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20) PROFILASSI E INFEZIONI CORRELATE ALLE PRATICHE ASSISTENZIALI
Le infezioni ospedaliere costituiscono da tempo un problema di sanità pubblica e un indicatore
dell’assistenza erogata.
La definizione, secondo il Ministero della Sanità: al momento dell’ingresso in
infezione di pazienti ospedalizzati, non presenti o ne in incubazione in pazienti
ospedale, comprese le infezioni successive alla dimissione, ma riferibili per tempo di incubazione al
ricovero.
Sono comprese anche le strutture non ospedaliere come ambulatori e assistenza domiciliare, strutture
sanitarie assistite, ecc.
Le infezioni comprendono anche quelle contratte dal personale nell’assistenza (infezioni ospedaliere
occupazionali).
L’attività assistenziale al malato può comportare l’esposizione ad numerosi microrganismi patogeni, con il
rischio di un infezione.. Pagina 13
Riassunto di Igiene ed Epidemiologia: G. Caria, F. Cherchi, T. Billi.
Come tutte le malattie infettive le I.O. sono il risultato di tre elementi che interagiscono: l’ospite, l’ambiente,
il microrganismo.
Per l’ospite i fattori principali che determinano l’I.O: sono: età, sesso, patologie associate e di base, processi
invasivi effettuati, quadro clinico, trattamenti farmacologici.
Pz più a rischio sono gli anziani, gli immunodepressi, i pz chirurgici, i prematuri.
I microrganismo responsabili in passato erano i patogeni, oggi sono maggiormente i saprofiti, normalmente
innocui, che in strutture sanitarie trovano le condizioni ideali di propagazione e di sviluppo. in particolare i
Gram negativi sono responsabili delle I.O.
L’ambiente non riguarda solamente le strutture di degenza ma anche le persone che vi operano e le modalità
organizzative (giorni di degenza, elevato numero di persone che assistono il pz, procedure diagnostiche e
invasive, ecc)
Le infezioni possono essere di tipo esogeno: dalla sorgente di infezione il microrganismo, mediato da veicoli
l’ospite.
o vettori, raggiunge
Quando le infezioni derivano dalla flora batterica stessa del pz. (soprattutto immunodepressi) per
abbassamento delle sue difese immunitarie si definisce endogena.
PREVENZIONE!
I siti di infezione più frequenti sono: le infezioni urinarie, le polmoniti, le batteriemie, le infezioni della ferita
chirurgica.
Infezioni vie urinarie
L’80% delle infezioni contratte in ospedale è correlato alla presenza di catetere vescicale. L’incidenza in pz
cateterizzati varia dall’1 al 5 % ma può arrivare a 100% in poco tempo se il catetere è in sede per più di 4
giorni. nel momento del posizionamento o per migrazione dei patogeni all’esterno
I microrganismi possono entrare
del lume, nello spazio periuretrale, in seguito a contaminazione del catetere durante l’inserzione.
L’ascensione dei microrganismi patogeni per via intra-luminale è dovuta al reflusso urinario dal sistema di
drenaggio. Dall’evenienza può essere prevenuta con l’adozione di sistemi di drenaggio a circuito chiuso.
Polmoniti associate a processi assistenziali
Sono infezioni delle basse vie respiratorie e includono polmoniti: post operatorie, da legionella causate da
inalazione di aerosol contaminati e associati a ventilazione meccanica (VAP).
Eziologia:
Polmoniti batteriche trasmesse per via aerea.
L’intubazione endotracheale altera le difese aumentando la percentuale di rischio.
Prevenzione:
Circuiti respiratori personali monouso; eliminazione condensa dei circuiti; operazioni di aspirazione delle
secrezioni con sondini sterili monouso.
Infezione siti chirurgici
Sono infezioni per la maggior parte prevenibili; rappresentano il 20% di tutte le inf. Correlate a processi
assistenziali.
La maggior parte causata dalla contaminazione della ferita da parte di microrganismi provenienti da
microrganismi provenienti dal pz stesso.
Fattori intrinsechi sono: età, diabete, fumo, immunocompromissione;
fattori estrinseci: tricotomia, infezioni operatorie in altri siti, durata intervento, sterilità della sala e degli
strumenti, tecnica della chirurgia. Pagina 14
Riassunto di Igiene ed Epidemiologia: G. Caria, F. Cherchi, T. Billi.
Prevenzione:
Si divide in pre, intra e post operatoria.
Tra le misure da utilizzare: vedi libro se ne hai voglia, altrimenti cazzi enormi pag 273. [cit.]
Infezioni correlate al catetere venoso
Sono dispositivi intravascolari ampiamente diffusi nella pratica assistenziale.
utilizzati per l’accesso venoso e raramente provocano infezioni (flebiti).
Quelli periferici sono i più
La maggior parte delle infezioni, infatti, insorgono nei pz portatori di CVC usato prevalentemente in terapia
intensiva.
Il microrganismo maggiormente implicato in queste infezioni è lo stafilococcus aerus.
I fattoti di rischio:
CVC non tunnellizzati in vena cava attraverso giugulare interna, succlavia e femorale oltre a cateteri
dell’arteria polmonare.
I cateteri totalmente impiantabili sono i più sicuri ( dal punto di vista infettivo).
Altri fattori sono: condizioni cliniche paziente, frequenza manipolazione catetere, tecnica di posizionamento
durante l’impianto.
