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4.3 RISPOSTA IMMUNITARIA AI VACCINI
4.3.1 RISPOSTA PRIMARIA
Le reazioni primarie sono quelle osservate dopo la prima somministrazione vaccinale: i
primi anticorpi (IgM) compaiono da 24 ore a 2 settimane dopo la somministrazione
vaccinale; il tasso anticorpale cresce progressivamente in un tempo variabile da 4
giorni a 4 settimane per poi calare rapidamente; dopo 3-4 settimane si producono IgC
e IgA
4.3.2 RISPOSTA SECONDARIA
La reintroduzione dell'antigene dopo un adeguato periodo di tempo (vaccinazione di
richiamo) provoca una reazione secondaria caratterizzata dalla rapida comparsa di
anticorpi specifici (IgG) rilevabili già dopo 2-5 giorni e con maggiore affinità per
l'antigene
4.4 CARATTERISTICHE DEI VACCINI
4.4.1 IMMUNOGENICITA'
Capacità di indurre una risposta immunitaria adeguata (fattori legati al soggetto e al
vaccino).
4.4.2 INNOCUITA'
Incapacità di causare danni (mancanza di virulenza e di effetti tossici/allergizzanti)
4.4.3 EFFICACIA
Efficacia individuale: Corrisponde all'efficacia immunizzante (Risposta anticorpale)
Efficacia della vaccinazione: Esprime l'attività protettiva nei confronti della malattia
(%)
Efficacia di una campagna vaccinale: Effetti sull'incidenza della malattia
4.4.4 CONTROINDICAZIONI
Le controindicazioni sono le indicazioni a non vaccinare. Esistono controindicazioni
vere, quali presenza di malattie acute e febbrili, deficit immunitari, allergie a specifici
componenti, stato di gravidanza ecc.. e controindicazioni false come ad esempio
raffreddore, asma, eczemi, trattamento con antibiotici e cortisonici a basso dosaggio
ecc..
4.4.5 VIE DI SOMMINISTRAZIONE
Via intramuscolare (pneumococco, influenza)
Via sottocutanea (antipolio)
Via orale (Antipoliomielitico con virus attenuato)
Via Intranasale (antirubeolico)
Via sottolinguale
4.4.6 REAZIONI INDESIDERATE
Da non confondere con le controindicazioni, sono dovute a proprietà intrinseche dei
vaccini. Di solito durano da 1 a 3 giorni e l'esito che ne consegue è favorevole. Tali
manifestazioni possono essere locali, se si presentano solo sulla parte del corpo in cui
è stato iniettato il vaccino, o sistemiche. Le prime vanno suddivise in immunologiche e
non immunologiche.
Le reazioni locali NON immunologiche comprendono ad esempio quelle dovute ad
intolleranza ai sali di alluminio impiegati come adiuvanti e presenti in molti vaccini.
Questo tipo di reazione si manifesta, di solito, con dolo e gonfiore nel punto di
inoculazione.
Le reazioni locali immunologiche si verificano soprattutto dopo somministrazioni di
anatossine (generalmente dopo le dosi di richiamo), allorquando il titolo di anatossina
già presente in circolo è elevato. Anch'esse sono transitorie e, generalmente ben
tollerate dall'organismo.
Le reazioni generali (o sistemiche) si identificano quasi sempre con la febbre.
Quest'ultima compare di solito entro le prime 24 ore.
4.4.7 COMPLICANZE
Sono manifestazioni patologiche correlate alla vaccinazione ma di cui non è sempre
nota la patogenesi (Es. encefalomieliti da vaccinazione antivaiolo)
4.4.8 CONSERVAZIONE DEI VACCINI
La modalità di conservazione di un vaccino è aspetto importante che talvolta può
pregiudicarne in modo determinante l'efficacia. Esistono talune regole generali che
occorre rispettare rigorosamente. Si sa ad esempio, che i vaccini antibatterici e le
anatossine in genere vanno conservate in frigo (2-8°C) e che, invece, il vaccino
antitetanico e quello antidifterico sono stabili a temperatura ambiente fino a 2
settimane.
