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IGIENE DELL'ABITAZIONE, DELLA PERSONA E DEL VESTIARIO
IGIENE DELL'ABITAZIONE
L'igiene dell'abitazione è un problema sempre attuale: esistono infatti dei fattori, quali l'umidità, la temperatura, la ventilazione e l'illuminazione che possono interessare sia abitazioni vecchie che nuove.
Le condizioni di insalubrità a cui sono strettamente legate alcune malattie come quelle infettive, si possono identificare nelle condizioni igieniche dell'abitazione ma anche in quelle igieniche e sociali dell'abitato, come l'addensamento, le cattive scelte urbanistiche, l'inquinamento, la mancanza di servizi igienici adeguati.
Umidità
È fra le cause maggiori di insalubrità delle abitazioni; essa è collegata alla quantità di acqua presente nell'aria e nelle pareti, ed è causata da vari fenomeni: assorbimento capillare dalle fondamenta; condensazione (infatti il vapore d’acqua, contenuto nell'aria espirata o prodotto dai caloriferi con annesso contenitore d'acqua, si condensa a contatto con le pareti fredde); infiltrazione di acqua meteorica ossia di pioggia (per scarsa manutenzione di tetti, terrazzi, muri maestri); insufficiente prosciugamento di edifici nuovi (abitati troppo presto, senza lasciar tempo per una buona ventilazione ed eliminazione del vapore acqueo); cattiva manutenzione dell'impianto idraulico (da tubature).
L'umidità nei muri e nell'aria, oltre allo sviluppo di muffe e sali sulle pareti, concorre a provocare malattie reumatiche, malattie da raffreddamento dell'apparato respiratorio, diffusione di malattie infettive e, qualora superi valori dell'80% e faccia molto caldo, anche colpi di calore. Viceversa valori anche molto bassi, inferiori al 25-20% (case eccessivamente riscaldate, senza contenitori d'acqua ai termosifoni, non arieggiate, uso prevalentemente di stufe elettriche o a gas), possono provocare cefalea, malessere, mal di testa, etc.
gola, peggioramento di eventuali malattie bronchiali. In genere i valori medi e ideali di umidità all’interno delle abitazioni variano tra il 35% e il 70%.
Temperatura
Le condizioni di temperatura dell’abitazione devono mantenere l’equilibrio fra la produzione e la perdita di calore del corpo, in modo da dare un senso di benessere termico tale da permettere la normale esplicazione delle attività fisiche e psichiche.
I sistemi per produrre calore sono vari, più o meno economici e più o meno salutari: caminetti, stufe, sistema di riscaldamento centrale ad acqua, ad aria, per citare i più diffusi.
I caminetti ed i bracieri consumano molto, ma rendono poco in calore e appena spenti l’ambiente si raffredda subito dato che l’aria calda se ne va lungo la canna fumaria.
Le stufe a legna o a carbone, sia quelle in terracotta sia quelle in metallo, usate largamente anni fa, sono certamente più convenienti, più calorigene ed economiche, ma hanno l’inconveniente di produrre monossido di carbonio (assai tossico), soprattutto se si vuole diminuire il tiraggio per moderarne la combustione.
Le stufe elettriche sarebbero preferibili dal punto di vista igienico, perché non producono ceneri e non immettono prodotti nocivi, ma sono meno convenienti dal punto di vista economico.
Con le stufe a gas si corre il rischio di pericolose fughe di gas e quindi di intossicazioni e di esplosioni. In quelle moderne però esistono sistemi automatici di riaccensione o di blocco del combustibile nel caso di combustione incompleta.
Il riscaldamento centrale ad acqua (cioè i comuni impianti adibiti al riscaldamento di più locali o di interi edifici, dotati di caldaia, termosifone, e vasca di espansione) o ad aria, o integrativi ad energia solare, sono più igienici, complessivamente più economici (salvo i prezzi del gasolio per riscaldamento e del metano, e il basso rendimento dei pannelli solari), con una buona uniformità nella distribuzione del calore in tutti i locali. Tuttavia
con la sudorazione.
Quando l’esercizio fisico viene però eseguito in tempi e modi inopportuni, può essere causa di danni all’organismo come la stanchezza muscolare per accumulo di cataboliti nel tessuto.
La pulizia della persona
si attua, com’è noto, con il bagno o la doccia (per un tempo non superiore ai 15 minuti circa per ogni abluzione), con il lavaggio dei capelli, la pulizia dei denti dopo ogni pasto per la profilassi della carie dentale, la pulizia delle unghie 1-2 volte la settimana, il lavaggio delle mani prima di sedersi a tavola, il taglio dei capelli e della barba. I motivi di tali pratiche igieniche sono talmente ovvi che non è necessario ricordarli.
Importante infine è l’attenta lettura della composizione e delle eventuali controindicazioni dei prodotti per la pulizia personale, al fine di evitare irritazioni cutanee e allergiche (specialmente per i bambini e le persone con la pelle delicata).
IGIENE DEL VESTIARIO
Per quanto concerne l’igiene del vestiario è utile ricordare quanto segue:
- i vestiti non devono ostacolare le normali funzioni della pelle (secrezione e traspirazione);
- l’abbigliamento deve variare con le stagioni in modo da non alterare la temperatura corporea (soprattutto non coprire troppo i bambini piccoli d’estate perché i loro meccanismi di termoregolazione sono ancora scarsi);
- ricordare che i colori chiari assorbono meno il calore solare dei colori scuri (che perciò tengono più caldo);
- i vestiti non devono ostacolare i movimenti, gli atti del respiro e la circolazione (reggiseni stretti, gonne strette, scarpe strette);
- i tessuti in lana tengono più caldo dei sintetici (perché provvisti di mini-camere d’aria che trattengono il calore prodotto dal corpo), ma pongono più problemi alla pulitura;