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PROFESSIONALE.OPERATORI SANITARI:Epatite B​ (3 dosi di vaccino ai tempi 0,1 e 6-12 mesi + sieroconversione,❏ cioè aumento del titolo anticorpale di un tot, che possa garantire l'immunitàdall'Epatite B);Influenza​ ;❏ Morbillo-Parotite-Rosolia​ ;❏ Pertosse​ ;❏ Varicella​ (2 dosi a distanza di almeno 28 giorni);❏ Tubercolosi​ (solo per operatori sanitari ad alto rischio di esposizione a❏ ceppi di bacilli tubercolari multi-farmacoresistenti)

ATTIVITÀ VACCINALE:Bisogna fornire vaccinazioni in maniera attiva e gratuita e garantire adeguatecoperture vaccinali; affinché si raggiunga questo obiettivo sono necessarie delleprocedure operative scritte a livello regionale (in modo tale che una persona​sappia come comportarsi).Inoltre viene individuato un responsabile​ (questoresponsabile generalmente è personale sanitario incaricato,sono proprio gliinfermieri che compiono questo lavoro) per il reclutamento dei nuovi nati il

Il compito di individuare soggetti da invitare alla vaccinazione consiste nel selezionare le persone che devono essere invitate a sottoporsi alla vaccinazione.

Successivamente, è necessario controllare l'archivio vaccinale per recuperare i soggetti che non si sono presentati alla vaccinazione.

Si deve quindi procedere con l'invito scritto alla vaccinazione, fornendo tutte le informazioni necessarie.

In caso di rifiuto alla vaccinazione, è importante gestire la situazione in modo adeguato. Il supporto del medico può offrire spiegazioni sui vantaggi delle vaccinazioni e cercare di convincere i genitori a cambiare idea.

La chiamata attiva prevede l'invio di un invito a casa del soggetto per presentarsi alla vaccinazione. A seguito di ciò, possono verificarsi diversi scenari:

  1. I genitori si presentano e accettano la vaccinazione.
  2. I genitori si presentano, ma il figlio non può essere vaccinato al momento per varie ragioni. In caso di motivazione adeguata, la vaccinazione viene rinviata di circa due settimane.
  3. I genitori si presentano, ma rifiutano la vaccinazione. In questo caso, vengono convocati per un colloquio con l'infermiere e il medico responsabile, al fine di comprendere le motivazioni del rifiuto e cercare di convincerli.

Devono cercare di spiegare il vantaggio della vaccinazione, che tipi di vaccini sono (per questo è importante essere padroni della materia) se però i genitori continuano a rifiutarsi di vaccinare i propri figli a quel punto è necessario un DISSENSO INFORMATO cioè devono firmare perché a quel punto la responsabilità è loro.

4. I genitori non si presentano proprio allora si manda il secondo sollecito, se anche al secondo sollecito non si ha risposta, il nome del bambino viene inserito all'interno dell'archivio residenti non reperibili.

5. Il bambino può essere esonerato: per esempio in caso di bambini con tumore

POLITICHE VACCINALI:

Sono strategie con cui un intervento vaccinale è adottato in una popolazione, le modalità di offerta per la vaccinazione che sono messe in atto dal Servizio Sanitario, le risorse organizzative che vengono messe in gioco per raggiungere gli obiettivi (esempio politica vaccinale è

quella per mantenere la polio free). È fondamentale andare a capire quali sono le coperture vaccinale per capire dove bisogna andare ad intervenire:

IMMUNITÀ DI MASSA O IMMUNITÀ DI GREGGE: pochi individui non vaccinati non si ammalano se la grande maggioranza della popolazione è immunizzata. Questa infatti costituisce una barriera alla circolazione dei microrganismi patogeni. A seconda della maggiore o minore capacità di trasmissione dei vari microrganismi, la copertura vaccinale per avere un'immunità di massa deve essere adeguatamente elevata (oltre 95% per il Morbillo, 85-87% per la Rosolia, 80-85% per Poliomielite). È UNA SITUAZIONE IN CUI UNA PROPORZIONE SUFFICIENTE DI POPOLAZIONE È IMMUNE AD UNA MALATTIA INFETTIVA ATTRAVERSO LA VACCINAZIONE O PER AVER CONTRATTO LA MALATTIA IN MODO NATURALE nel momento in cui abbiamo un numero sufficiente di persone che risultano essere immuni si va a ridurre la circolazione

Dell'agente eziologico quindi anche gli individui che non sono vaccinati o coloro che hanno malattie croniche o sistema immunitario compromesso, sfruttano la protezione offerta da coloro che sono vaccinati o che hanno avuto la malattia in modo naturale in modo tale che hanno poche possibilità di contrarla perché l'agente eziologico non circola.

Per raggiungere elevate coperture vaccinali vengono utilizzate differenti modalità di organizzazione e di offerta:

VACCINAZIONE DI MASSA: cioè intervento vaccinale offerto in tempi brevi a tutte le coorti che in base al profilo siero epidemiologico della popolazione per quella malattia infettiva, possono ancora essere suscettibili (es. Polio 1964 si è deciso di introdurre la vaccinazione a tappeto a partire dal 6 mese fino a 14 anni); quello che ci permette di raggiungere l'obiettivo nel meno tempo possibile.

