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IL CODICE CIVILE
Il C.C. è una legge che disciplina in modo organico e sistematico un intero settore dell'ordinamento giuridico italiano. È stato adottato a seguito del regio decreto n. 262 del 16 marzo 1942 ed è entrato in vigore il 21 aprile dello stesso anno e rappresenta ancora oggi la disciplina di riferimento del diritto privato, e si pone sullo stesso piano delle altre fonti primarie 'interne'.
Il codice è oggetto di continue variazioni e modifiche, un esempio è la riforma del diritto di famiglia avvenuta nel 1975 che ha sostituito il regime della separazione dei beni, con quello della comunione dei beni.
L'attuale c.c. disciplina anche la materia del diritto commerciale, che in passato, era contenuta nel Codice del Commercio.
I codici, sotto a un profilo politico-culturale, hanno un'importanza di assoluto rilievo. Per 'codice' si intende un testo normativo complesso ed articolato, con cui appunto si detta la
disciplina organica di una determinata materia. Il primo codice italiano fu quello del Regno d'Italia del 1865, il Codice Pisanelli, che richiamava il codice civile francese del 1804. Si affermavano al suo interno quei valori ideali che erano stati propugnati dalla rivoluzione francese (1789), quali: l'autonomia dell'individuo, la libertà di iniziativa economica e di contrattazione, l'assoluto rispetto dei diritti di proprietà e la delimitazione precisa dei poteri dello Stato.
In seguito al decollo industriale, agli sconvolgimenti della prima guerra mondiale (28 luglio 1914 - 11 novembre 1918), venne avviata un'opera di revisione del c.c. che terminò durante il ventennio fascista (1922-1943) e della seconda guerra mondiale (1° settembre 1939 - 8 maggio 1945).
Il c.c. adottato nel 1942 è un testo frutto del lavoro di diverse commissioni di avvocati, magistrati, professori, coordinati da Filippo Vassalli, un giurista italiano.
è da considerarsi un codice fascista, dal momento in cui vi collaborarono anche giuristi liberali, alfine di modernizzare tale opera. Dopo la caduta del regime fascista, le norme di ideologia fascista vennero abrogate.
Le Disposizioni sulla legge in generale sono dette anche Disposizioni preliminari al Codice Civile o Preleggi, che prevedono 31 articoli, molti dei quali sono stati abrogati.
Rappresentano una premessa al Codice Civile, ma non si applicano solo al diritto civile, ma sono valide anche in altri rami del diritto privato e del diritto pubblico.
Contengono norme in merito:
- alle fonti del diritto e alla loro gerarchia (dall'Art. 1 all'Art. 9)
- all'applicazione della legge in generale, ovvero disposizioni in merito all'entrata in vigore delle norme, alla loro interpretazione, alla loro abrogazione e all'applicazione delle norme nel tempo e nello spazio (dall'Art. 10 e all'Art. 31)
La struttura del
Il Codice Civile è ripartito in 6 libri, ognuno dei quali affronta una tematica generale all'interno della quale risultano regolamentati una variegata serie di istituti giuridici. Tutti i libri sono divisi in titoli, divisi a loro volta in capi, in sezioni (materie che individuano gli istituti). Si compone di 2.969 articoli e ognuno di questi ha un titolo, detto rubrica; inoltre possono essere divisi in commi, ciascuno dei quali detta una o più norme giuridiche, e per comma si intende la regola contenuta all'interno di un capoverso. Ogni capoverso contiene una disposizione e il c.c. è preceduto da alcune disposizioni preliminari (Art. 1 - Artt. 16).
- Il libro primo tratta delle persone e della famiglia (Art. 1 - Art. 455) disciplina la capacità giuridica e di agire delle persone, i diritti della personalità, organizzazioni collettive (associazioni, fondazioni, comitati), la famiglia.
- Il libro secondo tratta delle successioni - rapporti