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Ci sono tante definizioni di strategia. Ricorrono spesso i concetti di piano, risorse, lungo termine, coordinamento.
VANTAGGIO COMPETITIVO ,
La strategia è ciò che ci consente di ottenere il ovvero quella situazione
per la quale otteniamo delle performance strutturalmente superiori rispetto a quelle dei nostri competitor. Il
vantaggio competitivo deve essere sostenibile, e il concetto di sostenibilità è legato al concetto di lungo periodo,
poiché voglio essere leader nel lungo periodo, non solo oggi.
Il profitto NON può essere l’unica cosa a cui un’impresa è interessata e molto spesso i manager sono miopi in
questo senso, non riuscendo a mantenere il vantaggio competitivo. Serve qualcos’altro, qualcosa che crea valore.
Ciò che crea valore è la strategia.
Il consumatore ha bisogno di valore, di qualcosa che dà un’utilità maggiore rispetto a quella dei competitor (es.
Google, Facebook). La strategia ha successo quando crea questo VALORE per il cliente o per la società in
generale.
“La strategia non sono i piccoli passi che facciamo, è la posizione
unica e di valore che saremo in grado di raggiungere attraverso quei
piccoli passi” (M. Porter)
SRATEGIA COME PERCEZIONE
La strategia è anche percezione, ovvero l’abilità di comprendere l’andamento futuro dell’ambiente competitivo.
La strategia aiuta a combattere l’inerzia delle imprese, perché muove l’organizzazione verso nuove forme di
vantaggio competitivo e facilita l’adattamento.
Spesso i leader di mercato non riescono a capire cosa sta succedendo intorno e a quanto le
imprese si muovano velocemente intorno al loro mondo. Strategia significa, appunto, guardarsi
intorno (es. Blockbuster-Netflix).
Molte volte a comprendere questi cambiamenti possono aiutarci quelle persone che non sono focalizzate sulla
scelta della strategia perché spesso queste persone non capiscono cosa effettivamente vuole il cliente o come
cambiano i gusti, le abitudine o la tecnologia (approccio bottom-up). Quindi spesso chi è davvero a contatto
diretto con i clienti riesce a dare informazioni più utili ai top manager (es. il Frappuccino di Starbucks è
stato inventato partendo da un’idea di una commessa).
Ls strategia realizzata è quella partita dal manager, unita alle eventuali strategie emergenti, che
completano la visione del manager strategico.
ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA STRATEGIA:
a. Obiettivi di lungo termine →
Comprensione del contesto competitivo capire cosa offrire ai clienti per battere la concorrenza
b. Piano
c. →
d. Allocazione delle risorse focalizzarsi su alcuni prodotti
e. Azioni (attori)
f. Coordinamento
g. Creazione di valore
2 lunedì 7 novembre 2016
STRATEGIA: IL FOCUS SULL’AMBIENTE ESTERNO
Quando si parla di strategia è molto importante considerare l’ambiente esterno. Pensiamo a Blockbuster e ai
motivi del suo fallimento. In un mondo che diventa sempre più flessibile, alcuni modi di gestire il valore possono
diventare obsoleti. Tra gli anni ‘60 e gli anni ’80, l’analisi strategica si è concentrata quasi esclusivamente sul
rapporto tra l’impresa e il suo ambiente esterno. Nel passato la strategia era quindi considerata come una fonte
di performance limitata, perché molto derivava dalle caratteristiche dell’ambiente esterno.
• Industrial Organization
• →
Modello delle 5 forze di Porter mi dice quali sono gli elementi dell’ambiente esterno che mi
fanno capire se è conveniente o no entrare in un settore sulla base della sua profittabilità.
• →
Paradigma Struttura-Condotta-Performance mi dice che la struttura del settore (5 forze di
Porter) determina la condotta (comportamento che le imprese seguono), la quale determina la performance
delle imprese all’interno del settore. C’è
quest’idea che la performance dell’impresa
sia esogena rispetto alle caratteristiche della
strategie, ma sia determinata per la maggior
parte dalle caratteristiche del settore.
Un paradigma di questo tipo non lascia spazio
alla creatività, al genio del manager e perciò
non è stato molto adottato.
Le assunzioni che facciamo sono:
L’ambiente esterno esercita pressioni e limiti che determinano le strategie delle imprese
1. Le imprese che competono in un settore controllano risorse strategiche simili e perseguono strategie simili
2. Le risorse utilizzate per implementare le strategie sono mobili
3. I manager sono razionali e agiscono nell’interesse dell’impresa, al fine di massimizzare i profitti.
4.
Se ciò che ci dice il paradigma S-C-P fosse vero, acquistare un paio di scarpe Nike sarebbe uguale ad acquistare
un paio di scarpe Mizuno. Eppure la leadership è di Nike, quindi il paradigma S-C-P non è valido perché c’è
un’eterogeneità competitiva evidente. Nei fatti, la performance è determinata sia dagli effetti dovuti al settore
(per il 20%), sia dalla strategia (per il 55%) sia da altri effetti. La strategia ci dà la possibilità di distinguerci dalla
performance dei nostri competitor ed è una leva davvero importante all’interno dell’impresa. Nike è riuscita a
creare un elemento di differenziazione rispetto ai competitor, che si traduce nell’idea che ciascuno di noi può
raggiungere i propri obiettivi e diventare uno sportivo di successo e lo ha fatto attraverso testimonial
importanti, come Michael Jordan. Non vende scarpe, vende emozioni e sogni. E tutto ciò è molto
difficile da replicare.
