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Il Medio Oriente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale Pag. 1
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La storia della Palestina e di Israele

Nel 1947 le Nazioni Unite votarono la spartizione della Palestina (amministrata prima dalla Gran Bretagna) fra Ebrei ed Arabi, ma gli Stati arabi non accettarono tale suddivisione. Nel luglio 1948 l'operazione Dani, mirata a mettere in sicurezza e ad allargare il corridoio fra Gerusalemme e Tel Aviv, si concluse con l'esodo obbligato di circa 50.000 palestinesi dalle città di Lidda e Ramle.

Dopo il ritiro degli inglesi dalla Palestina, gli ebrei, in esecuzione di un deliberato dell'ONU, costituirono la Repubblica d'Israele; iniziarono le cosiddette guerre arabo-israeliane, durante le quali Israele ricevette l'appoggio degli Stati Uniti, i Paesi arabi quello dell'URSS.

Il Paese fu retto dal 1948 al 1963 dallo statista David Ben Gurion, considerato il "Padre di Israele". Golda Meir fu Primo Ministro e prima donna a guidare il governo di Israele. La prima guerra arabo-israeliana si svolse tra il 1948 ed il 1949 e vide contrapposti Israele e Lega araba.

Terminò con la conquista da parte di Israele di quasi tutta la Palestina, ad eccezione di Gaza (occupata dall'Inghilterra) e della Cisgiordania (sotto il controllo della Giordania).

La seconda guerra arabo-israeliana, detta anche guerra di Suez, vide contrapposto ad Israele, sostenuto da Francia e Gran Bretagna, l'Egitto. Nasser, a capo dell'Egitto, decise di liberare il suo Paese dall'ingerenza della Gran Bretagna: nel 1956 vi fu la nazionalizzazione della Compagnia del Canale di Suez, dove vi erano forti interessi inglesi e francesi e questo causò una crisi internazionale. Ad ottobre Israele attaccò l'Egitto e lo sconfisse, mentre francesi ed inglesi occupavano il canale. L'impresa fu però condannata dagli USA, e l'URSS inviò un ultimatum ad Israele, Francia ed Inghilterra, che furono costretti a ritirarsi.

La terza guerra arabo-israeliana fu la cd. guerra dei Sei giorni, che si svolse tra il 1967 ed il 1970 tra Israele, Egitto,

Giordania, Siria e causò circa 75.000 morti (guerra del Golan); terminò con la sconfitta degli Arabi che dovettero cedere tutti i territori occupati. Israele, le cui truppe erano guidate da Moshe Dayan, conquistò la città di Gerusalemme, la Striscia di Gaza e il Sinai.

La quarta guerra si combatté nel 1973 durante la Festa dello Yom Kippur e questa volta Israele venne colta di sorpresa dalle forze siriane ed egiziane. La nazione israeliana ristabilì poi la situazione preesistente e gli avversari accettarono ancora una volta il cessate il fuoco imposto dall'ONU.

Dopo la guerra dello Yom Kippur, i Paesi produttori di petrolio quadruplicarono il prezzo del greggio e ciò si ripercosse sulle economie di tutti i paesi occidentali industrializzati costretti ad importare l'oro nero per coprire il proprio fabbisogno energetico. Alcuni Stati iniziarono ad impiegare il carbone, mentre altri preferirono puntare sull'energia solare, sul nucleare.

per altro molto pericoloso in caso di incidenti.

Alla fine degli anni '70 si assistette ad una ripresa delle economie capitalistiche che nel decennio successivo, in concomitanza con il calo dei prezzi del petrolio, iniziarono una nuova fase di espansione. Tra i settori più colpiti dalla crisi petrolifera vi fu quello dell'industria automobilistica.

Sotto l'auspicio del Presidente degli USA Jimmy Carter furono firmati gli Accordi di Camp David (1978) con cui fu restituito il Sinai alla sovranità egiziana.

