vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
I fattori di rischio pur aumentano la probabilità di malattia non è una condizione che ne determina
obbligatoriamente lo sviluppo.
Concetti di prevenzione: gli interventi sono diversi a seconda delle fasi di patologie: prevenzione
primaria (nella fase di esposizione ai fattori di rischio: promozione e mantenimento della salute con
interventi individuali – collettivi effettuati sulla popolazione sana). Per es. malattie infettive:
identificazione di focolai di contagio infettivo (disinfezione, sterilizzazione) interventi di bonifica
ambientali x diminuire il rischio di contagio infettivo, campagne vaccinali.
Nelle patologie croniche: rimozione di fattori di rischio implicati nello sviluppo delle diverse
malattie + adozione di stili di vita favorevoli. Elemento comune: campagne di informazione e
educazione sanitaria (interventi atti a rendere consapevoli i soggetti dei possibili danni dovuti
all’esposizione ai fattori di rischio e mutarne favorevolmente i comportamenti).
Prevenzione secondaria: è un atto di natura clinico – diagnostica, si usa solo x malattie croniche:
identificazione precoce delle malattie o condizioni di rischio con immediato intervento terapeutico x
interromperne o rallentarne il decorso. Elemento principale adottato è screening.
Prevenzione terziaria: prevenzione delle complicazioni di una malattia già in atto o irreversibile.
Tipica delle malattie croniche o alcune patologie infettive che possono cronicizzarsi (per es. AIDS):
attuazione di tutte le misure mediche, sociali, psicologiche atte a ridurre i danni dell’invalidità,
diminuire la sofferenza del paziente colpito, favorire il reinserimento sociale e allungare il periodo
di sopravvivenza.
C. 2 MISURE DI FREQUENZA E FONTI DEI DATI
Tipi di misure epidemiologiche
Scopi principali dell’epidemiologia: descrivere frequenza e distribuzione degli eventi + vagliare
eventuali associazioni tra fattori di rischio individuali/ambientali e fenomeni morbosi.
Misure di frequenza: diverse modalità con cui la si può rappresentare: descrizione del:
numero degli eventi: quantificazione del fenomeno ma non fornisce particolari
informazioni se non rapportato alla dimensione della popolazione
rapporti: esprime la relazione tra 2 quantità indipendenti tra loro
proporzioni: il numeratore è sempre incluso nel denominatore
tassi: introduce la variabile tempo
Fonti dei dati statistico – epidemiologico
Censimento: riporta notizie riguardanti numerosità, distribuzione della popolazione x sesso,
1) età, informazioni socioeconomiche
Schede di morte: compilate dal medico che accerta il decesso, consente di risalire alla causa
2) terminale della morte e iniziala (malattia)
Schede di nascita: compilate obbligatoriamente dopo ogni parto, informazioni di carattere
3) personale (età, sesso, residenza…) e inerenti al parto. Permette di dedurre indici come
natimortalità e mortalità perinatale
Fonti ospedaliere: cartella clinica dei pazienti ricoverati, schede di omissione ospedaliera,
4) dati ricavabili dai registri ospedalieri
Registri di patologia: per es. registro tumori, registro nazionale AIDS, dati INPS
5)
C. 3 ELEMENTI DI DEMOGRAFIA
Descrizione e scopi della demografia
Il suo principale oggetto di studio è l’analisi delle caratteristiche di una popolazione. È necessario
considerare tutte le caratteristiche intrinseche: sesso, età, indici natalità, mortalità, riproduttività,
frequenza malattie, condizioni ambientali.
3 fattori importanti che regolano la numerosità di una popolazione: mortalità, natalità e migrazioni.
Dai tassi mortalità è possibile risalire alla speranza media di vita alla nascita, i tassi di natalità
permette di calcolare l’incremento demografico naturale. X calcolare l’indice di riproduttività di
una popolazione: fecondità generale (numero nati vivi in un anno rispetto ad una popolazione
femminile fertile)
C. 4 MISURE DI ASSOCIAIZONE E RAPPORTO CAUSA – EFFETTO
Associazioni statistiche
Associazione: grado di dipendenza statistica tra 2 o + eventi variabili (sono associati quando si
verificano insieme + frequentemente), non implica che ci sia una relazione di causa – effetto. Esiste
anche la relazione secondaria o indiretta quando 2 o + eventi sono in relaziona tra loro perché esiste
un fattore causale comune. L’associazione non causale è determinata da circostanze esterne, fattore
di confondimento. L’associazione è causale diretta quando una ben definita esposizione provoca o
aumenta il rischio di un determinato effetto.
I fattori causali possono essere necessari (un determinato effetto deve sempre essere preceduto da
una data causa) o sufficiente (quando l’effetto può essere causato anche da altri fattori).
