentaneamente dal padre. In tal modo queste disposizioni iniziavano a prendere la denominazioni di LEGES. Con l'espansione di Roma però si ingrandisce anche l'esercito; da una legione si passava a due legioni e quindi da suo pretor che comandavano circa 6000 persone l’una (12000 in tutto), ogni legione aveva il suo propretore. Non a tale termine deriva dal latino proe-tor, cioè ciò indurre avanti una cosa, ossia significare che il propretore era il primo condottiero, colui che stava avanti e che tutti dovevano seguire. Con due pretori, era però necessario consultarsi primo di prendere una qualunque nuova decisione: dove loro consultsi, cioè consumere cominciavano a definire CONSULI. Quindi con il passo degli anni, i consoli iniziavano a sostituire il re, e a fare quello che faceva lui, per questo avevano il nome i sorti di Roma. Ma intanto creossi il problema che a deciso anch’io nino dovevano chiedere per ogni questione il SENTITUS CONSEUR ovvero una volta il senato monitorasse l’attività dei consoli che dovevano chiedere il parere (ormai obbligatorio anche se non vincolante) che veniva sempre rispettato. Anche perché il console rimaneva in carica 1 anno ed era scelta dell’esercito che quindi scegliete il suoi comandanti, se anche il console condusca contro il senato, andava contro le persone che compiacevano veramento a Roma e dopo un anno tornava ad essere un normale cittadino che quindi quel punto aveva tutti contro.
Diurante questo periodo perè la plebe inizia a farsi sentire perché ritiene inorridito riconsoli che i patrizi riconosceranno i loro organi. Infattti cosi come i patrizi avevano i loro organi quelli nel Senato, la limio iuriuta... anche la plebe si era costitni degli organi e c'erano due cioè rappresentanti della plebe che dovevano far volere il loro sua interessi speciali mente difrente i cui patrizi. Questi rappresentanti erano i TRIBUNI CAPU DELLA PLEBE. La plebe inoltre si riuniva per prendere decisioni così come lo faceva l'esercito; e si riunivano in un'assemblea.