La quinta guerra arabo-israeliana si svolse nel 1982: Israele invase il Libano (Operazione Pace in Galilea), compiendo rappresaglie nei territori palestinesi. Proprio in Libano avvenne il massacro degli Arabi palestinesi nei campi di Sabra e Shatila alla periferia di Beirut. Nel giugno nacque un partito politico sciita del Libano Hezbollah, fondato per opporre una resistenza armata all'invasione israeliana.

La guerra tra Iran e Iraq

Negli anni '80

Un'altra guerra sconvolse il Medio Oriente: quella tra Iran ed Iraq (l'emirato del Kuwait era alleato dell'Iraq) appoggiati rispettivamente dall'URSS e USA. Nel 1980 l'Iraq, per una disputa sui confini, senza una dichiarazione di guerra invase il territorio iraniano in cui nel 1979, dopo la cacciata dello scià Mohammad Reza Pahlavi, era stata instaurata una Repubblica islamica. L'ayatollah Ruhollah Khomeini, fu il fautore della Rivoluzione islamica e ne fu il leader religioso e politico fino al 3 giugno 1989. La guerra si protrasse fino al 1988; dopo i primi, brucianti successi da parte dell'esercito iracheno, la guerra si trasformò in un'estenuante guerra di posizione e in un reciproco bagno di sangue. L'attacco chimico di Halabja, realizzato con gas al cianuro (16 marzo 1988), fu compiuto dall'esercito iracheno. La dichiarazione di decadenza dell'accordo di Algeri del 1975 sul controllo dell'estuario dello Shatt al

Arab fu preliminare all'invasione dell'Iran da parte dell'Iraq. Prima e seconda intifada Nel 1964 nacque anche l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) guidata da Arafat (primo Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese con il suo quartier generale, da 2001, a Ramallah). Scopo dell'OLP era la distruzione dello Stato d'Israele attraverso azioni terroristiche e dirottamenti di aerei. Nel 1987, dopo il massiccio insediamento di coloni ebrei nei territori occupati, i palestinesi della Cisgiordania e di Gaza iniziarono a protestare attraverso un'insurrezione popolare di massa: l'"intifada" che si opponeva alle armi dei soldati israeliani con lanci di pietre, scioperi prolungati e manifestazioni di massa. Nel 1987 fu fondato il movimento Hamas, ala palestinese della Fratellanza Musulmana, dallo sceicco Ahmed Yassin. Verso la fine degli anni Ottanta sulla questione palestinese si aprì uno spiraglio disperanza. Arafat riconobbe il diritto di Israele all'esistenza (1988), che a sua volta riconobbe l'OLP rappresentante del popolo palestinese. L'accordo di pace tra israeliani e palestinesi, che fu firmato a Oslo da Arafat e Rabin (Primo ministro israeliano) nel 1993, prevedeva la creazione di una regione autonoma palestinese nella Striscia di Gaza e nella città di Gerico. Purtroppo, molti fondamentalisti religiosi e nazionalisti sia israeliani che palestinesi minacciarono di morte i due leader accusati di tradimento; Rabin (Premio Nobel per la Pace nel 1994) fu, infatti, ucciso a Tel Aviv nel novembre 1995. Da quel momento incomprensione e tensione sono riprese fino a sfociare nella nascita di una seconda "intifada" (settembre 2000), con attentati kamikaze contro la popolazione civile d'Israele, demolizioni di case, lanci di missili, isolamento dei territori e delle autorità palestinesi. L'episodio che scatenò la Seconda Intifada fu la

Visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio a Gerusalemme.

Il trattato di pace tra Israele e la Giordania fu firmato nel 1994 a Wadi Araba da re Hussein di Giordania e Yitzhak Rabin.

Il 24 luglio 2014 ha assunto la carica di Presidente dello Stato d'Israele Reuven Rivlin, succedendo a Shimon Peres.

Le guerre del Golfo, l'attacco alle Twin Towers, l'invasione in Afghanistan.