21) PREVENZIONE
La prevenzione ha lo scopo di impedire l’insorgenza e la progressione delle malattie, per mezzo di interventi
sulla popolazione e sull’ambiente di lavoro. Può essere di tre tipi:
PRIMARIA
Lo scopo prioritario è di sopprimere o contenere il rischio di danno per l’organismo umano, pervenendo
a evitare l’insorgenza di malattie, disabilità o handicap.
La prevenzione del rischio di danno o quantomeno il suo contenimento rappresenta l’obiettivo principale
della prevenzione. l’agente
La prevenzione quindi si rivolge ai soggetti sani ed è efficacie nelle malattie in cui si conosce
causale.
Le attività di prevenzione si basano sulla eliminazione o l’inertizzazione dei fattori o condizioni che per
loro effetto riescono ad alterare le condizioni organiche o psichiche dell’organismo dando luogo
all’insorgenza di disturbi, handicap, malattie.
La prevenzione primaria può svolgersi secondo tre elementi: l’inattivazione o la rimozione dell’agente
causale; il risanamento e la protezione ambientale; l’aumento delle difese individuali e l’adozione di uno
stile di vita favorevole al mantenimento della salute.
Per eliminare le cause e i fattori di rischio possono essere messi in atto metodi di intervento tra cui: il
potenziamento delle capacità di difesa dell’organismo, la rimozione di comportamenti nocivi,
l’induzione di comportamenti positivi, interventi sull’ambiente di vita e lavoro.
I fattori potenzialmente influenti sull’organismo umano sono tanti e spesso agiscono con meccanismi di
azione reciproca, anche tra gruppi diversi.
Si dividono in:
Fattori genetici: alterazioni genetiche, stati di predisposizione;
Fattori comportamentali: abitudini alimentari, fumo, uso di alcol, attività fisica,
tossicodipendenze, attività sessuali, abuso di farmaci.
Fattori ambientali: legati all’ambiente fisico (aria atmosferica, acqua, suolo, radiazioni
ionizzanti, rumore); legati all’ambiente biologico (microrganismi, alimenti); legati all’ambiente
sociale (abitazioni e contesto urbano, dinamica demografica, livello occupazionale).
SECONDARIA
È rivolto a quei soggetti in cui il rischio di malattia si è già tramutato in danno, anche se questo non si è
ancora clinicamente manifestato, asintomatico. Consiste nell’accertamento diagnostico precoce e nel
conseguente trattamento. Pagina 15
Riassunto di Igiene ed Epidemiologia: G. Caria, F. Cherchi, T. Billi.
Consiste nell’individuazione e nella correzione di condizioni di rischio o di stati patologici in fase pre-
clinica presenti in persone apparentemente sane.
È considerata una prevenzione imperfetta in quanto il danno , se pur iniziale, si è già realizzato.
Gli interventi di prevenzione posso attuarsi in forma individuale o di massa.
Nel primo caso il medico di famiglia valuta il rischio di danno, in relazione alle diverse patologie, dei
suoi assistiti e ne dispone l’accertamento diagnostico con mezzi più idonei (valutazione periodica della
salute).
Nel secondo caso è la struttura di sanità pubblica che effettua accertamenti diagnostici di massa estesi
tutta la popolazione (screening).
È necessario effettuare uno screening, cioè la selezione di coloro che sono già ammalati pur non
presentando ancora sintomi di malattia.
Lo screening può essere:
Selettivo: la ricerca è operata tra individui apparentemente sani ma appartenenti ad una categoria
con rischio elevato.
riguarda l’intera popolazione esposta al rischio e va effettuato solo quando l’incidenza
Di massa:
della malattia è alta
l’indagine può avere come obiettivo la diagnosi precoce di una singola malattia
Multifascio:
oppure il rilievo di diverse condizioni patologiche.
Nella prevenzione secondaria bisogna tener conto di diversi criteri:
Valutare l’importanza della malattia.
l’evoluzione della malattia
Conoscere
Non effettuare l’esame con un numero enorme di soggetti se la malattia è rara
L’esame deve essere sicuro, rapido e poco costoso
Il metodo di esame deve essere sensibile e specifico
TERZIARIA
È rivolta a soggetti malati. Il suo obiettivo è quello di ridurre o diminuire le recidive e le invalidità.
Si identifica con la riabilitazione che deve essere messa in atto per evitare complicanze delle malattie
durante il suo decorso e ottenere il massimo recupero funzionale possibile.
Obiettivi:
Proteggere ogni singolo individuo dalle malattie
Raggiungere il controllo delle malattie nella popolazione
Eliminare (assenza di nuovi casi) ed eradicare (rimozione della malattia) le malattie.
22) IGIENE DELLE MANI
Ne fanno parte tutte le pratiche di detersione e disinfezione che interessano questa parte del corpo, la cui
importanza nella trasmissione delle infezioni, soprattutto in ambito ospedaliero è ampiamente dimostrata.
Queste pratiche sono volte a impedire la trasmissione di microrganismi al malato nel corso di trattamenti
assistenziali, invasivi e non, e di conseguenza è una pratica che rientra nell’asepsi.
Nel contempo mirano a evitare o rallentare la proliferazione di agenti patogeni e saprofiti, quindi fanno parte
anche dell’antisepsi.
La cute delle mani è interessata da due popolazioni microbiche, una residente (stafilococchi e corynebatteri;
raramente causano malattie infettive a meno che non siano introdotte in corso di interventi chirurgici) e una
occasionale (si insedia a seguito di contatti con altri individui o materiali infetti).