4.5 STRATEGIE DI IMPIEGO DEI VACCINI
Le campagne di vaccinazione possono essere “di massa”, se interessano più dell'80%
degli individui esposti, oppure “selettive”, se il fine non è l'eradicazione dell'infezione
ma la protezione di gruppi di popolazione, di solito specifiche categorie di soggetti (es.
vaccino anti-rosolia, anti-TBC ed anti-HBV).
4.6 VACCINAZIONI COMBINATE E SIMULTANEE
I vaccini combinati sono costituiti dalla miscela di più antigeni o preparati che vengono
somministrati insieme.
Vaccini multivalenti: diretti contro differenti tipi dello stesso agente eziologico.
Vaccini multipatologia: in grado di prevenire diverse malattie
Le vaccinazioni simultanee si realizzano quando piu vaccini sono somministrati agli
stessi tempi, per diverse o stessa via, ma in siti differenti.
Approfondimento
Le malattie possono distribuirsi geograficamente in modo:
1. Ubiquitario: affezione morbosa presente ovunque
2. Sporadico: se si presentano con casi singoli o rari
3. Endemico: se presenti costantemente in un determinato territorio
4. Epidemico: se segnalate con un numero più o meno rilevante di casi,
concentrati nel tempo e nello spazio, che traggono origine da un unico agente
eziologico
5. Pandemico: quando la malattia si diffonde in almeno due continenti
6. Esotico: abitualmente assente nel territorio considerato
5. MALATTIE A TRASMISSIONE AEREA
1. Elevata contagiosità (trasissione diretta)
2. Fattori predisponenti climatici e sociali
3. Andamento epidemico/pandemico
4. Richiedono profilassi farmacologica e vaccinale
5.1 INFLUENZA
Agente eziologico: virus ad RNA (Ortomixoviridae) soggetto a mutazioni che ne
modificano gli antigeni, determinando l'insorgenza di nuove varianti e mancanza di
immunità specifica nella popolazione; resistente a temperature tra 0-4°C per qualche
settimana oppure a -70°C per molti mesi; viene inattivato se esposto a 56°C per pochi
minuti, all'etere, ai raggi UV ed ai comuni disinfettanti.
Periodo di incubazione: 1-2 giorni
Sintomatologia: rino-tracheo-bronchite febbrile, dolore alle articolazioni ad ai
muscoli, nausea, vomito, diarrea; picco febbrile a 48-72 ore; si esaurisce in 3-6 giorni,
lasciando spossatezza fino a due settimane
Complicanze: broncopolmonari (da sovrapposizioni batteriche); scompenso nei
cardiopatici cronici e nei diabetici ed aborto nelle donne in gravidanza
Sorgente: Uomo, ammalato o portatore sano
Serbatoio: Mammiferi inferiori (volatili, suini e cavalli)
Trasmissione: per contatto diretto, favorita dalla invasività dell'agente patogeno, dal
freddo, dall'affollamento, dall'età e dall'urbanizzazione
Andamento: sporadico, spesso epidemico o pandemico; massima incidenza nel
periodo invernale
Diagnosi: sufficiente la sintomatologia clinica
Profilassi: Vaccini a virus inattivati, attenuati, a sub-unità monovalente o polivalente,
in unica dose. La copertura si ottiene in circa 2-4 settimane e dura poco più di 3 mesi,
consigliato alle categorie a rischio.