Nel 1990 avvenne l'occupazione del Kuwait da parte dell'Iraq di Saddam Hussein sostenuta da motivazioni di ordine economico-politico, in seguito al rifiuto kuwaitiano di aderire alle eccessive pretese del governo di Bagdad: la completa cancellazione del debito contratto dall'Iraq, il "risarcimento" per il petrolio pompato illecitamente dai kuwaitiani nei giacimenti iracheni durante la guerra con l'Iran e la cessione della zona di confine da parte del Kuwait.

Gli USA risposero mediante l'imposizione dell'embargo su importazioni ed esportazioni in Iraq e un intervento armato.

nel Golfo. L'irrigidimento della posizione irachena, spinse la CEE ad associarsi all'embargo e l'ONU a decretare pesanti sanzioni economiche nei confronti dell'Iraq. La crisi si aggravò poiché Hussein cominciò a ventilare l'utilizzo dei cittadini stranieri presenti in Iraq come "merce di scambio". Gli Stati Uniti e i Paesi alleati intimarono a Hussein l'immediato rilascio degli ostaggi e cominciarono l'invio di truppe nel Golfo. L'Italia partecipò, insieme ad altri Stati, con un corpo di spedizione nel Golfo Persico. Bush e Gorbaciov si riunirono a Helsinki il 9 settembre, ma, mentre per gli USA lo sbocco armato apparve inevitabile, l'URSS insistette sull'uso della diplomazia. Il 29 novembre il Consiglio di Sicurezza dell'ONU fissò come data ultima per il ritiro delle truppe irachene dal Kuwait il 15 gennaio 1991. Prima di Natale, Hussein annunciò che in caso di aggressione militare, il

Il primo obiettivo che avrebbe colpito sarebbe stato Israele, così nacque il rischio di un'estensione del conflitto a tutti i Paesi arabi ostili allo Stato ebraico. Il 3 gennaio 1991 Bush propose un incontro fra i Ministri degli esteri Baker e Aziz da tenersi a Ginevra. Il vertice terminò con un nulla di fatto. A mezzanotte del 15 gennaio scadeva "l'ultimatum" dell'ONU. Dopo una snervante attesa, le truppe dell'ONU diedero inizio a un conflitto (Prima guerra del Golfo) con un massiccio lancio di missili "Cruise" su Baghdad, contro obiettivi militari e raffinerie. Il 18 gennaio la contraerea cominciò ad aggiustare la mira sui velivoli alleati; successivamente, missili iracheni "Scud" piovvero su Israele. L'operazione degli americani e dei loro alleati si chiamò "Desert Storm" (Tempesta nel deserto) e fu diretta dal generale Schwarzkopf. L'attacco aereo su Baghdad durò poco più di

quaranta giorni, concludendosi con la resa irachena. Per evitare la reazione ebraica, Stati Uniti e Olanda inviarono a Israele missili anti-missile "Patriot" per assicurare una protezione massima in vista degli attacchi successivi. Il 23 febbraio gli Stati Uniti lanciarono un ultimatum a Bagdad affinché provvedesse a iniziare lo smaltimento e il ritiro dal Kuwait delle truppe entro 24 ore. Scaduto il tempo concesso, iniziò il grande attacco di terra. Le forze alleate chiusero a tenaglia l'esercito iracheno, che cominciò la fuga. Nell'arco di tre giorni tutto il Kuwait fu libero e la disfatta dell'Iraq fu totale. Il 28 febbraio Saddam Hussein dichiarò di accettare tutte le risoluzioni dell'ONU e di essere pronto ad arrendersi in modo incondizionato. L'Iraq precipitò nel caos: le forze dell'opposizione occuparono Bassora ed il Sud del Paese, ma Saddam scatenò nei loro confronti una durissima repressione. Saddam Hussein.sebbene sconfitto, rimase al potere e ostacolò più volte i controlli relativi al disarmo, innescando una lunga serie di incidenti diplomatici. Si giunse così a un braccio di ferro.
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Publisher
A.A. 2021-2022
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher f-ross di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geopolitica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Politi Alessandro.