vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Contributo di Jane Jacobs alla cultura del progetto urbano
L'urbanistica moderna si occupa di pensare a nuovi modelli insediativi per rispondere al problema del sovraffollamento delle città. Mai come nel 900 sono state realizzate tante infrastrutture dedicate al sistema della mobilità. Altra questione è il rapporto con le preesistenze, matura una certa sensibilità verso il paesaggio e non solo verso i monumenti. Il progettista lentamente si fa carico anche di ciò che esiste già, nel momento in cui effettua un intervento. C'è poi la questione della casa, si cerca di dare una soluzione al problema della casa e di come quest'ultima si rapporta con la città e con il quartiere in cui si trova.
Jane Jacobs è una delle famose urbaniste teoriche, agendo in modo critico su errori commessi in passato e secondo lei da evitare di ripetere. Pubblica diversi libri tra cui "Morte e vita delle grandi città americane".
"l'economia della città"ecc. Critica ai fondamenti teorici dell'urbanistica moderna: propone un nuovo modello di conoscenza del fenomeno urbano (inteso come fenomeno complesso organizzato), e ritiene che la città non possa essere studiata come facevano le scienze studiando i problemi semplici, così come non può nemmeno essere studiata come un problema disorganizzato. Secondo lei gli studi devono essere condotti esattamente come succede in natura con la biologia, ovvero studi di problemi complessi organizzati, tipici degli organismi viventi. Su questa base si sarebbe dovuta fondare l'urbanistica e questa critica è attualissima. Questo libro di Jane Jacobs riceve parecchie critiche sin dal momento della sua pubblicazione, in particolare viene criticata la sovrastima verso il pianificatore, la "colpa" dell'urbanistica stessa dell'aver fatto fallire città con una opaca idea di fondo, il
Conservatorismo culturale dell'autrice, la debolezza scientifica e concetti generali fondati su esperienze troppo personali.
Elogio e pluralismo della varietà: secondo Jane Jacobs, la varietà è il principio fondativo delle città. Diversamente dal "chaos", gli equilibri che reggono la vita delle città sono sempre equilibri delicati costruiti nel tempo e difficilmente riproducibili in laboratorio. Le forme di democrazia di cui si sono dotate le città nella storia e la forma fisica delle città, sono qualcosa di fondato su delle ragioni antiche e irreplicabili. Altro tema su cui insiste parecchio è il nesso tra lo spazio pubblico e la vita pubblica, che è una parte del nostro abitare e vivere all'interno di una comunità. Il vivere è fortemente condizionato da come si vive lo spazio pubblico. Lei riflette molto attentamente sul ruolo della strada, per ottenere esiti concordi con la sua tesi.
Riguardante la varietà. Jane Jacobs formalizza alcune regole utili per chi fa urban design. Una prima regola riguarda la necessità di creare una commissione legata agli usi primari, ovvero le attività principali che ci sono in una città (Residenze, uffici, attività artigianali...), e questa commissione è una condizione essenziale perché possano esistere degli usi secondari, ovvero ciò che rende viva la strada animandola. Questa questione degli usi primari era rifiutata dall'urbanistica moderna, la quale al contrario divideva la città in base a funzioni. Secondo Jane Jacobs questa commissione genera vitalità negli spazi. Gli usi primari però, per funzionare veramente, devono avere alcune caratteristiche elencate all'interno del libro. Jane Jacobs propone di andare in una direzione contraria a quella intrapresa dall'urbanistica contemporanea, in poche parole propone di evitare, se non
addirittura abolire lo zonamento funzionale e il decentramento, oltre al rifiuto verso la concentrazione di funzioni civili, sociali e culturali in un unico edificio. Questa varietà da lei proposta, è fortemente alimentata da un suoi desiderio di avere una città composta da edifici di età, altezze, stati di conservazioni diverse all'interno di uno stesso quartiere, così come un tessuto edilizio che si corrompe e modifica nel tempo e che non sia opera di un'unica mano.
L'importanza della strada: per lei la strada è l'unità politica di base, non è solo uno spazio fisico ma anche il primo step della democrazia. Le strade hanno un ruolo civile essenziale, al di là di essere un'infrastruttura. Le strade sono qualcosa che completa l'abitare nelle nostre case, arricchendolo. L'abitare non si esaurisce nel rapporto casa-infrastruttura, ma serve un "luogo comune" che faccia da mediazione tra di esse.
La ricchezza di scambi informali che avvengono in strada sono alla base della vita relazionale dell'individuo, indipendentemente dall'età di quest'ultimo. La strada è una unità politica, luogo di passaggio, spazio di gioco. La Jacobs auspica ad un ritorno della strada come spazio di gioco, crescita e condivisione per i bambini. La strada è un ambiente controllato e con valore pedagogico, è il luogo in cui si viene a conoscenza della diversità sociale ed architettonica.