KEEP UP (mantenimento): continuare a vaccinare i nuovi nati;

VACCINAZIONE DELLE

COORTI DEI NUOVI NATI: scomparsa della malattia in tempi più lunghi (es. Difterite 1955); ci assicuriamo che quelli più suscettibili vengano vaccinati. (la malattia che ha incidenza massima nei primi anni è la meningite di tipo B)

VACCINAZIONE DI DUE COORTI: contemporaneamente i nuovi nati e una coorte che potrebbe aver solo parzialmente superato la malattia (es. MPR); vacciniamo di nuovo in età prescolare in modo che chi non ha risposto alla prima vaccinazione poi sia protetto.

CATCH UP: recupero dei non vaccinati. (il tetano è obbligatorio dal 61 per esempio quindi se arrivano persone anziane che non lo hanno ricevuto bisogna cercare di fargli capire che sarebbe meglio vaccinarsi, solito discorso per epatite B)

MOP UP: si identificano e si raggiungono con la vaccinazione i contatti familiari e sociali dei malati.

FOLLOW UP: controllo dell'efficienza e dell'efficacia dei programmi di vaccinazione mediante opportuni

sistema di sorveglianza su unapopolazione. Ci sono degli organi competenti per l'autorizzazione del vaccino: in Italia AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA), a livello europeo EUROPEAN MEDICINES AGENCY (EMA) e a livello americano FOOD AND DRUG ADMINISTRATION (FDA). FASI SVILUPPO DI UN VACCINO: Lo sviluppo di un vaccino è un processo piuttosto lungo ed elaborato che parte dalla conoscenza del microrganismo responsabile della malattia che si intende prevenire e delle sue modalità di interazione con l'organismo umano. Inizialmente si effettuano studi sperimentali in vitro, in base ai quali è possibile stabilire quale sia la composizione qualitativa e quantitativa ideale di un vaccino (tipologia e quantità della componente attiva e di tutte le altre sostanze previste). Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto allasperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali sidefiniscono il meccanismo d'azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso. Questa fase permette di selezionare la formulazione che nei modelli sperimentali è risultata più promettente per essere avviata alla fase clinica preliminare sull'uomo. (per lo sviluppo di un vaccino ci possono volere anche 10-15 anni). Poi prime evidenze di efficacia e sicurezza. (In America quando è stato somministrato il vaccino orale della polio vivente attenuato si è visto che alcuni bambini hanno sviluppato paralisi flaccida ed era una conseguenza della polio, il gap era stato che il vaccino era vivente attenuato ma non era stato attenuato adeguatamente, questo è il rischio anche se remoto che si può avere con i vaccini viventi attenuati) Quando abbiamo selezionato quelle che possono essere le molecole potenziali per il vaccino,

passiamo alle fasi successive:

FASE 1: si arruolano tra 20 e 100 volontari (quindi un numero esiguo di volontari sani). Andiamo a vedere se il vaccino funziona, se ci sono reazioni avverse e se è sicuro.

FASE 2: aumenta il numero di persone reclutate (numerose centinaia di volontari) andiamo a vedere quali sono gli effetti a breve termine, quale può essere la dose ottimale cioè testare più dosi per vedere quale induce la risposta immunitaria e come risponde il sistema immunitario. Aumentando il numero di volontari vado ad aumentare la casistica.

FASE 3: abbiamo migliaia di volontari, a questo punto si vede se il vaccino è sicuro ed efficace e quali sono le reazioni avverse più comuni.

FASE 4 (detta anche Fase post-marketing): gli studi di fase quarta (o studi post-autorizzativi) vengono condotti dopo la commercializzazione e hanno l'obiettivo di verificare l'efficacia e la sicurezza del vaccino nelle sue

reali condizioni d'uso, di valutare l'utilizzo in particolari sottogruppi di popolazione e condizioni patologiche (per esempio in corso di malattie del sistema immunitario che potrebbero modificare l'efficacia e la sicurezza del vaccino) e il rapporto costo-beneficio rispetto alla malattia e/o ad altri vaccini. Tutte le varie fasi dello sviluppo di un vaccino sono necessarie a ottenere informazioni il più possibile chiare ed esaustive su indicazioni, controindicazioni, avvertenze speciali, benefici e rischi del prodotto. Poiché i vaccini vengono somministrati a scopo preventivo in una popolazione sana, è necessario che le percentuali di efficacia siano molto alte (numero di soggetti che rispondono in maniera adeguata al vaccino) e che il beneficio sia di gran lunga superiore al rischio. Pertanto, in ogni momento di tutto questo processo, lo sviluppo del vaccino o la sua commercializzazione possono essere interrotti, qualora venga meno una sola di

Queste sono le condizioni fondamentali. Tutti gli studi effettuati durante lo sviluppo di un vaccino (come per tutti i medicinali) devono rispondere agli standard internazionali di etica e qualità scientifica previsti dalle norme di buona pratica clinica, codificate a livello globale (Good Clinical Practice, GCP).

IMMUNOGENICITÀ: capacità di indurre una risposta immunitaria specifica valutata sulla base del livello anticorpale raggiunto dopo un mese dalla fine del ciclo vaccinale o facendo riferimento alla percentuale di vaccinati che ha raggiunto un livello anticorpale che è noto protegga dalla malattia. (capacità del vaccino di indurre una risposta immunitaria specifica diretta verso quel determinato antigene)

EFFICACIA PROTETTIVA: valutata con studi di epidemiologia sperimentale in popolazioni esposte al rischio di contrarre la malattia, confrontando il numero di casi di malattia tra i vaccinati e i non vaccinati.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
45 pagine
SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher B.eliana.93SI di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Trombetta Claudia Maria.