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Monopolio
Ci sono alcune considerazioni da prendere prima di definire il termine Monopolio. Innanzitutto un'impresa è detta monopolio quando:
- È l'unica venditrice di quel prodotto
- Il prodotto non ha sostituti
- L'impresa può modificare il prezzo, influenza quindi il mercato.
Esistono comunque delle barriere all'entrata di un monopolio, queste sono causate da:
- Possesso di una risorsa chiave
- Diritto concesso per legge
- Elevate economie di scala, per esempio i brevetti che sono concessi esclusivamente dallo stato
L'economia di scala è quel meccanismo che porta il costo medio di un prodotto a diminuire quando aumenta il volume di produzione. Banalmente più pezzi vengono prodotti e meno costerà la realizzazione di ogni singolo pezzo.
Anche in natura sono presenti degli esempi di monopolio, uno semplice è quello del diamante, una risorsa scarsa e preziosa. In America
c'è una famiglia che è proprietaria della più grande miniera di diamanti al mondo, possiamo quindi dire che la famiglia possiede il monopolio del diamante, non ha concorrenti. La domanda che qualcuno può porsi è: Perché vengono a crearsi i monopoli? La risposta è semplice dato che l'amministrazione permette a un singolo operatore di avere il diritto esclusivo per vendere un bene. Finora abbiamo quindi detto che il monopolista ha: - Unicità di produzione - Curva di domanda decrescente - Possibilità di decidere il prezzo, Price maker Ricordiamo anche che in concorrenza perfetta la domanda è piatta, è in linea retta parallela con le ascisse. Per quanto riguarda il monopolio la curva di domanda è quindi decrescente, vendo un bene dal momento che ne diminuisco il prezzo. Nel caso sopra disegnato, per il monopolio, una diminuzione del prezzo comporta un aumento della quantità venduta.Di conseguenza i due effetti, sostituzione e prezzo.
Definizione: il ricavo marginale di un monopolista è inferiore al prezzo del bene che produce, ovviamente se Q>1.
Un monopolista massimizza il profitto quando produce la quantità per il quale il ricavo marginale è uguale al costo marginale.
Inoltre il monopolista usa la curva di domanda per individuare il prezzo che i consumatori sono disposti a spendere per un determinato bene.
In un'impresa concorrenziale il prezzo è uguale al costo marginale P=AR=MR=MC, quindi il prezzo è uguale al ricavo medio, che è uguale al ricavo marginale che è a sua volta uguale al costo marginale.
Per quanto riguarda il monopolio, il prezzo è maggiore del ricavo marginale. P=AR>MR=MC.
Ugualmente alla concorrenza, nel monopolio il profitto è dato dalla differenza tra ricavo totale e costo totale, TT=TR-TC.
Il profitto del monopolista sarà positivo se il prezzo è maggiore del costo medio totale.
In termini di benessere collettivo, il monopolista produce meno della quantità socialmente efficiente.
Un problema del monopolio è il seguente. Dato che il prezzo applicato è superiore al costo marginale, alcuni potenziali compratori decidono di non acquistare più il bene, poiché lo valutano come non indispensabile. Altro importante problema è quello delle spese, per mantenere il titolo di monopolio, il monopolista deve investire in aggiornamenti e manutenzioni, tutte spese insomma.
Nel mercato, in monopolio, avviene anche una discriminazione dei prezzi, il monopolista decide il prezzo da applicare a diversi compratori, da notare che questo non era possibile in mercato concorrenziale, infatti il monopolista è anche detto Price maker. La discriminazione fa aumentare i profitti del monopolista.