Associazioni causa – effetto: linee guida x determinare associazioni causali:
Relazione temporale: il presunto fattore di rischio deve precedere temporalmente
l’insorgenza della malattia
Plausibilità biologica: possibilità logica che l’esposizione studiata possa causare la malattia
Forza o rado. Associazione statistica tra fattore di rischio e malattia
Consistenza: presenza del supposto rapporto di associazione in condizioni diverse (per es.
geografiche)
Relazione dose – risposta: aumento dell’incidenza all’aumentare dell’esposizione
Assenza di fattori di confondimento: analisi del ruolo di tutti i fattori di rischio che hanno
rilevanza nello sviluppo della malattia
C. 6 STUDI EPIDEMIOLOGICI
Classificazione degli studi
Prima distinzione:
Osservazionali:
il ricercatore si limita a osservare l’andamento dei fenomeni x poter trarre
conclusioni. Si distinguono in: ecologici (analisi dei dati aggregati riferiti a incidenza,
prevalenza, mortalità, distribuzione fattori di rischio), trasversali (indagini istantanee di
intere popolazioni o campioni x valutare frequenza e distribuzione di una o + variabili),
caso/controllo (selezione di soggetti malattie in cui è valutata l’esposizione ai fattori di
rischio), coorte (selezione di soggetti sani esposti e non, seguiti nel tempo x valutare
l’incidenza o mortalità di una o + malattie)
Sperimentali:
lo sperimentatore compie interventi diretti, manipola le condizioni di ricerca
applicando strategie terapeutiche e preventive; scarsa applicazione in campo x motivi etici.
Si distinguono in: sperimentazioni cliniche (valutazione di un intervento terapeutico in uno o
+ gruppi di pazienti affetti da una patologia), sul campo (valutazione interventi preventivi
rivolti a uno o + gruppi di soggetti sani, opere s. vaccini), sulla comunità (valutazione
interventi preventivi basati su approcci collettivi (per es. campagne di educazione sanitaria)
ecologici trasversali caso/controllo coorte sperimentali sperimentazi
descrizio comprende la effettuati x indagini molte limitazioni oni cliniche
ne tutte le popolazione è indagare il rischio finalizzate a x problemi etici controllate:
ricerche in esaminata in eziopatogenetico prevedere (intervento diretto
cui i dati un preciso di eventuali fattori l’osservazion dello ricerche
non istante x di rischio, e di un sperimentatore). eseguite su
riguardano determinare ricostruiscono la gruppo x un comprendono persone
singoli lo stato di storia clinica dei determinato sperimentazioni generalmente
individui malattia e pazienti periodo di cliniche e malate x
ma intere l’esposizione tempo preventive (sul valutare
popolazioni a fattori di (include la campo/comunitari l’efficacia di
rischio variabile o) 2 o + specifici
(fotografia) tempo: la trattamenti
sorveglianza nell’arrestare
longitudinale
è il modello o rallentare il
naturale di processo
studio) morboso (per
obiettivi analizzare descrivere la valutare il ruolo di calcolare tassi paragonare es.
dati prevalenza di uno o + fattori di di incidenza e l’efficacia di 2 o + trattamenti
aggregati, un fenomeno, rischio e loro mortalità, trattamenti, antitumorali
illustrare il ottenere eventuale relazione analisi valutare con che mio,
quadro della informazioni differenziate l’efficacia di un sperimentazi
distribuzion su x livello e intervento oni che
e delle atteggiamenti durata riguardano
malattie in della dell’esposizio nuovi farmaci
relazione al popolazione ne da immettere
tempo, verso servizi in
spazio e sanitari, uso
caratteri di strutture, commercio);
individuali, analizzare importanza
calcolare associazioni delle regole
tassi di tra fattori di etiche:
mortalità, rischio e devono
ipotizzare malattie esserci buone
associazioni ragioni
tra malattie scientifiche x
e fattori di ritenere che il
rischio nuovo
vantaggi bassi costi, libera scelta semplice, rapido, valutazione è il + corretto dal trattamento
rapidità, dati della poco costoso, contemporane punto di vista sia + efficace,
già raccolti popolazione utilizzabile anche a metodologico il paziente
e facilmente da sui x malattie rare, dell’incidenza anche x la deve essere
accessibili, selezionare il consente di di + malattie, distribuzione
l’uso di campione e indagare calcolo casuale dei fattori informato e
classificazio dei metodi di contemporaneame diretto dei non noti lasciare il
ni standard rilevazione e nte su + fattori di tassi di interferenti
facilita i criteri rischio incidenza nei consenso, se
confronti a diagnostici, gruppi esposti emerge che
livello durata breve, e non un altro
internaziona poco costoso, trattamento è
le se migliore deve
campionamen essere subito
to affidabile interrotto
risultati
generalizzabil
i
svantaggi dati scarsa non permette di lunga durata, problemi etici,
individuali applicazione calcolare incidenza organizzazion impossibilità di
poco x malattie e prevalenza ma e difficile e esporre i soggetti
disponibili, rare o brevi + solo stima dei costosa, a fattori di rischio,
i dati relativi rischi diffide lunghi e costosi
a esposizioni mantenere
pregresse costanti nel
possono tempo le
essere poco modalità di
attendibili rilevazione
distorsion sottostima conclusioni selezione non perdite al perdite al follw
i + de fenomeni errate x accurata di casi e followup, up, rifiuto di
comuni x omissioni campionamen controlli cambiamento partecipazione
nella to scorretto, nel tempo di
segnalazion interpretazion tecniche di
e, e errata del rilevazione
attendibilità fattore
dubbia di causale
alcuni dati e
impossibilit
à di
verifiche
varianti analisi x censimento, studi a sperimentazioni
coorti test di coorte cliniche
screening storica controllate
C. 7 DISEGNO DELLO STUDIO EPIDEMIOLOGICO
Obiettivi della r