3 lunedì 7 novembre 2016
…Quindi, la strategia cos’è? Un punto di giuntura tra l’ambiente esterno e le risorse interne all’azienda, che
bisogna saper conoscere. è quel piano che organizza le risorse che abbiamo per competere con i nostri rivali.
LA RESOURCE-BASED VIEW DELL’IMPRESA
Al contrario del paradigma S-C-P, la resource based view ci dice che, date le caratteristiche dell’ambiente
esterno, sono le risorse interne all’impresa e il modo in cui sono organizzate attraverso la strategia a
determinare la performance di un’impresa.
Ogni impresa può essere vista come un portafoglio di risorse (asset) e competenze (capacità, saper fare,
brand). La RBV è importante quando l’ambiente esterno è particolarmente dinamico, poiché le risorse e le
competenze costituiscono un fulcro su cui fare leva per costruire una strategia vincente. Se sappiamo fare
bene qualcosa possiamo basarci su quello poiché è quello che ci contraddistingue.
Nel paradigma S-C-P sembra che
tutte le imprese siano molto simili e
che ognuna, perseguendo la stessa
strategia, sia in grado di imitare l’altra.
L’imitazione è un fattore negativo
perché porta a profittabilità bassa per
tutte le imprese del settore.
Nel paradigma RBV ogni impresa ha
competenze uniche e quindi c’è una
maggior possibilità di ottenere una
posizione competitiva unica avendo
elementi di differenziazione. Ognuno
vince perché è in grado di ritagliarsi
una posizione unica all’interno del
settore differenziandosi e facendo
leva sulle proprie risorse. RISORSE
Le identificano l’insieme dei fattori
controllati dall’impresa e utilizzati nei suoi
processi operativi. Sono ad esempio il
capitale, il personale, il brand.
COMPETENZE
Le identificano ciò che
l’impresa può fare, e risultano
dall’integrazione di risorse. Sono ad esempio
la capacità di innovare, le competenze manifatturiere, il saper fare.
Spesso le risorse intangibili sono più importanti di quelle tangibili e sono una fonte più frequente di vantaggio
competitivo. La leadership viene spesso costruita sul brand, sulla conoscenza scientifica.
Le risorse tangibili sono più facili da individuare in bilancio, ma il valore contabile di un’impresa non tiene conto del
know-how, della fedeltà del brand, ecc.
Apple ha risorse tangibili per 15 miliardi $ e risorse intangibili per 180 miliardi $. Il brand Apple vale un sacco.
4 lunedì 7 novembre 2016
⤅ Come valutare le competenze dell’impresa?
Abbiamo 2 strumenti principali:
→
Analisi funzionale
1. per individuare le competenze di un’impresa possiamo analizzare le varie funzioni
dell’impresa e capire dove quell’impresa eccelle.
Catena del valore
2.
Le competenze più importanti stanno OVUNQUE, non solamente in una funzione o in un punto sulla catena del
valore. Perché?
Se considerate in modo isolato, le risorse non sono molto produttive
capacità organizzative
Le sono quelle che permettono di integrare le risorse in maniera efficace per
raggiungere un obiettivo finale desiderato. Non basta saper innovare, bisogna che la competenza sia pervasiva
all’interno dell’impresa.
Tra queste ci sono alcune competenze che spiegano la performance elevata rispetto ai competitor
competenze distintive
( ), poiché sono attività che un’organizzazione svolge con particolare abilità rispetto ai
suoi concorrenti. Es. IKEA ha come competenza distintiva la funzionalità dei prodotti e la loro convenienza, oltre
ad un’esperienza di acquisto particolare e al DIY (trasporto, montaggio, ecc). è pervasiva perché per
organizzare quest’offerta ci vogliono molte competenze. ROUTINE
Un elemento fondamentale delle competenze organizzative è il concetto di Le routine, più vengono
.
esercitate, più vengono migliorate grazie all’esperienza (es. polpetta della vedova). Le routine, però, possono
anche essere una fonte di rigidità nel caso in cui ci siano dei problemi, poiché potrebbe non esserci quella
flessibilità necessaria per modificare routine in caso di necessità.
IN SINTESI…
Abbiamo delle risorse (che racchiudono le competenze) che danno vita alle capacità organizzative e
l’integrazione tra questi elementi fa nascere la STRATEGIA. La cosa fondamentale è che la strategia porta al
vantaggio competitivo se c’è una precondizione, ovvero esistono i cosiddetti fattori chiave di successo del
= elementi che determinano la capacità di alcune imprese di prosperare nel settore a differenza dei
settore
competitor e dipendono dalla domanda, ovvero da ciò che è importante per il consumatore.
Ma.. tutte le risorse e le competenze creano un vantaggio competitivo? Sicuramente no. Risorse e Competenze
generano maggiore profittabilità rispetto ai competitor quando consentono di conseguire, mantenere e sfruttare
il vantaggio competitivo.