6. MALATTIE A TRASMISSIONE ORO-FECALE
1. Via di eliminazione/penetrazione: apparato digerente
2. Fattori predisponenti ambientali e sociali
3. Distribuzione sporadica/epidemica
4. Profilassi: igiene personale e alimentare
6.1 EPATITE A
Agente eziologico: virus a RNA (enterovirus), molto resistente nell'ambiente esterno
e distrutto solo a 60°C per 1 ora o 100°C per 5 minuti, ai raggi UV e alla formalina
dopo tre giorni a 37°C
Sorgente: uomo che elimina il virus con le feci durante il periodo di incubazione e
nella fase acuta
Trasmissione: circuito fecale-orale, veicoli (acqua, frutti di mare, verdure) o vettori
meccanici (mosche)
Sintomatologia: febbre, anoressia, nausea e vomito, dolenzia all'ipocondrio destro,
ittero
Profilassi: notifica, isolamento, disinfezione, norme igieniche individuali ed
ambientali; vaccino e sieroprofilassi
7. MALATTIE A TRASMISSIONE PARENTERALE
1. Via di eliminazione/penetrazione: cute/mucose lese
2. Fattori predisponenti comportamentali e sociali
3. Distribuzione sporadica/epidemica
4. Profilassi: vaccinale e comportamentale, educazione sanitaria
7.1 EPATITE B
Agente eziologico: Virus dell'epatite B (HBV), a DNA bicatenario, resistente
nell'ambiente esterno fino a 6 mesi; viene inattivato dopo l'esposizione a 100°C per 15
minuti
Sorgente/Serbatoio: uomo (malattia esclusivamente umana); materiali in cui il virus
è presente: sangue, bile colecistica, saliva, secreto rino-faringeo, latte materno,
sperma, muco vaginale, urine, lacrime, sudore, succo gastrico e duodenale (non nelle
feci)
Modalità di trasmissione: Parentale (trasfusioni, pratiche mediche ed estetiche,
scambio di siringhe ecc..); Parentale inapparente (microlesioni causate da taglienti,
contagio sessuale); Passaggio transplacentare.
Periodo di incubazione: 1-6 mesi
Sintomatologia: esordio senza innalzamento della temperatura, ittero, epato-
splenomegalia, aumento delle transaminasi
Prognosi: decorso protratto, frequenti episodi di riacutizzazione, tendenza alla
cronicizzazione e predisposizione all'epatocarcinoma
Diagnosi: ricerca dei marcatori sierologici, ricerca diretta e caratterizzazione del DNA
virale
Diffusione: sporadica, endemica e/o piccolo epidemica nelle diverse aree geografiche
(Italia: area a media endemia)
Profilassi: notifica obbligatoria; ricovero necessario nei casi severi e complicati;
disinfezione accurata e prolungata (ipoclorito di sodio); vaccinazione obbligatoria per
tutti i nuovi nati con tre somministrazioni più una dose di richiamo consigliata a 5 anni;
impiego di immunoglobuline iperimmuni specifiche nei soggetti sieronegativi esposti
accidentalmente nei bambini nati da madre HbsAg-positiva entro le prime 12-24 h di
vita con contemporanea somministrazione del vaccino; impiego di aghi, siringhe ed
altro materiale monouso; controllo dell'efficienza delle apparecchiature e delle
procedure di sterilizzazione; controlli sul personale ospedaliero e sui ricoverati.
7.2 TETANO
Agente eziologico: spore del Clostridium tetani, bacillo anaerobico obbligato
produttore di una potente tossina
Contagio: penetrazione delle spore nei tessuti (ferite lacero-contuse, neonatale,
chirurgico)
Distribuzione: sporadica
Serbatoio: terreno, intestino di erbivori
Periodo di incubazione: 7-15 giorni
Sintomatologia: contratture di gruppi muscolari, febbre, spasmi che possono
provocare asfissia e morte (30-80% dei casi)
Profilassi: notifica obbligatoria, isolamento ospedaliero per la gravità dei sintomi e la
necessita di assistenza specialistica, disinfezione delle ferite, vaccino e sieroprofilassi,
copertura antibiotica. (Italia: obbligo di vaccinazione per sportivi affiliati al CONI, dal
1968 per tutti i nuovi nati)
7.3 EPATITE C
Agente eziologico: Virus dell'epatite C (HCV), si trasmette da uomo a uomo tramite
sangue e derivati.
Serbatoi/Sorgenti di infezione: L'uomo malato e il portatore cronico
Modalità di trasmissione: Parentale (trasfusioni di sangue, tossicodipendenti)
Per il resto, è simile all'HBV. Le differenze tra loro sono che l'HCV non è in grado di
integrarsi nel g